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mercoledì 25 settembre 2019

" Se abbiamo paura, non abbiamo fede o la fede è molto debole."- Catechesi di P. Slavko

Mirjana ha detto che ha visto come in un film questo primo segreto e ha detto: « Mio Dio, deve succedere questo? ». La Madonna avrebbe risposto che non è Dio che fa questo, ma è il peccato che lo fa.

Per questa notizia io sento che molti sono stati presi dalla paura, dall'angoscia. E molti si domandano fortemente: perché pregare se devono succedere queste cose, perché digiunare, perché lavorare?...

Voglio dirvi come io ho capito questi messaggi apocalittici.

Nel Nuovo Testamento abbiamo un libro che porta il nome di Apocalisse. In questo libro potete leggere molte cose brutte che ha visto Giovanni nelle sue visioni e che ha descritto, molti disastri... Ma tutto questo, guardate, non si può spiegare anzitutto nel senso di una catastrofe fisica; questo si deve sempre capire nel senso della conversione.

Il primo livello di questi messaggi, anche se sembrano terribili, è l'invito alla conversione, cioè servono alla nostra fede. La nostra fede deve avere sempre la dimensione dell'aspettare.

Aspettare: per questa ragione anche il digiuno.

Lascio il materiale per due giorni la settimana, proprio lo lascio e aspetto il mio Signore.

Allora se la nostra fede non ha questa dimensione, non è fede cristiana nel senso pieno.

Io dico qualche volta che molti con la loro fede restano proprio in questo mondo: mangiano e bevono, coi soldi contano di organizzare la propria vita, la vita della propria famiglia, ma non hanno questa dimensione che ti fa dire: devo essere pronto ogni giorno per il mio. Signore.

Forse conoscete quello che ha fatto tante volte S. Agostino. Lui ripeteva: « Non oggi la conversione, domani », ma per noi tutti vale il contrario: « Proprio oggi la conversione ».

Pensate alla parabola di Gesù sulle vergini stolte e sagge: cinque hanno aspettato lo sposo e sono entrate con Lui e le stolte non L'hanno aspettato. Hanno perso la dimensione della fede. E non potevano entrare.

Nel Nuovo Testamento, soprattutto nell'Apocalisse, si trova una parola che la Chiesa ripeteva molte volte: Maranathà! Cioè, Signore Gesù, vieni!

I veggenti hanno vissuto questa dimensione nella fede che si apre al mondo dell'al di là e che aspetta nella speranza.

Non c'è posto per l'angoscia, per la paura. Anche quando sentiamo queste cose, se abbiamo paura, non abbiamo fede o la fede è molto debole.

Ieri sera ho parlato con tutti e tre i veggenti (Marija, Ivan e Jakov) anche di questa visione di Mirjana e ho chiesto: « Voi avete paura? ». Hanno detto: « No ». Badate, questo è un segno della fede: avere sempre confidenza.

E c'è un'altra cosa. Nella lettera ai Tessalonicesi S. Paolo scrive che uno, quando ha sentito che Gesù sarebbe venuto presto, non voleva più lavorare. Allora S. Paolo ha detto: « Bene, se non vuol lavorare, non lasciatelo mangiare... ».

Ripeto che tutti questi messaggi non hanno senso se noi rispondiamo con la paura. Dobbiamo rispondere con la confidenza, con l'amore e dire: « Tutto è nelle mani del Signore e io ho bisogno di vivere oggi tutti i miei doveri, amando e sperando ».

Io ho capito così e lo dico a tutti: le apparizioni non portano mai una nuova rivelazione; sono sempre un impulso a pregare, a digiunare, ad amare, a riconciliarsi, a fare per la pace.
E allora neanche questi messaggi segreti possono portare qualcosa di nuovo; dicono che la nostra fede di nuovo diventi più viva, che non dormiamo.

Voglio parlarvi ora degli ultimi messaggi

Ieri abbiamo ricevuto un messaggio molto bello, pieno di maternità, dell'amore di una madre: 

« Cari figli, io vostra Madre vi amo e desidero incitarvi continuamente alla preghiera. Io sono, cari figli, instancabile e vi chiamo anche quando siete lontani dal mio cuore. Sento dolore per ognuno che si va perdendo. Ma io sono vostra Madre e perdono facilmente e sono contenta per ogni figlio che ritorna a me. Grazie di aver risposto alla mia chiamata ».

Due volte ripete « io sono vostra Madre » e dice che non sarà mai stanca. Vuole salvarci, vuole incitarci, e naturalmente, come Madre parla anche del suo dolore. Uno che ama può avere anche dolore. La Madonna non è indifferente se qualcuno si perde nel peccato, nel conflitto, nella guerra, nell'odio, nella droga, nell'alcool... Allora sente il dolore e dice di nuovo: « Io sono vostra Madre e perdono facilmente, sono contenta, felice, gioiosa, piena di gioia per ognuno che ritorna, che viene di nuovo ». Questa è una chance per noi: c'è il cuore di una Madre che ci ama, che vuole salvarci.

Se io posso aggiungere a questo messaggio una parola è questa voi e noi abbiamo sentito questo messaggio e dobbiamo ogni giorno pregare per tutti coloro che sono nel peccato, sono nei conflitti, odiano, non si riconciliano, perché possano ricevere la grazia della riconciliazione. Aiutiamo la Madonna a salvarci.

Nel penultimo messaggio ha domandato l'amore verso il prossimo. Ha detto soprattutto: « Amate quelli che vi provocano il male ».

L'amore per i nemici, come domandava Gesù. Ma a questo punto comincia l'amore cristiano.

Se non vogliamo perdonare, non possiamo dire che amiamo nel senso di Gesù. E con il perdono comincia la pace. Se non amiamo questi che ci provocano il male, Gesù ci dirà, come ha già detto che cosa fate di strano se amate coloro che vi amano?

Una seconda frase di questo messaggio era: « Amate per poter giudicare le intenzioni del cuore ». Guardate: ci dà qui un criterio per poter conoscere il cuore dell'uomo. E questo è vero.

Senza amore non si può vedere l'altro; senza amore si comincia a giudicare, senza amore calunniamo, senza amore odiamo, senza amore bastoniamo gli altri, ma quando c'è amore abbiamo un nuovo metro, una nuova misura per l'uomo.

Anche uno che odia, che ci provoca il male, dietro questa provocazione, dietro l'odio, dietro il conflitto è un uomo che ha bisogno della pace, di essere amato. E molti che fanno il male, sono già stati giudicati da noi. Cercavano l'amore, cercavano la pace. Non c'era nessuno che poteva darli loro e allora la cosa è diventata un male, un peccato.

La terza cosa dello stesso messaggio è questa: « Amate e pregate, così anche le cose impossibili diventano possibili ». Allora, guardate: questo amore, questa preghiera alla quale ci invita la Madonna sono i mezzi forti, fortissimi che possono rendere possibile anche l'impossibile.

Questa è una chance per noi, una grande possibilità, ma anche un dovere, di non lasciare niente come impossibile nella nostra vita. In un messaggio ha domandato l'attività. Ha detto: « Voglio che siate attivi », che coi nostri piccoli fiori aiutiamo la Chiesa e Gesù che tutti siano contenti. Quando la Madonna dice « attività per tutti » questo significa che nessuno di noi può dire: « Non posso far niente ».

E la prima attività è la preghiera. È la preghiera con la quale possiamo rendere possibile anche l'impossibile.

Le altre attività sono: visitare i malati, pensare ai poveri, aiutare, consolare, pensare agli altri...

Se facciamo così, forse saremo sorpresi quando Gesù dirà: « Venite, beati nel mio Regno, perché mi avete visitato, mi avete dato da mangiare... ». Forse noi domanderemo: « Come mai? Io ho visitato un altro, ho visitato un malato, ho aiutato un povero... ». Gesù dirà: « Sì, ma tutto quello che hai fatto a quello lo hai fatto a me ». Di nuovo dico: questa è la porta dell'amore cristiano; essere attivo e mai lasciarsi stancare.

La stanchezza si supera - dice la Madonna - nella preghiera.

In un messaggio la Madonna ha domandato, tra l'altro, la consacrazione alla Croce: « Pregate davanti alla Croce. Dalla Croce vengono grandi grazie. Consacratevi alla Croce. Promettete di non offendere Gesù nella Croce ».

Questo è un punto importante: consacrarsi alla Croce significa sentire la Croce. E la Croce è una parola sull'amore, sul sacrificio, sulla vita eterna. Dalla Croce si dice: « Ecco tua Madre, ecco tuo figlio ».

E noi come ci comportiamo davanti alla Croce? Forse non perdoniamo, forse facciamo i conflitti, forse bestemmiamo. Se facciamo così la Croce diventa muta, non ci parla più.

Ma consacrarci significa sentire la Croce, lasciarla parlare. E per il popolo italiano, il popolo slavo e il popolo ungherese, questo messaggio è importantissimo.

Forse qualcuno fra voi non sa che questi tre popoli hanno le più brutte bestemmie del mondo.

Io, facendo un esorcismo su un pellegrino italiano, ho sentito durante la preghiera tutte le vostre bestemmie. Sempre, quando nella preghiera dell'esorcismo dicevo: Gesù, Croce, Madonna, Chiesa, Dio: bestemmie...

Questo è anche segno dell'ossessione, se si reagisce così alla preghiera. Io non so come si fa da voi a scusarsi; da noi si dice: « Sono arrabbiato, sono nervoso, il lavoro non andava come volevo... bestemmio, ma non lo penso col cuore... » .

Io credo che non si pensa col cuore, ma non so se la Madonna accetta queste scuse.

Promettiamo di non offendere più Gesù e la Croce con le nostre bestemmie. Ma anche di più: noi non siamo cristiani per non offendere, siamo cristiani per fare le cose positive. Ogni bestemmia che forse sentirò dopo, nella famiglia, sul pullman, sul treno, nella strada, nel lavoro sarà per me un impulso per pregare, per lodare, per benedire... Per pregare per questo che bestemmia: allora non giudicare, ma pregare.

Così, questa sera, prima della benedizione, alla fine della preghiera per i malati quando io vi dirò « Consacratevi alla Croce » : dite nei vostri cuori una parola a Gesù, una parola vostra. E io pregherà la Madonna che diventi una realtà per tutti noi, che dalla Croce possano venire grandi grazie per noi.

(P. Slavko Barbaric - 15 novembre 1985)

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