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giovedì 26 marzo 2020

Il Crocifisso 'miracoloso' trasportato a San Pietro per la preghiera di domani contro la pandemia


Il Crocifisso 'miracoloso' trasportato a San Pietro Dalla Chiesa di San Marcello per la preghiera di domani del Papa.

Il Crocifisso miracoloso, venerato da Papa Francesco il 15 marzo scorso, nella Chiesa di San Marcello al Corso, a Roma, è stato spostato per essere trasportato in Vaticano. Domani alle 18 sarà in piazza San Pietro per l'appuntamento di preghiera indetto Papa Francesco affinché cessi l'epidemia del coronavirus. Il Crocifisso 'miracoloso' è stato oggetto di profonda venerazione da parte dei fedeli di Roma sin dal 1519, quando rimase illeso nel grande incendio che colpì la chiesa nel cuore di Roma. Ma soprattutto a questa immagine, che fu portata nel 1522 in processione per tutti i rioni di Roma, venne attribuita la cessazione della peste. E da allora è venerato dai romani ed è invocato soprattutto per la cessazione delle epidemie. 

Fonte: Repubblica.it

Venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota”, ha annunciato Francesco

 “In questi giorni di prova, mentre l’umanità trema per la minaccia della pandemia, vorrei proporre a tutti i cristiani di unire le loro voci verso il Cielo”. È l’appello del Papa, che al termine dell’Angelus trasmetto in diretta streaming dalla Biblioteca apostolica vaticana ha invitato “tutti i Capi delle Chiese e i leader di tutte le Comunità cristiane, insieme a tutti i cristiani delle varie confessioni, a invocare l’Altissimo, Dio onnipotente, recitando contemporaneamente la preghiera che Gesù Nostro Signore ci ha insegnato”. “... venerdì prossimo 27 marzo, alle ore 18, presiederò un momento di preghiera sul sagrato della Basilica di San Pietro, con la piazza vuota”, ha annunciato Francesco: “Fin d’ora invito tutti a partecipare spiritualmente attraverso i mezzi di comunicazione. Ascolteremo la Parola di Dio, eleveremo la nostra supplica, adoreremo il Santissimo Sacramento, con il quale al termine darò la Benedizione Urbi et Orbi, a cui sarà annessa la possibilità di ricevere l’indulgenza plenaria”. “Alla pandemia del virus vogliamo rispondere con la universalità della preghiera, della compassione, della tenerezza”, ha spiegato il Papa: “Rimaniamo uniti. Facciamo sentire la nostra vicinanza alle persone più sole e più provate”. “La nostra vicinanza – ha proseguito Francesco a braccio – ai medici;  vicinanza agli operatori sanitari, agli infermieri, alle infermiere, ai volontari; vicinanza alle autorità, che devono prendere misure dure ma per il nostro bene. Vicinanza ai poliziotti, ai soldati che per le strade cerano di mantenere sempre l’ordine, perché si compiano le cose che il Governo chiede di fare per il bene di tutti noi. E vicinanza a tutti”. Infine, la “vicinanza alle popolazioni della Croazia colpite questa mattina da un terremoto”: “Il Signore Risorto dia loro la forza e la solidarietà per affrontare questa calamità”.

Fonte: Agensir.it

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