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domenica 28 febbraio 2021

Questa 2° domenica di Quaresima è detta "domenica della trasfigurazione": ecco cosa vuol dire TRASFIGURAZIONE


 La Quaresima si caratterizza per la conversione. È un tempo a tu per tu con Dio, è il tempo che ci si riscopre figli amati, figli prediletti.
Questa seconda domenica di Quaresima  è detta domenica della trasfigurazione. È interessante questo percorso, la settimana scorsa siamo stati invitati ad attraversare il deserto con il Signore e a superare le tentazioni, oggi invece siamo chiamati a salire sul monte per contemplare il volto di Dio.  Gesù prese con sé Pietro Giacomo e Giovanni lo stesso fu per Mosè  che prese Aronne, Nadab e Abiu, e salì sul monte, e li  Dio rivelò la sua gloria (Es 24,9ss).
Un’esperienza unica per i tre discepoli che sentono il Padre che chiama il Figlio, l’amato. Gesù salì sul monte e si trasfigurò. La traduzione esatta è subì una metamorfosi, indica il passaggio da una forma all’altra,

Lì viene spontaneo elevare lo sguardo al cielo e il pensiero a Dio. Questa esperienza, va tenuto presente che il vangelo non parla del Tabor, ma di un monte elevato e, nel linguaggio biblico, il monte non indica un luogo materiale, ma l’esperienza interiore di una manifestazione di Dio, il momento in cui l’intimità con il Signore raggiunge il culmine.
 Gesù lascia la pianura e conduce in alto alcuni discepoli; li allontana dai ragionamenti e dai calcoli umani per introdurli negli imperscrutabili disegni del Padre. Li fa salire per riportarli poi, trasformati, sulla terra dove sono chiamati ad operare.
 Sul “monte”, Gesù appare diverso da come lo hanno giudicato gli uomini. Lì si assiste a una metamorfosi: il suo volto sfigurato si trasfigura, il buio dell’insuccesso si illumina, l’abito logoro del servo si tramuta in splendida veste regale, la tenebra della morte si dissolve nell’aurora della Pasqua.
 Chi non ha visto il suo volto glorioso è incapace di contrastare efficacemente le forze del male che affliggono l’umanità.

  Donaci Signore di contemplare nel volto sfigurato dagli uomini, il volto del Cristo trasfigurato.

 econdo l’evangelista Marco Gesù apparve rivestito di gloria divina ne evidenzia le vesti splendenti. Pietro da bravo intraprendente non si risparmia e prende la parola: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia», una richiesta che nasce da chi ha il desiderio di prolungare attimi felici, eterni.
Pietro si presenta anche in veste altruista, al numero tre non aveva considerato la tenda per i discepoli, per lui era importante protrarre quel momento. L’immagine delle tende richiama la comunione. Ma Pietro proprio non sapeva cosa stava dicendo, in effetti Lui è preso dalla bellezza del volto di Gesù, ma questo volto di Gesù ci riporta al suo regno. Ecco che apparve una nube e furono presi da spavento. La nube  attesta la presenza di Dio, come si può notare nell’AT: qui avvolge Gesù con Mosè ed Elia, i discepoli ne restano fuori e dalla nube si sente la voce di Dio: Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!
San Leone Magno ci regala queste splendide parole: «Il Padre, senza alcun dubbio era presente nel Figlio e, in quella luce che il Signore aveva misuratamente mostrato ai discepoli, l’essenza di colui che genera non era separata dall’Unigenito generato, ma, per evidenziare la proprietà di ciascuna persona, la voce uscita dalla nube annunciò il Padre alle orecchie, così come lo splendore diffuso dal corpo rivelò il Figlio agli occhi».


Il Padre che invita ad ascoltare il Figlio, una dichiarazione di fiducia e di amore tra Padre e figlio. «Apparve tutta la Trinità: il Padre nella voce, il Figlio nell’uomo, lo Spirito nella nube luminosa» (San Tommaso d’Aquino).
La visione del Tabor è stata breve, l’Evangelista Marco lo sottolinea con poche ma incisive parole «E, subito, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù, solo, con loro». Gesù resta quello che era, ma i discepoli di certo hanno compreso qualcosa di lui che va al di là della conoscenza superficiale. Gesù dà loro la consegna del silenzio prima che il Figlio dell’uomo sia risorto dai morti. Per la prima volta s’interrogano su una cosa che Gesù gli aveva sempre accennato quando parlava della sua fine, ma alla quale non avevano mai dato ascolto. Qui è la prima volta che si domandano cosa volesse dire risorgere dai morti. Segno che si stanno aprendo alla speranza in una prospettiva nuova. Gesù è l’uomo nuovo e invita ciascuno di noi a fare un cammino di conversione.
La trasfigurazione è un raggio di luce che invita a cogliere il senso profondo delle cose. Se vogliamo vivere il Vangelo dobbiamo impegnarci a scoprire la bellezza della vita. Solo in questa intima comunione i discepoli colgono il senso della trasfigurazione e scoprono che Gesù è il compimento della legge, è il figlio prediletto, l’amato il maestro che merita di essere ascoltato anche nelle difficoltà. L’invito che possiamo cogliere per quest’oggi è  di porre attenzione a ciò che conta.
Oggi è importante non solo intelligenza per comprendere, ma coraggio per decidersi. La parola che ascoltiamo è una parola che coinvolge ciascuno di noi.

giovedì 25 febbraio 2021

Messaggio del 25 febbraio 2021 della Regina della Pace dato alla veggente Marija - MEDJUGORJE

 


Messaggio del 25 febbraio 2021 della Regina della Pace dato alla veggente Marija - Medjugorje

''Cari figli! Dio mi ha permesso di essere con voi anche oggi per invitarvi alla preghiera e al digiuno. 
 
Vivete questo tempo di grazia e siate testimoni della speranza perché, vi ripeto figlioli, con la preghiera e il digiuno anche le guerre si possono respingere.
 
 Figlioli, credete e vivete nella fede e con la fede questo tempo di grazia e il mio Cuore Immacolato non lascia nessuno di voi nell'inquietudine se ricorre a me. 
 
 Intercedo per voi davanti all'Altissimo e prego per la pace nei vostri cuori e per la speranza nel futuro. 
 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.''

mercoledì 24 febbraio 2021

Se Dio fa così, bene e accetto; ma se non fa come voglio io, non credo: Come P.Slavko spiega il segno di Medjugorje...

 


Come P.Slavko spiega il segno di Medjugorje...

In un incontro con i pellegrini italiani sotto una delle tende verdi, l’11 marzo è stato chiesto a P.Slavko se il pianto della statuetta di Civitavecchia fosse un segno. Egli ha risposto spaziando ben oltre sul fatto dei segni. Così ha detto in succinto: Una volta Gesù ha chiamato questa generazione perversa e adultera perché chiedeva un segno (cfr Mt 16,4). Eppure Lui stesso dava dei segni, quindi non è contro i segni. Egli sa che noi possiamo reagire positivamente ai segni del cielo. Quello che Lui condanna è che noi vogliamo i “nostri” segni, e non i suoi. Egli allora ha detto: Non vi sarà dato altro segno che quello di Giona, cioè della sua morte e risurrezione. Ma essi non lo accettavano perché non volevano convertirsi. Volevano dei segni a loro graditi. Così per Medjugorje. Uno non può accettarlo perché le apparizioni durano troppo a lungo. Un altro perché i messaggi sono così semplici e non dicono nulla di nuovo... E’ a causa del nostro orgoglio e della nostra mentalità che diciamo: Questo sì, questo no. Anche a Gesù hanno detto: Scendi dalla Croce e ti crederemo! Ma cosa avrebbero detto se fosse sceso dalla Croce? Forse che collaborava con il capo dei demoni, come quando ha guarito il cieco e muto (cfr Mt 12,24) Mancava l’umiltà e l’apertura per potere dire: E’ proprio Lui e lo riconosciamo. E perché noi accettiamo la presenza della Madonna? Perché non abbiamo detto prima: Voglio capire, voglio rendermi conto con la mia testa; ma, volendo accettare la volontà di Dio, abbiamo anche capito che si trattava di messaggi veri. Non si devono porre le proprie condizioni: Se Dio fa così, bene e accetto; ma se non fa come voglio io, non credo. L’umile disponibilità è quella che ci apre la mente e il cuore a comprendere e a entrare nella volontà di Dio, qualunque essa sia. E allora è la vera pace. La Madonna vuole evitarci la lotta contro la volontà di Dio. Spesso le nostre preghiere si riducono a lottare contro di essa, cercando quel che vogliamo. Se poi non lo otteniamo, siamo delusi. In un messaggio la Madonna ci dice: Cercate Dio perché vi ama, non per i vostri bisogni. Spesso andiamo a Dio per ricevere questo o quest’altro, non perché è Padre. E allora se riceviamo, bene; se non riceviamo, smettiamo di pregare. Così troviamo gente amara con Dio perché ha chiesto qualcosa per il proprio egoismo e non l’ha ottenuto. Dio non sta a questi giochi. Occorre talvolta sbattere la testa contro il muro per rinsavire. E’ facile dire a Dio: Abbi pietà di me! Se tu offendi una persona, può darsi che tu lo riconosca e le chieda perdono. Ma è più difficile riconciliarsi con il fratello che ha qualcosa contro di te, senza che tu l’abbia offeso. Se è l’altro che ti offende o ti fa dei torti, non lo perdoni se non viene lui a chiedere perdono, mentre tu stesso dovresti andare da lui per primo a fare la pace, come vuole Gesù prima di fare la tua offerta all’altare. E se il tuo nemico soffre, tu sei contento? Quanta sofferenza per una madre! Se noi non vogliamo lasciare le cose cattive che ci distruggono, come potremo lasciare le cose in sé non cattive, ma che ci impediscono di essere liberi? Tu dici: Maria mi chiede il rosario, il digiuno, la confessione... poi tutto finito! No, Lei vuole la tua crescita spirituale nella libertà del cuore. E’ vero e non è vero che la Madonna voglia quelle cose: vuole la crescita interiore, e queste cose in quanto sono necessarie per essa. Siamo già nel 14° anniversario delle apparizioni. Maria ci chiede di essere missionari, ma non solo per recapitare il messaggio come un postino, che magari lo lascia nella cassetta se non ti trova. Solo quelli che lo vivono diventano missionari che portano il messaggio. Una madre non fa mai paura! La Madonna piange lacrime di sangue? Allora annuncia tristi avvenimenti? Io sono la serva, ha detto, e sono vostra Madre! Si indaghi pure sul segno, ma quando una madre piange in casa non è per il futuro, per far paura, ma è per il presente dei figli. E’oggi che devono cambiare per il loro bene. Se parliamo di avvenimenti drammatici del futuro, nasce un po’ di allarme, poi due giorni dopo si dimentica tutto. La Madonna vuole che tu cambi oggi. Se un figlio in casa non perdona alla sera, la madre non può star bene perché quel figlio ha una ferita e non potrà cominciare bene il nuovo giorno. Se invece perdona, tutto passerà e sarà in pace. Il futuro? Dipende da noi. Gesù dice di non pensare al domani e di portare ogni giorno il proprio peso. La mamma è lontana dal fare paura: piuttosto ammonisce, aiuta, non fa la profetessa di sventure. Piuttosto ti mette in guardia. Se la mamma dice al figlio che guida la macchina: Fà attenzione, non annuncia la catastrofe, ma lo aiuta ad evitarla. Le persone vivono già nella paura. La Madonna vuol liberarci dalla paura, anche se vede che saranno necessarie delle prove per purificarci. Non può un figlio accusare la madre di volergli male o di fargli paura se lo deve portare all’ospedale per un’operazione... “Ma, padre, è bene dire qualcosa alla gente che si comporta male per far loro paura” -ci sentiamo dire. Ma questo non aiuta. Parlando dei drogati, come si possono aiutare? Facendo loro paura per le conseguenze che verranno dalla droga? Questo conta ben poco, ma l’amore sì li convince: se uno offre la vita per loro, come Suor Elvira, per la quale “un drogato è una perla caduta nel fango”. Così la Madonna ci insegna ad amare in un modo materno. Il Papa nella lettera dell’8 dicembre si rivolge alle donne perché con il loro cuore materno diventino operatrici di pace. Ho visto ovunque diffusi in America Latina gruppi per la pace. E’proprio quello che vuole la Regina della Pace e ci aiuta perché ci arriviamo. La Madonna va avanti con la sua armata... Il dopoguerra peggiore della guerra - Che cosa si può sperare quando i politici, che dovrebbero risolverla, trattano allo stesso modo aggressore e vittime? Che cosa aspettarci da un mondo dove gli interessi politici o di gruppi sono il primo valore? dove si uccide per guadagnare? dove il traffico di armi è il commercio più lucroso? Dove gli stessi negoziatori hanno interesse a continuare le pur inutili trattative perché guadagnano 20 milioni al giorno? Ma il dopoguerra è peggiore della guerra stessa. Ora non abbiamo distrutte solo le case, ma le strutture, il tessuto sociale, la morale etica. Non c’è più stato né autorità: ecco allora che prospera la mafia, il mercato nero, il mercato della droga che ora si è spostato qui. Ed è meglio avere un infermo in casa che un figlio drogato! Qui c’è via libera per tutti i criminali che collaborano con le nazioni che vogliono la guerra. E poi odii, suicidi, disperazione e pazzia distruggono individui e famiglie. Ma la guerra è veramente finita o non riprenderà ancora? La Madonna ci aveva prevenuto, ma non faceva quello che volevano certuni, e per questo non l’hanno accettata. Per stare qui, o tanto o poco, pretendevano che Lei avesse il loro permesso... 

 

Fonte: https://medjugorje.altervista.org/doc/pslavko/segno.html

martedì 23 febbraio 2021

La Madonna insegna il Padre Nostro al gruppo di preghiera e desidera che questa preghiera venga così recepita...

 


MESSAGGIO DEL 1 DICEMBRE 1984

Alla fine dell’incontro di preghiera, preparatevi a ricevere la benedizione cantando il Padre Nostro.

 

MESSAGGIO DEL 25 FEBBRAIO 1985

Questa sera non pregherete il rosario. Dovete ricominciare dalla prima classe della scuola di preghiera. Allora, adesso pregate lentamente il Padre Nostro. Ripetetelo più volte e meditate sul suo significato. Vivete il Padre Nostro.

 

MESSAGGIO DEL 2 MARZO 1985

Figli cari! Desidero che in cinque minuti ciascuno di voi mi presenti con amore in silenzio le proprie debolezze e le proprie mancanze. Poi dieci persone possono esprimere ad alta voce le proprie debolezze così che tutto il gruppo preghi per loro. Quindi tutto il gruppo preghi per queste dieci persone un Pater Ave Gloria. Dopo dividetevi in piccoli gruppi di due persone dove ciascuno presenterà apertamente davanti all’altro le proprie debolezze. Ciascuno rifletta su che cosa può fare per l’altra persona e chieda aiuto a me per poter realizzare ciò che ha pensato. In questo modo potrete crescere nell’umiltà. Terminate infine pregando gli uni per gli altri.

 

MESSAGGIO DEL 9 MARZO 1985

Io non ho bisogno di cento o duecento Padre Nostro. E’ meglio pregarne uno solo ma col desiderio di incontrare Dio. Dovete cercare di fare tutto con amore!

 

MESSAGGIO DEL 14 MARZO 1985

Figli cari! Da oggi bisogna modificare il programma che avete seguito fino ad ora. Non potrete più pregare il rosario, nè il martedì nè il giovedì, e neanche dialogare al sabato. Vi avevo chiesto di pregare al martedì il rosario di Gesù, al giovedì i misteri dolorosi, e al sabato di scambiarvi le esperienze. Ma non lo avete compreso completamente. E allora, figli miei, è necessario che ritorniate indietro, ricominciando dalla prima classe della preghiera. Voi infatti non sapete ciò che è fondamentale nella vita di preghiera: pregare il Padre Nostro, pregare la preghiera del mattino e della sera, affidarsi a me. Dovete imparare prima questo per poter poi pregare bene il rosario. Stasera allora proverete a pregare un Padre Nostro radicale, e non un Padre nostro pregato superficialmente. Cercate stasera di avvicinarvi a quel Padre per il quale pregate, al quale dovete anelare ogni giorno e del quale la vostra anima deve aver sete. Non lasciate che vada perso questo tempo in cui imparate ad entrare nella preghiera. E non dimenticate: La preghiera non è completamente preghiera finchè il vostro cuore non sarà felice. Ora dunque meditiamo il Padre Nostro, frase per frase, e impariamo a pregarlo. “Padre nostro che sei nei cieli”: Dio è proprio il Padre vostro! Perché avete paura di lui? Tendetegli le vostre mani perché egli si è concesso a voi come Padre e vi ha dato tutto. Se i vostri padri terreni fanno tanto per voi, pensate quanto più fà il vostro Padre celeste! I vostri padri terreni vi amano, ma il vostro Padre celeste vi ama ancora di più. I vostri padri terreni possono anche adirarsi con voi, Dio no. Dio vi offre solo e sempre amore, misericordia e tenerezza. “Sia santificato il tuo nome”: se dunque il Padre celeste vi ha donato tutto, come potete non rispettarlo, come potete non amarlo? Lodate e benedite il suo santo nome! Testimoniate anche ai peccatori che egli è Padre, il Padre di tutti, e come tale va servito e glorificato. “Venga il tuo regno”: siate consapevoli che senza di lui non potete far nulla. Siate coscienti che se il suo regno non è presente in voi, siete deboli. I vostri “regni” passano, il suo no. Ristabilite il suo regno nel vostro cuore. “Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”: pregate Dio perché vi faccia comprendere che i regni che voi vi costruite sono destinati a finire. Fate sprofondare questi vostri regni perché la volontà di Dio possa essere per voi l’unico vero regno. Impegnatevi a fare subito, da questo momento, ora, la volontà di Dio. Pregate perché i vostri cuori si aprano al Signore e possiate rispettarlo e ubbidirgli come lo fanno gli angeli. E pregate perché qui sulla terra tutto possa diventare santo come in Cielo. “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”: chiedete al Padre celeste specialmente il pane per la vostra anima. Chiedetegli che questo pane non vi manchi mai affinchè possa diventare cibo che nutre la vostra vita spirituale e che vi santifichi per la vita eterna. Il pane quotidiano vi aiuta a capire ciò che si deve fare ma sappiate che questo nutrimento non vi può essere dato se non pregate. “Rimetti a noi i nostri debiti”: voi pregate che vi siano rimessi i vostri peccati nella stessa misura in cui voi li rimettete ai vostri debitori, senza rendervi conto che se i vostri peccati fossero rimessi veramente così come voi li rimettete agli altri, sarebbe una ben misera cosa. Dio invece perdona sempre e subito quando voi glielo chiedete affinchè anche voi possiate perdonare a coloro ai quali finora non eravate capaci di farlo. Supplicatelo per questa grazia! “E non ci indurre in tentazione”: supplicate Dio affinchè non permetta che siate tentati con grandi prove. Riconoscete la vostra debolezza. Pregatelo che possiate superare ogni prova per non cadere in peccato. “Ma liberaci dal male” Pregate Dio che vi protegga da ogni forma di male. Supplicatelo perché vi faccia comprendere quanto di positivo c’è nelle prove che egli permette così che possiate trarne giovamento e compiere un ulteriore passo verso la vita eterna. “Amen”: Così sia, Signore! Tutto sia fatto come vuoi tu'!

 

MESSAGGIO DEL 16 MARZO 1985

Desidero che il Padre Nostro, ogni volta che lo pregate, sia sempre un rinnovamento della consacrazione a Dio vostro Padre. Ripetetelo spesso durante la giornata, pregatelo nel silenzio del vostro cuore, vivetelo intimamente.

 

MESSAGGIO DEL 18 MARZO 1985

Dovete capirmi: il Padre Nostro per voi deve essere una melodia continua!

 

MESSAGGIO DEL 20 MARZO 1985

La preghiera che avete fatto stasera è stata breve, ma ho notato che avete pregato con sincerità di cuore. Davanti a Dio non esiste il tempo. Se pregate sinceramente per cinque minuti, questo è sufficiente per essere felici. A me non occorrono le vostre ore, oppure cento o duecento Padre Nostro, se non siete abbandonati a me. Per questo, piuttosto che cento, è meglio un solo Padre Nostro ma pregato con amore!

MESSAGGIO DEL 21 MARZO 1985

 Domandatevi perché bisogna pregare. Si prega per stare in Dio, per sentire Dio dentro di voi. Se pregate bene, se pregate col cuore, dopo cinque minuti di preghiera deve succedere qualcosa dentro di voi. Adesso pregate ancora il Padre Nostro.

LA MADONNA DI MEDJUGORJE A JELENA VASILJ:

 

PADRE NOSTRO

La Madonna insegna il Padre Nostro al gruppo di preghiera e desidera che questa preghiera venga così recepita

PADRE


- Chi è questo Padre? - di chi è questo Padre? - dov'è questo Padre?

NOSTRO

- questo è il Padre vostro
- perché avete paura di Lui? - tendeteGli le vostre mani (Fare una breve pausa)

PADRE NOSTRO

significa che Lui si è concesso a Voi come Padre, vi ha dato tutto. Sapete che i vostri padri terreni fanno tutto per voi, tanto di più fa' il vostro Padre Celeste.

PADRE NOSTRO significa:

Ti do tutto, figlio mio.

CHE SEI NEI CIELI


PADRE CHE SEI NEI CIELI (Fare una breve pausa)

Significa: Il tuo padre terrestre ti ama, ma il tuo Padre Celeste ti ama ancora di più: Tuo padre è capace di arrabbiarsi, Lui no, Lui ti offre solo amore...

SIA SANTIFICATO IL TUO NOME

In cambio devi rispettarLo, perché Lui ti ha dato tutto e perché è tuo Padre e Lo devi amare. Tu devi glorificare e lodare il Suo nome. Tu devi dire ai peccatori: Lui è il Padre; si, è mio Padre e desidero servirLo e glorificare solo il Suo nome. Questo vuol dire «SIA SANTIFICATO IL TUO NOME».

VENGA IL TUO REGNO


Così si ringrazia Gesù e gli si intende dire: Gesù, noi non sappiamo nulla, senza il Tuo Regno siamo deboli, se non ci sei tu presente insieme a noi. Il nostro regno passa, mentre il Tuo non passa. Ristabiliscilo!

SIA FATTA LA TUA VOLONTA


O Signore, fà che il nostro regno sprofondi, fà che solo il Tuo Regno sia quello vero, fà che noi ci rendiamo conto che il nostro regno è destinato a finire e che subito, ORA, permettiamo che sia fatta la Tua volontà.

COME IN CIELO COSÌ IN TERRA

Qui Signore, si dice come ti ubbidiscono gli angeli, come ti rispettano; fà che anche noi possiamo essere come loro, fà che anche i nostri cuori si aprano e che possano rispettarTi come ora lo fanno gli angeli. E fà anche in modo che sulla terra possa essere tutto Santo come lo è nei cieli.

DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO


Dacci Signore il pane ed il cibo per il nostro animo; daccelo ora, daccelo oggi, daccelo sempre; che questo pane possa diventare il cibo per l'anima, che ci nutra, che quel pane santifichi Te, che quel pane divenga eterno. O Signore, noi Ti preghiamo per il nostro pane. O Signore, fa che noi lo riceviamo. O Signore, aiutaci a capire ciò che dobbiamo fare. Fà che ci rendiamo conto che il pane quotidiano non ci può essere dato senza la preghiera.

RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI

Rimetti Signore a noi i nostri peccati. Rimetticeli perché noi non siamo buoni e non siamo fedeli.

COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI

Rimettili a noi perché anche noi li rimetteremo a coloro ai quali fino ad ora non eravamo capaci di farlo.
O Gesù, rimetti a noi i nostri debiti, Ti supplichiamo.
Voi pregate che vi siano rimessi i peccati nella stessa misura nella quale voi li rimettete ai vostri debitori, senza rendervi conto che se i vostri peccati fossero rimessi veramente così come voi li rimettete agli altri, sarebbe una ben misera cosa.
Ecco che cosa vi dice il vostro Padre celeste con quelle parole.

E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE

Signore, liberaci dalle grandi prove. Signore, noi siamo deboli.
Fà, o Signore, che le prove non ci inducano alla perdizione.

MA LIBERACI DAL MALE


Signore, liberaci dal male.
Fà che nelle prove riusciamo a trovare qualche cosa di buono, un passo nella VITA.

AMEN

Così sia, Signore, sia fatta la Tua volontà.

 

  Fonte: medjugorje.altervista.org

Il 18 marzo si sta avvicinando velocemente...


 
Mirjana:"La Madonna mi fece anche un dono prezioso: mi disse che sarebbe apparsa una volta all'anno, il 18 marzo, per tutta la mia vita. Il 18 marzo è il mio compleanno, ma la Madonna non ha scelto questa data per questo motivo. Per Lei, il mio compleanno non è diverso da quello di qualsiasi altra persona. Si potrà comprendere perchè Maria ha scelto questa data solo quando gli eventi oggetto dei segreti inizieranno a verificarsi". (Queste sono le testuali parole di Mirjana). 

 

Il 18 marzo si sta avvicinando velocemente. Non posso affermare che il 18 marzo di quest'anno accadrà qualcosa così come, allo stato attuale, non può dirlo nessuno! Si può solo presumere! Quest'anno festegggiamo il quarantesimo anniversario delle Apparizioni della Madonna a Medjugorje. Il numero 40 per i Sacri Testi è un numero particolarmente indicativo e simbolico, lo ritroviamo diverse volte nelle scritture. Quello che mi fa ben sperare nasce da una riflessione mia personale che illustro: la Madonna, nel corso di questi ultimi 40 anni, ha dato messaggi profetici che si sono puntualmente avverati. Durante gli eventi da Lei preannunciati, ha via via suggerito il comportamento da adottare per mitigare l'avvenimento stesso. Cito quale esempio il periodo della guerra dei balcani, potrei formularne altri, ma questo mi sembra particolarmente esaustivo. La Madre di Dio parlò della guerra in tempi non sospetti, era il 26 giugno 1981, attraverso il famoso messaggio: pace, pace,pace, riconciliatevi. Riconciliatevi con Dio e tra di voi. Durante il conflitto durato 4 anni dal 1991 al 1995 in più occasioni la Madonna parlò della guerra. Elenco a tal proposito e per approfondimenti ulteriori i messaggi del: 2 dicembre 1991, 25 dicembre 1991, 25 aprile 1992, 25 marzo 1993, 25 ottobre 1993, 25 febbraio 1994. Ho preso questo periodo quale esempio ma allargo il ragionamento "catapultandolo" ai giorni d'oggi. Siamo nel pieno di una pandemia. Un agente infettivo ha colpito il mondo e si è appropriato della nostra vita. Stiamo vivendo un periodo particolarmente difficile e sofferto che, a mio parere, era stato preannunciato dalla Madonna attraverso il messaggio del 25 luglio 2019 dove tra le righe si legge: arriveranno le prove e voi non sarete forti. Mi piace, ahimè, sempre specificare che la Madonna, in quell'occasione, riferì di prove parlando al plurale e non al singolare; oggi il mondo sta vivendo la prova che non è legata ai segreti perchè gli stessi verranno preannunciati per tempo. Potrei allargare il mio ragionamento includendo l'attività nefasta del demonio responsabile, senz'ombra di dubbio, su quanto sta accadendo oggi, ma preferisco concludere il ragionamento senza girarci troppo intorno. Nell'ultimo anno, ossia da quando abbiamo un virus quale compagno di viaggio, la Madre di Dio non è mai entrata nel dettaglio della pandemia diversamente da quanto accaduto, come detto prima, nel periodo bellico. Non avendo letto nulla in tal senso, il mio personale auspicio è che il 18 marzo p.v. accada qualcosa. Personalmente sono stanco ed amareggiato: - di sentire parlate solo di Covid19 - di ascoltare notizie diffuse a raffica che sono buone solo per creare psicosi. - di vedere persone chiuse nelle loro paure che vivono una propria vita parallela. - di osservare bambini inermi davanti ad un futuro incerto. - di subire restrizioni continue che ledono la mia libertà. - di rendermi conto che Dio non è più tanto amato. - di entrare in chiesa e vedere tante volte Gesù solo, abbandonato.......appeso ad una Croce. Forse il mio è semplicemente un ragionamento egoistico. Dopo una vita "da arrampicatore" trascorsa tra innumerevoli esperienze, pensavo di essere arrivato in sommità perchè il mio rapporto con il Padre Eterno si è consolidato sempre di più. Volevo metaforicamente sedermi, non tanto per riposare, quanto per osservare le grazie che Dio ha compiuto in me e per me. Mi sbagliavo! Avevo ragionato attraverso l'io e non il noi. In analogia penso alla preghiera che Lui ci ha insegnato e che quando la recitiamo usiamo le parole: Padre nostro.......e non Padre mio. E come diceva il compianto Don Lorenzo Milani: la storia la insegna Dio e non noi e l’unica cosa cui ambisco è di capire il Suo disegno man mano che Lui lo svolge. Nulla però vieta al cristiano di osare un pò di più! Di metterci la faccia e di attendere il prossimo 18 marzo con il cuore aperto alla speranza.

 Antonello De Giorgio

lunedì 22 febbraio 2021

22 febbraio 2021 Festa della Cattedra di San Pietro Apostolo

 

 

Festa della Cattedra di san Pietro Apostolo, al quale disse il Signore: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Nel giorno in cui i Romani erano soliti fare memoria dei loro defunti, si venera la sede della nascita al cielo di quell’Apostolo, che trae gloria dalla sua vittoria sul colle Vaticano ed è chiamata a presiedere alla comunione universale della carità 



Il 22 Febbraio gli antichi Romani onoravano la memoria dei defunti e mangiavano presso le loro tombe, attorno alla loro «cattedra» (un seggio riservato al defunto per indicare che egli era presente al banchetto). Dal secolo IV in poi i cristiani hanno cominciato a onorare una «cattedra», molto più spirituale: quella di Pietro, capo della Chiesa di Roma.

La Chiesa di Cristo s’innalza sulla salda fede di Pietro



Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa.
Tra tutti gli nomini, solo Pietro viene scelto per essere il primo a chiamare tutte le genti alla salvezza e per essere il capo di tutti gli apostoli e di tutti i Padri della Chiesa. Nel popolo di Dio sono molti i sacerdoti e i pastori, ma la vera guida di tutti è Pietro, sotto la scorta suprema di Cristo. Carissimi, Dio si è degnato di rendere quest’uomo partecipe del suo potere in misura grande mirabile. E se ha voluto che anche gli altri principi della Chiesa avessero qualche cosa in comune con lui, è sempre per mezzo di lui che trasmette quanto agli altri non ha negato.
A tutti gli apostoli il Signore domanda che cosa gli uomini pensino di lui e tutti danno la stessa risposta, fino a che essa continua a essere l’espressione ambigua della comune ignoranza umana. Ma quando gli apostoli sono interpellati sulla loro opinione personale, allora il primo a professare la fede nel Signore è colui che è primo anche nella dignità apostolica.
Egli dice: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» e Gesù gli risponde «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli» (Mt 16,16-17). Ciò significa: tu sei beato perché il Padre mio ti ha ammaestrato, e non ti sei lasciato ingannare da opinioni umane, ma sei stato istruito da un’ispirazione celeste. La mia identità non te l’ha rivelata la carne e il sangue, ma colui del quale io sono il Figlio unigenito. Gesù continua: «E io ti dico»: cioè come il Padre mio ti ha rivelato la mia divinità, così io ti manifesto la tua dignità. «Tu sei Pietro». Ciò significa che se io sono la pietra inviolabile, «la pietra angolare che ha fatto dei due un popolo solo» (Ef 2,20. 14), il fondamento che nessuno può sostituire, anche tu sei pietra, perché la mia forza ti rende saldo. Così la mia prerogativa personale è comunicata anche a te per partecipazione. «E su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa» (Mt 16, 18). Cioè, su questa solida base voglio costruire il mio tempio eterno. La mia Chiesa, destinata a innalzarsi fino al cielo, dovrà poggiare sulla solidità di questa fede.
Le porte degli inferi non possono impedire questa professione di fede, che sfugge anche ai legami della morte. Essa infatti è parola di vita, che solleva ai cielo chi la proferisce e sprofonda nell’inferno chi la nega. E per questo che a san Pietro vien detto: «A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 19). Certo, il diritto di esercitare questo potere è stato trasmesso anche agli altri apostoli, questo decreto costitutivo è passato a tutti i principi della Chiesa. Ma non senza ragione è stato consegnato a uno solo ciò che doveva essere comunicato a tutti. Questo potere infatti è affidato personalmente a Pietro, perché la dignità di Pietro supera quella di tutti i capi della Chiesa

 

Sono passati 90 anni: Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve in Polonia, a Suor Faustina Kowalska e le affidò il messaggio della Devozione alla Divina Misericordia

 


Il 22 febbraio 1931 Gesù apparve, in Polonia, a Suor Faustina Kowalska (beatificata il 30 aprile 2000) e le affidò il messaggio della Devozione alla Divina Misericordia. Lei stessa così descrisse l'apparizione: "Mi trovavo nella mia cella, quando vidi il Signore vestito di candida veste. Aveva una mano alzata in atto di benedire; con l'altra toccava la tunica bianca sul petto, dal quale uscivano due raggi: uno rosso e l'altro bianco". Dopo un istante, Gesù mi disse: "Dipingi un quadro secondo il modello che vedi, e scrivici sotto: Gesù, io confido in Te! Desidero, inoltre che questa immagine sia venerata nella vostra Cappella e in tutto il mondo. I raggi rappresentano il Sangue e l'Acqua che sgorgarono quando il mio Cuore fu trafitto dalla lancia, sulla Croce. Il raggio bianco rappresenta l'acqua che purifica le anime; quello rosso, il sangue che è la vita delle anime". In un'altra apparizione Gesù le chiese l'istituzione della festa della Divina Misericordia, esprimendosi così: "Desidero che la prima domenica dopo Pasqua sia la festa della mia Misericordia. L'anima, che in quel giorno si confesserà e si comunicherà, otterrà piena remissione delle colpe e delle pene. Desidero che questa Festa si celebri solennemente in tutta la Chiesa".  

 


PROMESSE DI GESU' MISERICORDIOSO.

L'anima che venererà quest'immagine non perirà. Io, il Signore, la proteggerò con i raggi del mio cuore. Beato chi vive alla loro ombra, poiché la mano della Giustizia Divina non la raggiungerà! Proteggerò le anime che diffonderanno il culto alla mia Misericordia, per tutta la loro vita; nell'ora della loro morte, poi, non sarò Giudice ma Salvatore. Quanto più grande è la miseria degli uomini, tanto maggior diritto hanno alla mia Misericordia perché desidero salvarli tutti. La sorgente di questa Misericordia è stata aperta dal colpo di lancia sulla Croce. L'umanità non troverà né tranquillità né pace finché non si rivolgerà con piena fiducia a Me. Concederò grazie senza numero a chi recita questa corona. Se recitata accanto a un morente non sarò giusto Giudice, ma Salvatore. Io do all'umanità un vaso con il quale potrà attingere le grazie alla sorgente della Misericordia. Questo vaso è l'immagine con l'iscrizione: "Gesù, io confido in Te!". "O sangue ed acqua che scaturisci dal cuore di Gesù, come sorgente di misericordia per noi, io confido in Te!" Quando, con fede e con cuore contrito, mi reciterai questa preghiera per qualche peccatore io gli darò la grazia della conversione.

 


 CORONCINA DELLA DIVINA MISERICORDIA

 Si usi la corona del Rosario. In principio: Pater, Ave, Credo.

Sui grani maggiori del Rosario: "Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Nostro Signore Gesù Cristo in espiazione dei nostri peccati, del mondo e delle anime nel Purgatorio".

Sui grani dell'Ave Maria per dieci volte: "Per la sua dolorosa passione abbi misericordia di noi, del mondo e delle anime nel Purgatorio".

Alla fine ripetere per tre volte: "Dio Santo, Dio Forte, Dio Immortale: abbi pietà di noi, del mondo e delle anime nel Purgatorio".  



Maria Faustina Kowalska (19051938) Suor Maria Faustina, l'apostola della Divina Misericordia, appartiene oggi al gruppo dei santi della Chiesa più conosciuti. Attraverso di lei il Signore manda al mondo il grande messaggio della Divina Misericordia e mostra un esempio di perfezione cristiana basata sulla fiducia in Dio e sull'atteggiamento misericordioso verso il prossimo. Suor Maria Faustina nacque il 25 agosto 1905, terza di dieci figli, da Marianna e Stanislao Kowalska, contadini del villaggio di Gogowiec. Al battesimo nella chiesa parrocchiale di Edwinice Warckie le fu dato il nome di Elena. Fin dall'infanzia si distinse per l'amore alla preghiera, per la laboriosità, per l'obbedienza e per una grande sensibilità alla povertà umana. All'età di nove anni ricevette la Prima Comunione; fu per lei un'esperienza profonda perché ebbe subito la consapevolezza della presenza dell'Ospite Divino nella sua anima. Frequentò la scuola per appena tre anni scarsi. Ancora adolescente abbandonò la casa dei genitori e andò a servizio presso alcune famiglie benestanti di Aleksandròw e Ostroòek, per mantenersi e per aiutare i genitori. Fin dal settimo anno di vita sentiva nella sua anima la vocazione religiosa, ma non avendo il consenso dei genitori per entrare in convento, cercava di sopprimerla. Sollecitata poi da una visione di Cristo sofferente, partì per Varsavia dove il 1° agosto del 1925 entrò nel convento delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Col nome di Suor Maria Faustina trascorse in convento tredici anni nelle diverse case della Congregazione, soprattutto a Cracovia, Vilno e Pock, lavorando come cuoca, giardiniera e portinaia. All'esterno nessun segno faceva sospettare la sua vita mistica straordinariamente ricca. Svolgeva con diligenza tutti i lavori, osservava fedelmente le regole religiose, era concentrata, silenziosa e nello stesso tempo piena di amore benevolo e disinteressato. La sua vita apparentemente ordinaria, monotona e grigia nascondeva in se una profonda e straordinaria unione con Dio. Alla base della sua spiritualità si trova il mistero della Misericordia Divina che essa meditava nella parola di Dio e contemplava nella quotidianità della sua vita. La conoscenza e la contemplazione del mistero della Misericordia di Dio sviluppavano in lei un atteggiamento di fiducia filiale in Dio e di misericordia verso il prossimo. Scriveva: "O mio Gesù, ognuno dei tuoi santi rispecchia in sé una delle tue virtù; io desidero rispecchiare il Tuo Cuore compassionevole e pieno di misericordia, voglio glorificarlo. La Tua misericordia, o Gesù, sia impressa sul mio cuore e sulla mia anima come un sigillo e ciò sarà il mio segno distintivo in questa e nell'altra vita" (Q. IV,7). Suor Maria Faustina fu una figlia fedele della Chiesa, che essa amava come Madre e come Corpo Mistico di Cristo. Consapevole del suo ruolo nella Chiesa, collaborava con la Misericordia Divina nell'opera della salvezza delle anime perdute. Rispondendo al desiderio e all'esempio di Gesù offriva la sua vita in sacrificio. La sua vita spirituale si caratterizzava inoltre per l'amore all'Eucarestia e per una devozione profonda alla Madre di Dio della Misericordia. Gli anni della sua vita religiosa abbondarono di grazie straordinarie: le rivelazioni, le visioni, le stigmate nascoste, la partecipazione alla Passione del Signore, il dono dell'ubiquità, il dono di leggere nelle anime umane, il dono della profezie e il raro dono del fidanzamento e dello sposalizio mistico. Il contatto vivo con Dio, con la Madonna, con gli angeli, con i santi, con le anime del purgatorio, con tutto il mondo soprannaturale fu per lei non meno reale e concreto di quello che sperimentava con i sensi. Malgrado il dono di tante grazie straordinarie era consapevole che non sono esse a costituire l'essenza della santità. Scriveva nel "Diario": "Né le grazie, né le rivelazioni, né le estasi, né alcun altro dono ad essa elargito la rendono perfetta, ma l'unione intima della mia anima con Dio. I doni sono soltanto un ornamento dell'anima, ma non ne costituiscono la sostanza né la perfezione. La mia santità e perfezione consiste in una stretta unione della mia volontà con la volontà di Dio" (Q. III,28). Il Signore scelse Suor Maria Faustina come segretaria e apostola della sua misericordia, mediante lei, un grande messaggio al mondo. "Nell'Antico Testamento mandai al Mio popolo i profeti con i fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la Mia misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, ma desidero guarirla e stringerla al Mio Cuore misericordioso" (Q. V,155). La missione di Suor Maria Faustina consisteva in tre compiti: avvicinare e proclamare al mondo la verità rivelata nella Sacra Scrittura sulla Misericordia di Dio per ogni uomo. Implorare la Misericordia Divina per tutto il mondo, soprattutto per i peccatori, in particolar modo con le nuove forme di culto della Divina Misericordia indicate da Gesù: l'immagine di Cristo con la scritta: Gesù confido in te!, la festa della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua, la coroncina della Divina Misericordia e la preghiera nell'ora della Divina Misericordia (ore15). A queste forme di culto e anche della diffusione dell'adorazione della Misericordia, il Signore allegava grandi promesse a condizione dell'affidamento a Dio e della prassi dell'amore attivo per il prossimo. Ispirare un movimento apostolico della Divina Misericordia con il compito di proclamare e implorare la Misericordia Divina per il mondo e di aspirare alla perfezione cristiana sulla via indicata da Suor Maria Faustina. Si tratta della via che prescrive un atteggiamento di fiducia filiale, l'adempimento della volontà di Dio e un atteggiamento di misericordia verso il prossimo. Oggi questo movimento riunisce nella Chiesa milioni di persone di tutto il mondo: le congregazioni religiose, gli istituti secolari, i sacerdoti, le confraternite, le associazioni, le diverse comunità degli apostoli della Divina Misericordia e le persone singole che intraprendono i compiti che il Signore ha trasmesso a Suor Maria Faustina. La missione di Suor Maria Faustina è stata descritta nel "Diario" che lei redigeva seguendo il desiderio di Gesù e i suggerimenti dei padri confessori, annotando fedelmente tutte le parole di Gesù e rivelando il contatto della sua anima con lui. Il Signore diceva a Faustina: "Segretaria del Mio mistero più profondo... il tuo compito più profondo è di scrivere tutto ciò che ti faccio conoscere sulla Mia misericordia, per il bene delle anime che leggendo questi scritti proveranno un conforto interiore e saranno incoraggiate ad avvicinarsi a Me" (Q. VI,67). Quest'opera infatti avvicina in modo straordinario il mistero della Misericordia Divina; il "Diario" è stato tradotto in varie lingue, tra cui inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, portoghese, russo, ceco, slovacco e arabo. Suor Maria Faustina, distrutta dalla malattia e dalle varie sofferenze che sopportava volentieri come sacrificio per i peccatori, nella pienezza della maturità spirituale e misticamente unita a Dio, morì a Cracovia il 5 ottobre 1938 all'età di appena 33 anni. La fama della santità della sua vita crebbe insieme alla diffusione del culto della Divina Misericordia sulla scia delle grazie ottenute tramite la sua intercessione. Negli anni 196567 si svolse a Cracovia il processo informativo relativo alla sua vita e alle sue virtù e nel 1968 iniziò a Roma il processo di beatificazione che si concluse nel dicembre del 1992. Fu beatificata da Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro a Roma, il 18 aprile 1993. Canonizzata dallo stesso papa il 30 aprile 2000. Le reliquie di Suor Faustina si trovano nel santuario della divina misericordia a Cracovia.