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martedì 26 maggio 2020

26 MAGGIO SAN FILIPPO NERI - PREGHIERA


Preghiera a San Filipo Neri
scritta dal Card. John Henry Newman C.O.
 
O mio caro e santo patrono Filippo
io mi butto fra le tue braccia e per amore di Gesù,
per amore di quell'amore che fece di te un eletto ed un santo,
io ti supplico di pregare per me,
affinché come Egli ha condotto te al cielo,
così a suo tempo conduca al cielo pure me.
Tu hai provato le tribolazioni ed i periodi di questa vita;
tu conoscesti bene quale conto si debba fare agli assalti del maligno,
degli scherni del mondo e delle tentazioni della carne e del sangue.
Tu apprendesti quanto sia debole l'umana natura,
e quanto sia traditore il cuore umano
e questo ti ha colmato di una simpatia e di una compassione
così tenera che anche ora godi della gioia di una gloria ineffabile
e di una ineffabile beatitudine,
puoi, io lo so, dedicare a me un pensiero.
Ricordati dunque di me, o mio caro san Filippo,
ricordatene nonostante che io talvolta sembri dimenticarmi di te.
Ottienimi tutte quelle cose che mi sono necessarie a perseverare
nella grazia di Dio ed operare la mia salute eterna.
Ottienimi mediante la tua potente intercessione,
la forza necessaria a combattere una buona battaglia,
a rendere testimonianza del mio Dio e della mia religione,
in mezzo ai peccatori, la forza di reggere allorché Satana
vorrebbe schernirmi o forzarmi a fare qualche cosa di male,
la forza di superare me stesso, di fare tutto il mio dovere
e così poter andare esente da colpa nel giorno del giudizio.
Vaso dello Spirito Santo, apostolo di Roma,
santo dei tempi primitivi,
prega per me.



Il prodigio di San Filippo Neri

 Filippo Neri nacque a Firenze nel 1515 il giorno 21 luglio. Di lui sappiamo che era di carattere buono e gioviale.

Si trasferì a Roma all’età di vent’anni. Qui fu consacrato sacerdote nel 1551e appartenne alla Comunità dei preti della chiesa di San Girolamo nel centro di Roma.
Conobbe una città popolosa e pericolosa e qui iniziò una importante esperienza di riunione nella chiesa di giovani maschi e femmine all’insegna del gioco e della preghiera per sottrarli ai pericoli del mondo e avvicinarli alla fede e alle celebrazioni liturgiche nella laicità.
Attività queste incentrate attorno alla chiesa di Santa Maria in Vallicella in quello che poi verrà detto “Oratorio”.
Un’importante esperienza avvallata più tardi anche papa Gregorio XIII nel 1575.
L’esperienza dell’Oratorio e di questa Congregazione consiste nella creazione di una comunità religiosa composta da persone di diverso status che siano religiosi o laici, poveri o nobili, non uniti da nessun voto o giuramento ma solo dalla volontà di fornire servizio di carità e assistenza e di avvicinarsi ai sacramenti e alla lettura delle Scritture in un clima di gioia e fratellanza.
Una unione in amicizia priva dai vincoli formali.

Particolarmente importante e innovativa fu questa attività tanto che all’”oratorio” venne di fatto, in quei tempi, affidata il rinnovamento spirituale del cento di Roma.
La Congregazione ebbe poi particolar cura nella sua attività di carità specie verso infermi e morenti con l’accompagnamento alla “buona morte”.
Filippo morì nel 1595 considerato già prima della sua canonizzazione avvenuta nel 1622 santo.Nel giorno del 16 marzo, ogni anno , si commemora un evento prodigioso che accadde nel 1583 ricordato come il miracolo di San Filippo Neri.

Capitò che Paolo, figliolo del principe Fabrizio Massimo, fosse gravemente malato da molti giorni e in grave pericolo di vità.
Nella malattia era assistito ogni giorno da Filippo.
Tuttavia il giorno in cui spirò il santo non era presente perché avvenne mentre stava celebrando Messa.
Accorso in Casa Massimo quando già il ragazzo era morto, P. Filippo, accostò al petto il corpo esanime di Paolo, gli mise una mano sulla fronte, e con il tremito soprannaturale che caratterizzava la sua preghiera, invocò Dio intensamente, per qualche minuto aspergendolo con l’acqua benedetta, e ancora accostandeselo al petto e chiamandolo per nome. Paolo riaprì gli occhi, parlò per alcuni minuti con P. Filippo, e stretto tra le sue braccia, dopo aver risposto con voce forte alla domanda del Santo che gli chiedeva se desiderasse andare in cielo a rivedere la mamma e le sorelle, si riaddormentò nel sonno della morte.
Ogni anno vi è la commemorazione dell’evento ed è possibile visitare la stanza ove avvenne ora trasformata in cappella.

 

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