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sabato 9 luglio 2022

55 ANNI FA L'ORDINAZIONE SACERDOTALE DI PADRE JOZO: “Il settimo veggente” di Medjugorje

 



9 LUGLIO 1967 -55 ANNI FA L'ORDINAZIONE SACERDOTALE DI PADRE JOZO:

Luglio 1967 rimarrà scritto nella storia della chirurgia per ricordare il primo trapianto di un cuore umano effettuato da Christian Barnard. Christian, un nome non a caso, un nome che surriscalda i cuori tiepidi soltanto a pronunciarlo. Sì, oggi occorre avere coraggio, occorre avere un cuore impavido per essere un buon “Christian”. 
 Luglio del 1967, però, ha scolpito anche nella storia della Chiesa un altro “trapianto di cuore” che non si è svolto in una sala operatoria, asettica e fredda, bensì nella chiesa luminosissima, di Sant’Antonio a Sarajevo. Qui, in questa stupenda chiesa, dai mattoni rossi e dai cornicioni bianchi, proprio come il “Sangue ed Acqua che scaturisce dal Cuore di Gesù” il 9 luglio di cinquantacinque anni fa il nostro Padre Jozo fu Ordinato Sacerdote...per sempre e per l'eternità. Essere ordinato Sacerdote il mese dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù, non può disgiungere il nostro pensiero al Martirio dei 30 Francescani uccisi il 7 febbraio 1945 a Siroki Brjeg, poiché è proprio da quel sangue versato che il piccolo Jozo irrorerà la sua vocazione, da subito, ferma e decisa. Il Concilio Vaticano II° era terminato nel dicembre di due anni prima per cui il nostro neo consacrato visse il cambiamento e il rinnovamento nella Chiesa in prima persona, proprio come “un trapianto del cuore”. Immagino quel momento in cui il nostro giovane Fra Jozo e i suoi Confratelli si sentirono dire “Si presentino coloro che devono essere ordinati Presbiteri”. Gli ordinandi vennero chiamati per nome e ognuno di loro rispose “Eccomi!”. Con questo “Eccomi” pronunciato forte e chiaro, in Padre Jozo si operò come “Un trapianto del cuore”. E' lo stesso Eccomi di Maria, anche in lei, in quel preciso momento, venne immesso un Cuore nuovo, un Cuore da cui sarebbe scaturito quel “Sangue ed Acqua come Sorgente di Misericordia per noi”.
Subito dopo essere stato ordinato Sacerdote il giovane frate si alzò e, come Maria, in fretta, andò incontro a quei tanti giovani, a lui affidati, per annunciare la Nuova Notizia che rende liberi nel Signore morto e Risorto. Da subito e senza indugio Padre Jozo si è preso cura delle anime dicendo “Giovane, dico a te, alzati! Si alzati dal torpore in cui ti sta gettando un Regime che incatena la tua dignità di uomo libero; Alzati, reagisci contro l'anestetico di un Regime che vuole sopprimere i tuoi ideali di uomo libero: Giovane, dico a te, alzati!”. Sono queste, parole che costeranno la prigione al nostro Caro Padre Jozo. Quando era prigioniero, la Madonna ha visitato e si è manifestata a Padre Jozo accompagnando la sua presenza materna con segni evidenti e luminosi. Quanto dolore e quanta sofferenza sta ancora offrendo il nostro Padre Jozo per il bene delle anime, ma soprattutto per i frutti di Medjugorje. Definire Padre Jozo “Il settimo veggente” non è per niente fuori luogo. Oltre ad aver visto più volte la Gospa, sia in chiesa che in prigione, come gli altri veggenti di Medjugorje, Padre Jozo porta il dolore nella solitudine e la sofferenza nel suo corpo. Da parte nostra non possiamo che ringraziare la Regina della Pace per averci fatto conoscere e amare un uomo, un sacerdote, un fratello di nome Jozo, fino ad operare in ciascuno di noi “UN TRAPIANTO DEL CUORE”.
 
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LETTERA A PERTA A PADRE JOZO ZOVKO
Carissimo Fra Jozo,
ti mando queste righe alla vigilia della tua Ordinazione Sacerdotale del 9 luglio 1967. Cinquantacinque anni fa, come oggi, ti separavano poche ore dalla tua Ordinazione che ti consacrò Sacerdote per sempre. La prima cosa che, partendo dal cuore, arriva al mio pensiero è quando mi raccontasti di tua sorella maggiore che ti venne a trovare al Seminario e ti mostrò la foto in bianco e nero di un frate dicendoti: “Vedi questo frate, si chiama Pio e ha le stimmate. Io prego perché tu diventi un santo frate come lui”. E' risaputo che Padre Pio chiese la grazia che le sue stimmate fossero nascoste agli occhi della gente. Io credo che il buon Dio abbia ascoltato le preghiere di tua sorella e abbia concesso a te la grazia chiesta da Padre Pio per lui. Infatti tu sei diventato un “buon” frate e le stimmate che tu porti sono nascoste, invisibili, pur procurando gli stessi dolorosi effetti. Quel giorno, caro padre, avrai fatto tanti progetti e tanti pensieri ti passavano per la mente. Forse avrai pensato che ti sarebbe capitato di essere destinato in un paesino sperduto e povero e di come avresti fatto per risvegliare la fede assopita di quella povera gente. Ma sono sicuro anche che mai avresti immaginato di essere mandato in quel “Paesino fra i monti” che non era segnato nemmeno sulle carte topografiche militari, le più dettagliate; mai averesti immaginato quale miracolo sarebbe avvenuto in quella Medjugorje del 1980 dove il Partito ti aveva fatto “relegare”. Quanti pensieri quel giorno di 55 anni fa, prima di diventare prete! Avrai pensato che ti sarebbe potuto capitare di attraversare momenti difficili pur di non rinnegare la tua fede, ma mai avresti immaginato di finire in carcere pur di difendere le apparizioni della Regina della Pace. Avrai anche pensato come aiutare i bambini poveri, ma mai avresti immaginato di dover aiutare tanti bambini orfani e le loro madri vedove a causa di una guerra diabolica. I pensieri di "quell'ultimo giorno" prima di diventare frate-sacerdote, saranno stati tanti, ma mai avresti immaginato a quello che, con l'aiuto di Dio e gli amici di Mir i Dobro, hai realizzato. Mai avresti immaginato o messo in conto la salitudine e l'isolamento che, del resto, furono provati anche da Padre Pio. Quello che certamente non hai potuto immaginare è l'amore che la Gospa ha avuto e che ha per te; non hai potuto immaginare quanti pellegrini ti sono riconoscenti e chiedono di te; non hai potuto immaginare a tutto il bene che, con l'aiuto di Dio e con la tua “ostinata” volontà Croata, sei riuscito a fare. Oggi, caro Fra Jozo, non puoi immaginare nemmeno una minima parte di quanto patrimonio spirituale hai seminato. Avendoti conosciuto e ascoltato, siamo tutti interiormente più ricchi. Con te condividiamo la sofferenza di non poterci vedere. L'unico regalo che, unitamente alla preghiera, possiamo offrirti, è proprio questa sofferenza della lontananza. Buon anniversario! Benedici ciascuno dei tuoi amici che leggeranno questo pensiero per te. Con tanta nostalgia,
Virgilio, il tuo “Cicerone” a Badija.
 
 

Virgilio Baroni


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