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mercoledì 4 dicembre 2019

C’è un gesto bellissimo descritto nel Vangelo di oggi....- Commenti


Il Vangelo va letto ogni giorno, perché è una Parola viva che parla qui ed ora. Va letto in piccole porzioni per facilitare l'assimilazione.
E non c'è bisogno di capire tutto, ma di cogliere quell'aspetto che può essere utile al tuo percorso. Va letto senza timore di sbagliare nell'interpretazione, perché lo Spirito Santo è nel testo ma anche nel tuo cuore. Segui il vento favorevole dello Spirito e troverai sempre un porto sicuro a cui approdare... Il Vangelo va soprattutto pregato. Accade che la parola accolta nel silenzio del tuo cuore, si riaffacci nel corso della giornata provocando conforto e meraviglia... E ti accorgi che, i semi che Dio ha seminato nel tuo autunno, cominciano a portare i frutti di una primavera rigogliosa.

Padre Nikola Vucic


Vangelo di oggi
Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani.

Dal Vangelo secondo Matteo 15,29-37
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.
Parola del Signore.


  BENEDETTO XVI
Nella scena della moltiplicazione, viene segnalata anche la presenza di un ragazzo, che, di fronte alla difficoltà di sfamare tanta gente, mette in comune quel poco che ha: cinque pani e due pesci (cfr Gv 6,8). Il miracolo non si produce da niente, ma da una prima modesta condivisione di ciò che un semplice ragazzo aveva con sé. Gesù non ci chiede quello che non abbiamo, ma ci fa vedere che se ciascuno offre quel poco che ha, può compiersi sempre di nuovo il miracolo: Dio è capace di moltiplicare il nostro piccolo gesto di amore e renderci partecipi del suo dono. La folla è colpita dal prodigio: vede in Gesù il nuovo Mosè degno del potere, e nella nuova manna il futuro assicurato, ma si ferma all’elemento materiale, che hanno mangiato, e il Signore, «sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo» (Gv 6,15). Gesù non è un re terreno che esercita il dominio, ma un re che serve, che si china sull’uomo per saziare non solo la fame materiale, ma soprattutto la fame più profonda, la fame di orientamento, di senso, di verità, la fame di Dio.
Cari fratelli e sorelle, chiediamo al Signore di farci riscoprire l’importanza di nutrirci non solo di pane, ma di verità, di amore, di Cristo, del corpo di Cristo, partecipando fedelmente e con grande consapevolezza all’Eucaristia, per essere sempre più intimamente uniti a Lui. Infatti «non è l’alimento eucaristico che si trasforma in noi, ma siamo noi che veniamo da esso misteriosamente cambiati. Cristo ci nutre unendoci a sé; ci attira dentro di sé» (Esort. Apost. Sacramentum caritatis, 70). Allo stesso tempo, vogliamo pregare perché non manchi mai a nessuno il pane necessario per una vita dignitosa, e siano abbattute le disuguaglianze non con le armi della violenza, ma con la condivisione e l’amore.
Ci affidiamo alla Vergine Maria, mentre invochiamo su di noi e sui nostri cari la sua materna intercessione.
 

IL GRANELLINO🌱
(Mt 15,29-37)

Molta folla segue Gesù, ma sono tutti infermi sia fisicamente che mentalmente. È gente semplice e umile al seguito di Gesù. I ricchi non segueno Gesù, perché si sentono forti grazie al loro danaro gelosamente custodito in banca. Gli intellettuali non seguono Gesù perché si sentono forti grazie alla loro cultura. I politici non seguono Gesù perché si sentono forti con il potere che il popolo ha dato loro. I famosi non seguono Gesù perché sono sazi degli applausi delle folle. I ricchi, gli intellettuali, i politici e i famosi non hanno bisogno di Dio; essi disprezzano persino coloro che seguono Gesù. Secondo loro, coloro seguono Gesù sono deboli.
I potenti e i ricchi di questo mondo forse si ricordano di Dio solo quando non possono risolvere i loro problemi con quello che sono nella società e hanno nella loro banca. Ma Dio, grande nella sua misericordia, li accoglie alla sua divina presenza.
Quando andavo in giro a predicare, chi veniva ad ascoltarmi non erano i ricchi e i potenti di questo mondo, ma gente semplice, desiderosa di ascoltare una parola semplice e comprensibile. Ora il Signore mi ha inchiodato in una comunità parrocchiale costituita da gente semplice e umile. Al contrario di quello che vedevo a Posillipo, qui ora non vedo volti truccati, gente vestita con eleganza, ville lussuosse e macchine costosissime, ma gente dal volto stanco, preoccupato, gente vestita in maniera dismessa e senza pretese, desiderando cose superiori alle proprie forze.
Che il Signore mi dia un cuore divinamente compassionevole e misericordioso verso gli umili e gli infermi. Amen. Alleluia.
(Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)


  
Commento di don Luigi Maria Epicoco
C’è un gesto bellissimo descritto nel Vangelo di oggi, è il gesto di chi prende in braccio la gente sofferente e la depone ai piedi di Gesù: “Attorno a lui si radunò molta folla recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì”. Delle volte l’unica cosa che possiamo fare è portare a Gesù tutta la sofferenza che incontriamo. Portarla a Lui affinché se ne prenda cura. E il primo miracolo di guarigione è proprio questo sentirsi presi in carico dall’amore di qualcuno. Mi vengono alla mente i numerosi treni bianchi dell’UNITALSI che trasportano i malati a Lourdes. Gli innumerevoli volontari che si caricano sulle spalle i malati per farli arrivare in qualche sperduto posto del mondo, lì dove la tradizione indica fazzoletti di terra benedetti dalla presenza di Dio e soprattutto di Sua Madre. È il miracolo della solidarietà silenziosa che è già la prima maniera che Dio ha di entrare nel dolore del mondo. Non dovremmo mai trascurare questo dettaglio, perché mentre cerchiamo Gesù per un miracolo non dobbiamo dimenticare che siamo chiamati ad essere innanzitutto noi l’inizio di quel miracolo, prendendoci cura di queste persone, accompagnandole, guidandole verso di Lui. Ma poi il vangelo prosegue dicendo che la seconda cosa che non lascia indifferente Gesù è la fame della gente: «Sento compassione di questa folla: ormai da tre giorni mi vengono dietro e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non svengano lungo la strada». Non è solo l fame di pane, ma è la fame insaziabile di felicità che c’è al fondo del cuore di ogni uomo. Gesù vuole fare qualcosa per questa fame, e lo fa a partire da ciò che c’è: “«Quanti pani avete?». Risposero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, Gesù prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò, li dava ai discepoli, e i discepoli li distribuivano alla folla. Tutti mangiarono e furono saziati”. Il miracolo parte sempre dal nostro possibile, poi Gesù ci aggiunge il resto.
Matteo 15,29-37



 

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