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mercoledì 13 maggio 2020

Sono le 17,17 del 13 maggio 1981 il Papa si accascia colpito all'addome. Ma avviene il miracolo.


Messaggio del 14 maggio 1982 - Medjugorje


In questi giorni Giovanni Paolo II è a Fatima per l’anniversario dell’attentato e la Madonna dice: «I nemici del Papa volevano ucciderlo, ma io l’ho protetto».

 

Il 13 maggio nel 1981: Mehmet Ali Agca, un killer professionista, che si vantava di non avere mai fallito nell’esecuzione degli assassini a lui affidati, tenta di uccidere Papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma, ma non ci riesce.

Questi due avvenimenti sono stati tra loro connessi dallo stesso pontefice, che attribuì la sua salvezza ad un intervento della Madonna di Fatima, alla quale offrì la pallottola deviata in segno di gratitudine.

Attentato al Papa (Dal video curato dal CTV)
Due spari in rapida successione in Piazza S. Pietro. Sono le 17,17 del 13 maggio 1981. Il Papa ha appena abbracciato una bambina dai boccoli d'oro e si chiama Sara Bartoli. Fa ancora pochi metri sulla jeep bianca scoperta e si accascia colpito all'addome. A poca distanza un turco, che ha preso la mira: Mehmet Ali Agca, 23 anni, è convinto di averlo ucciso.   




Agca è un terrorista professionista, noto alle polizie di mezzo mondo. È lì per assassinare il primo Papa in epoca moderna, vuole passare alla storia anche se, dietro di lui, c'è una trama di connivenze, aiuti dei servizi segreti dell'Est fiancheggiatori della peggior specie, pronti a vendersi l'anima a chi paga di più. Agca impugna una "Browning" calibro 9. Spara con precisione. Ma avviene il miracolo. Le pallottole trapassano il corpo del Papa ma non ledono gli organi vitali. Più tardi dirà: "Una mano ha premuto il grilletto, un'altra mano materna ha deviato lo traiettoria del proiettile. E il Papa agonizzante si è fermato sulla soglia della morte". Giovanni Paolo Il è convinto che sia stata la Madonna a salvarlo: il 13 maggio è il giorno della prima apparizione della Vergine di Fatima nel 1917 ai pastorelli. Sabato 16 maggio registra, in sala di rianimazione al Policlinico Gemelli, la preghiera domenicale. La voce affaticata del Papa ferito viene diffusa domenica 17 maggio: "Prego per il fratello che mi ha colpito, al quale ho sinceramente perdonato. Unito a Cristo, sacerdote e vittima, offro le mie sofferenze per lo Chiesa e il mondo". Il segno del sangue modifica anche la popolarità già immensa di questo Papa e lo fa come lievitare, immettendovi un elemento di maggiore profondità. Nella sofferenza si innesta la grazia della redenzione. Il dolore che salva. 



Fonte: www.culturacattolica.it

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