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venerdì 15 febbraio 2019

A Medjugorje trova la serenità e scrive l’Inno del pellegrino

A Medjugorje trova la serenità e scrive l’Inno del pellegrino 

 

Il protagonista di questa storia è Giuseppe Bolla, Bepo per i suoi compaesani montefortiani: lo conoscono tutti questo signore di 63 anni che si è diviso tra il lavoro da idraulico e la passione per la musica. Perchè Bepo, che fa musica da quando di anni ne ha 14, ha studiato musica e chitarra, ha suonato nei «Ragni» a metà anni Sessanta e poi è stato chitarrista e vocalist con Giuliano e i Notturni, ha organizzato serate e festival tra Verona e Vicenza, ha cantato nei locali (e il suo cavallo di battaglia era «Auschwitz» di Guccini), è autore e compositore. «Ci avevo provato già altre volte, ma adesso, per la prima volta, con “Donna della pace mia”, sono riuscito a mettere insieme musica e parole», esordisce. Il titolo lo dice già che si tratta di un testo mariano, perchè Kralica Mira, cioè Regina della pace, è il titolo con cui secondo i veggenti di Medjugorje, la Madonna si sarebbe presentata loro. E anche lui, stando a quanto racconta, quel pellegrinaggio ai piedi del Podbrdo e del Krizevac, i monti delle apparizioni, da quel pellegrinaggio di settembre è tornato con la pace. «E’ stata questa la spinta a partire. E’ anni che sento la gente tornare e raccontare di una pace ritrovata, di una serenità insperata, di un’armonia scoperta e fatta propria. Poi si parlava delle apparizioni, ho sentito della conversione di Paolo Brosio e così, per curiosità, ho deciso di saltare su un pullman e di partire». Così, la scorsa estate, Bolla ha deciso di vivere le sue vacanze. E non si spiega nemmeno lui perchè. «So solo che tutto è cominciato sul pullman. Poi, a Medjugorje, ho scoperto quella realtà fatta di comunità di giovani, la povertà, la preghiera portata avanti per ore sul Podbrdo: lo choc c’è stato il 2 settembre, il giorno dell’apparizione a Mirjana, sotto la Croce blu. C’erano 30 mila persone e un silenzio irreale che si è protratto per venti minuti». E’ salito sul Podbrdo, «con le scarpe rotte laddove c’era gente che sfidava le rocce a piedi nudi», sul Krizevac no, «ero senza scarpe», ha ascoltato tante testimonianze: «Una volta a casa avevo dentro un bisogno enorme di raccontare, di cercare di comunicare questa esperienza in un mondo fuori dal mondo: è nata così “Donna della pace mia”, tutta d’un fiato», racconta. La lunga militanza negli ambienti musicali lo aiuta: non ci pensa un istante e chiama subito Beppe Cavani, modenese, docente di musica, direttore d’orchestra, musicista, cantante. E’ sua «Sotto questo sole» che ha decretato il successo dei Ladri di biciclette, sue tante canzoni portate al successo da Francesco Baccini, Eros Ramazzotti, Gianni Morandi. «Mi ha sorpreso la reazione di Beppe: quel suo “perchè no” mi ha dato energia. Anche lui non si era mai cimentato su qualcosa di sacro… e adesso mi sa che a Medjugorje ce lo porto. Di sicuro», dice Bolla, «io ci torno quest’estate». «Donna della pace mia» è nata così: testo di Giuseppe Bolla, musica di Beppe Cavani che la canta con Marcella Mazzetti. A Medjugorje si canta già in alcune comunità: «Sogno che possa diventare la preghiera del pellegrino», si commuove Bolla. Che un altro piccolo sogno ce l’ha nel suo paese: «A settembre Monteforte ospiterà Ivan Dragicevic, uno dei veggenti. Che bello sarebbe poter sentire proprio qui la mia canzone». Di sogno in sogno: «Le Paoline che sposano il progetto ed editano il Cd mariano di cui “Donna della pace mia” è solo la prima tessera di un puzz

 

 

Paola Dalli Cani

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