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sabato 2 dicembre 2023

Forse non ci rendiamo conto o forse è meglio non rendersene conto ...- di Antonello De Giorgio


 Forse non ci rendiamo conto o forse è meglio non rendersene conto o, peggio ancora, girare la testa da un'altra parte per non vedere, per non sapere!

Sta di fatto che siamo sotto assedio, circondati, aggrediti!
Accerchiati da un nemico con non usa armi convenzionali, non usa trincee per proteggersi ma si muove nell'ombra forte di un esercito di adepti che consapevolmente o inconsapevolmente lavorano per lui.
Uno vero stratega che basa tutto su una miscela esplosiva composta da:
- Menzogna.
- Confusione.
- Paura.
- Inganno.
- Assuefazione.
- Adulazione.
- Perfidia.
- Ira.
- Dissidi.
Di questo vile aggressore ne parla apertamente la Madonna.
Nel corso delle Sue Apparizioni a Medjugorje lo cita ca. 90 volte ed abbina, ai messaggi che riferiscono di lui, la ricetta per "cuocerlo a dovere"; ne consegue che sta a noi decidere, in piena libertà, se darci da fare o stare con le mani in mano assecondando quant'egli combina.
Certamente servirebbe un maggior apporto da parte degli addetti ai lavori che troppo spesso latitano e non toccano certi argomenti considerati scomodi perché è meglio non rendersene conto o peggio ancora, girare la testa dall'altra parte.
Intanto, l'alta marea del male prosegue imperterrita la sua corsa coprendo, senza trovare intralcio, tutto ciò che trova nel suo avanzare.
Non mi sento nessuno se non un semplicemente e libero pensatore con tanti limiti ed una fede piccolina però mi guardo in giro, mi informo, ragiono, mi interpello, mi pongo domande, cerco risposte ed a volte, lo confesso, mi sembra di essere lo scalatore che deve affrontare una parete ghiacciata.
Come può arrampicarsi sul ghiaccio la persona se non ha a portata di mano almeno i ramponi e la picozza?
Per noi poveri fedeli, ed uso una metafora, i ramponi e la picozza sono gli uomini di chiesa.
Come dimenticare quell'appello di Giovanni Paolo II, oggi Santo, quando, il 6 novembre 1981, terminò l'udienza con le parole: l'Europa ha bisogno di Cristo e del Vangelo perché qui stanno le radici di tutti i suoi popoli.
Personalmente ricordo quella citazione che per tanti è andata nel dimenticatoio ma una cosa è certa: più resteremo sordi agli appelli di chi ne sa più di noi e più il divisore continuerà a giocarsi tutte le carte per insinuarsi sempre maggiormente!
Vorrei che qualcuno picchiasse i pugni o almeno tamburellasse le dita sul lucido mogano del tavolo, anziché lasciarlo pulito e privo di polvere, ed invece mi accorgo che c'è troppa accondiscendenza.
Ritorno alle parole di Maria, ne ho accennato prima, una frase a caso, risale al mese di dicembre del 1984 dove leggo, tra le righe: nel corso di queste feste di Natale, satana ha tentato in modo particolare di intralciare i piani di Dio.
Ho preso questa frase non a caso perchè la Madonna cita il Santo Natale.
Siamo nel mese di dicembre, l'anno il 2023, il Santo Natale ormai è alle porte, la storia si ripete!
Qualche anno fa chiacchieravo con un sacerdote; sottolineo qualche anno fa ed in tempi non sospetti!
Avevamo parlato del "maligno" o meglio, lui ne aveva parlato e di quanto esso opera; mi aveva raccontato alcuni suoi incontri ravvicinati con il demonio.
Della chiacchierata mi è rimasta in mente una frase particolare: il diavolo fa di tutto per coprire il volto delle persone affinché esse non si identifichino l'un l'altro quale immagine e somiglianza di Dio.
Se attualizzo la frase pronunciata qualche anno fa mi viene da esclamare: ma non eravamo forse tutti mascherati fino a poco tempo addietro?
E quando le restrizioni venivano in qualche modo alleggerite, guarda caso, accadeva qualcos'altro che ci faceva "mascherare" nuovamente!
Ho tanti limiti, lo so, ma resto quel libero pensatore con una fede piccolina che si guarda in giro, si informa, ragiona, si interpella, si pone domande e cerca risposte.
In un momento come l'attuale dove tutto è il contrario di tutto, dove ora è bianco e tra un secondo è nero, dove una cosa detta viene smentita subito dopo, dove tutto va storto e dove, in sostanza, non si capisce più nulla, io mi affido alla Madonna.
A Lei mi rivolgo perché so con certezza che Lei non si lascia condizionare, non demorde e, grazie a Dio, è ancora presente tra noi anche se, i Suoi occhi rischiano di velarsi di lacrime come accadeva quel lontano 26 giugno 1981.
Nella mia mente risuonano le parole che aprivano un Suo messaggio, quello del 2 dicembre 2018: quando venite a me come Madre con cuore puro e aperto, sappiate che vi ascolto, vi incoraggio, vi consolo e soprattutto intercedo per voi presso mio Figlio.
Voglio rafforzare maggiormente il concetto e mi soffermo sul messaggio più recente, dettato a Mirjana il 2 dicembre 2019 dove, l'apertura era:
Cari figli.
Mentre guardo voi che amate mio Figlio, il mio cuore è colmo di tenerezza.
Io confido e mi fido!!

Antonello De Giorgio

venerdì 1 dicembre 2023

Avvento segnasse per tutti noi l’attesa certa della Pace. Perché la Pace verrà.. - di Don Mimmo Battaglia

 



29 NOVEMBRE 2023
VERRÀ LA PACE E AVRÀ I TUOI OCCHI
Lettera di Avvento 2023 di Don Mimmo Battaglia

“Ci sono alcune poesie che non si dimenticano, alcuni versi che restano impressi, nel cuore e nella mente, per la loro capacità di muovere il cuore, di scandagliare sentimenti, di dare voce alle emozioni, di legarsi a eventi e periodi della vita. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” è una di queste. É una poesia di Cesare Pavese, composta da versi sublimi ma anche molto potenti nel dolore che esprimono e che raccontano. “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”: indipendentemente dall’intenzionalità poetica dell’autore, quante volte questi versi mi sono venuti in mente nel mio percorso di uomo, di prete, guardando in faccia la disperazione e la morte negli occhi di tanti ragazzi e ragazze vittime della dipendenza, incontrando persone che avevano smarrito ogni amore per la vita a causa delle proprie ferite ma anche di una società che pareva aver dimenticato il senso della cura e dell’attenzione a chi resta indietro.

Nel tempo ho, poi, imparato ad andare oltre e a rintracciare negli occhi dei disperati e dei sofferenti, negli occhi dei più marginali e dei piccoli, l’antidoto stesso al male e al non senso. In questo mondo e in questo tempo lacerato da guerre fratricide, da faide interminabili, da conflitti non solo internazionali ma spesso anche sociali, culturali, familiari, vorrei che questo tempo di Avvento segnasse per tutti noi l’attesa certa della Pace. Perché la Pace verrà. E verrà non tanto e non solo grazie ai trattati dei Governi e alle decisioni di chi detiene forza e potere. No, la Pace – che per noi ha il volto e il nome di Gesù Cristo – verrà anche grazie all’attesa dei piccoli, alla loro straordinaria capacità di sperare contro ogni speranza, e alla nostra decisione ferma di essere al loro fianco, con la lampada accesa, desiderosi di veder sorgere il sole di giustizia, il sole della Pace.

Si, perché verrà la Pace e avrà i tuoi occhi Fatima, avrà i tuoi occhi finalmente sorridenti e capaci di guardare al futuro con speranza, quella speranza che ti era stata tolta quando, in una notte oscura di Gaza, una bomba aveva distrutto la tua abitazione, facendo addormentare per sempre due dei tuoi quattro figli, togliendoti il sonno e la voglia di vivere. Sì, la pace verrà per te, donandoti la certezza che i tuoi piccoli vivono nell’abbraccio dell’unico Dio, donandoti un’amicizia nuova attraverso la giovane Sarai, una figlia di Israele, donna di sororità e solidarietà, che ha voluto prendersi cura di te e del tuo dolore, aiutandoti a risollevarti. Lei, quando parla di te, dice che è stato esattamente il contrario, dice che tu l’hai rimessa in piedi strappandole via dal cuore quel senso di rassegnazione e di impotenza che ogni guerra genera e porta con sé. Insieme siete la parabola della pace possibile.

Verrà la pace gli avrà i tuoi occhi Judith, quegli occhi che hanno conosciuto la fatica di vivere e il dolore di emigrare per cercare futuro in una terra lontana. Tu che pensavi di averlo perso per sempre il futuro quando, fidandoti delle persone sbagliate, ti sei ritrovata nella nostra terra priva di tutto, e soprattutto preoccupata non tanto per te ma per la piccola creatura che portavi in grembo. L’altro giorno mi dicevi che nella Casa Famiglia che ti ha accolto ti senti finalmente a casa e senti che la tua piccola sta bene: gli educatori, i volontari, le religiose che ti hanno accolto sono stati per te un’ancora di salvezza in un mare in tempesta, ma per loro il tuo sorriso è un arcobaleno di gioia e ripaga la loro fatica più di ogni altra cosa. La pace verrà Judith, e avrà i tuoi occhi, quelli della tua piccola Mariah e quelli di chi con amore ti ha teso una mano luminosa nella tua notte oscura.

Verrà la pace e avrà i tuoi occhi don Michele, i tuoi occhi sempre pronti a scrutare gli occhi di chi bussa alla porta della tua chiesa, della tua casa, della tua vita. Nel tentativo di capire non soltanto ciò che essi domandano apertamente ma anche e soprattutto il bisogno inespresso, il desiderio profondo, la ricerca di umanità e di relazione che c’è dietro. E così, oltre al pane e ad una bolletta pagata, offri la tua amicizia e il nutrimento del Vangelo. Verrà la pace e verrà anche grazie alla tua preghiera e alla tua fatica nascosta, alla tua vita donata con generosità, alla tua fede condivisa con amore.

Verrà la pace e avrà i tuoi occhi mio caro Ciro perché nonostante ti sia capitato di nascere in una famiglia difficile, in un territorio difficile, dopo qualche errore fatto – per il quale hai pagato con le monete di un’adolescenza passata tra le sbarre – ti sei rimboccato le maniche, decidendo di resistere al male, impegnandoti per il tuo riscatto e per la rinascita del tuo territorio. La pace di questa città, ancora tanto segnata dalla violenza criminale, passa anche da te, dai tuoi occhi giovani pieni di voglia di vivere.

Verrà la pace e avrà i tuoi occhi piccolo Davide, guerriero capace di donare gioia a chiunque si avvicina al tuo letto d’ospedale, campo di battaglia in cui ogni giorno con le armi del sorriso ti confronti con un male difficile da affrontare. Sì, la pace avrà i tuoi occhi, i tuoi occhi che guariscono i nostri sguardi miopi, sguardi che vedono in modo confuso, che danno valore a cose che non hanno valore e che sottraggono energie e tempo a ciò che merita amore e attenzione. La pace che verrà sarà anche frutto del tuo dolore, dolore cullato dalle braccia dei tuoi genitori, dolore condiviso con i medici e gli infermieri che si prendono cura di te, dolore affievolito dalla presenza calorosa di tanti amici e volontari che fanno entrare l’allegria dalle finestre della tua stanza d’ospedale.

Si, verrà la pace e avrà i tuoi occhi, fratello e sorella che mi leggi! Verrà la Pace se come Maria di Nazareth saprai fare silenzio nel tuo cuore, imparando ad ascoltare la voce di Dio che sussurra continuamente alla tua vita, indicando direzioni, disegnando traiettorie di salvezza capaci di fecondare l’esistenza e generare già qui, su questa Terra, cieli nuovi e terre nuove. Il sì di questa piccola fanciulla di Nazareth non è stato improvvisato ma preparato dalla tenacia con cui si è da sempre esercitata nell’arte dell’ascolto feriale, quotidiano, silenzioso, ascolto che le ha consentito di imparare a cercare e a trovare Dio non solo nei grandi eventi ma nelle piccole cose di ogni giorno. Prima di pronunciare una risposta, infatti, occorre sapere ascoltare la domanda e la voce di un angelo non è fatta di rumori assordanti ma di melodie sottili, di quelle melodie a cui Maria era abituata e a cui ha prontamente risposto con il dono della sua vita. Sì, verrà la pace e avrà i tuoi occhi se, come Maria, imparerai a guardare oltre le apparenze e a scorgere la discreta presenza del Dio che ti chiama tra le pieghe di questa nostra umanità distratta.

Verrà la pace e avrà i tuoi occhi se come Giovanni, abituerai il tuo sguardo ad andare oltre la ricerca dei facili consensi e degli applausi del mondo. Andare contro concorrente al giorno d’oggi non è cosa da poco. Abitare un mondo che più di ogni altro utilizza l’alfabeto bellico per risolvere conflitti e tensioni, tra gli individui come tra gli Stati, nelle famiglie come nelle città, significa davvero gridare nel deserto. Ma se, come il Battista, ti lasci afferrare dalla speranza che anche il tuo deserto prima o poi fiorirà perché Dio non abbandona nessuno, perché nessuna fatica è sprecata e il seme piantato nel cuore dell’inverno conoscerà germogli e primavere inattese, allora anche grazie alla tua ostinata speranza la pace verrà! Sì, verrà la pace e avrà i tuoi occhi, verrà la pace e farà fiorire il deserto, e tu capirai che non sei mai stato una voce solitaria ma parte di un grande coro di profeti che con le loro grida hanno affrettato l’aurora.

Verrà la pace gli avrà i tuoi occhi se imparerai a fidarti delle trame con cui Dio intesse i tuoi sogni, muovendo il tuo cuore a gesti coraggiosi di custodia e di cura, di difesa e tenerezza per coloro che sono nel pericolo, nell’indigenza, nella sofferenza. Le notti inquiete di Giuseppe, la sua fiducia incrollabile nel sogno di Dio, ti aiutino a non aver timore di lasciare le tue sicurezze per fidarti del Vangelo e della sua capacità di rivoluzionare il mondo, di rovesciare le sorti mortifere del male in albe nuove di bene, di bellezza, di una bontà capace di disarmare cuori, menti, mani.

Si, verrà la pace e avrà i tuoi occhi fratello e sorella mia, e i tuoi occhi vedranno il giorno in cui gli uomini forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; e un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra.

E quel giorno verrà anche grazie a te, alla tua capacità di attendere senza stancarti, di vivere il tuo Avvento fino in fondo, con uno sguardo vigile rivolto al cielo e le mani, solidali e fraterne, tese alla terra. Si, verrà la pace e avrà i tuoi occhi, i miei occhi, i nostri occhi, occhi di fratelli e sorelle che nel cuore invocano, celebrano, sognano l’Avvento della Pace!”



† don Mimmo


"Qui si vive un'esperienza di Dio molto, molto profonda..."- Testimonianza su Medjugorje del Rev. Bienvenue Vidjinlokpon

 



Nel mese di novembre hanno soggiornato gruppi più grandi e più piccoli di pellegrini provenienti da Ucraina, Spagna, Germania, Austria, Stati Uniti, Canada, Irlanda, Inghilterra, Francia, Polonia, Slovacchia, Portogallo,... così come pellegrini nazionali dalla Croazia e dalla Bosnia ed Erzegovina. Medjugorje. Tra i tanti pellegrini provenienti dalla Francia, abbiamo incontrato anche il sacerdote Bienvenue Vidjinlokpon, sacerdote dal 2010. Rev. Bienvenue Vidjinlokpon è originario del Benin, Africa, ma vive e lavora in Francia nella parrocchia dell'Isle Adam-Parmain, alla periferia di Parigi. È venuto per la prima volta a Medjugorje in pellegrinaggio, è venuto personalmente, senza scorta di pellegrini, dove, come dice, ha voluto sperimentare per cinque giorni il suo personale rinnovamento spirituale. Lunedì 6 novembre ha celebrato la Santa Messa mattutina in francese nella chiesa di S. Giacomo a Medjugorje, e dopo la santa messa abbiamo parlato con lui e abbiamo imparato alcune cose più interessanti.


"Ho sentito parlare di Medjugorje per la prima volta quando ero in seminario, 25 anni fa, e questo è il mio primo pellegrinaggio a Medjugorje. Come potete immaginare, sono molto felice di essere qui. Sono diversi giorni che sono a Medjugorje e qui si condividono grandi grazie dal cielo, grazie della Madonna. Sono venuta a Medjugorje da sola per vivere un rinnovamento spirituale personale che durerà cinque giorni. Tutto qui a Medjugorje mi lascia un'impressione profonda, la bellezza di questo luogo, il silenzio, la bellezza e le varie grazie che qui si sperimentano, tutto qui ci invita ad una profonda esperienza con Dio", ha detto il Rev. Bienvenue Vidjinlokpon,

"Quando ho scalato il Križevac, è stato molto speciale perché sono andato di sera quando già pioveva, ma in qualche modo non mi dava fastidio, sentivo come se qualcosa mi portasse su. Quando sono salito sulla croce ho pensato che avrei voluto restare qui più a lungo perché mi sentivo come se fossi al Tabor quando Gesù guidava i suoi discepoli e quando Pietro gli disse di montare tre capanne. Anche a me piacerebbe averne uno così qui", dice p. Bienvenue Vidjinlokpon con un grande sorriso sul volto, e ha anche detto che gli è difficile individuare qualcosa a Medjugorje.

"Qui, per quanto ho potuto vedere finora, tutto è molto, molto importante. Vorrei però sottolineare ancora l'adorazione di Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare, perché è lì che si sente la profondità della preghiera delle persone. Questo è qualcosa di incredibile", ha detto il Rev. Bienvenue Vidjinlokpon, e ha concordato con ciò che milioni di pellegrini dicono da anni, cioè che Medjugorje è il confessionale del mondo.

"Si nota subito, lì si vede subito come la gente chiede di confessarsi, le code sono lunghe e si vede che le persone sono ansiose di confessarsi, desiderose di confessarsi e qui trovano la pace attraverso questo. Medjugorje può aiutare un giovane a comprendere la sua vocazione nella vita, familiare o religiosa. Sono completamente d'accordo con questo, perché qui si vive un'esperienza di Dio molto, molto profonda, ed è normale che Dio ci illumini e ci aiuti nella vita", afferma p. Bienvenue Vidjinlokpon, e sottolinea che in un'epoca piena di disordini e guerre, vede Medjugorje come una grande opportunità e speranza per il mondo di oggi, e invita tutti a venire a Medjugorje.

"Se alcuni non hanno ancora avuto l'opportunità di venire a Medjugorje, che in qualche modo se la prendano al più presto possibile, il più presto possibile, perché anch'io ho intenzione di ritornare a Medjugorje il più presto possibile. Pregherò affinché coloro che non sono ancora potuti venire a Medjugorje trovino in qualche modo l'opportunità di farlo. Grazie per la conversazione e grazie a Dio che ci permette di vivere qualcosa di simile", ha detto il Rev. Bienvenue Vidjinlokpon dal Benin.

Testo e foto: Mateo Ivanković


sabato 25 novembre 2023

MESSAGGIO DEL 25 NOVEMBRE 2023 - MEDJUGORJE



 

Il messaggio della REGINA DELLA PACE attraverso la veggente Marija Pavlović-Lunetti, del 25 novembre 2023.

''Cari figli!

Questo tempo sia intessuto

di preghiera per la pace

e di opere buone

affinché si senta la gioia

dell'attesa del Re della pace

nei vostri cuori, nelle famiglie

e nel mondo che non ha speranza.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.''





mercoledì 22 novembre 2023

A Medjugorje Vicka ha pregato per me. In quel momento, ho sentito come se una forza mi penetrasse.....




Damir Ćorić era ben consapevole di una malattia lunga e difficile. Fu operato cinque volte di idrocefalo, ma senza risultati. Ogni ulteriore terapia sembrava inutile e Damir non riusciva più a camminare, riferisce Večernji list.

Quando sembrava che non ci fossero più aiuti, ci fu una svolta nella sua vita. Damir Ćorić è nato a Mostar il 23 luglio 1960. È stato operato cinque volte di idrocefalo senza esito positivo. L'idrocefalo (lat. idrocefalo: testa d'acqua, testa d'acqua) è un'espansione dello spazio all'interno del cranio, a causa della quale la testa può aumentare significativamente nei bambini, e la conseguenza è l'atrofia cerebrale. Sembrava che per lui non esistesse alcuna cura, ma la sua testimonianza dice il contrario: "La lunga e difficile storia della mia malattia iniziò il 21 marzo 1980. Poi sono stato visitato per la prima volta a Mostar dopo che i sintomi erano caratterizzati da una pronunciata debolezza alle gambe, iniziata tre anni fa, ma che stava peggiorando.

Sono stato trasferito da Mostar a Zagabria, dove mi hanno diagnosticato l'idrocefalo. Sono stato operato cinque volte a causa delle ripetute complicazioni, e dopo l'ultimo intervento, invece di mandarmi in un istituto di riabilitazione, come facevano prima, mi hanno rimandato a casa, ritenendo inutile ogni terapia. Quando fui dimesso, il 6 marzo 1981, non potevo più camminare. Ho perso anche la capacità di parlare, mi hanno dato da mangiare solo liquidi. Mentre il mio stato di salute generale era immutato, nel luglio 1981 la mia famiglia mi portò in macchina a Medjugorje sul Podbrdo. Da allora in poi la mia famiglia cominciò a pregare. Tre settimane dopo mi hanno portato di nuovo a Medjugorje nella chiesa dove Vicka ha pregato per me. In quel momento, ho sentito come se una forza mi penetrasse. Tornando a casa, ho cercato di spiegare a gesti a mia madre quello che avevo vissuto durante la preghiera. Il giorno dopo ho iniziato a sedermi e poi ho mosso i primi passi. A Natale cominciai a parlare, e a Pasqua guarii completamente", (Antonacci, Antonio e colleghi, Guarigioni straordinarie a Medjugorje, Kršni Zavičaj, Humac 1990.)

Perseverare e credere
Dopo la visita di Damir a Medjugorje è seguito un graduale miglioramento, che è continuato fino alla completa guarigione. Nell'ottobre 1983 trovò lavoro in una fabbrica di compressori a Mostar. Dopo una visita medica il 17 gennaio 1984, fu redatto un documento che dichiarava Damir sano e idoneo al lavoro. Su insistenza dei medici che studiavano il caso, Damir venne sottoposto a una TAC al cervello nel 1988 e venne visitato da un neurologo e da un neurochirurgo. Sia la TAC che due esami specialistici hanno confermato le normali condizioni del paziente. La TC ha evidenziato la scomparsa del danno cerebrale precedentemente notato, confermando la durata della guarigione anche nella zona organica. La testimonianza di Damir è un incoraggiamento per tutti coloro che sono assaliti dal dubbio e che si chiedono se esista una cura per loro. E quando sembra che non ci sia aiuto, il percorso di vita di una persona può cambiare completamente. Una di queste testimonianze è davvero un messaggio: c'è una cura, perseverare e credere.


https://www.jabuka.tv/damir-coric-iz-mostara-ozdravio-u-medugorju/

DOPO 14 ANNI DI MALATTIA GUARÌ MIRACOLOSAMENTE: Affetta da leucoencefalopatia.....




DOPO 14 ANNI DI MALATTIA GUARÌ MIRACOLOSAMENTE ALLA MESSA

Pascale Gryson-Selmeci, sposata del Brabante e madre di famiglia, testimonia della sua guarigione avvenuta a Medjugorje sabato 3 agosto, dopo essersi comunicata durante la Messa. Affetta da leucoencefalopatia, una malattia rara e incurabile i cui sintomi sembrano quelli della sclerosi multipla, lei hanno partecipato ad un pellegrinaggio organizzato a fine luglio, in occasione della festa dei bambini. Patrick d'Ursel, uno degli organizzatori, ha assistito a questa guarigione.

Secondo i testimoni, questo abitante del Brabante Vallone è stato indicibilmente malato per 14 anni. Fu dopo aver fatto la Comunione che Pascale sentì una forza. Con sorpresa del marito e dei parenti, cominciò a parlare e ad alzarsi dalla sedia! Patrick d'Ursel ricorda la testimonianza di Pascale.

“La mia guarigione, l’avevo chiesta molto tempo fa. Dovresti sapere che ero malato da più di 14 anni. Ero sempre stato un credente, un credente profondo, impegnato nel servizio del Signore in tutta la mia vita e che quando si manifestavano i primi sintomi (della malattia), durante i primi anni, chiedevo, supplicavo. Persone della mia famiglia si sono associate alla mia richiesta e poi siccome non è arrivata la risposta, almeno quella che mi aspettavo – ma c'erano altre risposte! – ad un certo momento mi sono detta che, senza dubbio, il Signore stava preparando io per qualcos'altro. Le prime risposte che ho ricevuto sono state grazie per portare questa malattia, grazie di Potere, grazie di Gioia. Non una gioia continua ma comunque una gioia profonda, più profonda per di più dell'anima; abbiamo detto la punta sottile dell'anima che anche nei momenti di grande angoscia è pur sempre abitata dalla gioia di Dio. Credo fermamente che la mano di Dio sia sempre stata posta su di me. Non ho mai dubitato del Suo amore per me, nonostante questa malattia che poteva mettere in dubbio l'amore di Dio per noi.

Alcuni mesi fa mio marito David ed io avevamo sentito, come un'attrazione assolutamente irresistibile, una chiamata pressante ad unirsi a Medjugorje senza sapere a cosa ci stava preparando Maria. Questa grande chiamata mi ha sorpreso, soprattutto il fatto che saremmo stati uniti entrambi, io e mio marito, con la stessa intensità. I nostri figli invece rimasero del tutto indifferenti, disgustati com'erano dalla mia malattia, rivoltati contro Dio. Mi hanno chiesto con insistenza perché Dio ha concesso la guarigione a certe persone e non ad altre. Mia figlia mi ha detto: “Mamma, perché non preghi per la tua guarigione?” Ma io, questa malattia l'avevo accettata come un dono di Dio, dopo anni di cammino.

Vorrei condividere con voi tutto ciò che questa malattia mi porta. Penso che non sarei stata la persona che sono adesso, a causa della malattia. Ero una persona molto sicura di me; il Signore mi aveva dato dei doni. Ero un artista brillante, molto orgoglioso; Avevo studiato l'arte della parola e la mia educazione era stata facile e straordinaria. In breve, penso che questa malattia mi abbia aperto il cuore e illuminato/chiarito i miei occhi/la mia visione della vita. Perché è una malattia che colpisce tutto quello che c'è. Ho perso davvero tutto, ho toccato il fondo fisicamente e spiritualmente. Dal punto di vista psicologico ho potuto sperimentare e comprendere nel mio cuore ciò che vivevano gli altri. La malattia mi ha aperto il cuore e gli occhi; Penso di essere stato cieco e ora posso vedere con cosa gli altri riescono a convivere; Li amo; Voglio aiutarli; Voglio essere al loro fianco. Ho anche potuto scoprire la ricchezza e la bellezza del rapporto con l'altro. La nostra relazione si è approfondita più di quanto avremmo potuto sperare.

Poco prima di partire per il pellegrinaggio, abbiamo deciso di portare con noi i nostri bambini. Poi ho detto a mia figlia di pregare per la mia guarigione non perché ne avessi il desiderio ma perché lei lo voleva. L'ho incoraggiata, insieme a mio figlio, a chiedere a se stessi questa grazia per la loro mamma e loro hanno superato le difficoltà di credere e resistere.

Da parte nostra, per me e mio marito, questo viaggio è stato una sfida inimmaginabile. Partire con due sedie a rotelle; non potendo restare seduti, è stata necessaria una sedia a rotelle quanto più reclinata possibile; ne abbiamo affittato uno; avevamo una macchina schifosa; le braccia venivano indossate ancora e ancora per portarmi, portarmi fuori e mettermi dentro.

Non dimenticherò mai che la solidarietà per me è il segno più grande che Dio esiste. Per tutti coloro che mi hanno aiutato senza parlare, per l'ospitalità che ho ricevuto dagli organizzatori, per ogni persona che ha fatto un solo gesto in mio favore, prego la Madonna di concedere una speciale e materna benedizione al centuplo del bene che hanno portato Me.

Il mio desiderio più grande era assistere ad un'apparizione di Maria a Mirjana. La nostra guida ha accettato di portare me e mio marito lì. Ancora una volta, ho vissuto una grazia che non sono pronto a dimenticare: diverse persone mi hanno trasportato sulla mia barella attraverso una fitta folla sfidando leggi impossibili per poter raggiungere lo stesso luogo, il piccolo altare che riceve l'apparizione di Maria (…) . Un religioso missionario ha parlato a me e mio marito, ripetendo il messaggio che Maria aveva destinato soprattutto ai malati. (…)

Il giorno dopo, venerdì 3 agosto, mio ​​marito è partito al mattino per la Via Crucis. Faceva molto caldo e il mio sogno più grande era accompagnarlo. Ma non c’era nessun operatore disponibile e il mio stato era davvero difficile da supportare. Era preferibile che restassi nel mio letto... ricorderò questo giorno come uno dei più dolorosi di tutta la mia malattia... dovevo cercare ispirazione per ogni respiro. Essendo mio marito lontano con il mio consenso, non avrei mai voluto che rinunciasse a quel posto. Sapevo di non aver bevuto né mangiato nulla né preso le mie medicine. Ero inchiodato al mio letto; Non avevo nemmeno la forza di pregare solo faccia a faccia con il Signore.

Mio marito è tornato molto felice, profondamente toccato dalla vivacità della Via Crucis. Pieno di compassione verso di me, senza che io gli spiegassi nulla, capì che la Via Crucis era avvenuta per me nel mio letto.

Alla fine della giornata, nonostante la stanchezza e la stanchezza, Pascale Gryson e suo marito si sono recati all'Eucaristia. Lei continua:
Me ne sono andato senza respiratore, quindi il peso di questa unità da diversi chili sulle mie ginocchia era diventato insopportabile. Siamo arrivati ​​tardi... oserei dire all'annuncio del Vangelo. (…). Al nostro arrivo, ho cominciato a implorare lo Spirito Santo con una gioia che non posso esprimere. Gli ho chiesto di prendere possesso di tutto il mio essere. Gli ho espresso il mio rinnovato desiderio di appartenere a Lui, corpo, anima e spirito. La celebrazione (della Messa) è continuata fino alla Comunione, che attendevo intensamente. Mio marito mi ha fatto entrare nella fila in fondo alla chiesa. Un sacerdote ha attraversato la navata con il Corpo di Cristo. Si diresse subito verso me e mio marito, passando accanto a tutte le altre persone in attesa. Abbiamo fatto la comunione, entrambi soli in questo momento della fila. Ci siamo allontanati per fare spazio ad altri comunicandi e abbiamo iniziato il nostro ringraziamento. Ho sentito un profumo forte e molto dolce. Ho sentito allora una forza attraversarmi, da un'estremità all'altra, non un calore ma una forza/forza. I muscoli inutilizzati delle mie gambe erano una corrente trasversale di vita. Allora ho detto a Dio: “Padre, Figlio, Spirito Santo, se stai facendo quello che penso che stai facendo, per realizzare questo miracolo impensabile, allora ti chiedo un segno e una grazia: Fa' che io possa comunicare con i miei marito." Mi sono girata verso mio marito e ho provato a dirgli “Senti quel profumo?” Lui mi ha risposto, nel modo più naturale del mondo: “No, ho il naso un po’ chiuso!” Dico 'naturalmente' perché non sentiva la mia voce da un anno! Per svegliarlo gli ho detto “EH! Io parlo! Mi stai ascoltando?" Lì, ho capito che Dio aveva realizzato la sua opera e, in un atto di fede, ho alzato i piedi dalla sedia a rotelle e mi sono alzato. Tutte le persone che ci circondavano si sono rese conto di ciò che si stava producendo in quel momento. Nei giorni successivi le mie condizioni migliorarono di ora in ora. Non ho voglia di fermarmi a dormire e il dolore dovuto alla malattia ha lasciato il posto al dolore dovuto allo sforzo fisico che mi ha reso impossibile per 7 anni...

"Come hanno preso la notizia i tuoi figli?" chiede Patrick d'Ursel. Pasquale risponde:
Penso che i bambini siano molto contenti ma bisogna capire che praticamente mi hanno sempre saputo malato e che questo cambiamento richiederà un po' di adattamento/un periodo di adattamento.

P. d'Ursel: Cosa desideri fare attualmente nella tua vita?
Questa è una domanda molto difficile perché quando Dio offre una grazia, è davvero una grazia enorme. Il mio desiderio più grande, e anche quello di mio marito, è mostrarci fedeli al Signore, alla Sua grazia e per quanto siamo capaci di non ingannarlo. Quindi, per essere veramente concreti, quello che mi sembra chiaro adesso è che finalmente potrò assumermi la responsabilità e la mia vita di madre e moglie. È una priorità. Il mio desiderio profondo è anche quello di poter condurre una vita di preghiera, parallela a questa vita terrena e incarnata; una vita di contemplazione. Vorrei anche poter rispondere a tutte le persone che mi chiedono aiuto, qualunque esso sia. E anche per testimoniare l'Amore di Dio nella nostra vita. È possibile che altre attività siano per me visibili adesso ma non voglio prendere alcuna decisione senza un attento discernimento e illuminato dal consiglio di un consigliere spirituale, al cospetto di Dio.

Patrick d'Ursel ringrazia Pascale Gryson per la sua testimonianza, ma insiste affinché le immagini scattate durante il pellegrinaggio non vengano diffuse su Internet soprattutto per garantire la privacy della madre. E precisa: “Pascale può anche vivere una ricaduta già vista. Bisogna anche pensare di essere prudenti come ci chiede la Chiesa”.

La Madonna ha fatto 2 grandi miracoli : la mia conversione e la guarigione di mio figlio.....

 



Mi chiamo Andrea e sono padre di due meravigliosi figli di cui uno autistico. Sono stato “praticante“ fino alla cresima nonostante nella mia vita sono successe avvenimenti o situazioni non spiegabili. All’età di circa 3 anni mentre avevo una forte tonsillite ,mia nonna che in quel momento mi accudiva è corsa da mia madre dicendo che invocavo e parlavo con Gesù per la febbre alta. Come potevo conoscere così bene Gesù all’età di tre anni?
Dopo qualche anno sognai proprio Gesù che mi poneva un limone in mano e da esso usciva un succo con una luce bianca luminosissima mai vista ad oggi. Diventando più grande mi capitò anche di sognare due volte Padre Pio e anche innumerevoli volte di lottare contro il Diavolo.
Ciò premesso mi allontanai definitivamente da Dio e condussi una vita sregolata basata su egoismo, soldi, droga e donne. Per anni continuai a vivere senza nessun tipo di ripensamento fino a quando dentro di me incominciai a rigettare ciò che in quel momento mi aveva dato piacere.
Conobbi come una tempesta che si abbatte improvvisamente l’esperienza carceraria dovuta alla droga ma già in quel periodo sentivo una chiamata interiore che mi conduceva verso uno spiraglio di luce. Dopo questa esperienza che fu breve trovai subito un lavoro (Dio è grandioso) e incominciai a dedicarmi di più alla famiglia ma ancora non sentivo la necessità di pregare e andare a messa, anzi continuavo a pensare che fosse un’ inutile perdita di tempo.…fino a quando è arrivato l’8 Dicembre del 2011.
Stavo dormendo quando improvvisamente, mentre sognavo, mi ritrovai con mio padre, mia madre e mia sorella di fronte ad una rupe dove vidi La Madonna vestita con questo manto bianco che emanava una luce fortissima. Chiesi ai componenti della mia famiglia se la vedevano ma la risposta fu negativa. Mi ritrovai improvvisamente di fianco a Lei e guardavamo insieme delle persone giù dalla rupe.
Cessò il sogno e incominciò una voce soave, bellissima idilliaca, non umana che mi diceva : Sono la Madonna di Medjugorje pace e speranza, speranza, speranza….Mi svegliai di soprassalto alle 3 del mattino e svegliai mia moglie. Prima di questo non conoscevo Medjugorje. Il giorno dopo incominciai a informarmi su Medjugorje e sentii contemporaneamente un desiderio estremo di pregare, riconciliarmi con Dio confessarmi e andare a messa.
Decisi di partire per Medjugorje il 30 marzo di quest’anno. Portai anche la mia famiglia (Inizialmente dovevo andare solo io) compreso Gabriele(mio figlio disabile). Gabriele oltre ad essere nello spettro autistico, soffriva anche di una malattia della pelle dovuta ad un virus che non riusciva a combattere a causa delle sue immunodeficienze. Questo virus provocava innumerevoli verruche molte di esse giganti che nonostante avevamo + volte tentato di bruciare con l’azoto e con il laser ritornavano più grandi di prima.
I dermatologi che l’avevano preso in cura decisero di interrompere i trattamenti poiché erano inutili. Mi dissero che come si erano formate in qualche anno, FORSE con l’adolescenza sarebbero andate via sempre in qualche anno.
Assistemmo tutti assieme al messaggio del 2 Aprile della Madonna a Mirjana sul Podbrdo. Io scesi dalla collina piangendo come un bambino, avevo sentito una liberazione totale e una pace immensa. La sera tornammo in camera e ciò che è incredibile e che le macchie e le verruche di mio figlio avevano preso un altro colore.
Tornammo a casa Martedì 3 Aprile, e Giovedì 5 Aprile Gabriele non aveva più alcuna verruca e macchia sulla pelle. Ciò è stato Incredibile. E’ migliorata anche la relazione verso i suoi coetanei e il livello cognitivo.
La Madonna ha fatto 2 grandi miracoli : La mia conversione (Ogni giorno sono in chiesa per dire il rosario e per la messa, mi confesso una volta a settimana e sento continuamente l’esigenza di stare con Gesù e di aiutare altre persone).
La guarigione di mio figlio sulla pelle. Una mattina mi sono svegliato con questa frase nei miei pensieri: "La Croce è la mia salvezza".
Non bisogna avere paura di guardare, di ascoltare e di udire…La VERITA’ è ovunque, abbiate FEDE.
Andrea