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lunedì 3 giugno 2019

Ecco come il Papa ha risposto alla domanda sulla campagna elettorale di Salvini

“Pregate che l’Europa torni a essere il sogno dei Padri fondatori”

L’augurio di Francesco nel dialogo con i giornalisti sul volo verso Roma alla fine del viaggio in Romania: il politico non deve seminare odio e paura, soltanto speranza


In queste elezioni leader come Salvini hanno fatto campagna mostrando simboli religiosi, rosari, croci, consacrazioni al Cuore Immacolato. Che cosa ha pensato? È vero che non lo vuole incontrare?

R. - «Io non ho ricevuto nessuno del governo, eccetto il premier Conte che ha fatto richiesta come da protocollo. È stata una bella udienza, di un’ora. È un uomo intelligente, professore, sa ciò di cui parla. Dai vicepremier e da altri ministri non ho ricevuto richieste di udienza. Sulle immagini in campagna elettorale: io ho confessato tante volte che di giornali ne leggo due: il giornale del partito, cioè “L’Osservatore Romano”, questo lo leggo e sarebbe bello che voi lo leggeste, perché lì ci sono chiavi di interpretazione molto interessanti e anche cose che io dico ci sono lì. E poi “Il Messaggero”, che mi piace, perché ha dei titoli grossi: io lo sfoglio così, alcune volte mi fermo lì. E non sono entrato in queste notizie delle propagande, come ha fatto un partito la propaganda elettorale o un altro. Ma c’è un terzo elemento, ma in questo mi confesso ignorante: io non capisco la politica italiana. E’ vero, devo studiarla: non la capisco. Dire un’opinione su atteggiamenti di una campagna elettorale di uno dei partiti senza informazione, così, sarebbe molto imprudente da parte mia. Io prego per tutti, perché l’Italia vada avanti, perché gli italiani si uniscano e siano leali. Anche io sono italiano perché sono figlio di emigranti italiani: nel sangue sono italiano. I miei fratelli, tutti hanno la cittadinanza. Io non ho voluto averla perché nel tempo che l’hanno acquisita io ero vescovo, e io ho detto: “No, il vescovo dev’essere della patria”, e non ho voluto prenderla. E per questo non la ho. C’è nella politica di tanti Paesi – tanti – la malattia della corruzione: dappertutto. Dappertutto: non dite domani “il Papa ha detto che la politica italiana è corrotta”: no. Io ho detto che una delle malattie della politica, dappertutto, è scivolare sulla corruzione… è universale. Per favore, eh? Non fatemi dire quello che non ho detto. E una volta mi hanno detto come sono i patti politici: figurati una riunione di nove imprenditori al tavolo; discutono per mettersi d’accordo sullo sviluppo delle loro imprese e alla fine, dopo ore e ore e ore e caffè e caffè e caffè, si mettono d’accordo. Hanno preso il verbale, fanno il riassunto, lo leggono … d’accordo? D’accordo. Mentre lo fanno stampare prendono un whiskey per festeggiare e poi incominciano a girare le carte per firmare l’accordo. Nel momento che girano le carte, sotto il tavolo, io e quello … ne faccio un altro sotto il tavolo. Questo è corruzione politica, che si fa un po’ dappertutto. Dobbiamo aiutare i politici a essere onesti, a non fare campagna con bandiere disoneste – la calunnia, la diffamazione, gli scandali … E tante volte, seminare odio e paura: questo è terribile. Una politica, un politico mai, mai deve seminare odio e paura. Soltanto speranza. Giusta, esigente: ma speranza. Perché deve condurre il Paese, e non dargli paura. 

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