
Padre Slavko:
Vangelo del Giorno
IL servizio andato in onda nel 2013
VIDEO INTERVISTA FATTA A CRISTIAN DALLA RAI (clicca qui per vederlo) 👇
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Ho letto il messaggio… come un’anteprima di quello che doveva succedere… Terminava dicendo che la vita è un dono, cosa che ho sempre vissuto durante la malattia.
Stare là, adorare il Santissimo, ero preso dalle mie preghiere, pregavo per un altro ragazzo… non chiedevo per me, però là ho avuto questa chiamata di salire sul monte, come dove e con chi dovevo salire sul monte. Nel frattempo che sentivo tutta questa descrizione che avevo durante l’adorazione, sapevo che potevo andare sul monte.
Ho detto a Francesca – Domani andiamo sul monte – Ha detto – Sei malato di testa… Mi toccava le gambe, le gambe congelate… E’ stata una notte bella e non ho attaccato il respiratore… Aspettavo l’alba, il mio nuovo giorno che coincideva col MIO nuovo giorno.
Arriviamo a Giovedì mattina… Siamo arrivati con la carrozzina ai piedi del monte… Mi sono alzato… Abbiamo iniziato questa salita… Non ho mai dubitato… Sentivo le mani tranquille, belle, gonfie, avevo solo dei problemi a livello respiratorio, ogni tanto ci fermavamo e mi riposavo un po’. Gli altri non capivano nulla di quello che ci stava accadendo.
Siamo arrivati in cima. Anche in quel momento dicevo alla Madonnina – Madonnina mia, ancora sei in tempo, io non mi arrabbio…
Vicka ci ha invitato a stare tranquilli… Non vi preoccupate…
Abbiamo fatto esami diagnostici da cui si vede il danno neurologico e mi hanno detto che si vedeva un notevole miglioramento che in una patologia neurovegetativa come la SLA non avvengono. I medici non avevano una giustificazione su quanto accaduto. Mi hanno chiesto se mi ero sottoposto a qualche tipo di sperimentazione come le staminali… Prendevo solo farmaci palliativi.
Continuerò a fare quello che ho fatto fino adesso, lottare con più forza di prima per i diritti dei malati… Affianco porterò avanti il discorso della fede perché nonostante una malattia così invalidante come la SLA, avendo vicino la presenza di Dio – io ti parlo della mia esperienza – siamo riusciti sempre con più forza e fede…
Quando muore, il 23 settembre 1968, a 81 anni, le stimmate scompaiono dal suo corpo e, davanti alle circa centomila persone venute da ogni dove ai suoi funerali, ha inizio quel processo di santificazione che ben prima che la Chiesa lo elevasse alla gloria degli altari lo colloca nella devozione dei fedeli di tutto il mondo come uno dei santi più amati dell’ultimo secolo.
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Data di nascita: 22 settembre 1947
OGGI E' IL SUO COMPLEANNO ... Auguri!!!
A 24 anni, Emmanuelle sognava di aprire un piccolo negozio a Parigi, dove vendere lavori femminili e gioielli provenienti dall'India, Come le era venuta in mente questa idea? Da anni era alla ricerca dell'operato dello Spirito Santo. Voleva viverlo 'come nei tempi degli apostoli' e desiderava incontrare dei testimoni vivi del Vangelo, come San Pietro o San Paolo. Fece addirittura una promessa a Gesù: 'Appena troverò tali apostoli, lascerò tutto e andrò con loro!', Ma non trovandoli da nessuna parte, almeno qui in Europa, la sua speranza si era rivolta verso l'Oriente, perché si sa che nei paesi orientali si dà molta importanza alla vita spirituale. Con un soggiorno prolungato in India Emmanuelle sperava di trovare lì ciò che cercava. Un giorno incontrò il ministro dell'economia del Punjab, che le consigliò di consultare un buon amico astrologo, prima di iniziare il progetto di lavoro, perché bisognava chiarire se quella impresa sarebbe nata 'sotto una buona stella'. Emmanuelle si faceva spesso pronosticare il futuro e quindi aderì a questa proposta, Già per il giorno successivo venne fissato un incontro con Shri Sharma, un anziano uomo indiano. Egli fece sedere la giovane.
Aveva una lunga barba biondo-giallastra ed era seduto per terra nella posizione di loto su un lenzuolo che, anni prima, doveva esser stato bianco, Dopo essersi informato su nome, luogo e data di nascita di Emmanuelle, prese il `suo' libro della vita dalla sua vasta biblioteca, "Lo conservavo per lei, sapevo che sarebbe venuta ". Con voce monotona, senza sentimento, senza interesse e con uno sguardo penetrante e freddo, cominciò la lettura dei fogli ingialliti, presumibilmente scritti migliaia di anni fa in sanscrito. La giovane europea, guardando il ministro con aria scettica, domandò se quello davvero era il 'suo' libro della vita. Egli la tranquillizzò. Il cosiddetto `illuminato', o meglio l'indovino, descriveva molti particolari della sua vita, dei suoi genitori e dei suoi parenti, nominò una malattia che ella aveva avuto ad un anno di età, che l'aveva portata vicino al-la morte - fatto che sua madre le avrebbe confermato più tardi - e in questa maniera 'leggeva' anno per anno la sua vita. Parlava delle sue pagelle, dei suoi più intimi sentimenti e diceva che tempo prima aveva scelto una determinata facoltà per lo studio, perché allora 'Marte si avvicinava a Giove e Saturno ...'. Poi iniziò a parlare del futuro di Emmanuelle. Egli le faceva comprendere come tutta la sua vita dipendesse dalle stelle, Il libro della vita annunciava prove dure e gravi sofferenze. Ella era sempre più assalita da paura e provava un freddo gelido, Quando l'illuminato' chiuse il libro, era arrivato al suo trentesimo anno d'età, Mentre sceglieva il secondo volume, Emmanuelle disse in fretta: 'No, no, basta.'', si alzò e senza dire altro uscì. "Fino ad allora avevo creduto che lai vita fosse nelle mani di Dio ", scrisse più tardi. "Egli mi aveva chiamato alla vita per amore. Credevo che Egli tenesse in mano Sua il mondo e che infine restasse solo l'amore. Dopo tutto quello che avevo appena sentito, avevo la prova che non è così; erano le stelle a disegnare il mio destino, L'illuminato aveva fatto di me un 'orfana: avevo perso il mio Padre nel cielo. Con molta abilità aveva smontato la mia fede e mi aveva convinto che la mia vita era unica-mente il prodotto di una sequenza impersonale, planetaria. All'improvviso mi vedevo prigioniera di formazioni di stelle lontane, di cui non sapevo nemmeno il nome. La predestinazione pesava come un giogo sulla mie spalle, mi deprimeva e mi faceva paura. Non riuscivo a liberarmene, ero prigioniera del fatalismo ". Iniziò a verificarsi tutto come avevano `previsto le stelle'. Emmanuelle spesso diceva tra sé: "E' così, perché egli ha ragione, egli me lo ha predetto". Nel mio intimo cresceva un cancro spirituale e nascosto. Non avevo più speranza. Avvenivano cose strane: mi svegliavo di notte con una paura terribile e una sensazione di soffocamento. Incominciavo a pronunciare parole di odio, senza motivo, contro le persone, diventavo inap-petente e il mio fisico si indeboliva. Avevo depressioni e sentivo ribellione contro tutto e tutti. Per nove mesi vegetai così. Mi sentivo vicino alla morte, non mancava molto. Il pensiero del suicidio prendeva sempre più colpo . Maria Pia aveva capito in quale situazione disperata si trovava sua sorella, perciò decise di invitarla: "Domani è Pentecoste, vieni con me, ho trovato un gruppo di preghiera carismatico; loro si incontrano per onorare lo Spirito Santo. Vieni, Egli ti aiuterà senz 'altro ". Emmanuelle non ne era per niente convinta e aveva pensieri sprezzanti: "Il tuo Spirito Santo sarà carino, ma non mi può aiutare! ". Maria Pia fece comunque il nome del luogo dell'incontro: Parigi, Rue de l'Assomption. La notte successiva fu l'inferno per Emmanuelle, come descrisse più tardi: "Mi sentivo nelle mani di satana ed internamente distrutta. Quando si .fece giorno, non avevo più alcuna prospettava per la mia vita. Dissi l 'ultima preghiera a Dio. Era certamente una delle più brevi, ma nello stesso tempo più sincera: "Signore, Tu vedi che non posso più vivere, neanche per un giorno, Ti annuncio, oggi la faccio finita. Alle cinque del pomeriggio non ci sarò più! Ecco la mia preghiera del mattino! ". Emmanuelle aveva anche progettato come terminare la sua vita alle cinque. Sembrava che le ore fino al pomeriggio non volessero passare. Nella sua pena, tuttavia, si sentì spinta ad accettare l'invito della sorella. Ricordava precisamente l'indirizzo: Parigi, Rue de l'Assomption (via della Assunzione della Vergine Maria). Quindi decise di andare. AI mio arrivo trovai già trenta persone. Mi sembrava che facessero parte di un altro mondo. Subito mi venne in mente. `Eccoli, gli apostoli che cercavo da anni'. Li vedevo, ma come in un film, troppo tardi! Fra loro e me c'era un abisso insuperabile. Ero già nel mondo dei morti. Ero chiusa lì. Alle cinque non sarei stata più fra i viventi. Loro forse possedevano la luce, meglio per loro. Si fecero poi le 15.30: io me ne stavo apatica e disperata in mezzo a persone felici e guardavo sempre l 'orologio. Le loro preghiere non mi toccavano. La mia fine era vicina, avevo ancora un'ora e mezzo di vita . Verso le 16.00 giunse Andrée, una madre di famiglia, molto semplice. Fra i trenta cattolici era l'unica protestante. Appena si sedette, disse ad alta voce: "Fratelli e sorelle! Fra noi c'è qualcuno che si trova vicino alla morte. Quella persona si è fatta ingannare dal nemico. Ha partecipato a spiritismi ed evocazioni degli spiriti, perciò satana l'ha avvinta. Gesù però ha il potere di liberarla e di donarle una nuova vita. Venga avanti e noi pregheremo per lei ". Tutti erano turbati da quelle parole. Emmanuelle sapeva bene che si trattava di lei. Si irritò e decise di parlare con questa signora dopo la preghiera. Poco dopo le 16.30, la preghiera era finita e Emmanuelle si avvicinò ad Andrée. "Lei ha parlato di qualcuno che è vicino alla morte ... ". "Ah, sei tu! Vieni con noi. Allora, che cosa hai fatto? Tu eri nel regno del nemico, hai frequentato astrologi e un illuminato. Vero? Hai interpellato i morti e hai partecipato a sedute di tiptologia? ". "Sì, l'ho fatto nella mia gioventù, insieme a delle amiche, ma non sapevo ". "Credi in Gestì Cristo? " Poi Andrée condusse la 'votata alla morte' in giardino e la fece sedere su una panchina. Continuò a parlare: "Ti sei messa tu stessa nelle grinfie del nemico. Ti ha legato e ti tortura. Il suo scopo è ucciderti. Credi che oggi Gesù abbia il potere di sciogliere i tuoi legami, perché tu sia libera di camminare nella luce?". "Sì, lo credo! Sai, Andrée, anche se Gesù mi libera, preferisco comunque morire. Perché i demoni hanno fatto talmente tanti danni nel mio cuore, che non posso sopportare questa sofferenza". "Ma se credi che Gesù ha il potere di cacciare i demoni che ti hanno ferita, non credi che abbia anche il potere di guarirti da queste ferite?". "Sì, credo che possa guarirmi!": rispose Emmanuelle, questa volta titubante, perché non era del tutto certa. "E ti impegni a non praticare più questi abomini? Perché, attenzione! Se ricominciassi, ti succederebbe anche di peggio!". Non c'era tempo da perdere. Andrée e i suoi compagni iniziarono a benedire il Signore nella gioia e nella fiducia e chiedevano perdono per i peccati di Emmanuelle. Subito si spezzò il legame di maledizione che quell'indovino induista di Delhi le aveva imposto. Poi, dopo nuove lodi e benedizioni, silenzio. Durante la preghiera, ella non aveva provato nessuna scossa, nessuna emozione nuova, niente. Ma una volta in piedi, si rese conto che la sua sofferenza, la sua angoscia mortale e tutti i dolori erano spariti! Volati via! Gesù era passato davvero…..II mio orologio segnava le diciassette! Avevo un appuntamento con la morte, ma il Dio vivente era venuto a me e non la morte. Sentivo il Buon Pastore accanto a me, era sceso nel mio fossato sordido e mi aveva ti fuori da lì. Sentivo la sua vita scorrere in come un torrente di delizie. Tutto il mio essere era immerso nella gioia di una risurrezione! Quella sera diedi la mia vita a Dio. "Signore, oggi il mio piano era morire. Ma tu hai preso su di te la mia morte e mi hai dato la tua vita. Allora, Signore, questa che mi resta da vivere su questa terra è interamente tua. Prendila!" Mentre tutti ringraziavano lo Spirito Santo per il Suo potente intervento, Emmanuel poté sperimentare l'amore di Dio. "Da quel momento non avevo più timore della Sua volontà. Al contrario, ricevetti la grazia di volerla compiere in ogni minimo particolare. La volontà di Dio vuol dire vita. Lo Spirito Santo mi aveva donato soprattutto il timore di Dio, cioè il timore di dispiacere a colui che si ama. Quella notte dormii come una neonata sul cuore della mamma, e fin dall'indomani iniziò per me una vita tutta nuova " Da "Pro deo et Fratribus" * * * Breve biografia di suor Emmanuel Maillard Nata a Parigi nel 1947, laureata alla Sorbona nel 1969 in lettere e archeologia. Fino al 1973 lavora e viaggia facendo una profonda esperienza di spiritismo, divinazione e astrologia in India. Nel 1973 incontra il Rinnovamento carismatico in Francia che cambia completamente la sua vita, nel 1975 segue la chiamata del Signore ed entra nella Comunità del Leone di Giuda, pronunciando i voti solenni nel novembre 1978. Dopo un soggiorno in Israele di 7 anni, torna in Francia e sente una forte chiamata a evangelizzare attraverso i mass media (cassette audio). Nel 1989 viene invitata dalla sua comunità, che nel frattempo ha cambiato nome in Comunità delle Beatitudini, a Medjugorje allo scopo di diffondere i messaggi della Madonna. Nel 1990 fonda l'associazione Children of Medjugorje e sistematicamente invia due volte al mese un notiziario che viene tradotto nelle principali lingue del mondo. Nel 1996 l'associazione inizia il programma televisivo settimanale Medjugorje: l'ultima chiamata della nostra Mamma, nello stesso anno Suor Emmanuel è stata ricevuta dal Santo Padre che l'ha incoraggiata e benedetta entusiasticamente. Nel 1997 uno spettatore americano dopo aver visto il programma televisivo l'ha invitata a parlare davanti al Congresso degli Stati Uniti. Suor Emmanuel ha registrato 22 cassette audio, 50 programma TV e radio e pubblicato vari libri. Tutte le sue registrazioni e pubblicazioni hanno avuto il Nihil obstat. Dopo aver pubblicato questa storia su un blog mi è giunta la seguente mail. Ciao A*******, ho appena letto la storia che hai inviato sulla vita di suor Emmanuel (spero di aver scritto bene il nome), mi ha molto toccato perchè anche io sono passata per quella strada... voler conoscere il futuro, interrogare la carte ed il contatto con una "maga" (tutto ingenuamente), che elaborando il mio tema natale, ha fatto si che io divenissi l' ombra di quel che vi era scritto (un pò come suor Emmanuel)... poi la grande prova, ossia quel che è accaduto al mio matrimonio... proprio in quel momento la mano di Dio mi ha liberata da quelle catene facendomi rinascere a sè. Il mio cammino spirituale non è iniziato da molto (le mie crisi interiori di tanto in tanto riaffiorano) ma adesso so quanto male ho fatto a me stessa ed a quanti mi circondano e so quale strada percorrere. Grazie per questa storia, è arrivata al momento giusto...
Il 27 settembre 2023 si terrà, come ogni anno, la "Preghiera per la Pace" nella Cattedrale di Santo Stefano a Vienna (Austria), quest'anno sarà presente la veggente di Medjugorje Marija Pavlovic, su invito del Card. Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, teologo domenicano.
(la notizia è stata riportata dal portale Medjugorje Gebetsaktion)
PAPA FRANCESCO
ANGELUS
Domenica, 17 settembre 2023
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi il Vangelo ci parla di perdono (cfr Mt 18,21-35). Pietro chiede a Gesù: «Signore, quante volte dovrò perdonare al mio fratello, se pecca contro di me? Fino a sette volte?» (v. 21).
Sette, nella Bibbia, è un numero che indica completezza, e dunque Pietro è molto generoso nei presupposti della sua domanda. Ma Gesù va oltre e gli risponde: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette» (v. 22). Gli dice, cioè, che quando si perdona non si calcola, che è bene perdonare tutto e sempre! Proprio come fa Dio con noi, e come è chiamato a fare chi amministra il perdono di Dio: perdonare sempre. Io questo lo dico tanto ai sacerdoti, ai confessori: perdonate sempre come perdona Dio.
Gesù illustra poi questa realtà attraverso una parabola, che ha sempre a che fare con dei numeri. Un re, dopo esser stato pregato, condona a un servo il debito di 10.000 talenti: è un valore esagerato, immenso, che oscilla tra le 200 e le 500 tonnellate d’argento: esagerato. Era un debito impossibile da saldare, anche lavorando una vita intera: eppure quel padrone, che richiama il Padre nostro, lo condona per pura «compassione» (v. 27). Questo è il cuore di Dio: perdona sempre perché Dio è compassionevole. Non dimentichiamo com’è Dio: è vicino, compassionevole e tenero; così è il modo di essere di Dio. Poi, però, questo servo, al quale è stato rimesso il debito, non usa alcuna misericordia nei riguardi di un compagno che gli deve 100 denari. Anche questa è una cifra consistente, equivalente a circa tre mesi di stipendio – come a dire che perdonarci tra noi costa! –, ma per nulla paragonabile alla cifra precedente, che il padrone aveva condonato.
Il messaggio di Gesù è chiaro: Dio perdona in modo incalcolabile, eccedendo ogni misura. Lui è così, agisce per amore e per gratuità. Dio non si compra, Dio è gratuito, è tutto gratuità. Noi non possiamo ripagarlo ma, quando perdoniamo il fratello o la sorella, lo imitiamo. Perdonare non è dunque una buona azione che si può fare o non fare: perdonare è una condizione fondamentale per chi è cristiano. Ognuno di noi, infatti, è un “perdonato” o una “perdonata”: non dimentichiamo questo, noi siamo perdonati, Dio ha dato la vita per noi e in nessun modo potremo compensare la sua misericordia, che Egli non ritira mai dal cuore. Però, corrispondendo alla sua gratuità, cioè perdonandoci a vicenda, gli possiamo dare testimonianza, seminando vita nuova attorno a noi. Fuori del perdono, infatti, non c’è speranza; fuori del perdono non c’è pace. Il perdono è l’ossigeno che purifica l’aria inquinata dall’odio, il perdono è l’antidoto che risana i veleni del rancore, è la via per disinnescare la rabbia e guarire tante malattie del cuore che contaminano la società.
Domandiamoci, allora: io credo di aver ricevuto da Dio il dono di un perdono immenso? Avverto la gioia di sapere che Lui è sempre pronto a perdonarmi quando cado, anche quando gli altri non lo fanno, anche quando nemmeno io riesco a perdonare me stesso? Lui perdona: credo che Lui perdona? E poi: so perdonare a mia volta chi mi ha fatto del male? A questo proposito, vorrei proporvi un piccolo esercizio: proviamo, adesso, ciascuno di noi, a pensare a una persona che ci ha ferito, e chiediamo al Signore la forza di perdonarla. E perdoniamola per amore del Signore: fratelli e sorelle, questo ci farà bene, ci restituirà la pace nel cuore.
Maria, Madre di Misericordia, ci aiuti ad accogliere la grazia di Dio e a perdonarci gli uni gli altri.
Dopo l'Angelus
Cari fratelli e sorelle!
Venerdì mi recherò a Marsiglia per partecipare alla conclusione dei Rencontres Méditerranéennes, una bella iniziativa che si snoda in importanti città del Mediterraneo, riunendo responsabili ecclesiali e civili per promuovere percorsi di pace, di collaborazione e di integrazione attorno al mare nostrum, con un’attenzione speciale al fenomeno migratorio. Esso rappresenta una sfida non facile, come vediamo anche dalle cronache di questi giorni, ma che va affrontata insieme, in quanto essenziale per il futuro di tutti, che sarà prospero solo se costruito sulla fraternità, mettendo al primo posto la dignità umana, le persone concrete, soprattutto le più bisognose. Mentre vi chiedo di accompagnare questo viaggio con la preghiera, vorrei ringraziare le autorità civili e religiose, e quanti stanno lavorando per preparare l’incontro a Marsiglia, città ricca di popoli, chiamata a essere porto di speranza. Già da ora saluto tutti gli abitanti, nell’attesa di incontrare tanti cari fratelli e sorelle.
E saluto tutti voi, romani e pellegrini d’Italia e di vari Paesi, in particolare i rappresentanti di alcune parrocchie di Miami, la Banda de Gaitas del Batallón de San Patricio, i fedeli di Pieve del Cairo e di Castelnuovo Scrivia, le Suore Missionarie del Santissimo Redentore della Chiesa greco-cattolica ucraina. E continuiamo a pregare per il martoriato popolo ucraino e per la pace in ogni terra insanguinata dalla guerra.
E saluto i ragazzi dell’Immacolata!
A tutti auguro una buona domenica e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!