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domenica 9 giugno 2019

Oggi, 9 giugno si festeggia la PENTECOSTE - Spiegazione

 La Pentecoste è una festa cristiana in cui viene celebrata l'effusione dello Spirito Santo, dono di Gesù, e la nascita della Chiesa.
 I Discepoli iniziano la loro missione di evangelizzazione. Cade nel cinquantesimo giorno dopo Pasqua, di domenica, ed è quindi una festa mobile, dipendente dalla data della Pasqua.

La Festa  dello Spirito è una delle più grandi  feste. Stiamo parlando del momento in cui lo Spirito di Dio ha riempito la prima comunità di  Cristo.
Lo Spirito del Santo ci insegna,  ci consiglia,  ci  disciplina, ci disseta, ci difende.

 Ci aiuta a portare la croce pazientemente,  ci aiuta  asuperare l'attacco, ci fa compiere  fedelmente i doveri cristiani. Ci insegni a pregare.

Secondo il rituale ebraico, la festa comportava il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra e particolari sacrifici; ed era una delle tre feste di pellegrinaggio (Pasqua, Capanne, Pentecoste), che ogni devoto ebreo era invitato a celebrare a Gerusalemme.

La discesa dello Spirito Santo
L’episodio della discesa dello Spirito Santo è narrato negli Atti degli Apostoli, cap. 2; gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, probabilmente della casa della vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città; e come da tradizione, erano affluiti a Gerusalemme gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste con il prescritto pellegrinaggio.
“Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano.
Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.
Si trovavano allora in Gerusalemme giudei osservanti, di ogni Nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita, perché ciascuno li sentiva parlare nella propria lingua.
Erano stupefatti e, fuori di sé per lo stupore, dicevano: ‘Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?…”.
Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in un greco accurato, prosegue con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che unitamente a Paolo, narrato nei capitoli successivi, aprono il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo. 

Lo Spirito Santo non è una energia, come molti cristiani pensano. Lo Spirito Santo è una Persona con la quale dobbiamo instaurare una relazione vivente e personale. Come preghiamo il Padre e il Figlio così dobbiamo pregare lo Spirito.
Chi non vede e non gusta la tenerezza di Dio, ha un cuore rigido e glaciale. È severo con se stesso e con gli altri.
Senza l'effusione dello Spirito, il cristiano cammina con la testa bassa, pensando sempre ai suoi problemi e dolori con un'angoscia mortale. Lo Spirito Santo dona all'uomo la forza di non affogare nelle acque tempestose della vita, ma di camminare su di esse.Senza l'effusione dello Spirito Santo, il cristiano vede il prossimo come il nemico da uccidere e non da amare e perdonare.Se ricevi lo Spirito, hai tutto.
Senza l'effusione dello Spirito, l'uomo si sente senza vita, verità e pace. Con un cuore pieno di pessimismo cammina diffondendo intorno a sè il puzzo della morte.

Vieni, Spirito Santo , a rotolare via quel macigno che ancora chiude il mio cuore. Vieni e fammi rinascere di nuovo!
VIENI, SANTO SPIRITO E FAMMI SANTO. VIENI, SANTO SPIRITO E FAMMI COME GESÙ. VIENI, SANTO SPIRITO, SULLA MIA FAMIGLIA PERCHÈ SIAMO UNITI NELL'AMORE. VIENI, SANTO SPIRITO, SULLA MIA PARROCCHIA PERCHÈ NON SIA COME UNA PIANURA DI OSSA INARIDITE.


La Liturgia è spesso arricchita da inni allo Spirito Santo: si pensi al magnifico “Veni Creator”. Nella solennità di Pentecoste invece si recita la Sequenza:
Vieni, Santo Spirito,
manda a noi dal cielo
un raggio della tua luce.
Vieni padre dei poveri,
vieni datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto,
ospite dolce dell’anima,
dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo,
nel pianto conforto.
O luce beatissima,
invadi nell’intimo
il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza,
nulla è nell’uomo,
nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido,
bagna ciò che è arido,
sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido,
scalda ciò che è gelido,
sana ciò ch’è sviato.
Dona ai tuoi fedeli
che solo in te confidano
i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio,
dona morte santa,
dona gioia eterna.
Amen.

Presso gli Ebrei la festa era inizialmente denominata “festa della mietitura” e “festa dei primi frutti”; si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica e segnava l’inizio della mietitura del grano; nei testi biblici è sempre una gioiosa festa agricola.
È chiamata anche “festa delle Settimane”, per la sua ricorrenza di sette settimane dopo la Pasqua; nel greco ‘Pentecoste’ significa 50ª giornata. Il termine Pentecoste, riferendosi alla “festa delle Settimane”, è citato in Tobia 2,1 e 2 Maccabei, 12, 31-32..
Quindi lo scopo primitivo di questa festa, era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, cui si aggiunse più tardi, il ricordo del più grande dono fatto da Dio al popolo ebraico, cioè la promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai.

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