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giovedì 21 marzo 2019

Trecentocinquantuno partecipanti a Medjugorje, provenienti da ventotto paesi del mondo:organizzatori di pellegrinaggi, guide di centri della pace e di gruppi di preghiera e carità

Presso la chiesa di san Giacomo a Medjugorje, ha avuto inizio  il Ventiseiesimo Ritiro spirituale internazionale per organizzatori di pellegrinaggi, guide di centri della pace e di gruppi di preghiera, pellegrinaggi e carità legati a Medjugorje. Il tema dell'Incontro è “Seguimi!” (Mc 10, 21).
  Il 19 marzo, Solennità di san Giuseppe, il Ritiro spirituale è proseguito con l'Adorazione a Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare. Poi fra Marinko Šakota, parroco di Medjugorje, ha salutato i partecipanti — trecentocinquantuno, provenienti da ventotto paesi del mondo —. Egli ha espresso loro il suo benvenuto, o meglio, il suo “bentornati a casa”. Fra Marinko ha detto che  per l'Arcivescovo Mons. Henryk Hoser, Visitatore Apostolico per la parrocchia di Medjugorje, è anche un “compleanno”: ricorre, infatti, il quattordicesimo anniversario della sua Ordinazione Episcopale. In seguito, Mons. Hoser si è rivolto ai presenti. Egli ha parlato del ruolo delle guide nel pellegrinaggio, nonché della storia e del significato del pellegrinaggio stesso.
Mons. Hoser ha affermato che siamo immersi in una vita mondana, ma il fine del pellegrinaggio è un altro mondo, quello che appartiene a Dio.
«In un pellegrinaggio ritroviamo ciò che abbiamo smarrito, ovvero quel contatto intensivo col nostro Dio e Salvatore. Si tratta di scoprire ciò di cui soltanto l'uomo è capace, ossia la trascendenza: l’entrare, appunto, in contatto con Dio. Lì scopriamo ciò che si ripete spesso a Medjugorje, cioè che Dio è amore e ci ama. Se siamo in contatto con lui, allora anche il nostro rapporto con gli uomini è migliore: amiamo gli altri e scopriamo che essi sono un'immagine di Dio. Lo scopo del pellegrinaggio è la divinizzazione dell'uomo. Noi entriamo nella natura di Dio e diveniamo sempre più simili a lui. Il tempo e lo spazio del pellegrinaggio trasformano la nostra interiorità, il nostro cuore. Esso allora non sarà più un cuore di pietra, ma un cuore sensibile. Tale processo di cambiamento si chiama conversione», ha detto tra l'altro Mons. Henryk Hoser nella sua Conferenza. Ed ha anche affermato che il fenomeno di Medjugorje è la conversione mediante la Confessione sacramentale, che in alcuni paesi sta già scomparendo, per cui in molte città le persone non possono più neppure confessarsi.
«A Medjugorje la conversione è legata al Sacramento della Riconciliazione ed a quello dell'Eucaristia. È in essi che troviamo anche il ruolo della Madre di Dio nella salvezza del mondo», ha chiarito l’Arcivescovo Hoser, augurando infine a tutti di trascorrere un tempo santo a Medjugorje e porgendo anche gli auguri di buon onomastico a tutti quelli che portano i nomi di Giuseppe e Giuseppina.
«San Giuseppe è una persona importante. Ha un grande significato nella vita di Gesù Cristo. È stato un grande educatore del Figlio di Dio, tanto che si pensava che Gesù stesso fosse falegname. San Giuseppe è il castissimo sposo della Madonna. Penso che oggi sia grande festa anche in Cielo. La Santa Famiglia ora si raduna là, ed oggi sia Gesù che Maria ringraziano Giuseppe per tutto ciò che egli è stato ed è ancora. Nel Vangelo egli non dice nulla. Lui è un uomo che agisce! Egli ha certamente accompagnato Maria nel suo viaggio da Nazareth ad Ain Karim. È impensabile, infatti, che una giovane donna, ed oltretutto incinta, sia andata da sola da Nazareth ad Ain Karim, in più attraversando la Samaria, che allora era ostile ai Giudei. Allo stesso modo san Giuseppe ha anche condotto la Madonna da Nazareth a Betlemme, ha poi portato lei e Gesù in Egitto, per poi vegliare là sulla vita della Santa Famiglia. Dopo la morte di Erode, li ha infine ricondotti a Nazareth. Siate guide come san Giuseppe!», ha detto l'Arcivescovo Mons. Henryk Hoser ai partecipanti al Ritiro spirituale, aggiungendo che anche le guide sono pastori che devono leggere la Sacra Scrittura, «sapere chi è l'uomo e chi è Dio, e come condurre l'uomo a Dio».
Mojca Čarapina, presidentessa dell'Associazione delle Guide di Medjugorje, ha poi presentato detta Associazione ai presenti al Ritiro Spirituale, mentre Marijana Juričić ha esposto loro l'attività dell'Ufficio per i pellegrini ubicato presso l'Ufficio Parrocchiale. Infine Vedran Vidović ha presentato ai presenti il Centro Informativo “Mir” Medjugorje.
Questo Ventiseiesimo Ritiro spirituale internazionale per organizzatori di pellegrinaggi, guide di centri della pace e di gruppi di preghiera, pellegrinaggi e carità legati a Medjugorje si concluderà venerdì. Nel pomeriggio di oggi è previsto un tempo di lavoro a gruppi linguistici, mentre stasera i partecipanti prenderanno parte al programma di preghiera presso la chiesa di san Giacomo. Visionate la nostra fotogalleria.

   

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