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martedì 14 luglio 2020

Questa è una generazione ORGOGLIOSA!! Inizia così il Vangelo di oggi:"E Gesù si mise a rimproverare....."

"E Gesù si mise a rimproverare". Inizia così il Vangelo di oggi. Possibile che Gesù, il mite e misericordioso, rimprovera i suoi ascoltatori? Gesù non è sdolcinato, ma è dolcemente serio e fermo. Cos’è il rimprovero? È mettere davanti al peccatore i suoi errori con voce seria, soprattutto quando già corretto più volte si disinteressa dei precedenti rimproveri e continua ad errare. Il rimprovero è una correzione e dev’essere motivata dall'amore che si ha verso l'errante. Quindi il rimprovero che scaturisce da un cuore buono è un atto caritatevole. La correzione ci vuole, altrimenti il male cresce e si moltiplica. Non è facile accettare un rimprovero giusto, a causa dell’orgoglio che è in noi. Se oggi rimproveri un fanciullo, subito si mette a piangere. Se un professore rimprovera un adolescente, subito decide di non andare più a scuola. Se rimproveri un adulto, non ti rivolge più al parola. Se rimproveri i fedeli che vengono abitualmente tardi in chiesa, decidono di frequentare un’altra chiesa dove il prete è permissivo. Se rimproveri il prete perché celebra la messa in fretta, ti emargina dalle attività della parrocchia. Insomma questa è una generazione orgogliosa.
Gesù ci esorta a rimproverare e, a volte, con voce tonante. È ovvio che il rimprovero dev'essere fatto con carità e non per mortificare chi pecca. Due persone mi hanno rimproverato fortemente e il loro rimprovero fatto con grande serietà mi ha condotto a cambiare condotta. 

Amen. 
Alleluia.
(Il Granellino di Padre Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)



“Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite”. Il primo esame di coscienza, a cui il Vangelo di oggi ci spinge, è quello di vedere se la nostra vita è piena o meno di miracoli. Quando pensiamo a questi segni di Dio, ci viene spontaneo andare alla ricerca di grandi segni straordinari, ma la verità è un'altra: i miracoli sono la tenerezza di Dio nei piccoli dettagli della nostra esistenza. A volte è un miracolo lo sguardo di un figlio, il silenzio della mattina presto, la pagina di un libro, una consapevolezza imprevista, il fatto di camminare con le nostre gambe, la serenità di accettare quando questo non è possibile, e così via. Tutte le cose che ho elencato troppo spesso le diamo per scontate e non le consideriamo un dono, un segno di Dio, un miracolo della sua vicinanza a noi. E quando tu ragioni con “il tutto mi è dovuto”, allora si rischia di fare la fine di Corazin e Betsaida: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra”. La conversione consiste nel cambiare lo sguardo sulle cose perché esse non sono così come noi le abbiamo viste per molto tempo. Una persona che si accorge di tutto il bene che è presente nella sua vita vive con più gratitudine, e non spreca nulla. Sprecare significa vivere costantemente scontenti, con lo sguardo fisso sempre a ciò che non abbiamo e completamente ciechi davanti a quello che invece c’è. L’inferno non è forse avere tutto quello che ci serve per essere felici e non accorgercene? L’inferno non è forse pensare che ciò che stiamo cercando è sempre domani e mai oggi? Ecco perché Gesù tuona così forte oggi, per svegliarci al “qui ed ora”, e sperimentare così un pezzo di eternità nascosta nel presente.
(Don Luigi Maria Epicoco)

                                         Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,20-24)
In quel tempo, Gesù si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: “Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsaida. Perché, se a Tiro e a Sidóne fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidóne nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra.
E tu, Cafarnao, ''sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!''. Perché, se in Sodoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!”.

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