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martedì 11 giugno 2019

Convertitevi tutti i giorni - di padre Petar Ljubicic

Convertirsi vuol dire riconoscere che Dio esiste e capire che lui è al primo posto nella nostra vita. Questo significa che la vita dell'uomo solo allora ha un senso, se è in armonia con i progetti che Dio ha con lui. Il piano di Dio è che l'uomo lo conosca, lo ami con tutto il suo essere, si conceda a lui completamente e lo serva con gioia, per diventare perfetto e santo. Dio, riempie il cuore dell'uomo di gioia perfetta, di vera pace e di soddisfazione spirituale. L'uomo a questo punto, si sente salvato. Si potrebbe affermare che la conversione sia il sentimento di gratitudine perché Dio é qui, mi ama e desidera che io sia felice per l'eternità. Convertirsi vuol dire sempre cercare Dio. Inoltre, ritornare da Dio, ammettere tutto il nostro vagabondare, tutti i peccati e rinunciare a tutti i nostri desideri peccaminosi. Quando con sincerità chiediamo perdono, noi riceviamo la grazia per cambiare, diventiamo buoni, giusti, sinceri, onesti, perfetti, santi... Siamo chiamati ogni giorno, ogni momento della nostra vita a convertirci con il cuore, con tutta l'anima e con tutto il nostro essere, ad aderire a Dio. La conversione è il richiamo fondamentale del Nuovo Testamento. Il Vangelo di Marco inizia proprio con questa chiamata alla conversione: "Il tempo è compiuto, è vicino il regno di Dio, convertitevi e credete al Vangelo." Convertirsi è la condizione per la vita spirituale, per la santità. Senza conversione non esiste crescita spirituale e santità, né vera fede né amore autentico. Se riusciamo a capire che il senso del convertirsi nella nostra coscienza è la dipendenza da Dio, allora riusciamo a capire che la conversione non è solo un vissuto momentaneo, si tratta, invece, di un processo che dura per tutta la vita. Questo invito risuona sempre nelle nostre orecchie. È giusto chiedersi: prendo seriamente questo richiamo? Dentro di me sollecita il desiderio di cambiare la mia vita e, così, diventare più simile a Gesù? Questo vuol dire che sempre ed in ogni momento dobbiamo convertirci in relazione ai cambiamenti della vita e dobbiamo chiederci: nella nostra vita Dio dov'è e cosa significa per noi? Tutti noi ogni tanto siamo tentati a domandarci quando terminerà il processo di conversione. Quando potremo noi cristiani rilassarci, posare la nostra croce e godere questa vita? Questa è la tentazione che desidera frenare il processo di conversione, in quanto non ha mai fine: lo sforzo spirituale deve continuare e non stancarsi mai, poiché il modello con il quale desideriamo costruire la nostra vita è Gesù e la sua perfezione. Bisogna essere "afferrato da Gesù Cristo", come dice san Paolo. Quindi è necessario che ciascuno lo incontri: ognuno deve avere la strada per Damasco. A ciascuno che lo cerca nella vera fede e con cuore sincero, Cristo si annuncia con la sua luce, con la sua bontà e amore. A ciascuno è data la grazia per iniziare una nuova vita. Dal momento che l'uomo è "preso da Gesù Cristo", tutto il resto perde ogni valore. Null'altro vale se non Gesù. L'abitudine, l'agiatezza, la carriera, tutti i tipi di piacere, tutto questo il discepolo è pronto a lasciare per prendere la via del Cristo, per somigliare a lui. Solo così il cristiano può realizzare la propria identità: il fedele è un altro Cristo. Un vero cristiano, convertito, "preso da Gesù Cristo" si comporterà nella vita come il Cristo o, più precisamente, sarà pieno di misericordia e pronto a perdonare, in quanto sa che è un uomo debole e che solo in Cristo è grande, è forte. Per questo Gesù ci chiama sempre a convertirci. Dice: "Se non vi convertirete perirete tutti allo stesso modo" (Lc 13,5) Questo è veramente un ammonimento severo? Gesù non scherza. Il tempo passa in fretta e l'eternità è sempre più vicina. Dobbiamo pensare a questo! Tutti noi spesso ci inganniamo pensando che abbiamo ancora tempo. Non è saggio rimandare il proprio convertirsi e chiudere le proprie orecchie alla chiamata di Dio. Non dobbiamo tentare la pazienza del Signore. La conversione è la grazia che ci aiuta a vivere sempre con Dio. Questa grazia è sempre preceduta dalla chiamata del Signore. La conversione è risposta del cuore pentito all'appello di Dio, attraverso l'impulso della grazia. Conversione vuol dire che con tutto il corpo rispondiamo alla chiamata di Dio e facciamo una buona scelta, cioè, indirizziamo la nostra vita sulla linea che è stata disegnata da Gesù. Vuol dire liberarsi d'ogni compiacimento dei beni terreni, i quali vogliono imprigionarci: bisogna con fermezza rivolgersi verso Dio. Vuol dire rompere le catene delle glorie inutili, gelosie, attrazione dei guadagni facili e delle ricchezze e generosamente seguire il Cristo con il desiderio di compiere in tutto la volontà di Dio. Conversione vuol dire compiere le promesse formulate nel Battesimo: rinunciare al peccato e vivere la propria vita come figli di Dio. Anche se la conversione è grazia, a noi chiede un grande impegno e sforzo. Dobbiamo rinnovarci nel fondo del nostro cuore ed allora inizia il cambiamento interiore. E' necessario l'impegno quotidiano il quale avrà un valore perenne se lo sigilliamo con il segno dell'amore: l'amore verso Dio, amandolo sopra ogni cosa e l'amore verso i fratelli e le sorelle, servendoli. Non dobbiamo dimenticare che il messaggio cristiano dice che Dio incarnato è andato incontro all'uomo in Gesù Cristo. Gesù Cristo ci amava così tanto che su di sé ha preso tutte le nostre debolezze e peccati e per questo ha compiaciuto il Padre, morendo sulla croce. Egli è risuscitato il terzo giorno e con questo ha vinto la morte, la sofferenza, il peccato e la cattiveria. Perciò ogni persona che si converte e confida in questa verità, transita dalla morte alla vita. Costui vive in eterno. Hanno chiesto ad una giovane cosa ne pensa della conversione. "Convertirsi è per me un regalo, una grazia, l'incontro felice con Dio vivente. Questa è una profonda esperienza, un avvenimento spirituale nel quale il mio cuore si è completamente aperto ed è entrata la luce Divina, l'amore, la dolcezza, in una parola Dio stesso. Questo momento di grazia è accaduto quando ho sentito che Dio mi ama, che Dio è mio amico e che con me ha un suo progetto. Convertirsi vuol dire permettere a Gesù Cristo di venire da me e prendermi con la forza della sua grazia. Questo vuol dire cedere completamente a lui, donargli tutta la mia vita e pregare che porti con se tutti i miei peccati, tutte le mie debolezze, l'abitudine al peccato e tutte le ferite della mia anima. Convertirsi vuol dire proprio questo, che Gesù è un mare d'amore, pane di vita, vera gioia, serena felicità e vita retta, che desidero con tutta la mia anima. Da quel momento io non ho paura di niente, in quanto lui è con me. Questo è veramente come una nuova nascita. Ho la sensazione di aver ricevuto nuovi occhi, mani, cuore. Tutto questo si potrebbe riassumere in una frase: "Signore, vieni, io sono tutta tua, fai di me tutto quello che vuoi!" Mihaly Szentmartoni afferma che in ogni processo di conversione si possono distinguere quattro fasi: 1.) Crisi iniziale (sensazione di disagio, insicurezza, sfortuna, non contentezza), 2.) sì sente vicina una forza superiore e benefica, la quale si preoccupa di noi (Dio Padre, Provvidenza, Dio di bontà); 3.) scoperta di nuove verità (si vedono le cose in una nuova luce); 4.) felicità di liberazione (sensazione di sollievo, di redenzione, allegria, esultanza). Questo si vedeva chiaramente ad esempio nel cardinale inglese, Johna Henry Newman, che si è convertito. John Henry Newman è nato a Londra nel 1801. Dopo aver terminato gli studi è diventato pastore anglicano ed ha servito in una piccola chiesa ad Oxford. All'inizio era convinto che la fede anglicana fosse giusta, ma dopo aver studiato gli atti dei padri della Chiesa nella sua anima nacque il dubbio, così dopo tanta riflessione, diversa corrispondenza con le persone che avevano lo stesso sentimento, e con coloro che in questa ricerca non lo capivano, finalmente nel 1845 passò alla chiesa Cattolica. In seguito divenne sacerdote. Il Papa lo ha nominato cardinale. È morto nel 1890 a Edgbaston, Birmingham. Di lui sono rimasti molti scritti. Inoltre è in atto il processo di beatificazione. Ora vediamo le quattro fasi del processo di conversione del cardinale Newman, così come le ha descritte lui.

Crisi iniziale. Ad ogni conversione precede una "situazione" di disagio interiore, scontentezza, insicurezza, malessere, sensazione di sfortuna, senso di smarrimento, perdita del senso della vita. Tutti questi sono segni specifici i quali ci aiutano a riesaminare la nostra vita fino ad oggi. Ci accorgiamo che c'è qualcosa che non quadra. La nostra vita non è quella che dovrebbe essere. Inizia la crisi. Il momento critico nella vita di Johna Henry fu durante il viaggio in Sicilia, dove si ammalò gravemente. Doveva stare a letto per qualche giorno, in vicinanza non c'era un medico cui poter chiedere aiuto. Pur essendo debole, con la febbre alta, era cosciente del suo stato d'animo. Un suo amico era convinto che morisse e gli propose di scrivere il testamento. Newman gli rispose con le parole che poi sono diventate celebri. "No, non morirò; non ho peccato contro la luce; ed ho una missione in Inghilterra!"

Coscienza sulla esistenza di Dio. Dio ci segue con amore. E molto importante questa coscienza sulla esistenza di Dio come il Padre Provvidente. Questo vuol dire essere coscienti della grazia di Dio la quale ci aiuta a capire che tutto ci è perdonato, che siamo amati e riscattati cioè salvati. John Newman è guarito dalla sua malattia ed è diventato completamente un uomo nuovo. E partito da Palermo ed ha preso la nave per Marsiglia. Considerato che c'era bonaccia, la nave non poteva partire. In attesa della partenza, Newman ha pensato alla sua vita e alla presenza miracolosa della Provvidenza nel suo passato. Come frutto di questa riflessione è nata una bellissima canzone che gli Inglesi ancora oggi volentieri cantano in chiesa:
Guidami, tenera Luce, guidami tu! La notte è buia, la casa è lontana, guidami tu! Dirigi i miei passi, non desidero vedere le cose lontane Mi basta un passo. Mai prima ciò non ho passato, non ho pregato mai così per la tua guida. Le mie vie sceglievo da solo, ma adesso guidami tu! Mi piaceva la luce del giorno, mi guidava l'orgoglio Disdegnavo la paura; dimentica quegli anni. La tua forza mi benediceva sempre; anche oggi essa mi guiderà per le paludi e i terreni sodi, per i monti e per i fiumi finché non si fa il giorno e all' alba gli angeli mi sorridono a che una volta volevo bene, e adesso ho perso.

Scoperta delle nuove verità. La terza fase nel processo di conversione è la nuova illuminazione: all'uomo diventano chiare alcune verità dimenticate. Si scoprono nuovi valori, i segreti della vita diventano comprensibili o almeno accettabili. Newman era stato educato nella religione anglicana ed aveva tanti pregiudizi verso la verità cattolica e la devozione verso la madre di Dio. Racconta che non accettava l'idea che i cattolici invocassero Maria come "avvocatessa" e la rispettassero come intermediaria d'ogni grazia. Scrive cosi: "Dall'infanzia mi hanno insegnato che non esiste interocutore tra l'anima e Dio e io ho vissuto così la mia spiritualità. Sempre ho pensato che la devozione alla Madonna rispondesse alla sensibilità mediterranea, e non a quella inglese. Io ero sempre da solo davanti al Creatore, e unico intermediario era Gesù Cristo. Però adesso so che Maria non è intermediaria in questo senso, ma è via fino a Dio." Nella sua anima è entrato un senso di sicurezza, cosi con gratitudine scrive: "Non ho alcuna paura che la mia nuova strada sia giusta o no."

Felicità. La quarta, e ultima fase del processo di conversione è segnata dal senso di liberazione, gioia, coscienza di essere amati. Questa è la gioia di redenzione, gioia di colui che si trova in stato di grazia. Newman, inoltre ha vissuto una vera estasi nel momento in cui è diventato cattolico. Ha lasciato una testimonianza scritta al riguardo: "Dal momento in cui sono diventato cattolico, chiaramente, non posso più parlare con i pensieri della strada della mia crescita spirituale. Con questo non voglio dire che la mia mente sia passiva oppure che ho smesso di pensare sulle verità religiose. Voglio dire che non ho più avuto alcuna angoscia nel cuore, ho goduto una pace completa senza alcun dubbio." (Mihaly Szentmartoni; "Nella ricerca della pienezza" pag. 2329)

Conversione di un criminale. Un uomo giovane, in una città d'America, davanti a seimila persone, ha dato testimonianza di come ha vissuto la sua conversione. Lui dice che non credeva in Dio e che il significato della parola conversione non la conosceva. La sua vita l'ha vissuta nel peccato, ha anche commesso un omicidio e per questo è stato condannato a venti anni di prigione. Proprio in prigione un giorno, guardando una videocassetta sulle apparizioni di Medjugorje, gli è apparsa la Madonna dicendogli: "Figlio mio, convertiti, io sono tua Madre!" Lui ha chiesto ai suoi compagni che cosa significhi "convertirsi" e chi fosse questa signora. Il cappellano della prigione gli ha dato tutte le spiegazioni. Allora, lui ha ricevuto la comunione e tutti i sacramenti. In prigione ha organizzato gruppi di preghiera. Quando in prigione hanno visto il suo cambiamento lo hanno rilasciato con dodici anni di anticipo. Per questo motivo gli è stato possibile testimoniare la sua conversione davanti a tutti. Il suo messaggio a tutti è che Dio esiste e che lui lo ha incontrato ringraziando la Regina della pace che appare a Medjugorje. Credete profondamente in Dio! Un padre di famiglia era senza fede. Invece la madre era credente convinta. Avevano una figlia sedicenne, figlia unica, molto malata. La ragazza vacillava tra la fede della madre e l'incredulità del padre. La madre andava in chiesa regolarmente, invece il padre derideva tutto ciò. La figlia però voleva tanto bene sia al padre che alla madre. Una sera, accanto al suo letto erano insieme il padre e la madre, ed ella si accorse subito che i suoi genitori avevano paura del peggio. Mentre il padre stava da una parte del letto e la madre dall'altra parte, lei prese con una mano la mano del padre, e con l'altra la mano della madre, e con tono disperato chiese: "Se dovessi morire adesso, come morirei?... Nell'incredulità di te, papà oppure nella fede di te, mamma?" Il padre scoppiò in lacrime, si chinò sulla figlia morente e le disse: "Figlia mia, muori nella fede di tua madre, perché la mia incredulità non ha nessun valore!" La ragazza ubbidì al padre e pregò Iddio per ottenere il dono di credere così come la mamma. La fede è l'immeritato dono di Dio che ci aiuta a comprendere come proveniamo da Dio, come apparteniamo a lui e come ritorneremo a lui. La fede è l'atto di totale fiducia e consapevole devozione per la persona amata Gesù Cristo. Credere vuol dire accettare Gesù Cristo morto e risorto come l'unica Via, Verità e Vita. Vuol dire avere con Gesù la pace e la gioia, la felicità e la salvezza. Credere vuol dire essere solidamente convinto che Dio esiste, che ci ama ardentemente, che ha un piano ben preciso per cui dobbiamo avere totale fiducia in lui. Chi veramente e solidamente crede in Dio, si dona completamente a lui e si umilia innanzi a lui. Lo adora, lo rispetta e lo glorifica. Lo ascolta sempre e compie volentieri la sua volontà, in lui mette tutta la sua fiducia e da lui tutto spera. Dio si manifesta nella persona di Gesù Cristo. E Gesù dice:"Chi crede ha la vita eterna!" (Gv 6,47). "Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna"! (Gv 6.40). Dr. Tomislav Ivancic scrive che nella teologia si parla di tre gradi nella fede: credere Dio, credere a Dio e credere in Dio. "Credere Dio" vuoi dire credere che lui esiste. Ciò non è ancora la decisione per la fede (oppure non deve esserci). Se così fosse, allora sarebbe appena l'inizio della decisione. Qualcuno, cioè, che crede che Dio esiste, ma non vuole vivere secondo questa verità. "Credere a Dio" vuoi dire credere che tutto quello che lui ha detto, rivelato e promesso è verità. Questa è la fede intellettuale, razionale. Dunque, l'uomo può nell'intelletto essere d'accordo con le verità che Gesù ha rivelato, ciò nonostante non vivere secondo queste verità. "È necessario aprire il cuore alla fede. "Credere in Dio" significa mettere la propria esistenza nelle mani di Dio, vuol dire impegnarsi in quello che Gesù ci ha rivelato. Credere alle parole di Gesù e metterle in pratica. Mettere la propria vita nelle mani di Gesù Cristo. Questo è, in un certo senso, il cammino nella fede, dove si può provare sulla propria pelle ciò che Gesù Cristo ha promesso (se si mette in pratica cio che lui ha detto). Questa è dunque la fede confidenziale e la fede fiduciosa. La confidenza si riferisce alla persona, e la fiducia alla promessa della stessa persona. Qui sono vicine la speranza e l'amore. Chi confida spera. Chi ha fiducia, ama. La fede, la speranza e la carità vanno insieme. Però, quanto più si matura nella fede, tanto più rinvigorisce l'amore come l'aspirazione per l'unione e come finale unione con Dio nell'eternità.(Cfr. Tomislav Ivancic: "Incontro con Dio vivente", p. 109). La fede, infatti, è il più prezioso tesoro di questo mondo. Essa è l'inestimabile dono Divino e perciò la si deve ottenere a forza di preghiera. Per questo la si deve custodire come la vista degli occhi e come l'anima della propria anima. La Regina della pace ci chiama instancabilmente alla fede profonda. La Regina della pace è venuta a noi, suoi figli, per aiutarci, e condurci a Dio. Ella si comporta come una vera madre che vuol tanto bene ai suoi figli. Prima di tutto ella chiede a noi di credere che è stata mandata da suo Figlio per aiutarci nelle nostre tribolazioni e in questa grande crisi nella quale si trova tutta l'umanità. La Madonna stessa dice che è venuta a "risvegliare la fede di ogni credente" (30 aprile 1984.). "...Se voi state lontani da Dio, non potete ricevere grazie, perché non le cercate con la fede tenace. Io prego per voi ogni giorno e desidero avvicinarvi a Dio sempre di più. E non lo posso, se voi non lo volete. Perciò, cari figli, mettete la vostra vita nelle mani di Dio..." (25 gennaio 1988). "... Figlioli, credete e pregate che il Padre vi aumenti la fede. Ed allora chiedete di che cosa avete bisogno. Io sono con voi. Mi rallegra la vostra conversione..." (25 gennaio 1988). Il richiamo premuroso di madre alla preghiera ed apertura allo Spirito Santo in particolare rinvigorisce e rafforza la fede: "Cari figli; in questi giorni vi invito in particolare ad aprire i vostri cuori allo Spirito Santo. Lo Spirito Santo, particolarmente in questi giorni, opera per mezzo di voi. Aprite i cuori e abbandonate la vostra vita a Gesù, affinché Egli operi per mezzo dei vostri cuori e vi fortifichi nella fede ". (23 maggio 1985). "Cari figli! Oggi voglio dire a tutti nella parrocchia di pregare lo Spirito Santo, in particolare per essere da Lui illuminati. Da oggi Dio vuole provare in modo particolare questa parrocchia, per fortificarla nella fede "! (11 aprile 1985). "Oggi desidero invitarvi tutti a far sì che ognuno di voi si decida per il Paradiso. Il cammino è difficile per tutti coloro che non si sono decisi per Dio. Cari figli, decidetevi, e credete che Dio vi si offre nella sua pienezza. Voi siete invitati, e bisogna che rispondiate alla chiamata del Padre che vi chiama attraverso di me..." (25 ottobre 1987.). "Io sono con voi e desidero che mi crediate che vi amo". (25 novembre 1987).

Come hanno trovato la fede la sorella e il fratello a Medjugorje. Una ragazza racconta come ha vissuto dai quindici ai venti anni senza fede, senza Dio. Si rallegrava nella vita di tutto ciò di cui si rallegrano tanti giovani: le uscite, la discoteca, i concerti di rock, gli amici. Riconosceva che questo le dava solamente una momentanea soddisfazione, ma più tardi sentiva il grande vuoto e angoscia. E ciò le pesava molto. Desiderava tanto la vera felicità e la gioia sincera. Sua mamma era una credente convinta ed esemplare. Un giorno durante la preghiera, sua madre sentì una voce interiore che le diceva : "Va' in pellegrinaggio a Medjugorje!" "Questo era un avvertimento per mia madre perché pregasse per me, mio fratello e mio padre, perché non credevano. Quando mia madre ci disse che voleva portarci a Medjugorje dalla Regina della pace, noi ci siamo opposti anzi, addirittura abbiamo litigato. Io pensavo: "Che cosa devo fare là? Forse la verità è che la Madonna appare e aiuta molti. Forse ognuno si può convertire e credere ma io di sicuro no!" Arrivò il Venerdì Santo del 1990 che non potrò mai dimenticare. Sulla collina Krizevac c'era la straordinaria apparizione. Durante l'apparizione capii che la Madonna era lì. Io non l'ho vista con i miei occhi, ma 1' ho sentita con il cuore. Ho provato la presenza di Dio. Ho ricevuto il dono della fede. Ho capito che Dio mi vuole bene e che è il mio Creatore. Riconosco che è molto difficile descrivere il fatto con le parole perché sono troppo povere. Ciò è una esperienza straordinaria di fede, di Dio... Da questa esperienza si può vivere senza timore. Dopo tutto quello che avevo provato, mi preparai per la confessione. Devo ammettere che per me era come uno choc, l'esperienza che Dio esiste, che mi vuoi bene, che Gesù è diventato il mio grande fratello e che ora sentivo il desiderio di confessarmi... La mia decisione fu subito quella di cominciare a vivere i messaggi che Gesù ci manda tramite la Madonna. I messaggi mi hanno aiutato a comprendere che Maria mi guida al suo figlio Gesù. A poco a poco é cominciato a crescere in me il desiderio di dedicare completamente la mia vita a Gesù. Un giorno ho pregato per sapere dove dovevo andare. Dopo tre settimane decisi la comunità delle Beatitudini". Questa ragazza riconosce che ha trovato la vera via della felicità. La gioia che le dona il Signore è più importante di tutto quello che ha vissuto prima. Poi questa ragazza ha raccontato come suo fratello si è convertito. Anche lui è andato a Medjugorje e ha visto tantissimi giovani. Per prima cosa ha sentito nel suo cuore la necessità di confessarsi. Durante la Santa comunione ha provato intimamente la presenza di Gesù. Ha pregato inginocchiato e ha ringraziato Dio per questo dono. Questo era il momento della conversione per suo fratello. Invece quando è ritornato a casa è ricaduto nel peccato e conduceva una vita come prima della conversione. Sua madre e lei hanno pregato intensamente per lui. Quando è di nuovo andato in pellegrinaggio a Medjugorje, Dio gli ha ridato la grazia persa della conversione. Questa era la sua definitiva conversione. Vivendo giorno per giorno i messaggi della Madonna anche lui ha scelto la Comunità delle Beatitudini e vuole diventare un sacerdote. Ecco che mediante la preghiera la Madonna, Regina della pace di Medjugorje, ha aiutato questa famiglia a riscoprire Dio e a ridare una serena unione famigliare ricca di principi cristiani.

Meravigliosa conversione di Cristina. Cristina, studentessa tedesca venuta a Medjugorje senza fede, senza Dio e che viveva in una situazione difficile di peccato (alcol, sesso, droga...) è ritornata a casa totalmente cambiata. Mi scrisse una lettera nella quale mi raccontava: "Il Giovedì Santo, dopo la Messa, sono entrata nella cappellina delle apparizioni dove altri stavano inginocchiati in preghiera adorando il Santissimo. Io non volevo fare altrettanto perché non credevo. Un gruppo di tedeschi cantava il Sanctus di Schubert. Io d'un tratto, ho sentito una forza che mi spingeva a terra. Non posso spiegare quello che ho sentito. È una grande grazia per me. Io credo, io credo che Dio esiste: ora Dio mi si è rivelato. Io credo in Gesù Cristo, figlio di Dio, fatto uomo e nato per me. Io credo che in questa Ostia c'è il vero Gesù che mi ama tantissimo. Io piango, piango... Io ringrazio la Madonna della pace che mi ha guidata a suo Figlio. Io credo in queste apparizioni. Ora vado ogni giorno alla S. Messa e questa è per me la prima e la più importante cosa che faccio nella giornata. Io ricevo la Comunione, ricevo il Re dei Re che mi ama e che mi riempie dell'amore da dare agli altri. Io ora sono la persona più felice del mondo: ho Gesù, con Gesù ho la fede, la gioia, l'amore ... quasi tutto ciò che un cuore puo desiderare".

Wayne Weible racconta la sua conversione. Wayne Weible, protestante, editore di giornali della Carolina del Sud, ha sentito parlare di Medjugorje per la prima volta verso la fine di ottobre del 1985. Ha pensato che questa sarebbe stata una bella storia per il suo inserto del settimanale. Nel frattempo, guardando poco dopo un film su Medjugorje, Wayne Weible ha sentito la voce interna della Madonna: "Tu sei il mio figlio... Scrivi gli avvenimenti di Medjugorje; se lo accetti, questo sarà il compito della tua vita, non ti occuperai più del tuo attuale lavoro" Wayne diventò cattolico, lasciò tutto e si dedicò completamente alla diffusione dei messaggi di Medjugorje, ovvero del messaggio del vangelo per iscritto ed oralmente. I suoi racconti diventarono un settimanale che fino ad ora ha pubblicato oltre 50 milioni di copie. Wayne viaggia ed informa il mondo delle apparizioni della Madonna. Fino ad ora ha tenuto migliaia di conferenze in tutto il mondo. Ha scritto 3 libri sugli avvenimenti di Medjugorje. Questi libri sono molto richiesti e sono stati tradotti in una decina di lingue diverse. Nei libri descrive la sua esperienza e i suoi incontri con la gente che aiuta ad avvicinarsi a Dio. Lui è diventato un apostolo moderno di questo tempo di grazia. !

L'esperienza e la guarigione di Veronica Knox. Sentiamo come Veronica Knox dell'Africa del sud era stata invitata a Medjugorje e come ha vissuto la sua guarigione. Aveva dei gravi problemi con la vista, e tutte le otto operazioni che aveva fatto fino a quel momento l'avevano aiutato poco. Vedeva poco o quasi niente, riusciva a distinguere solamente la luce e il buio. Lei stessa ci ha raccontato che cosa ha vissuto: "Una mattinata come tutte le altre, ho recitato la mia preghiera giornaliera e ho pregato il rosario come tutti i giorni. I miei occhi erano chiusi, però io in quel momento ho visto Gesù che era proprio davanti a me, illuminato da una luce intensa. Ho sentito calore sul mio viso e dentro di me. Gesù mi disse, "Vieni a pregare con me!" Gli dissi "La luce è troppo forte ed io non ci vedo". Ma lui mi disse, "Io ti dono la luce per farti vedere la strada". Mi sono alzata e sono partita. Camminando lungo la strada ho visto la collina con una croce grande, ed una Chiesa con due campanili e tre finestre grandi. Dissi a Gesù di non sapere dove ero, qui non vi ero mai stata prima d'ora. Ero già stata a Lourdes e a Fatima, ma il posto dove mi trovavo adesso era sconosciuto per me. Gesù mi disse: "Questo è Medjugorje". Per non dimenticare niente, ho scritto subito tutti i particolari e ho detto a mio marito che cosa era avvenuto. Mio marito mi disse che non sapeva che cosa mi stesse succedendo. Io gli dissi: "Sono stata con Gesù stamattina a Medjugorje". Subito mi rispose: "Preparati mentre io vado a comprare i biglietti per andare lì". Venendo a Medjugorje ho visto tutto esattamente così come lo avevo visto con Gesù". Veronica racconta il suo avvenimento davanti la croce blu, dove vede la Madonna con le mani aperte verso di lei. In quel momento ha sentito pace profonda... "Dopo siamo andati ad ascoltare la veggente Vicka. Era pieno di gente dappertutto. Quando la veggente Vicka ha finito il suo racconto, si avvicinò a me, mettendo la sua mano sui miei occhi e. pregando qualcosa. Io non capivo niente, però quando la sua mano si allontanò io potevo vedere con l'occhio destro al cento per cento. Ho detto subito: "Gesù ti ringrazio!" Veronica ha detto che è venuta a ringraziare Gesù anche sette mesi dopo per quella grazia. Gesù ha esaudito ancora una sua preghiera: "Avevo una figlia che è vissuta senza fede e non ha battezzato il suo bambino. La figlia si è convertita e ha fatto battezzare il suo bambino. Da quando sono stata a Medjugorje la mia vita è cambiata completamente. Mi sento chiamata a testimoniare per Gesù e la Madonna. Annuncio agli altri i messaggi di Gesù, i messaggi di pace, preghiera, digiuno e conversione. Insegno agli altri a pregare il rosario!" Tutto questo dice la persona che dentro il suo cuore porta Gesù e la Madonna e sente amore profondo verso il prossimo. 


Fonte:http://medjugorje.altervista.org/index.php/archivio/articolo/padre-petar/362/padre-petar-ljubicic-convertitevi-tutti-i-giorni

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