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lunedì 20 aprile 2020

Anche la Cei preme sul governo: "Dobbiamo tornare ad abitare la Chiesa"

Anche la Cei preme sul governo

 I vescovi: “Il Paese ne ha bisogno”

 Il sottosegretario della Conferenza episcopale don Ivan Maffeis:"Con tutta l'attenzione richiesta dall’emergenza dobbiamo tornare ad abitare la Chiesa, c'è una domanda enorme e rispondere significa dare un contributo alla coesione sociale". 

Piacenza intanto apre il cimitero su appuntamento

 Celebrare la messa dopo il 3 maggio con volontari che garantiscono le distanze. Funerali, battesimi e matrimoni con la presenza dei familiari stretti e permettere qualche incontro di comunità facendo uso dei dispositivi di protezione. Queste sono alcune delle proposte che la Conferenza Episcopale Italiana illustrerà questa settimana al governo: l’intenzione è quella di poter riprendere la vita ecclesiastica “messa in pausa” dal coronavirus. “

 Possibile e necessario, per la Cei, riprendere la vita ecclesiastica, rispettando tutte le misure di protezione necessarie: rispetto delle distanze garantito da volontari, della igienizzazione dei locali e dell’uso dei dispositivi di sicurezza (mascherine e guanti).

“Sappiamo tutti che il 4 maggio – ha aggiunto don Maffeis – l’emergenza non sarà finita ma se aspettiamo che finisca l’emergenza possiamo mettere in soffitta per sempre la vita ecclesiale. Per questo chiediamo che ci venga riconosciuta la possibilità di riprendere, certamente senza sconti, sarebbe irresponsabile. Però noi chiediamo che venga data una risposta alle attese di tanta gente“.


“Non possiamo lasciare che una intera generazione, e i loro familiari, siano privati del conforto sacramentale e degli affetti, scomparendo dalla vita, e improvvisamente diventando invisibili – ha concluso don Maffeis – Ci deve essere la possibilità di celebrare i funerali, magari solo con i familiari stretti, non possiamo non essere vicino a chi soffre. Troppe persone stanno soffrendo perché la morte di un caro oggi è come un sequestro di persona, certo motivato, ma dobbiamo farci carico di questo dolore dal punto di vista umano oltre che cristiano”.

FONTE:  ilfattoquotidiano.it

 

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