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lunedì 31 gennaio 2022

L’indicatore principale che qualcuno è sulla strada sbagliata è l’inquietudine, è il rimorso di coscienza, la scontentezza... - Commento di PADRE DANKO

 MESSAGGIO DEL 25 GENNAIO DI PADRE DANKO
Cari figli, anche oggi vi invito alla preghiera. Sia la preghiera per voi come un seme che metterete nel mio cuore, che Io consegnerò al mio figlio Gesù per la salvezza delle vostre anime. Desidero figlioli, che ognuno di voi si innamori della vita eterna che è il vostro futuro e che tutte le cose terrene siano per voi un aiuto per avvicinarvi a Dio Creatore. Io sono con voi così a lungo perchè siete sulla strada sbagliata. Soltanto con il mio aiuto, figlioli, aprirete gli occhi. Ci sono tanti che vivendo i miei messaggi comprendono che sono sulla strada della santità verso l’eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
 
 
 
La Madonna  ci invita come tante volte alla preghiera. Nello stesso tempo ci dà la risposta perché ci chiama e dice: “Sia la preghiera per voi come un seme che metterete nel mio cuore, che io consegnerò a mio Figlio Gesù per la salvezza delle vostre anime”. La strada della salvezza è la strada della preghiera. Nel messaggio del 28 marzo 1985 la Madonna dice: “Cari figli, oggi voglio rivolgervi questo invito: pregate, pregate, pregate! Nella preghiera sperimenterete una gioia grandissima e troverete la soluzione per ogni situazione difficile. Grazie per i progressi che fate nella preghiera. Ognuno di voi è caro al mio cuore e ringrazio tutti quelli che hanno incrementato la preghiera nella loro famiglia”. Quando la Madonna parla della preghiera prima di tutto si pensa alla preghiera del Rosario in famiglia. La preghiera più bella è quando preghiamo con la Madonna e andiamo per la strada che ci guida verso la nostra salvezza e quella del mondo. La strada della preghiera è quella che ci guida a Gesù, perciò è importante pregare con il cuore e ciò significa con tutto il nostro essere. Noi riflettiamo raramente sulla vita eterna, ma l’uomo è creato per la vita eterna nella comunione dell’amore di Dio. Esistono ostacoli sulla nostra strada verso l’eternità. Prima di tutto ci sono le cose terrene che sono come una cataratta sugli occhi, che non ci permette di innamorarci della vita eterna che è il nostro futuro. Leggendo il libro della Genesi, ci accorgiamo come Dio ha chiamato l’uomo ad essere suo collaboratore sulla terra. L’uomo ha ricevuto il comandamento da Dio di soggiogare la terra. Noi siamo chiamati a servirci delle cose e non a essere schiavi delle cose come la TV, i cellulari, i giornali, le sigarette, la droga, ecc. La nostra patria non è qui sulla terra, perché noi siamo solo di passaggio. Siamo chiamati non solo a regnare e governare la terra, ma anche a prepararci per l’eternità. La Madonna ha dato questa sera la risposta a coloro che si domandano perché Lei appare da così tanto tempo. Dice: “Io sono con voi così a lungo perché siete sulla strada sbagliata”. Essere sulla strada sbagliata significa essere lontano da Dio. L’indicatore principale che qualcuno è sulla strada sbagliata è l’inquietudine, è il rimorso di coscienza, la scontentezza, ecc. Sulla strada sbagliata sono tutti quelli che non rispettano i comandamenti della Chiesa, commettono peccati gravi, mettono sé stessi sempre al primo posto, coloro che hanno sempre ragione, ecc. La Madonna ci invita sulla strada giusta. Lei è con noi così a lungo per aiutarci ad aprire gli occhi ai giusti valori. Alla fine del messaggio Lei incoraggia tutti quelli che hanno risposto alla sua chiamata. Lei dice: “Ci sono tanti che vivendo i miei messaggi comprendono che sono sulla strada della santità, verso l’eternità”. Questo messaggio spinge tutti noi a correggerci e a deciderci di nuovo per la crescita nella santità.


Per intercessione della beata Vergine Maria, vi benedica Dio onnipotente: Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen. Pace e bene.

"Il tentatore ci manipola con molta facilità..."- di Fra Jozo Zovko

 


La Madonna non solo ha dato Messaggi sulla Preghiera e sull'Eucaristia, si è anche pronunciata sugli altri valori fondamentali della vita cristiana. Quei valori che sono stati importanti per gli apostoli, lo sono per noi e lo saranno sempre per tuffi fino all'ultimo cristiano esistente sulla terra.
La Madonna è apparsa molte volte sul Krizevac, la montagna dove s'innalza una grande Croce costruita nel 1933 in onore del mistero della Redenzione. Fin dall'inizio, la Madonna è apparsa tante volte accanto alla Croce, con la Croce, ai piedi della Croce. Sono molti i pellegrini che hanno visto improvvisamente una luce nel posto dove si trova la Croce.
La Regina della Pace ha insegnato a pregare per la pace davanti alla Croce: "Quando pregate per la pace, andate davanti alla Croce, guardate la Croce". La Beata Vergine dice: "Pregate davanti all'Eucaristia, adorate l'Eucaristia" ed anche:
"Fate adorazione davanti alla Croce, pregate davanti alla Croce".
"Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno".
Guardare la croce di Cristo significa imparare ad amare i nemici.
Chi non riesce a perdonare non riesce a pregare.

Il segno della Croce.
La Croce è il segno più grande dell'amore, significa donare la propria vita per gli altri. Gesù stesso lo ha detto: "Non c'è amore più grande che dare la vita" (cfr.Gv 15,13). Ecco il più grande gesto d'amore... Non esiste niente di più grande. Regalare la vita, offrire la vita per i peccatori. Noi siamo tuffi peccatori.
"Colui che vuole essere Mio discepolo deve prendere la sua croce ogni giorno e seguirMi", dice Gesù (cfr.Mc 8,34). La Croce è il segno, nella nostra vita cristiana, per mostrare ogni giorno se siamo di Cristo.
Il nostro Premio Nobel per la letteratura, ha scritto un libro che si intitola: "Segni sul cammino". Vi si racconta di un ragazzo che giunto davanti ad un bosco viene preso da una grande curiosità. Egli senti il desiderio di inoltrarsi in quel posto per scoprirne le bellezze, però, all'ultimo momento indietreggiò per paura e pensò: Come posso poi ritornare se mi perdo? Alla fine, ebbe un'idea: Lascerò un segno sugli alberi e seguendoli ritroverò la strada del ritorno. Così fece. Mano a mano che si inoltrava nel bosco incideva una croce sugli alberi più giovani. Quando gli alberi crebbero anche il segno della croce inciso sulla corteccia divenne più grande. Una volta soddisfatto il suo desiderio decise di tornare a casa. Allora si sentì sicuro: Conosco bene la strada, seguirò i miei segni. Ognuno di noi deve portare la propria croce ogni giorno, dobbiamo accettarla. Se così non è, corriamo il pericolo di perdere il cammino. Il nostro "segno" è Gesù sulla croce!
Ecco il nostro cammino: Gesù!
Ecco il nostro "segno": dare la vita per i fratelli!
Accettare la Croce.
Cari fratelli, ognuno di noi ha la sua croce ma sono molti quelli che non l'accettano.., troppi ancora! Sono tanti quelli che pregano per liberarsi della propria croce. Vanno davanti a Dio con la preghiera per spiegare la propria situazione, per farli capire che non è giusto né ragionevole ciò che succede a loro. Pretendono di persuadere Dio a cambiare il Suo progetto, oppongono la loro volontà a quella di Dio.
La Madonna non ha mai incitato Suo Figlio a scappare dalla croce. Lei non Gli ha detto: Andiamocene perché qui vogliono farTi del male, fuggi da qualche altra parte, guarda che Ti uccideranno.. .No! La Madonna non ha detto questo, perché Lei cercava la volontà di Dio e l'accettava assieme a Suo Figlio. Io sono sicuro che Lei Gli diceva: Coraggio, Figlio! Io sono con Te... devi sacrificarTi... Guarda, tutti aspettano il Tuo sacrificio... ,da Te verranno la grazia e la salvezza!
Un giorno, Gesù ha parlato ai discepoli di ciò che Gli sarebbe successo e che Lo aspettava una morte violenta. Allora, Pietro Lo ha preso in disparte e Gli ha detto: Signore, allontana da Te questi pensieri... ,non parlare così.. .Tu non devi morire.. .Non devono accadere queste cose!
Cosa ha risposto Cristo?
Cristo ha fatto un esorcismo: "Vattene, satana!". Ha scacciato con forza satana, ha scacciato quei pensieri dal cuore del Suo discepolo perché non erano coerenti con il progetto di Dio. Cristo ha fatto un esorcismo sul Suo discepolo, Suo Apostolo, nostro primo Papa (cfr.Mc 8,3133).
Sul Tabor, Pietro è nuovamente tentato e tenta Gesù. "Maestro, qui stiamo bene.. .costruiamoci tre tende e stabiliamoci definitivamente.. .questo è un luogo sicuro e tranquillo (cfr.Mt 17,4). Pietro non aveva compreso dove doveva condurlo la "visione" mostratagli dal Signore: avrebbe girato il mondo per portare la sua testimonianza fino al sacrificio della sua vita sulla croce. Invece, in quel momento egli desiderava soltanto fermarsi in un posto tranquillo e accogliente.
Pensate come anche noi, tante volte, siamo tentati ed accettiamo pensieri e ragionamenti per vivere senza la Croce. La vita cristiana è conoscenza della Croce, la nostra sapienza è amare la Croce. Perciò, il nostro S.Francesco piangeva: "l'Amore non è amato"... "sono triste perché non so amare perché il solo vero amore è quello che si sacrifica sulla Croce.
La Croce familiare.
Noi, in Croazia, siamo soliti praticare un rito particolare durante la celebrazione del sacramento del matrimonio. I fidanzati portano in chiesa il Crocifisso che hanno comperato e al quale hanno già preparato una sistemazione nella loro dimora. Sopra la Croce mettono le mani nel momento in cui si scambiano la promessa, la formula del sacramento ed anche il sacerdote tiene la Croce per una estremità. Poi, gli sposi la baciano. Quando tornano a casa, la pongono nel luogo preparato perché da quel giorno diventa il loro "segno" ed il loro "ideale". Davanti a quella Croce familiare, terminano quotidianamente la giornata con una preghiera. I figli, molto spesso, vedono la mamma pregare, piangere e baciare la Croce familiare.
Nella mia parrocchia a Siroki Brijeg, costituita da 14.000 abitanti, non esiste una famiglia separata. Nessuna! Non ci può essere separazione quando si prega ogni giorno e si persevera davanti alla Croce. Chi può essere capace di dire alla propria sposa o al proprio sposo: "Non ne posso più, ti lascio", se sa che lascia Cristo? L'uomo che lascia la sua sposa o viceversa, lascia anche il Cristo familiare, resta solo e questo è terribile! Sì, dalla Croce esce la luce che illumina il nostro cammino ed i nostri passi. Trovarsi davanti alla Croce significa chiedere e ottenere la benedizione, la forza per accettare la propria sofferenza. La Madonna ha aiutato Gesù a portare la Sua Croce. Gli ha insegnato a portare la Croce e lo insegna anche a noi. Lei, la Madre, sta sempre ai piedi della Croce del Suo amato Figlio.
Croce e perdono.
Oh, con quale responsabilità dovremmo noi fare il segno della Croce sul nostro corpo! Dire: oggi, sono capace di perdonare come Lui ha perdonato sulla Croce! Gesù ha pregato: "Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno" (Lc 23,34).
Guardare la Croce di Cristo significa perdonare i nemici. Tutti noi abbiamo dei nemici ma non tuffi sappiamo perdonare. L'uomo che non è in grado di perdonare, non è in grado di pregare, di amare, di trovare la pace. Molte volte ho incontrato persone possedute dal male. Vengono a Medjugorje da tutto il mondo. Che cosa c'è alla base? L'odio! Si, l'odio è alla base della possessione.
Anche durante la preghiera di guarigione, l'uomo prova con frequenza una tentazione: perdono?.. non perdono?.. Il Signore gli sta dando la grazia per perdonare ma, se resiste allo Spirito, se si chiude in sé stesso, l'odio s'impadronisce di lui... Non riesce a dire: "io perdono", e resta sotto il dominio di satana. Non riesce nemmeno a riconoscere la propria colpa e dire: "mi dispiace, Signore perdonami" e persiste una situazione di falsità. La Madonna ha detto: "Guardate la Croce e fate adorazione davanti alla Croce, per la pace". Sì, quando volete pregare per la pace fatelo sempre davanti alla Croce. Perché? Perché attraverso la Croce fù ristabilita la pace e dalla Croce proviene la pace. Gesù ha perdonato dalla Croce. Dio ha perdonato, quando glieLo ha chiesto il Figlio dalla Croce. La Beata Vergine ci ha perdonati tuffi ai piedi della Croce. La Chiesa perdona tuffi con il segno della Croce.
Il tentatore ci manipola con molta facilità. Per prima cosa, ci induce a considerare in modo negativo le altre persone...; ti vieni a trovare spesso in situazioni spiacevoli, in famiglia, al lavoro, a scuola... e pensi: quello è antipatico, parla male di me, agisce con malignità... Allora, tu senti una ribellione interiore e ti rifiuti di parlare con quella persona... E' nato l'odio! Tu sei una persona che ha incominciato ad odiare. Il processo inizia facilmente. Perciò, è importante rimanere davanti alla Croce ed imparare a pregare come Gesù...
Signore, benedici tuffi quelli che ho incontrato in questo giorno... riempii loro cuori di pace, di gioia e di amore...
Dona una grande gioia e benedizione a tuffi quelli che parlano male di me, a tuffi quelli che a volte mi odiano..., a tuffi coloro che sono stati tentati o sono caduti nell'odio... a tuffi i miei nemici. Signore, Ti prego, benedicili tutti! Io li perdono... perdona anche me, Signore. La Madonna ha detto: "Guardate la Croce e fate adorazione davanti alla Croce, per la pace". Sì, quando volete pregare per la pace fatelo sempre davanti alla Croce. Perché? Perché attraverso la Croce fu ristabilita la pace e dalla Croce proviene la pace. Gesù ha perdonato dalla Croce. Dio ha perdonato, quando glieLo ha chiesto il Figlio dalla Croce. La Beata Vergine ci ha perdonati tuffi ai piedi della Croce. La Chiesa perdona tuffi con il segno della Croce.

Croce e sacrificio.
La Croce e l'Eucaristia rappresentano la vita dedicata ai fratelli. La Madonna, nei Suoi Messaggi, ci invita a pregare davanti alla Croce e davanti all'Eucaristia. Perché? Per imparare a donare la vita!
Ognuno di noi, molto spesso, è tentato a vivere spinto dall'egoismo. Io mangio per me, dormo per me, studio per me, lavoro per me, formo la famiglia per me, ecc. Io, io, io... Siamo fortemente dominati da un egoismo che condiziona tuffi i nostri pensieri e le nostre azioni. Abbiamo bisogno di imparare la generosità e il sacrificio!
Vedete, l'Eucaristia è: "Prendete e mangiate"... il Mio Corpo è per voi, il Mio Sangue è la vostra bevanda.. .Distribuite tra di voi il Mio Spirito, il Mio amore (cfr.Lc 22,1720).
La Croce e 1' Eucaristia sono il sacramento del sacrificio dell'amore. Non si possono separare!
Dinanzi alla Croce di Cristo apprendo il vero senso della sofferenza e ricevo la forza per accettarla.
La tua croce ha valore, la tua sofferenza ha valore, hanno valore le tue lacrime... E acquistano un valore immenso quando si uniscono a quelle di Cristo..., quando la tua vita si unisce alla Sua nell'Eucaristia.
Allora, le tue lacrime e la tua croce sono capaci di intercedere e cambiare i tuoi fratelli, possono convertire il mondo.
La Madonna, all'inizio, ci ha detto: "Costruite una cappella per l'adorazione perpetua al Santissimo". Per anni, ciò è stato impossibile a causa di diverse difficoltà: la Chiesa non dava la sua autorizzazione... i comunisti non lo permettevano... E la Madonna insisteva: "Costruite una cappella per l'adorazione perpetua". Finalmente, è stato possibile realizzarla. Allora, uno scultore, che conosce bene i Messaggi, ha fatto una immagine della Madonna: nel punto che corrisponde al Cuore, non si vede il Cuore ma si vede un'Ostia bianca. La Madonna ci sta insegnando che il cuore della famiglia, dei gruppi, delle persone, è l'amore verso l'Eucaristia. Ecco quale è il Cuore della Madre della Chiesa: l'Eucaristia!
Se tu vuoi mostrare il tuo amore a Gesù e alla Madonna, ama l'Eucaristia e la tua croce. Impara ad accettare Cristo, accettando la tua croce con amore.
Conosci la Croce della tua Chiesa.
Io vengo da un paese dove, in questo momento, c'è una croce particolare: la guerra!
Non sappiamo da dove derivi quest' idea, fare la guerra... Sappiamo soltanto che sono state distrutte le nostre chiese, che si uccide la gente, che si rovinano le città, le scuole, gli ospedali, i santuari...
A Siroki Brijeg, vicino al mio monastero, ho fondato un'Associazione a favore dei bambini che hanno perso i genitori a causa della guerra e sono rimasti soli. Finora, abbiamo più di tremila bambini orfani.
Persone brave, da diverse parti del mondo, si sono offerte per aiutarci, come madrine e padrini per adottare simbolicamente gli orfani. Esse sono capaci di suscitare, con il loro amore, nel cuore dei bambini un sentimento positivo. E questi, possono sperimentare che non tuffi odiano, che non tuffi uccidono, che esistono persone cristiane che amano i propri figli e che amano e vogliono aiutare anche loro.
Non è sempre facile parlare alle giovani madri, con uno, due o tre figli, che hanno perso il loro marito... Esse hanno una grande sofferenza, una grande croce e non hanno chi le aiuta. Inoltre, io so che il vero aiuto ci viene solo dal Signore e che solo Gesù consola profondamente, attraverso la preghiera. Per questo quando ci riuniamo per pregare insieme, amplifichiamo le nostre orazioni attraverso la radio. Quelli che ascoltano si raccolgono in preghiera con noi e si consolano gli uni con gli altri. E poi, ci chiamano al telefono, ci inviano lettere, per dirci che durante la preghiera hanno ricevuto tanto coraggio, tanta forza e tanto conforto. Tu devi conoscere la Croce della tua Chiesa! Tu, come novella Veronica, devi aiutare la tua Chiesa durante la sua sofferenza, asciugarle il volto con il fazzoletto del tuo amore. Tu devi aprirti ad una nuova dimensione dell'amore!

Pregare davanti alla Croce, pregare davanti all'Eucaristia significa:
sacrificare la vita, donare la vita per i fratelli.

Oh Gesù, grazie per la Tua Croce.
Benedicimi...
Benedici la mia croce con la Tua Croce...
Con le Tue Piaghe ungi la mia sofferenza...
Concedimi, Signore, di comportarmi bene oggi con la Tua Croce, di meditare il Tuo amore, di viverlo...
"Io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a Me" (Gv 12,32).
Oh Gesù, voglio elevarmi con il mio amore, con la mia devozione.
Attirami... AvvicinaTi a me... Oh Gesù, amami...
Benedici la mia vita con la Tua Croce...
Concedimi, Signore, di testimoniare il Tuo amore portando la mia croce con amore, con speranza, con dignità. Oh Gesù, apri il Tuo Cuore... stendi le Tue mani sopra di noi...
Donaci la Tua benedizione.
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. 
 
 (Fra Jozo Zovko, ofm)

I PECCATI CHE REGALANO PIU' CLIENTI ALL'INFERNO

 


È particolarmente importante tener presente la prima insidia diabolica, che trattiene tante anime nella schiavitù di Satana: è la mancanza di riflessione, che fa perdere di vista il fine della vita.
II demonio grida alle sue prede: "La vita è un piacere; dovete cogliere tutte le gioie che la vita vi regala".
Gesù invece sussurra al tuo cuore: 'Beati quelli che piangono." (cfr. Mt 5, 4)... "Per entrare in cielo bisogna farsi violenza." (cfr. Mt 11, 12)... "Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua." (Lc 9, 23).
Il nemico infernale ci suggerisce: "Pensate al presente, perché con la morte tutto finisce!".
II Signore invece ti esorta: "Ricordati dei novissimi (la morte, il giudizio, l'inferno e il paradiso) e non peccherai".
L'uomo impiega buona parte del suo tempo in tanti affari e dimostra intelligenza e scaltrezza nell'acquistare e conservare i beni terreni, ma poi non impiega neppure le briciole del suo tempo per riflettere sulle necessità molto più importanti della sua anima, per cui vive in un'assurda, incomprensibile e pericolosissima superficialità, che può avere conseguenze spaventose.
II demonio porta a pensare: "Meditare non serve a niente: tempo perso!". Se oggi tanti vivono in peccato è perché non riflettono seriamente e non meditano mai sulle verità rivelate da Dio.
II pesce che è già finito nella rete del pescatore, finché è ancora nell'acqua non sospetta di essere stato catturato, quando però la rete esce dal mare, si dibatte perché sente vicina la sua fine; ma ormai è troppo tardi. Così i peccatori...! Finché sono in questo mondo se la spassano allegramente e non sospettano nemmeno di essere nella rete diabolica; se ne accorgeranno quando ormai non potranno più rimediarvi... appena entrati nell'eternità!
Se potessero ritornare in questo mondo tanti trapassati che vissero senza pensare all'eternità, come cambierebbe la loro vita!
SPRECO DI BENI
Da quanto esposto finora e specialmente dal racconto di certi fatti, appare chiaro quali siano i principali peccati che portano alla dannazione eterna, ma si tenga presente che non sono solo questi peccati a spedire gente all'inferno: ce ne sono molti altri.
Per quale peccato il ricco epulone è finito all'inferno? Aveva tanti beni e li sprecava in banchetti (sperpero e peccato di gola); e inoltre si manteneva ostinatamente insensibile ai bisogni dei poveri (mancanza di amore e avarizia). Tremino dunque certi ricchi che non vogliono esercitare la carità: anche a loro, se non cambiano vita, è riservata la sorte del ricco epulone.
L'IMPURITA'
Il peccato che più facilmente porta all'inferno è l'impurità. Dice Sant'Alfonso: "Si va all'inferno anche solo per questo peccato, o comunque non senza di esso".
Ricordo le parole del demonio riportate nel primo capitolo: 'Tutti quelli che sono là dentro, nessuno escluso, ci sono con questo peccato o anche solo per questo peccato". Qualche volta, se costretto, anche il diavolo dice la verità!
Gesù ci ha detto: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio" (Mt 5, 8). Ciò significa che gli impuri non solo non vedranno Dio nell'altra vita, ma neanche in questa vita riescono a sentirne il fascino, per cui perdono il gusto della preghiera, pian piano perdono la fede anche senza accorgersene e... senza fede e senza preghiera non percepiscono più per quale motivo dovrebbero fare il bene e fuggire il male. Così ridotti, sono attratti da ogni peccato.
Questo vizio indurisce il cuore e, senza una grazia speciale, trascina all'impenitenza finale e... all'inferno.
MATRIMONI IRREGOLARI
Dio perdona qualunque colpa, purché ci sia il vero pentimento e cioè la volontà di mettere fine ai propri peccati e di cambiare vita.
Fra mille matrimoni irregolari (divorziati risposati, conviventi) forse solo qualcuno sfuggirà all'inferno, perché normalmente non si pentono neanche in punto di morte; infatti, se campassero ancora continuerebbero a vivere nella stessa situazione irregolare.
C'è da tremare al pensiero che quasi tutti oggi, anche quelli che divorziati non sono, considerano il divorzio come una cosa normale! Purtroppo, molti ormai ragionano come vuole il mondo e non più come vuole Dio.
IL SACRILEGIO
Un peccato che può condurre alla dannazione eterna è il sacrilegio. Disgraziato colui che si mette su questa strada! Commette sacrilegio chi volontariamente nasconde in Confessione qualche peccato mortale, oppure si confessa senza la volontà di lasciare il peccato o di fuggirne le occasioni prossime. Quasi sempre chi si confessa in modo sacrilego compie anche il sacrilegio eucaristico, perché poi riceve la Comunione in peccato mortale.
Racconta San Giovanni Bosco...
"Mi trovai con la mia guida (l'Angelo custode) in fondo a un precipizio che finiva in una valle oscura. Ed ecco comparire un edificio immenso con una porta altissima che era chiusa. Toccammo il fondo del precipizio; un caldo soffocante mi opprimeva; un fumo grasso, quasi verde e guizzi di fiamme sanguigne si innalzavano sui muraglioni dell'edificio.
Domandai: 'Dove ci troviamo?'. 'Leggi l'iscrizione che c'è sulla porta'. mi rispose la guida. Guardai e vidi scritto: 'Ubi non est redemptio! , cioè: `Dove non c'è redenzione!', Intanto vidi precipitare dentro quel baratro... prima un giovane, poi un altro e poi altri ancora; tutti avevano scritto in fronte il proprio peccato.
Mi disse la guida: 'Ecco la causa prevalente di queste dannazioni: i compagni cattivi, i libri cattivi e le perverse abitudini'.
Quei poveri ragazzi erano giovani che io conoscevo. Domandai alla mia guida: “Ma dunque è inutile lavorare tra i giovani se poi tanti fanno questa fine! Come impedire tutta questa rovina?” – “Quelli che hai visto sono ancora in vita; questo però è lo stato attuale delle loro anime, se morissero in questo momento verrebbero senz'altro qui!” disse l'Angelo.
Dopo entrammo nell'edificio; si correva con la velocità di un baleno. Sboccammo in un vasto e tetro cortile. Lessi questa iscrizione: 'Ibunt impii in ignem aetemum! ; cioè: `Gli empi andranno nel fuoco eterno!'.
Vieni con me - soggiunse la guida. Mi prese per una mano e mi condusse davanti a uno sportello che aperse. Mi si presentò allo sguardo una specie di caverna, immensa e piena di un fuoco terrificante, che sorpassava di molto il fuoco della terra. Questa spelonca non ve la posso descrivere, con parole umane, in tutta la sua spaventosa realtà.
All'improvviso cominciai a vedere dei giovani che cadevano nella caverna ardente. La guida mi disse: 'L'impurità è la causa della rovina eterna di tanti giovani!'.
- Ma se hanno peccato si sono poi anche confessati.
- Si sono confessati, ma le colpe contro la virtù della purezza le hanno confessate male o del tutto taciute. Ad esempio, uno aveva commesso quattro o cinque di questi peccati, ma ne ha detto solo due o tre. Ve ne sono alcuni che ne hanno commesso uno nella fanciullezza e per vergogna non l'hanno mai confessato o l'hanno confessato male. Altri non hanno avuto il dolore e il proposito di cambiare. Qualcuno invece di fare l'esame di coscienza cercava le parole adatte per ingannare il confessore. E chi muore in questo stato, decide di collocarsi tra i colpevoli non pentiti e tale resterà per tutta l'eternità. Ed ora vuoi vedere perché la misericordia di Dio ti ha portato qui? - La guida sollevò un velo e vidi un gruppo di giovani di questo oratorio che conoscevo bene: tutti condannati per questa colpa. Fra questi ce n'erano alcuni che in apparenza avevano una buona condotta.
La guida mi disse ancora: 'Predica sempre e ovunque contro l'impurità! :. Poi parlammo per circa mezz'ora sulle condizioni necessarie per fare una buona confessione e si concluse: 'Bisogna cambiar vita... Bisogna cambiar vita'.
- Ora che hai visto i tormenti dei dannati, bisogna che anche tu provi un poco l'inferno!
Usciti da quell'orribile edificio, la guida afferrò la mia mano e toccò l'ultimo muro esterno. Io emisi un grido di dolore. Cessata la visione, notai che la mia mano era realmente gonfia e per una settimana portai la fasciatura."
Padre Giovan Battista Ubanni, gesuita, racconta che una donna per anni, confessandosi, aveva taciuto un peccato di impurità. Arrivati in quel luogo due sacerdoti domenicani, lei che da tempo aspettava un confessore forestiero, pregò uno di questi di ascoltare la sua confessione.
Usciti di chiesa, il compagno narrò al confessore di aver osservato che, mentre quella donna si confessava, uscivano dalla sua bocca molti serpenti, però un serpente più grosso era uscito solo col capo, ma poi era rientrato di nuovo. Allora anche tutti i serpenti che erano usciti rientrarono.
Ovviamente il confessore non parlò di ciò che aveva udito in Confessione, ma sospettando quel che poteva essere successo fece di tutto per ritrovare quella donna. Quando arrivò presso la sua abitazione, venne a sapere che era morta appena rientrata in casa. Saputa la cosa, quel buon sacerdote si rattristò e pregò per la defunta. Questa gli apparve in mezzo alle fiamme e gli disse: "lo sono quella donna che si è confessata questa mattina; ma ho fatto un sacrilegio. Avevo un peccato che non mi sentivo di confessare al sacerdote del mio paese; Dio mi mandò te, ma anche con te mi lasciai vincere dalla vergogna e subito la Divina Giustizia mi ha colpito con la morte mentre entravo in casa. Giustamente sono condannata all'inferno!". Dopo queste parole si aprì la terra e fu vista precipitare e sparire.
Scrive il Padre Francesco Rivignez (l'episodio è riportato anche da Sant'Alfonso) che in Inghilterra, quando c'era la religione cattolica, il re Anguberto aveva una figlia di rara bellezza che era stata chiesta in sposa da diversi principi.
Interrogata dal padre se accettasse di sposarsi, rispose che non poteva perché aveva fatto il voto di perpetua verginità.
II padre ottenne dal Papa la dispensa, ma lei rimase ferma nel suo proposito di non servirsene e di vivere ritirata in casa. II padre l'accontentò.
Cominciò a fare una vita santa: preghiere, digiuni e varie altre penitenze; riceveva i Sacramenti e andava spesso a servire gli infermi in un ospedale. In tale stato di vita si ammalò e morì.
Una donna che era stata sua educatrice, trovandosi una notte in preghiera, sentì nella stanza un gran fracasso e subito dopo vide un'anima con l'aspetto di donna in mezzo a un gran fuoco e incatenata tra molti demoni...
- lo sono l'infelice figlia del re Anguberto.
- Ma come, tu dannata con una vita così santa?
- Giustamente sono dannata... per colpa mia. Da bambina io caddi in un peccato contro la purezza. Andai a confessarmi, ma la vergogna mi chiuse la bocca: invece di accusare umilmente il mio peccato, lo coprii in modo che il confessore non capisse nulla. Il sacrilegio si è ripetuto molte volte. Sul letto di morte io dissi al confessore, vagamente, che ero stata una grande peccatrice, ma il confessore, ignorando il vero stato della mia anima, mi impose di scacciare questo pensiero come una tentazione. Poco dopo spirai e fui condannata per tutta l'eternità alle fiamme dell'inferno.
Detto questo disparve, ma con così tanto strepito che sembrava trascinasse il mondo e lasciando in quella camera un odore ributtante che durò parecchi giorni.

L'inferno è la testimonianza del rispetto che Dio ha per la nostra libertà. L'inferno grida il pericolo continuo in cui si trova la nostra vita; e grida in modo tale da escludere ogni leggerezza, grida in modo costante da escludere ogni frettolosità, ogni superficialità, perché siamo sempre in pericolo. Quando mi annunciarono l'episcopato, la prima parola che dissi fu questa: "Ma io ho paura di andare all'inferno."

(Card. Giuseppe Siri)

31 Gennaio: San Giovanni Bosco - FRASI e PREGHIERE del SANTO

 




FRASI DI DON BOSCO

Fare il bene senza comparire. La violetta sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo.

Tenete a memoria che la solita parola che usa il demonio quando vuole spingerci al male è: Oh! Non è niente!

Le spine che ci pungono nel tempo, saranno fiori per l’eternità.

Sii con Dio come l’uccello che sente tremare il ramo e continua a cantare, sapendo di avere le ali.

Amate ciò che amano i giovani, affinché essi amino ciò che amate voi.

Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo.

Quando vedo i giovani tutti occupati nel gioco son sicuro che il demonio ha un bel fare, ma non riesce a nulla.

La gioia è la più bella creatura uscita dalle mani di Dio dopo l’amore.

Le cose fanno gli uomini, non gli uomini le cose.

Se il cibo del corpo si deve prendere tutti i giorni, perché non il cibo dell’anima?

Il demonio ha paura della gente allegra.
 
 VIDEO SU SAN GIOVANNI BOSCO

 

Il Signore ai grandi bisogni manda grandi aiuti.

Per evitare rivalità ed ostilità io debbo tenere il metodo finora seguito: fare senza dire.

Dite ai giovani che li aspetto tutti in Paradiso.
(sul letto di morte a Don Bonetti)

Noi qui facciamo consistere la santità nello star molto allegri.


Una veste, un tozzo di pane, devono bastare ad un religioso.

Ai salesiani: Ricordatevi che vi mando a pescare e che non dovete essere pescati.

Noi abbiamo scelta a questo mondo la cosa migliore: salvare le anime

L’elemosina è debito di carità.

Ozio e castità non possono mai andare insieme.

Confessatevi come se la vostra confessione fosse l’ultima della vita.

I ragazzi, se non li occupiamo noi, si occuperanno da soli e certamente in idee e cose non buone.

Le sole opere sono le vere ricchezze che ci preparano un posto lassù in cielo.

Lavorate, lavorate e non aspettate d’essere pagato dalle creature di quaggiù.

Se non ti metti a praticar l’umiltà, tu perdi la più bella delle virtù.

Questo mondo è come una scena di teatro: passa in un momento.

Guai a chi lavora aspettando le lodi del mondo: il mondo è un cattivo pagatore e paga sempre con l’ingratitudine.

L’aiutare il prossimo è opera di carità e le opere di carità sono sempre lodevoli.

La carità è quella che distingue i figlioli di Dio dai figlioli del demonio e del mondo.

La carità, la castità, l’umiltà sono tre regine che vanno sempre insieme una non può stare senza le altre.

Non ho mai udito che uno sia stato contento in punto di morte del male che ha fatto.

Fatemi una festa, la più cara che io possa desiderare,cioè che tutti facciate in quel giorno la vostra santa comunione

Tu non devi essere un predicatore, ma hai una maniera efficacissima per predicare: il buon esempio.

Il migliore consiglio è di fare bene quanto possiamo e poi non aspettarci la mercede dal mondo, ma da Dio solo.

La carità non conosce diversità di razze, né distanza di luoghi.


Al confessore dobbiamo aprire schiettamente la nostra coscienza ed egli saprà dirci dove il Signore ci vuole.

Chi si rimette pienamente a Dio, è impossibile che non venga esaudito.

Senza religione non vi è vera scienza, non vi è moralità, né educazione.

Non siamo creati per bere, e per mangiare, sibbene per amar Dio e salvar l’anima.

Se io avessi un poco di tempo vorrei fare un libro apposta,che paragonasse alla vita delle api la vita del religioso.

Vogliamo essere sempre allegri? Siamo obbedienti

Non rimandate al domani il bene che potete fare oggi, perché forse domani non avrete più tempo.

Le prove ci ammaestrano sul modo di dividere e separar l’oro della scoria.

Tutti dobbiamo portare la croce come Gesù, e la nostra croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita.

L’essere buono non consiste nel non commettere mancanza alcuna: oh no! Purtroppo tutti siamo soggetti a commetterne. L’essere buono consiste in ciò: nello aver volontà di emendarsi.

Dalla buona o cattiva educazione della gioventù dipende un buon o triste avvenire della società.

Tenete a memoria che la solita parola equivoca, considerata innocua, può portare ad un comportamento scorretto.

La prima felicità di un fanciullo è sapersi amato.

I maestri che nulla perdonano agli allievi, sogliono poi perdonare tutto a se stessi

Moltiplicando i vostri consiglieri moltiplicherete i vostri fastidi.

Io credo che nessuno possa consigliare meglio che il direttore della propria coscienza

La frequente confessione, la frequente comunione, la messa quotidiana sono le colonne che devono reggere un edificio educativo, da cui si vuole tener lontana la minaccia e la sferza.

Se vuoi farti buono, pratica queste tre cose e tutto andrà bene: allegria, studio, pietà. È questo il grande programma, il quale praticando, tu potrai vivere felice, e fare molto bene all’anima tua.

Guai a quelle case religiose nelle quali s’incomincia a vivere da ricchi.

Regolarsi sempre in maniera che, in qualunque ora la morte venga, ci trovi sempre

L’orazione al sacerdote è come l’acqua al pesce, l’aria all’uccello, la fonte al cervo.

Sarà sempre per voi una bella giornata quando vi riesce di vincere coi benefici un nemico e farvi un amico.

I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del Cielo sono i Sacramenti della Confessione e Comunione. Perciò riguardate come gran nemico dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da queste due pratiche di nostra santa religione.

Con le opere di carità ci chiudiamo le porte dell’inferno e ci apriamo il paradiso.

Chi prega si occupa della cosa più importante di tutte.

Ai grandi sacrifici è riservato un gran premio

Bisogna operare come se non si dovesse morire mai e vivere come se si dovesse morire ogni giorno

Parla poco degli altri e meno di te.

Il nostro cuore è come una cittadella, i sensi altrettanti nemici.

E’ meglio non pregare che pregare malamente

Noi facciamo consistere la Santità nello stare sempre allegri e fare sempre e bene il nostro dovere.

Maria non fa le cose solo per metà.

È quasi impossibile andare a Gesù se non ci si va per mezzo di Maria.

Dio non si lascia vincere in generosità.

Combattere la Chiesa è lo stesso che dare un pugno sulla punta aguzza di un chiodo

Il paradiso non è fatto per i poltroni.

L’ozio è vizio che tira sempre con sé molti altri vizi.

Non state mai inoperosi; se non lavorate voi lavora il demonio

Tre mali sommamente da fuggirsi: la bestemmia, la disonesta, il furto.

Del prossimo parlarne bene o tacerne affatto.

Agli altri perdona tutto, a te nulla.

Se pregate, da due grani che voi seminate ne nasceranno quattro spighe.

Chi prega è come colui che va dal re.

Date molto ai poveri se volete divenir ricchi.

Nella frequente comunione si trova luce, forza, santità

Uno sguardo non amorevole sopra taluni produce maggior effetto che non farebbe uno schiaffo.

Tutti hanno bisogno della Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni.

In ognuno di questi ragazzi, anche il più disgraziato, v’è un punto accessibile al bene. Compito di un educatore è trovare quella corda sensibile e farla vibrare.

Ricordatevi, che ogni cristiano è tenuto di mostrarsi edificante verso il prossimo, e che nessuna predica è più edificante del buon esempio.

Il lavoro e la temperanza faranno fiorire la nostra società

La più bella passeggiata e il più bel gioco che mi piacerebbe si è di poter condurre diecimila giovani in paradiso.
Coraggio, coraggio sempre; non stanchiamoci mai di fare il bene e Dio sarà con noi
 
PREGHIERE a DON BOSCO PER OTTENERE GRAZIE

O glorioso Santo, voi vedete da quanti mali noi siamo afflitti ed oppressi;

è incerto l'oggi, più incerto il domani, e il dolore è divenuto il compagno indivisibile

della nostra esistenza. Deh, o San Giovanni Bosco, muovetevi a pietà della nostra

misera condizione! Anche voi soffriste il disagio, la miseria, l'abbandono,

la calunnia, la persecuzione; e fu l'esperienza del dolore che vi rese il conforto,

l'aiuto di quanti ricorsero a voi. Ora che siete in Cielo, presso la Sorgente Eterna

della carità, voi sentite certamente più viva compassione per le nostre sventure, ed io a voi fiducioso ricorro per ottenere la grazia di.... (esprimere...).

O glorioso Santo, a voi nulla nega il Signore, perchè tanto lavoraste in terra per la sua gloria e per il suo onore; intercedete per me, impetratemi la grazia implorata se essa torna utile all'anima mia, ed ottenetemi la conformità al divino volere e la perseveranza nel bene, onde anch'io possa venire un giorno a lodare e ringraziare insieme con voi il Signore in Paradiso. Così sia.


Grazie Don Bosco, amico, padre e maestro dei giovani,

per il tuo sguardo che infonde fiducia.


Nel sogno, nella vita di tanti poveri giovani,

hai accolto con trepidazione e gioia il piccolo seme

della missione che il Signore ti ha affidato.

L'hai coltivato con amore e passione.

Ed è fiorito in sorriso, speranza,

gioco, musica, scuola, laboratori,

proposta di vita e futuro.


Perchè i giovani possano gustare gioia vera

nell'incontro con Gesù, Pane, Perdono e vita riuscita.


Caro Don Bosco, invoca anche per me luce, docilità e forza

per seguire la chiamata del Signore, ed essere, con l'aiuto di Maria,

tuo entusiasta collaboratore per il bene dei giovani.


E l'antico sogno sulla collina dei Becchi

diverrà meravigliosa realtà

e compimento dell'eterna fedeltà di Dio

che sempre riempie di ammirato stupore.


Giovanni Bosco, meglio noto come don Bosco (Castelnuovo d’Asti, 16 agosto 1815 – Torino, 31 gennaio 1888), fu il fondatore delle congregazioni dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice. È stato canonizzato da Papa Pio XI nel 1934.


Nato in una famiglia di contadini a Castelnuovo d’Asti (oggi Castelnuovo Don Bosco) il 16 agosto 1815, gli muore presto il padre e a 9 anni fa un sogno che gli svela la sua missione: si vede in mezzo a dei ragazzi che bestemmiano, urlano e ne fanno di tutti i colori; mentre si avventa contro di loro per farli desistere, ecco Gesù che gli dice: «Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Mettiti dunque immediatamente a dare loro un’istruzione sulla bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù». Lui aveva già cominciato a riunire dopo i Vespri i coetanei della borgata nel prato davanti a casa sua e, dopo averli intrattenuti con giochi, ripeteva la predica ascoltata in chiesa, che ricordava perfettamente grazie alla sua memoria eccezionale. Dopo la prima Comunione, per pagarsi la scuola se ne va da casa lavorando prima come garzone in una cascina, poi come sarto, barista, falegname, calzolaio, apprendista fabbro. Nel 1835 entra in seminario a Chieri e viene ordinato prete il 5 giugno 1841. L’8 dicembre fa amicizia con un giovane muratore invitandolo a tornare da lui con i suoi amici: nasce così l’oratorio, che dopo una prima sede presso l’Ospedaletto di Santa Filomena, troverà sistemazione definitiva, sempre a Valdocco, nel 1846. Con alcuni collaboratori il santo fonda poi la Società Salesiana e più tardi le Figlie di Maria Ausiliatrice. Oggi i Salesiani sono sparsi in tutto il mondo con oltre 17 mila religiosi e circa 16 mila suore. Don Bosco fu anche un prolifico scrittore e editore: alcune sue opere raggiunsero tirature record, come nel caso de Il Giovane provveduto(118 edizioni e traduzioni, lui vivente, in quattro lingue). Il santo è stato definito da Giovanni Paolo II “padre e maestro della gioventù” per la sua pedagogia che si può sintetizzare nel sistema preventivo, fondato su tre pilastri: religione, ragione e amorevolezza. Così si formano buoni cristiani e onesti cittadini, e anche santi come Domenico Savio, uno dei capolavori della pedagogia salesiana. Don Bosco morì a Torino il 31 gennaio 1888; fu beatificato da Pio XI nel 1929 e da lui canonizzato il 1° aprile 1934.