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mercoledì 11 dicembre 2019

Vicka ha pregato su di lui e la sua malattia fu tolta via all'istante.

«Damir Coric dichiara che nell'estate 1981  Vicka ha pregato su di lui e che la sua malattia fu tolta via all'istante. Le sue forze vitali sono tornate ed è aumentato subito anche di peso». Coric Damir, nato nel 1960 a Mestar, è stato curato nella clnica neurochirurgica di Zagabria perché affetto da «hydrocephalus internus» (aumento della pressione del liquor sul cervello).
Dalla documentazione allegata, si vede che è stato operato tre volte alla testa. Ogni volta subentrava l'emorragia cerebrale e si doveva rioperare. A causa di queste difficili operazioni l'ammalato deperiva. C'era da aspettarsi il ripetersi dell'emorraggia subdurale, ecco perché la prognosi dell'ospedale di Zagabria non dava molte speranze ed era decisamente infausta.
Il 6 marzo 1981, il paziente viene dimesso per essere curato a casa in quanto si è riscontrato un lieve miglioramento. La terapia da seguire è sintomatica. La prognosi del degente è incerta e infausta: «Senza il drenaggio del liquor, aumenta la pressione nell'interno del cranio, il drenaggio del liquor a sua volta provoca ipotensione che porta al collasso del cervello».
Da questa documentazione medica risulta quanto era grave Damir Coric e che le probabilità di guarigione erano pressoché nulle. La sua guarigione quindi non è dovuta a cause naturali.
Allegati:
La lettera del padre Vlasic; tre cartelle cliniche di tre degenze alla clinica universitaria di Zagabria; e la lettera di congedo (*) del centro di riabilitazione a Krapina. 

GUARIGIONI STRAORDINARIE






CRITERI DI VALUTAZIONE


Dr. Mario Botta

Senza, per il momento, voler fare alcuna affermazione di straordinarietà in tema di guarigioni, ci sembra razionale un attento ascolto dei fatti relativi a persone che asseriscono di essere guarite da uno stato di malattia da cui precedentemente erano affette, auspicando di poter in seguito mettere in cantiere un lavoro di verifica di tali casi, lavoro che richiede tempo, e che presenta difficoltà legate, ad esempio, alla diversità di lingua.
Vorrei ora ricordare brevemente i momenti in cui si articola il controllo delle guarigioni di Lourdes, in quanto, ancor oggi, la metodica di indagine del «Bureau Medicai» sembra essere la più circostanziata e seria.

In primo luogo si procede alla compilazione di un dossier, usando le certificazioni dei medici curanti dei pazienti, in cui sono indicate le condizioni del malato al momento della partenza per Lourdes, la natura, la durata dei trattamenti praticati ecc., cartelle che vengono consegnate ai medici accompagnatori del pellegrinaggio.

Il secondo momento è l'esame presso il bureau medical de Lourdes: i medici presenti a Lourdes al momento della guarigione vengono convocati per esaminare il «guarito» e sono invitati a rispondere alle seguenti domande: 1) La malattia descritta nei certificati esisteva veramente al momento del pellegrinaggio a Lourdes?
2) La malattia si è immediatamente arrestata nel suo decorso quando nulla faceva prevedere un miglioramento?
3) Vi è stata guarigione? E' avvenuta questa senza l'uso di medicine, o comunque queste si sono rivelate sicuramente inefficaci?
4) E' bene prender tempo prima di dare una risposta?
5) E' possibile dare una spiegazione medica di questa guarigione?
6) La guarigione sfugge totalmente alle leggi della natura?
Il primo esame ha luogo di solito all'indomani della guarigione ed è ovviamente insufficiente. L'«ex malato» è riesaminato successivamente ogni anno, soprattutto nei casi in cui la malattia è suscettibile di presentare, nella sua normale evoluzione, dei lunghi periodi di remissione, cioè di diminuzione temporanea dei sintomi. Ciò allo scopo di accertare la autenticità della guarigione e la sua stabilità nel tempo.

Va detto che il medico deve comportarsi in sede di discussione dei fatti di Lourdes, come nella pratica medica quotidiana (nel suo studio, nell'ospedale), non deve perdersi in cavilli, e a Lourdes come altrove, deve lasciarsi guidare dai fatti, senza nulla aggiungere né togliere, e discutere di fronte al «malato di Lourdes» come davanti ad un malato ordinario.

Il terzo momento è rappresentato dal comitato medico internazionale di Lourdes. Comprende una trentina di medici di varia nazionalità, in maggioranza specialisti in campo medico e chirurgico. Esso si riunisce a Parigi circa una volta all'anno per pronunciarsi collegialmente su casi di guarigioni precedentemente riconosciute dal Bureau Medicai. Ogni caso è affidato all'esame di un esperto che ha il tempo che desidera per giudicare e completare il dossier che gli è sottoposto. La sua relazione viene poi discussa dal Comitato, che può accettare, aggiornare o respingere le conclusioni del relatore.

Quarto ed ultimo momento è l'intervento della commissione canonica. Essa è incaricata di esaminare il caso sia sul piano medico che religioso. Questa Commissione costituita dal Vescovo della diocesi di cui è originaria la persona guarita, propone a Lui le sue conclusioni, riguardanti il carattere soprannaturale di questa guarigione e ne riconosce la paternità divina. La decisione finale spetta al Vescovo che solo può pronunciare il giudizio canonico riconoscendo «miracolosa» la guarigione.



Fonte: Medjugorje Altavista

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