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domenica 30 settembre 2018

MONSIGNOR HOSER DURANTE L'OMELIA A MEDJUGORJE OGGI HA DETTO......

 

MONSIGNOR HOSER DURANTE L'OMELIA DI QUESTA MATTINA A MEDJUGORJE: Dobbiamo fare un'opposizione al male che vuole distruggere gli uomini la loro vita, la loro felicità con la teologia della morte, questo è peccato al "Dio Creatore"!!!
Dobbiamo essere consapevoli della situazione odierna , per diventare ed essere apostoli, evangelizzatori di questo tempo. Tutti!! Chi viene a Medjugorje deve diventare testimone del Dio VIVO del Dio misericordioso e anche della nostra Madre, Madre della Chiesa della nostra Santa Vergine Regina. I Testimoni... che li hanno "rincontrati "quì, possiamo essere così "A
( Pagina Medjugorje tutti i Giorni)

raldi mondiali" e testimoniare che Dio esiste che Dio è amore, che Dio è misericordioso che Dio è nostra grandezza, è il nostro scopo della nostra vita amen.

  Domenica 30 -09-2018

Adorazione Eucaristica- Međugorje - Sabato 29 Settembre 2018 - fra Marinko Šakota.

Adorazione Eucaristica- Međugorje - Sabato 29 Settembre 2018 - fra Marinko Šakota.

sabato 29 settembre 2018

Il Papa chiede di diffondere in tutto il mondo questo suo appello

Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, 29.09.2018


Il Santo Padre ha deciso di invitare tutti i fedeli, di tutto il mondo, a pregare il Santo Rosario ogni giorno, durante l’intero mese mariano di ottobre; e a unirsi così in comunione e in penitenza, come popolo di Dio, nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi.
Nei giorni scorsi, prima della sua partenza per i Paesi Baltici, il Santo Padre ha incontrato padre Fréderic Fornos S.I., direttore internazionale della Rete Mondiale di Preghiera per il Papa; e gli ha chiesto di diffondere in tutto il mondo questo suo appello a tutti i fedeli, invitandoli a concludere la recita del Rosario con l’antica invocazione “Sub Tuum Praesidium”, e con la preghiera a San Michele Arcangelo che ci protegge e aiuta nella lotta contro il male (cfr. Apocalisse12, 7-12).
La preghiera – ha affermato il Pontefice pochi giorni fa, l’11 settembre, in un’omelia a Santa Marta, citando il primo libro di Giobbe - è l’arma contro il Grande accusatore che “gira per il mondo cercando come accusare”. Solo la preghiera lo può sconfiggere. I mistici russi e i grandi santi di tutte le tradizioni consigliavano, nei momenti di turbolenza spirituale, di proteggersi sotto il manto della Santa Madre di Dio pronunciando l’invocazione “Sub Tuum Praesidium”.
L’invocazione "Sub Tuum Praesidium" recita così:
“Sub tuum praesidium confugimus Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus, sed a periculis cunctis libera nos semper, Virgo Gloriosa et Benedicta”.
[Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci da ogni pericolo, o Vergine Gloriosa e Benedetta].
Con questa richiesta di intercessione il Santo Padre chiede ai fedeli di tutto il mondo di pregare perché la Santa Madre di Dio, ponga la Chiesa sotto il suo manto protettivo: per preservarla dagli attacchi del maligno, il grande accusatore, e renderla allo stesso tempo sempre più consapevole delle colpe, degli errori, degli abusi commessi nel presente e nel passato e impegnata a combattere senza nessuna esitazione perché il male non prevalga.
Il Santo Padre ha chiesto anche che la recita del Santo Rosario durante il mese di ottobre si concluda con la preghiera scritta da Leone XIII:
“Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen”.
[San Michele Arcangelo, difendici nella lotta: sii il nostro aiuto contro la malvagità e le insidie del demonio. Supplichevoli preghiamo che Dio lo domini e Tu, Principe della Milizia Celeste, con il potere che ti viene da Dio, incatena nell’inferno satana e gli spiriti maligni, che si aggirano per il mondo per far perdere le anime. Amen].
[01504-IT.01] [Testo originale: Italiano]

martedì 25 settembre 2018

MESSAGGIO DEL 25 SETTEMBRE 2018 - MEDJUGORJE

MESSAGGIO DELLA REGINA DELLA PACE A MEDJUGORJE 25 SETTEMBRE 2018
 DATO ALLA VEGGENTE MARIJA

Cari figli,

        anche la natura vi offre i segni del suo amore attraverso i frutti che vi dona. Anche voi, con la mia venuta, avete ricevuto l’abbondanza dei doni e dei frutti. Figlioli, quanto avete risposto alla mia chiamata, Dio sa. Io vi invito: Non è tardi, decidetevi per la santità e per la vita con Dio nella grazia e nella pace! Dio vi benedirà e vi darà il centuplo, se confidate in Lui. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Noi rappresentiamo la grande famiglia di Medjugorje sparsi in tutti il mondo... - VIDEO


 
L'arcivescovo Hoser ieri
Tutta l'Omelia del 24 settebre 2018 con traduzione in Italiano - Medjugorje
 VIDEO:





 

Il Vaticano prepara il “piano Medjugorje”

Il Vaticano prepara il “piano Medjugorje”: più messe, sacerdoti e strutture per i fedeli

lunedì 24 settembre 2018

Hoser ha parlato dei piani per migliorare le condizioni per i fedeli a Medjugorje






Visitatore apostolico Hoser: Medjugorje è il polmone spirituale dell'Europa

Visitatore Apostolico per Medjugorje, arcivescovo polacco Henryk Hoser, ha parlato la scorsa settimana di piani per migliorare le condizioni per i fedeli in questo luogo di pellegrinaggio, tra cui il servizio di un gran numero di messe in diverse lingue.
"Medjugorje rappresenta il polmone spirituale dell'Europa", ha detto Hoser al Catholic Youth Center di Varsavia. "Questo è il luogo in cui milioni scoprono il Dio e la bellezza della Chiesa".
"Ora dobbiamo ristrutturare la sua infrastruttura, principalmente fornendo uno spazio liturgico. Abbiamo anche bisogno di espandere le aree per il rinnovamento spirituale e creare nuovi luoghi per celebrare l'Eucaristia, specialmente per i pellegrini ", ha aggiunto.

Ha anche invitato i preti polacchi a venire a Medjugorje e aiutare a confessare i pellegrini, perché ce n'è un grande bisogno.
Ricordate, Papa Francesco Arcivescovo Hoser ha nominato Visitatore Apostolico per Medjugorje 31 maggio 2018, con l'intenzione di fornire "un accompagnamento solido e permanente della comunità parrocchiale di Medjugorje, ei fedeli, che vengono in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono particolare attenzione."
Nel suo discorso, ha sottolineato il fatto che oggi molti vedono solo il "lato sociale della Chiesa" e non riescono a percepire la sua missione religiosa.
"Tutti noi portiamo la responsabilità per la Chiesa - siamo tutti chiamati ad essere apostoli, evangelisti e insegnanti, secondo i doni che riceviamo da Dio", ha detto l'arcivescovo polacco, e ha sottolineato la dimensione missionaria della impatto di Medjugorje per tutta la Chiesa.
"Quello che è anche sorprendente è che ora in molti paesi ci sono reti di pellegrini che hanno visitato Medjugorje, i quali pregano insieme e impegnarsi in azioni concrete per il bene della loro comunità locale e la Chiesa", ha detto Hoser, aggiungendo che molti gruppi di fedeli provenienti da occidentale paesi in cui "la Chiesa era atrofizzata" e a Medjugorje "a volte sperimentano la grazia di Dio".
Tutti i fedeli, per lo più giovani pellegrini e visitatori, l'estate in attesa a temperature che sono spesso più di 30 gradi in modo da avere confessato ha avvertito Hoser e ha sottolineato che è necessario per coprire e la passeggiata principale a Medjugorje, oltre a fornire le condizioni migliori per convegni e beneficenza lavoro.
Ivo Džeba | Bitno.net

 

domenica 23 settembre 2018

Il miracolo che fu decisivo per la causa di beatificazione di padre Pio

Perché un servo di Dio possa essere dichiarato Beato, si richiedono due condizioni: l’esercizio eroico delle virtù e un miracolo operate da Dio per sua intercessione, dopo la morte. Tutte e due condizioni si sono verificate per Padre Pio.
La Chiesa ha dichiarato l’eroicità delle sue virtù con decreto del 18 dicembre 1997. Inoltre il 21 dicembre 1998, ha riconosciuto come miracolosa la guarigione della signora Consiglia De Martino, avvenuta a Salerno il 2 novembre 1995. In seguito a tale miracolo, Padre Pio fu dichiarato Beato, il 2 maggio 1999.

Il miracolo della beatificazione
Consiglia De Martino, nata a Salerno il 20 gennaio 1952, la sera del 31 ottobre 1995, si ammalò di “rottura traumatica del dotto toracico al collo con versamento liquido chiloso”. Ricoverata nell’ospeda1e civile “San Leonardo” della sua città, il 1° novembre 1995, ne uscì pochi giorni dopo perfettamente guarita.
Considerazioni medico sanitarie:
  1. La guarigione della malattia è avvenuta senza alcuna terapia, né medica né chirurgica.
  2. Dalla malattia, ampiamente accertata, non è derivato nessun postumo a carico degli organi interni, sia toracici che addominali.
  3. La guarigione è avvenuta in maniera oltre modo rapida e del tutto imprevedibile rispetto al normale andamento delle cose, ma soprattutto rispetto alla indubbia gravità della situazione clinica iniziale.
  4. Tale gravità era rappresentata dalla quantità di liquido linfatico travasato dalla rottura traumatica del dotto toracico, stimabile in non meno di due litri.
  5. Il fatto maggiormente sorprendente è consistito proprio nella estrema rapidità del riassorbimento di tale liquido (non semplicemente acquoso, ma contenente grassi), nonché nella chiusura spontanea del dotto toracico. Il tutto è avvenuto nell’arco di 24 ore o poco più.
  6. Detta guarigione, che si è mantenuta stabile nel tempo, è stata dichiarata dai sanitari curanti scientificamente inspiegabile.

Invocazione di Padre Pio
La signora Consiglia De Martino è devota di Padre Pio (come tutti i suoi familiari) da diversi anni e lo invoca in tutte le sue necessità; fa parte di un Gruppo di Preghiera; ogni mese si reca a San Giovanni Rotondo (FG), in pellegrinaggio, alla tomba del venerato Padre.
Appena giunta al Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Salerno, il 1° novembre 1995, fu subito sottoposta all’esame della TAC. La sanata ha dichiarato: “Terno a rilevare che nel corso della TAC l’unica mia preoccupazione fa quella di invocare l’aiuto di Padre Pio”.
Dopo poche ore dal ricovero nel Reparto di Chirurgia d’Urgenza, la sanata telefona, col cellulare di suo marito, a San Giovanni Rotondo per chiedere preghiere al Servo di Dio Padre Pio, attraverso fra Modestino Fucci, confratello del venerato Padre.
Anche il marito della signora Consiglia De Martino, signor Antonio Rinaldi, preoccupato, si rivolge, in preghiera, al Servo di Dio Padre Pio. Ecco la sua deposizione:
“(…) nel pomeriggio del 1° novembre 1995, preoccupato per le sorti di mia moglie, mi sono appartato in preghiera, invocando l’intercessione di Padre Pio (…); le mie invocazioni furono rivolte unicamente ed esclusivamente a Padre Pio (). Al momento in cui ho invocato ’intercessione di Padre Pio ero preoccupato per la salute di mia moglie e pertanto istintivamente il mio pensiero era andato a Padre Pio, del quale sono molto devoto da parecchi anni.”
Anche la figlia della sanata, Michela, il primo gesto istintivo che compie, dopo il ricovero in ospedale della madre, è quello di raccomandare la madre all’intercessi0ne di Padre Pio. Telefona infatti a San Giovanni Rotondo e parla con fra Modestino Fucci, chiedendo preghiere a Padre Pio. Fra Modestino Fucci, ha deposto: “(…) ricevetti la telefonata da Michela Rinaldi, figlia di Consiglia De Martino, (…) mi chiese di pregare sulla tomba di Padre Pio per la guarigione della mamma. Telefonicamente mi resi conto come ella fosse agitata e preoccupata per la salute della mamma. Mi recai subito alla tomba di Padre Pio e rivolsi a lui la mia preghiera per la guarigione di Consiglia De Martino».
La sanata racconta due “fenomeni” (non insoliti in riferimento al venerato Padre).
“Terminnato il secondo esame TAC fui trasportata in ascensore nel reparto e in quel momento avvertii un intensp profumo di fiori. Già negli anni precedenti, qualche volta avevo avvertito lo stesso profumo in alcune circostanze in cui pregavo Padre Pio. La sensazione di profumo avvertita mentre ero in ascensore si unì al dubbio che poteva essere il profumo dell’infermiera che mi stava accompagnando. In realtà dopo circa una mezz’ora fui accompagnata dalla stessa infermiera per l’esame ecodoppler, in lei non vi era alcun profumo che io avevo avvertito mentre ero in ascensore”.
E prosegue: “Il 3 novembre chiesi al dott. Mazzarella che cosa avessi ed egli di rimando mi osservò: ”Quando un tubo è rotto cosa si fa?”. Da queste parole io ho pensato che forse io sarei stata operata. In quel momento i0 mi affidai nuovamente all’intercessione di Padre Pio, invocandolo perchè non ci fosse alcun intervento chirurgico.
Nel pomeriggio del 3 novembre, mentre ero in dormiveglia, ho avvertito una sensazione gradevole che qualcuno mi stesse cucendo all’altezza clavicola sinistra. Io attribuii la sensazione di benessere all’intercessione di Padre Pio, a cui avevo rivolto le mie invocazioni. (…)
La mattina del 4 novembre avvertii nuovamente il profumo di cui ho già parlato mentre ero in ascensore e venivo portata nel reparto. Chiesi alle altre degenti se avessero usato profumo, mi fu risposto di no e quindi compresi che doveva riferirsi a Padre Pio”.
Tutti i familiari della sanata, che hanno deposto nel Processo, attribuiscono la risoluzione  della patologia (la guarigione) all’intervento prodigioso e tempestivo di Padre Pio.
“Consiglia è convinta, come del resto lo siamo un po’ tutti che la sua guarigione è avvenuta per intercessione di Padre Pio”.
“Sono convinto che la guarigione di Consiglia sia stata il frutto dell’invocazione dell’intercessione rivolta a Padre Pio”.
“Ho vissuto in prima persona le vicende che si riferiscono al fatto prodigioso attribuito all’intercessione di Padre Pio”.

venerdì 21 settembre 2018

Oggi il rito di apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di CHIARA CORBELLA PETRILLO

 
VIDEO DI OGGI ( Clicca su questa scritta):
 

https://www.facebook.com/Aleteiait/videos/553862025053901/?hc_ref=ARTez_p0ZSMH-dEKPpea4Vu0ntgkTZ7-wqmrGK_zPhUGydcPG5qNV-s3WQDvQREF5oU 

 

La causa di beatificazione. Chiara Corbella Petrillo, la santità della porta accanto


venerdì 21 settembre 2018
Il cardinale vicario di Roma ha aperto in San Giovanni la causa di beatificazione della giovane mamma morta nel 2012 per aver rimandato le cure di un tumore, salvando il feto che portava in grembo
Chiara Corbella Petrillo, la santità della porta accanto
Quella di Chiara Corbella è "la santità della porta accanto, di quelli che vivono vicino a noi e sono un riflesso della presenza di Dio". Lo ha detto il cardinale vicario di Roma Angelo De Donatis, aprendo a poco più di sei anni dalla morte, avvenuta il 13 giugno 2012, la fase diocesana della causa di beatificazione della serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. La cerimonia si è svolta nella Basilica di San Giovanni in Laterano, gremita da oltre duemila fedeli, in gran parte giovani, molti dei quali commossi fino alle lacrime, alla presenza dei genitori di Chiara, della sorella, del marito Enrico Petrillo e del figlio Francesco, un vispo bambino di sette anni, nato sano proprio grazie al sacrificio della giovane mamma (al momento della morte aveva 28 anni), la quale volle rimandare le cure per un tumore scoperto nel corso della gravidanza, proprio per non danneggiare il feto.
La data del 21 settembre non è stata scelta a caso, perché Chiara ed Enrico avrebbero festeggiato dieci anni di matrimonio.

Videointervista. Il marito: «Dio è passato nella mia vita»

 

"Aprendo oggi la fase diocesana - ha detto intatti il cardinale De Donatis - auspichiamo che al termine dell'iter canonico Chiara possa divenire un modello di santità, approvato dalla Chiesa, per tutti i fedeli cristiani e soprattutto per coloro che in questa giovane donna sposata e madre di tre figli (prima di Francesco Chiara dette alla luce altri due bimbi, nati con gravi malformazioni e morti poco dopo il parto, ndr) trovino incoraggiamento e sostegno nel servizio dell'amore coniugale e alla vita".
Il porporato ha ripercorso con un breve ma denso discorso le tappe della vita della beatificanda. Soprattutto per quanto riguarda la sua storia d'amore con Enrico, conosciuto durante una vacanza in Croazia, e poi sposato nel 2008. "Una ragazza normale. Sempre allegra, positiva, autoironica. Non ha preso sul serio nemmeno la malattia - ha notato De Donatis, citando il papà Roberto -, ci scherzava sopra, fino alla fine. Le piaceva viaggiare, amava la vita, la musica, suonava il piano e il violino. Già da viva era un punto di riferimento per molti, sapeva ascoltare, stare vicino a chi aveva bisogno di aiuto". Insomma, ha concluso il cardinale, Chiara Corbella Petrillo è stata "un faro di luce, che fa quasi toccare con mano la vicinanza amorevole di Dio che è Padre e aiuta a scoprire la bellezza della Chiesa, che nella fraternità dei suoi figli e nella cura dei suoi pastori si mostra madre".
La sua vita, quasi come un testamento spirituale, si può riassumere del resto in una frase citata dal cardinale vicario: "Qualsiasi cosa farai avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna". Quella vita che Chiara ha raggiunto a soli 28 anni e che ora si prepara a mostrare come esempio a tutti gli altri.
>>> Vai al sito in memoria di Chiara Corbella
Si trattava della straordinaria vicenda di una mamma (oggi avrebbe 34 anni, essendo nata nel gennaio del 1984 a Roma ) che aveva preferito rimandare le cure di un male incurabile che la affliggeva da due anni per portare avanti la gravidanza di suo figlio, Francesco nato sano. Solo allora Chiara si affiderà alle cure, ma è ormai troppo tardi. "Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente. Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi" scriveva allora Chiara.
L'editto
L'editto
Del documento ufficiale della diocesi di Roma, che reca la data del 2 luglio scorso e la firma del cardinale vicario per la diocesi di Roma Angelo De Donatis e del notaio Marcello Terramani, a dare per primo la notizia è stato il sito della Postulazione dell’ordine dei Carmelitani scalzi al quale la causa è affidata (il postulatore è il trentino padre Romano Gambalunga). L’Editto sarà affisso alle porte del vicariato di Roma e lì resterà per i prossimi due mesi, mentre si procede alla raccolta della documentazione necessaria perché possa essere avviato il processo."La sua oblazione rimane come faro di luce -si legge nell'Editto del vicariato di Roma - della speranza, testimonianza della fede in Dio, autore della vita, esempio dell'amore più grande e della morte" .

ECCO COSA CHIARA SCRISSE DI SE'

Mi chiamo Chiara sono cresciuta in una famiglia cristiana che sin da bambina mi ha insegnato ad avvicinarmi alla fede.Quando avevo 5 anni mia madre cominciò a frequentare una comunità del Rinnovamento dello Spirito e così anche io e mia sorella cominciammo questo percorso di fede che ci ha accompagnato nella crescita e mi ha insegnato a pregare e a rivolgermi in maniera semplice a Gesù come ad un amico a cui raccontare le mie difficoltà e i miei dubbi, ma soprattutto mi ha insegnato a condividere la fede con i fratelli che camminavano con me.All’età di 18 anni in un pellegrinaggio incontrai Enrico e pochi mesi dopo ci fidanzammo.Nel fidanzamento durato quasi 6 anni, il Signore ha messo a dura prova la mia fede e i valori in cui dicevo di credere.Dopo 4 anni il nostro fidanzamento ha cominciato a barcollare fino a che non ci siamo lasciati.In quei momenti di sofferenza e di ribellione verso il Signore, perché ritenevo non ascoltasse le mie preghiere partecipai ad un Corso Vocazionale ad Assisi e li ritrovai la forza di credere in Lui, provai di nuovo a frequentare Enrico e cominciammo a farci seguire da un Padre Spirituale, ma il fidanzamento non ha funzionato fin tanto che non ho capito che il Signore non mi stava togliendo niente ma mi stava donando tutto e che solo Lui sapeva con chi io dovevo condividere la mia vita e che forse io ancora non ci avevo capito niente!Finalmente libera dalle aspettative che mi ero creata ho potuto vedere con occhi nuovi quello che Dio voleva per me.Poco dopo contro ogni nostra aspettativa superate le nostre paure abbiamo deciso di sposarci.Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente.Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi.
Chiara Corbella Petrillo, al Laboratorio della fede, Gennaio 2011.

Il veggente Ivan a Vienna con l'arcivescovo Hoser per pregare per la PACE

PREGHIERA PER LA PACE NELLA CATTEDRALE DI SANTO STEFANO A VIENNA 2018/09/21 Migliaia di fedeli si sono riuniti ieri, 20 settembre 2018, nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna per pregare per la pace nello spirito di Medjugore. Dopo gli impulsi e il canto spirituale, il veggente Ivan Dragicevic di Medjugorje nella cattedrale durante la preghiera del Rosario ha avuto l'apparizione della Madonna. In quel momento, era tranquillo nella cattedrale. I credenti erano immersi nella preghiera. Ivan ha detto che la Madonna era molto felice e pregava soprattutto per i sacerdoti presenti. Inoltre, la Madonna ci chiama alla santità in famiglia. Quindi segui la solenne Santa Messa con il cardinale Schönborn e il rappresentante speciale l'arcivescovo di Medjugorje Hoser. L'arcivescovo ha predicato molto positivamente sulle sue esperienze in e con Medjugorje. Ha richiamato all'importanza della confessione, della preghiera, del digiuno e del pentimento. Questo è stato seguito dal culto , con canzoni di Medjugorje. Infine, il cardinale Schönborn è andato con l'ostensorio attraversando la cattedrale per benedire tutti i fedeli.



ALCUNI FILMATI ( cliccate sulle scritte qui sotto):

 https://www.facebook.com/gebetsaktion/videos/275907699800614/?__xts__[0]=68.ARDqfW6dqJuXbWoDC_s0W8fVozBSpG2s325antMlJFkKAOujDQIo9K2O2nX_63EgaPmkO9WEhd77Lh1WrjMkFB9Y7BWv0jocjnmJzUsZoPJGLaFwCiqtcxoJZVy6FRSGf3qWnw4Axdw5hxH-lD8CXCbnN0lRRXwCMcw7KG4KVkAuKactL83hEw&__xts__[1]=68.ARBkC00EJ7Xk95IFlTJy_3iDBMxVAeXCP-ubXpJcf8ev1AVLUOhuE2nw_AIDMJ4ackaeMuIrMhEk9Pil9Jf9iSDt-BrII8ftuoEh6BfBfHWlpORtodMU8BR-4taW-xk5Y8cCwRoVlZxiGNh1rcGqzs48ka2CwcXPwlpFOkT_2UDFFQ3u0DhvbQ&hc_ref=ARRXsD5BRsLicbvdZIq7YXC83ys4QO0oloGqBMecQvQk9-ehbSzY1w37QhQnbVYZT20&fref=nf&__tn__=kCH-R


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https://www.facebook.com/krizan.brekalo.5/videos/2016829878378106/ 


Fonte:http://www.gebetsaktion.at/aktuelles/friedensgebet-im-wiener-stephansdom/

mercoledì 19 settembre 2018

Medico: Sono stato “spettatore diretto” di alcuni casi di guarigione a Medjugorje

Intervista a Giancarlo Comeri, nella prima equipe medica per valutazione dei veggenti di Medjugorje.

TESTIMONIANZE DI FEDE –  Giancarlo Comeri è Medico chirurgo specialista in urologia, laureato nel 1968 all’Università di Pavia, ha lavorato a Varese, Como, Castellanza . Tuttora Primario Urologo.all’Ospedale Multimedica di Castellanza.
Ha insegnato per 8 anni nella scuola di specializzazione in Urologia dell’Università di Milano negli anni ’90. Presidente del Consorzio Sanitario di Zona di Varese 3 dal 1975 al 1980. Direttore del Consultorio “La Casa” di Varese dal 1980 al 1988. Coniugato dal 1970, ha 4 figli adottivi.
Nel 1984 ha partecipato alla prima équipe medica italiana per la valutazione informale dei veggenti di Medjugorje allorchè le apparizioni avvenivano quotidianamente a 5 veggenti (Mirjana aveva cessato di avere apparizioni il Natale 1982). Da allora ha accompagnato oltre 90 pellegrinaggi a Medjugorje, credendo fermamente nella veridicità delle apparizioni non solo per i riscontri che la scienza ha potuto dare e confermare negli anni, ma soprattutto per i frutti di guarigione fisica e spirituale di cui è stato testimone. Lo scorso anno è’ stato impegnato con diversi amici, medici e non, fra cui l’amico Gigi Leva presidente dell’Associazione “Amici di Medjugorje” di Varese, il notaio Carmelo Candore, il Dott. Mario Botta, cardiochirurgo, e un gruppo di amici di Napoli facenti capo ad Antonietta Nocerino, con l’appoggio dei frati del santuario bosniaco, nel tentativo di realizzare una rete di soccorso tipo 118 all’altezza delle necessità esistenti attualmente a Medjugorje, senza conseguire purtroppo risultati concreti per le chiusure e le opposizioni che si sono manifestate in loco. Fa parte del direttivo dell’Associazione “Amici di Medjugorje” di Varese
Dice il Dott. Comeri: “La prospettiva attuale è quella di far conoscere a quanti più possibile l’amore materno con cui Maria ci accompagna come suoi “cari figli” da quasi 33 anni a questa parte perchè abbiamo a realizzare la nostra vita mettendo Suo Figlio Gesù al primo posto”.
Il Dott. Comeri, ha anche scritto la prefazione del libro di Antonello De Giorgio “Non sono ancora una foto sopra una lapide” e una sua testimonianza nel libro fotografico intitolato” Medjugorje” di Riccardo Ranza di Varese.
Dott. Comeri, Lei è stato la prima volta a Medjugorje con un equipe medica nel 1984, esattamente il 25 marzo. Siete stati chiamati per constatare da un punto di vista scientifico, l’eccezionalità delle apparizioni. Quali sono state le vostre conclusioni?
In effetti la mia partecipazione è stata fortuita, grazie all’amico Mario Botta, cardiochirurgo, che essendosi interessato ai fatti di Medjugorje alla fine del 1983, aveva ricevuto l’invito da parte dei frati di Medjugorje di fare dei rilievi scientifici sui veggenti in un suo successivo viaggio nel paese Bosniaco. Mario mi ha parlato di queste apparizioni in corso e della possibilità di conoscerle da vicino, per cui decisi di andare a Medjugorje con lui, con il solo intento di partecipare ad un’apparizione, cui non avevo mai pensato né tantomeno avevo avuto la possibilità di fare, e questo avveniva in coincidenza con il grande evento della consacrazione della Russia e del mondo intero da parte di Giovani paolo II in unione con tutti i vescovi della terra, esaudendo in tal modo la richiesta della Vergine fatta a suor Lucia nel 1925, consacrazione memorabile avvenuta il 25 marzo del 1984 sul sagrato di S. Pietro al cospetto della statua originale della Madonna di Fatima, e che ha cambiato il corso della storia. Il mio è stato un viaggio pieno di Fede, insieme ad altri tre amici medici dell’Ospedale S. Anna di Como, dove allora lavoravo, che non mirava assolutamente a fare dei rilievi scientifici a cui non ci eravamo preparati. All’arrivo però, dopo essere stati calorosamente accolti, siamo stati invitati tutti quanti a “constatare” in qualche modo lo stato di estasi dei veggenti durante l’apparizione. A parte Mario Botta che si era portato dall’Italia un apparecchio per eseguire il test di Holter, cioè per registrare in continuo l’elettrocardiogramma ai veggenti prima, durante e dopo l’apparizione, per noi altri medici dell’improvvisata equipe si trattava di inventarci qualcosa, non avendo predisposto apparecchiature di alcun genere. D’altra parte anche Bernadette a Lourdes era stata studiata solo con un grosso ago da calza che l’aveva punta senza che se ne accorgesse e con una candela che le era stata accesa sotto le mani giunte durante l’estasi senza provocare reazione alcuna da parte della veggente. Sta di fatto che, emozionatissimo dal partecipare per la prima volta in vita mia ad un evento soprannaturale come quello, mi sono inventato di saggiare i riflessi achillei di una delle veggenti durante l’apparizione, inginocchiandomi dietro a Vicka. Non sapendo di fatto cosa fosse un’estasi, né avendo mai avuto fino allora occasione di studiarla, ho così finito per fare un esame che, nel contesto di uno stato d’estasi, non poteva provare nulla dal momento che l’estasi produce variazioni soltanto a livello sensoriale e non a livello dei riflessi profondi. Ci ha pensato la Madonna a farmelo sapere con molto riguardo quando, alla fine di quell’apparizione, Vicka ha riferito in croato a Padre Tomislav Vlasic, presente nella stanzetta dell’apparizione, di dirmi che “queste cose non erano importanti”, che cioè non aiutavano a stabilire lo stato di estasi dei veggenti ( in altri termini avevo fatto un esame che non serviva a nulla) Dal momento che non era possibile che Vicka si fosse inventata una cosa del genere, una volta che ho appurato che i riflessi non potevano variare nel corso di un’estasi, ho avuto la prova, non richiesta ma venuta ugualmente dal Cielo, che i veggenti durante l’estasi parlano veramente con Qualcuno che noi non possiamo vedere e che questa Entità può in effetti essere la Vergine Maria che essi possono vedere in tutta la Sua bellezza e in tre dimensioni, ascoltare e toccare. Quindi in questo mio primo viaggio ho avuto la grazia di vedere sparire di colpo qualsiasi dubbio sulla verità delle apparizioni di Medjugorje. Per di più non è vero che li mia ricerca di riflessi non fosse servita a nulla: constatai infatti in quell’occasione che vi era assenza dei riflessi achillei solo da un lato. Pochi mesi dopo Vicka cominciò a soffrire di severi mal di testa e fu fatta diagnosi di una massa intracranica (miracolosamente scomparsa dopo qualche anno di sofferenze) che giustificava l’asimmetria dei riflessi da me constatata.
Gli studi scientifici successivi, condotti molto seriamente e con apparecchiature sofisticate da diverse équipe di studiosi di diversi paesi Europei ( Svizzera, Italia. Austria ecc) che si sono succedute nel corso degli anni, fino al 2005, hanno tutti confermato che i veggenti non mentono, che i sincronismi che sono stati rilevati e confermati quando i veggenti avevano l’apparizione tutti insieme non si spiegano se non con l’ammettere una sorgente di attrazione percepibile solo da loro e che lo stato che si evidenzia all’atto delle apparizioni pone i veggenti stessi fuori del tempo e dello spazio così come lo intendiamo noi, dal momento che essi sperimentano uno stato, quello dell’estasi appunto, in cui pur vivendo uno stato di “anestesia vigile”, che la scienza non sa spiegare, divengono in qualche modo “trasfigurati” e resi capaci di cogliere una Presenza per noi misteriosa perché soprannaturale, ma che per loro è divenuta ragione di vita. Di questo sono testimoni credibili da quasi 33 anni, dato che da tutti gli studiosi è stata esclusa qualsiasi frode, stato allucinatorio o altra patologia psichica. D’altra parte la scienza da sola come tale non può né dimostrare né contestare che la Madonna appaia o meno ai veggenti, così come non si sarebbe potuta registrare la Risurrezione di Cristo con strumenti scientifici o telecamere anche stando a fianco delle guardie romane presso il sepolcro di Gesù.




Dottor Comeri, a Medjugorje, Lei e i suoi colleghi medici siete stati testimoni di due guarigioni che la scienza definì inspiegabili. Ci racconti.
A Medjugorje fin dal secondo giorno delle apparizioni si sono verificate guarigioni scientificamente inspiegabili, immediate e durature. Poche settimane dopo il mio primo viaggio, a Medjugorje una di queste guarigioni “inspiegabili” da parte della scienza ha coinvolto una operatrice amministrativa degli Istituti di perfezionamento dell’Università di Milano, Diana Basile, di cui ho saputo subito da un altro amico, il Dott. Luigi Frigerio, attualmente Primario Ginecologo degli Ospedali Riuniti di Bergamo. Ho conosciuto Diana dopo il fatto e ho potuto vedere tutta la documentazione medica ineccepibile della malattia da cui era guarita: una Sclerosi Multipla giunta ad uno stadio molto avanzato, giudicato da tutti gli specialisti del ramo irreversibile, che aveva portato a limitazioni gravissime della deambulazione, cecità ad un occhio e incontinenza urinaria ormai da tempo. Tutto è scomparso in un attimo, nel corso di un’apparizione di Maria ai veggenti nella stessa stanzetta dove avevo testato i riflessi achillei a Vicka, con esami ancora del tutto normali a 30 anni dall’improvvisa guarigione e uno stato di salute perfetto, come ho potuto constatare personalmente nel corso di ripetuti pellegrinaggi fatti con lei a Medjugorje in questi anni.
Sempre nel 1984 sono stato in qualche modo “spettatore diretto” di un altro caso di guarigione. Si trattava di un giovane seminarista di 12 anni, trasportato un tardo pomeriggio di autunno al Pronto Soccorso dell’ospedale S. Anna, mentre ero in servizio, per una grave emorragia renale . Gli esami radiologici subito eseguiti avevano evidenziato un voluminoso tumore a carico del rene sinistro, con grave anemizzazione del ragazzo per la cospicua perdita di sangue che non accennava a diminuire. Sono stato costretta ad intervenire chirurgicamente d’urgenza quella sera stessa per evitare il peggio, togliendo il rene tumorale per far cessare l’emorragia. Potei constatare con i miei occhi che la malattia era già molto avanzata, cioè era uscita dal rene per infiltrare tutti i linfonodi para-aortici che avevano il volume di tante patate americane. La diagnosi è stata confermata dal successivo esame istologico : voluminoso carcinoma a cellule chiare del rene, infiltrante i vasi e con metastasi grossolane ai linfonodi biopsiati. Non vi era nessuna possibilità di asportare i linfonodi né era possibile instaurare una terapia medica di qualche tipo con speranza di regressione. Prognosi infausta entro 6 mesi o poco più: questa la sentenza che ho dovuto dare ai genitori del ragazzo all’arrivo dell’esame istologico. Di fronte a ripetute accorate richieste di suggerire una terapia che potesse riaccendere qualche speranza di sopravvivenza, consapevole della assoluta impossibilità di intervenire con chemio- o radioterapia di alcun genere, mi sono sentito di suggerire solo una via: quella di un pellegrinaggio a Medjugorje per chiedere l’ intercessione della Regina della Pace. Sono stato preso sul serio. Dopo un primo momento di sconcerto e qualche settimana dalle dimissioni, papà e mamma hanno portato il loro figlio malato al santuario di Medjugorje, con una mia lettera che chiedeva ai Frati di permettere al ragazzo di partecipare ad un’apparizione. Il ragazzo è entrato con i veggenti nella famosa stanzetta delle apparizioni, ed è tornato incredibilmente guarito, come è stato dimostrato da tutti gli esami eseguiti al suo rientro e negli anni successivi. La guarigione è stata definitiva anche in questo caso.
In un altro caso sono stato diretto testimone di un miglioramento improvviso e inspiegabile della vista di una giovane donna che era sul mio pullman nel corso di un recente pellegrinaggio, miglioramento avvenuto nel corso di un’apparizione a Mirjana alla croce blu.
Ma quelle che non posso contare sono state le guarigioni interiori che ho potuto constatare a diecine nel corso dei tanti pellegrinaggi, che hanno causato una vera e propria rinascita di tanti pellegrini, fra cui personaggi di spicco del Tribunale di Varese, con i quali è nata una profonda amicizia, ove a distanza di 25 e più anni è constatabile una continua perseveranza nella preghiera e nella vita sacramentale e una costante crescita nel cammino di fede.
Giancarlo Comeri, partecipò alla prima equipe medica italiana per la valutazione dei veggenti di Medjugorje. Intervista di Rita Sberna
Da persona cristiana, Lei crede alle apparizioni della vergine Maria a Medjugorje?
Non trovo seri motivi per non crederci. In tutta la storia della salvezza Dio ha cercato e stabilito la comunicazione, il collegamento con la sua creatura con l’aiuto di apparizioni e visioni. Questa forma di comunicazione è adeguata alla struttura fisico-spirituale dell’uomo anche in epoca di razionalismo e di avanzate tecnologie. Possiamo interpretare il fenomeno Medjugorje in diversi modi, ma l’onestà intellettuale ci impone di interessarci alla “verità” di questo evento alla luce della rivelazione, della mistica, delle esperienze soprannaturali e anche alla luce di tante altre esperienze simili, in altre circostanze o in altre comunità di fede. E tutte mi sembra concordino nel far ritenere le apparizioni, come dice Karl Rahner, una delle teologie più alte dell’età moderna, in grado di rinfocolare la fiamma della vita spirituale e come tali da inserire nell’ambito della dimensione mistica della Chiesa che può trarne un impulso molto forte e positivo per la vita spirituale dei credenti se, come nel mondo di oggi, essa appare inaridita per l’apostasia dilagante. Ne dovremmo trarre con S. Paolo la famosa ammonizione: “ Non spegnete lo Spirito! Non disprezzate le profezie! Esaminate ogni cosa e tenete cio’ che è buono” ( 1 TS 5, 19-21).
Dopo 33 anni di apparizioni a Medjugorje (anche se ancora la Chiesa non ha espresso un giudizio), si può parlare di carisma profetico?
Si, secondo me si può parlare di carisma profetico. Maria nei suoi messaggi ha ripresentato le verità fondamentali della Fede, ha mostrato ai veggenti il Paradiso, il Purgatorio e l’Inferno, come testimoniato continuamente dagli stessi, ha coinvolto un’ intera parrocchia in questo cammino di rinnovamento della Fede facendosi guida e maestra di una intera generazione, puntando sulla preghiera, sulla Parola di Dio, sui Sacramenti, sul digiuno e sulla penitenza richiamati instancabilmente nei suoi messaggi prima settimanali poi mensili, per portare tutti alla santità attraverso l’offerta della propria vita come eucaristia vivente. Questo il vero traguardo cui la Madonna vuole portare quanti l’hanno accolta riconoscendola come Madre di Dio e di ogni uomo, attraverso la via dell’elevazione alla contemplazione di Dio, che esige un’ascesi personale e comunitaria con lo sguardo rivolto alla Patria vera che è quella del Cielo come scrive S. Paolo. L’incontro con Cristo Suo Figlio oggi è il dono che Maria facilita a chi lo chiede con cuore aperto, ripetendo con ciascuno quella “visitazione” inaugurata con Elisabetta 2000 anni fa. Maria come sempre ci porta Cristo e ci porta a Cristo perché il combattimento individuale di ogni giorno per vincere il male, per far morire l’uomo vecchio, corruttibile che è in noi, ci conduca alla trasformazione nell’uomo nuovo, risorto. Sono i frutti di questa risurrezione individuale che potranno cambiare le sorti dell’intera creazione fino alla realizzazione dei “nuovi Cieli e della nuova Terra” di cui parla l’Apocalisse.
Dopo il dispiegamento dei 10 segreti annunciati a Medjugorje questo potrebbe essere l’esito del cammino di rinnovamento cui è chiamata l’intera umanità, in quel “tempo di primavera” preannunciato, ove non vi sarà necessità di altre apparizioni (e Maria stessa ha ripetutamente asserito che queste sono le ultime sue apparizioni sulla Terra) perchè allora Cristo sarà Tutto in tutti, finalmente riconosciuto da ogni uomo come “ il Signore”, davanti al quale ogni ginocchio si piegherà “in cielo, sulla terra e sotto terra” come profetizzato nel Vecchio e nel Nuovo Testamento.
Lei fa parte dell’associazione “Amici di Medjugorje di Varese”. Qual è l’obiettivo di tale associazione?
L’obiettivo principale è quello della testimonianza. Non ci siamo riuniti in associazione per favorire qualche forma di fanatismo nei confronti della Madonna ma per farci portatori del Suo messaggio di Pace e di salvezza. In modo particolare attraverso i numerosi pellegrinaggi che organizziamo ogni anno ci prefiggiamo di favorire l’approccio a Medjugorje senza far leva sullo “straordinario” ma sulla possibilità concreta, per ciascuno che si reca in questo luogo, di fare diretta esperienza di Maria “viva, con la possibilità di intraprendere un vero cammino di rinnovamento interiore purchè ci si accosti al “mistero” Medjugorje con cuore aperto. Nei nostri pellegrinaggi cerchiamo di far sì che chi arriva a Medjugorje si accorga immediatamente che lì davvero il Cielo si è aperto ed è rimasto aperto, dando la possibilità a chi lo vuole di fare un’esperienza di Grazia del tutto particolare, di accorgersi che anche per lui si è accesa una fiammella che, se alimentata, potrà continuare ad ardere per il resto dei suoi giorni. L’altra iniziativa specifica della nostra Associazione è l’incontro annuale di preghiera, di una intera giornata, rivolto a tutta la popolazione, che organizziamo a Varese da qualche anno a questa parte, che vede la partecipazione attenta di migliaia di persone (oltre 5000 nell’ultima edizione del 16 febbraio scorso) e che richiama in tutte le sue articolazioni ( preghiera liturgica, rosario, S Messa e Adorazione eucaristica, testimonianze varie) l’invito di Maria a mettere Suo Figlio al primo posto nella vita di tutti i giorni.
Per il mestiere che Lei svolge, è importante essere un medico che abbia Fede?
Ritengo di si. Per chi crede non c’è mai una mancanza di vie di uscita dalle situazioni anche più difficili che possono presentarsi nella vita. E davanti a malattie gravi o incurabili i nostri pazienti hanno bisogno di uno sguardo di fede, di un abbraccio che anche attraverso il medico il Signore soltanto sa dare. Il malato sa cogliere benissimo qualunque atteggiamento o parola in grado di suscitare la speranza. Due sono a mio avviso le condizioni essenziali perché lo Spirito Santo ci possa suggerire la soluzione giusta al momento giusto: la preghiera personale e comunitaria e la perseveranza nella sequela. La prima è favorita dalla capacità di ascoltare: io trovo che attraverso la preghiera delle Ore del giorno la Parola di Dio ci faciliti questa possibilità. La perseveranza non è opera nostra, non possiamo perseguirla con le nostre forze: anch’essa è un dono da chiedere insistentemente nella preghiera.
Qual è il segno più grande che la Madonna a Medjugorje, le ha lasciato nella sua vita?
La capacità, almeno come tentativo continuo, di fare unità dentro di se e con gli altri.
Fare unità dentro di sé significa non vivere il quotidiano come qualcosa di “altro” rispetto alla vita di fede ma vivere la propria vita in tutte le sue sfaccettature come risposta continua a Chi ti chiama e ti mantiene nell’esistenza.
Fare unità con gli altri significa comunicare questa esperienza di comunione con il Signore. E qui bisogna inventarsi modalità adatte alla situazione personale e al tempo in cui ti è dato di vivere. Ho trovato che anche gli stessi social networks possono essere un veicolo adatto, da non trascurare, come del resto papa Francesco, sulle orme di Papa Benedetto, ci fa vedere ogni giorno.
A cura di Rita Sberna

martedì 18 settembre 2018

Oggi affermo che se sono prete lo devo a Medjugorje - VIDEO





 VIDEO: ( se non appare, attendere un attimo che si carichi)


 

Il veggente Ivan sarà anche quest'anno a Vienna per pregare per la PACE

 

Come di consueto anche quest'anno  il giorno  20 settembre 2018  sarà ospite il Veggente Ivan Dragicevic a Vienna per  partecipare  all'annuale "Incontro di preghiera di Medjugorje per la PACE" iniziato nel 2008 per  testimoniare la sua esperienza con la Madonna dal 1981 ad oggi.

 Alcune fonti dicono che il  Cardinale Schönborn abbia invitato anche  il Cardinale Hoser ( ma ancora manca la conferma)

 Questo incontro nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna,  è considerato uno dei più grandi eventi religiosi in Austria.


Intervista al Cardinal Christoph Schönborn




Ricordo con particolare gratitudine le salite al Podbrdo ed al Križevac
Nel passaggio dall’anno 2009 al 2010 l’Arcivescovo di Vienna, Cardinal Christoph Schönborn, ha visitato privatamente per la prima volta Medjugorje e la Comunità Cenacolo che vi opera da anni. Il Cardinale desiderava visitare il luogo da cui sono venuti “numerosi frutti buoni”. Medjugorje è per lui una “scuola di normale vita cristiana in cui si impara a credere in Cristo, a pregare, a vivere dell’Eucaristia, a praticare l’amore verso il prossimo, a rafforzare ciò che è essenziale nella vita cristiana di ogni giorno”, ha sottolineato il Cardinale in una intervista immediatamente successiva al suo ritorno a Vienna.
A cura di Christian Stelzer e Krešo Šego
La decisione del Cardinale di visitare Medjugorje risale all’estate del 2009, in occasione della sua presenza al tradizionale incontro annuale “Festa della vita” nella Comunità Cenacolo di Saluzzo. Poiché sapeva del profondo legame tra il Cenacolo e Medjugorje, egli ha sentito il bisogno di visitare il luogo da cui tale Comunità si è diffusa nel mondo intero ed in cui la forza della Risurrezione del Signore opera così visibilmente. Come innumerevoli pellegrini, anch’egli ha voluto pregare in questo luogo e prendere del tempo per il silenzio e la riflessione. In occasione del trentesimo anniversario delle apparizioni della Regina della Pace, abbiamo chiesto una intervista all’Eminentissimo Cardinale.
Eminenza, Eminentissimo Signor Cardinale, grazie per aver accettato una intervista per Radio “Mir” Medjugorje e per il mensile “Glasnik mira”. Radio “Mir” è stata fondata sedici anni fa ed oggi “copre” con le sue onde la Bosnia Erzegovina, la Croazia e, attraverso il satellite ed internet, il mondo intero. Il mensile “Glasnik mira” esce per il sesto anno consecutivo. La cerchia dei suoi lettori è continuamente in crescita, sia nel popolo croato che tra i pellegrini che vengono a Medjugorje. Un po’ più di un anno fa Lei ha visitato Medjugorje, tra l’altro per incontrare pellegrini da tutto il mondo che vi festeggiavano in preghiera il Capodanno, il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Per me è stata una grande gioia seguirla nel pellegrinaggio e sperimentare di quale gioia sono stati pieni quei giorni a Medjugorje. Se oggi ritorna col pensiero a quei giorni trascorsi a Medjugorje, ci può dire che cosa volentieri ed in modo particolare?
Mi ricordo molto volentieri ed in modo vivo di tutto, ma in modo particolare ricordo la Celebrazione Eucaristica di Mezzanotte nella Chiesa parrocchiale di Medjugorje con circa diecimila pellegrini. La veglia di Capodanno, organizzata in quel modo con pellegrini da tutto il mondo, è stato sicuramente qualcosa di particolare. Ricordo con grande gratitudine l’incontro coi Padri Francescani, col Signor Parroco ed i suoi confratelli. Come Domenicano mi sento particolarmente legato ai Francescani. Con particolare gratitudine ricordo le salite al Podbrdo ed al Križevac. Su quei due monti – davvero difficilmente accessibili -, sul secondo, sul Križevac, sono salito insieme a suor Elvira della Comunità Cenacolo – quelle sono state per me esperienze particolarmente forti. La Comunità Cenacolo, che conosco già da molto tempo, mi ha colpito ancora di più sperimentandola a Medjugorje. Anche il Villaggio della Madre è rimasto vivo nel mio ricordo. Gli incontri con Marija Pavlović, Mirjana Soldo, Ivanka Elez e Vicka Mijatović si sono incisi profondamente nel mio cuore e ricordo con molta gratitudine la straordinaria ospitalità sperimentata nelle loro case. In modo particolare e con grande gratitudine ricordo il tempo, anche se breve, che ho trascorso come confessore in uno dei confessionali. Ma più di tutto e al di sopra di tutto ricordo ciò che mi è molto difficile descrivere, cioè il mistero di Medjugorje: perché e per quale ragione le persone vengono lì. Questo è ciò che ho sperimentato tante volte anche a Lourdes: Lei è qui, la Madonna è qui. Lei è così vicina agli uomini per mezzo della sua maternità, per mezzo della sua bontà. Credo che proprio questa sua vicinanza, che si può sentire dappertutto, sia ciò che lega tutti questi ricordi. Esistono luoghi particolari in cui questa sua vicinanza si fa sperimentare anche in modo particolare. Io credo che il mistero di Medjugorje sia davvero la Madonna stessa.
Spesso in interviste Lei ha detto che proprio i gruppi di preghiera nati in Austria attraverso Medjugorje hanno attirato per primi la sua attenzione su questo luogo, glie l’hanno – per così dire – fatto conoscere. Che impressione aveva all’inizio quando veniva citato Medjugorje?
Il mio primo incontro con Medjugorje è avvenuto già agli inizi degli anni Ottanta, quando nella nostra chiesa conventuale al centro di Vienna nacque un gruppo di preghiera di Medjugorje. Anch’io sono un religioso, un Domenicano, ma fino ad allora non avevo sentito nulla su Medjugorje. Vedevo che là le persone pregavano in modo particolarmente vivo per delle ore, ogni settimana, instancabilmente. Tra le altre cose si pregava il Rosario mariano, si cantava col cuore, si celebrava l’Eucaristia, si adorava il Santissimo Sacramento dell’Altare. Avevo l’impressione che per quelle persone la preghiera non fosse mai troppa, che non li annoiasse, essi vanno fedelmente di settimana in settimana, fino ad oggi. Questo è proprio un segno che parla di autenticità. Poiché, se fosse stato solo un fuoco di paglia, si sarebbe già spento da tempo.
Intanto abbiamo gruppi di preghiera nati attraverso Medjugorje in tutta l’Austria. Comune a tutti loro è il fatto che in essi le persone si impegnano a vivere con Maria una approfondita vita cristiana, permeata dall’Eucaristia. Spesso sentiamo anche testimonianze di guarigioni ricevute da alcune persone. Dodici anni fa, Lei ha riconosciuto dal punto di vista ecclesiastico l’Associazione „Oase des Friedens“, che segue e sostiene i gruppi di preghiera di Medjugorje in Austria. Cosa può dire di questi frutti nella sua terra?
I frutti, per così dire, la cesta piena dei frutti di Medjugorje la conosce solo Dio stesso. Ma è stato dato anche a me di conoscerne e sperimentarne alcuni, ad esempio le fedeli e forti vocazioni sacerdotali che sono arrivate proprio tramite Medjugorje. Ho vissuto testimonianze di conversioni: potrei enumerare esempi di famiglie che non solo là hanno rafforzato la fede, ma hanno anche superato alcune loro crisi in modo toccante con l’aiuto di Medjugorje. Mi ricordo di una famiglia – lo testimoniano i coniugi stessi – che, senza il pellegrinaggio a Medjugorje quando i figli erano ancora relativamente piccoli, non avrebbero sopportato insieme una prova della vita. Oggi tutti i loro figli sono sposati, credenti praticanti e fedeli alla Chiesa. In un occasione, non molto tempo fa, sono andati tutti in pellegrinaggio a Medjugorje a ringraziare la Madonna. Potrei enumerare esempi di guarigione dalla dipendenza da droga. Già molti anni fa ho conosciuto un ragazzo che era andato in autobus a Medjugorje e da quel momento non ha mai più assunto droga nella sua vita. Potrei raccontare molte esperienze personali. Ne ricordo una delle molte. Mentre aspettavo il treno in un piccolo luogo, il custode della stazione mi ha riconosciuto ed ha cominciato a raccontarmi la storia della sua vita: sua moglie era morta di tumore, lui non era credente, era profondamente disperato. Degli amici lo hanno invitato ad andare con loro a Medjugorje. Non ha potuto resistere e non raccontarmi con giubilo che la sua vita era molto cambiata, che proprio la fede che ha ritrovato lo sostiene nella vita.
I messaggi provenienti da Medjugorje non ci dicono nulla di nuovo – preghiera, digiuno, conversione, riconciliazione, pace. Molte persone vedono in essi una attualizzazione del messaggio neotestamentario per il nostro tempo. Condivide anche Lei questo pensiero, che oggi – cioè nel nostro tempo – il Cielo si occupa di noi in modo particolare?
Credo che in questo tempo particolare riceviamo anche un aiuto particolare. Quando penso concretamente all’Austria ed a quanto la fede solo negli ultimi anni si sia indebolita, con ragione siamo rimandati ad un forte aiuto dal Cielo. I messaggi di Medjugorje, grazie a Dio, non sono originali. Se qui si trattasse di un qualche sensazionalismo, sicuramente sarebbe già tutto morto, perché è impossibile dare messaggi sensazionali ogni settimana, ogni mese, ogni anno. Per me è interessante il fatto che i messaggi, per quanto io li conosco e li ho letti, sono molto semplici, essi sono – per così dire – l’abc del vivere la fede cristiana: una continua chiamata alla preghiera, alla conversione, al digiuno, alla riconciliazione, alla pace. Ed ogni volta quel “Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. Penso che, indipendentemente da quale sarà il giudizio definitivo della Chiesa, una cosa è sicura: milioni di persone in tutto il mondo leggono questi messaggi e vedono in essi una chiamata della Madre di Dio rivolta a loro, alla loro vita. E se ogni mese essi ricordano alle persone di pregare, di convertirsi, di riconciliarsi e di amare la Madonna, cosa ci potrebbe accadere di meglio? Sicuramente questo non ci può nuocere. Perciò in questi messaggi vedo un tipo di scuola di imitazione quotidiana di Gesù. Maria ci prega proprio di guardare a suo Figlio, di ascoltarlo, di imitarlo. La prima parola di Maria rivolta agli uomini è “Fate ciò che Lui vi dirà”. “Fate ciò che Lui vi dirà” è il nocciolo dei messaggi di Medjugorje.
Per molti pellegrini gli abitanti di Medjugorje sono diventati testimoni di fede. La loro preghiera famigliare a cui, soprattutto all’inizio, anche i pellegrini potevano partecipare, è divenuta anche l’inizio del loro cammino di fede. Può rivolgere uno speciale messaggio ai parrocchiani di Medjugorje e, più ampiamente, ai cittadini della Bosnia Erzegovina e della Croazia?
Per me è impressionante il fatto che, all’inizio, i messaggi si riferivano proprio alla parrocchia. Mi sembra come se il Cielo abbia voluto che la sua “arma” fosse – per così dire – pronta. Poiché se questo luogo emana qualcosa di speciale, allora anche i suoi abitanti devono collaborare in questo. Così è stato anche con il Santo Curato d’Ars. Egli ha innanzitutto vissuto la grazia della conversione della parrocchia di Ars. “Ars non è più Ars”, diceva il Curato d’Ars dopo alcuni anni. Ars non è più Ars, Ars è cambiata. Anche a Medjugorje, a quanto ho sentito, c’erano abbastanza persone che litigavano. Ma come si può diffondere la pace che la Madre di Dio, Regina della Pace, ci mette nel cuore, se gli abitanti non la vivono? Perciò mi sembra che questa è davvero una meravigliosa pedagogia della Madonna, per la quale Ella ha preparato innanzitutto il villaggio stesso, la parrocchia, ad essere al suo servizio. Ora gli abitanti di Medjugorje, svolgendo la loro missione, vengono indirizzati al mondo. E per questo dobbiamo ringraziarli di cuore, per essersi messi a disposizione ed essere diventati “l’arma” della Regina della Pace.
Nel Novembre di quest’anno abbiamo in programma nella nostra Cattedrale di Vienna il nostro quarto incontro di preghiera per la pace, a cui parteciperà anche qualcuno dei veggenti di Medjugorje. La ringraziamo a nome di tutti gli amici di Medjugorje per aver permesso questo incontro. Per Lei esiste una qualche particolare ragione per cui ci ha aperto le porte le porte della Cattedrale?
La Cattedrale è, si può dire, il cuore dell’Austria, essa è, insieme a Mariazell, la “chiesa – cuore”. Anche questo grande movimento di preghiera, che ha portato a molte persone nella nostra terra così tante benedizioni, deve aver posto in Cattedrale. Perciò è per me, come anche per la nostra parrocchia e per il Capitolo della Cattedrale, veramente un privilegio se questo movimento di preghiera si riunisce una volta l’anno proprio lì in preghiera di ringraziamento, di lode e di supplica. Noi dobbiamo essere veramente grati per il fatto che questo incontro avvenga proprio in Cattedrale. Grazie a tutti voi che lavorate a questa opera, grazie alla parrocchia di Medjugorje ed a tutti i fedeli e grazie ai Francescani di Medjugorje. Penso a voi con grande gioia e gratitudine e sono con voi molto spesso nel mio cuore e nella mia preghiera.
Fonte: www.medjugorje.hr