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mercoledì 2 gennaio 2019

Veglia di preghiera di Capodanno a Medjugorje-Omelia di S.E. Mons. Luigi Pezzuto

Omelia di S.E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico in Bosnia Erzegovina, nella Veglia di preghiera di Capodanno a Medjugorje

Migliaia di pellegrini a Medjugorje sono entrati nel 2019 celebrando l'Eucaristia, che è stata preceduta da una Veglia di preghiera presso la chiesa di san Giacomo. I pellegrini sono giunti da ogni parte del mondo e hanno riempito tuttti gli spazi di preghiera di Medjugorje, ossia la chiesa ed il Salone „San Giovanni Paolo II“. Nonostante facesse freddo, in molti sono rimasti fuori e sono entrati nell'anno nuovo in preghiera, lontano dalla frenesia, dal rumore e dall'uso di mezzi pirotecnici.
   
Come di consueto, a partire dalle ore 17:00 si è tenuta la preghiera del Rosario, seguita dalla celebrazione della Santa Messa serale di ringraziamento per l'anno 2018, presieduta da fra Vjekoslav Milićević e concelebrata da trentasei sacerdoti. Dopo la Celebrazione, è stato rappresentato il Presepe Vivente della Comunità Cenacolo.

La Concelebrazione Eucaristica nel passaggio all'anno nuovo è stata invece presieduta, alle ore 23:30, da S.E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico in Bosnia Erzegovina, che ha anche tenuto l'Omelia. Con lui hanno concelebrato S.E. Mons. Henryk Hoser, Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, il Provinciale della Provincia Francescana di Erzegovina fra Miljenko Šteko, il parroco di Medjugorje fra Marinko Šakota ed altri centodue sacerdoti.

Di seguito riportiamo per intero l'Omelia di S.E. Mons. Luigi Pezzuto:

Omelia di S.E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico
S. Messa nella Solennità di Maria SS.ma Madre di Dio
52° Giornata Mondiale della Pace
1 Gennaio 2019


Eccelenza Reverendissima,
Carissimi confratelli nel sacerdozio,
Carissimi Religiosi e Religiose,
Amati fratelli e sorelle nella fede,

            Concludere un anno per iniziarne un altro. Sembra essere un cammino inesorabile, al quale fatalmente nessuno si può sottrarre. Ma, per il credente, non è così. Anche il tempo è dono di Dio, e come tale deve essere vissuto, ricordato e percorso. È la dimensione in cui giocano le nostre scelte, si fa esperienza del proprio limite, ma, soprattutto, della Provvidenza che proviene dal Padre che è nei cieli. È veramente tempo di salvezza. Un tempo che deve essere, però, vissuto con impegno, progettualità, carità e misericordia.

            L’inizio del nuovo anno – come di consueto – ci sprona, inoltre, a concentrare tutta la nostra attenzione su Maria “Teotokos”, su Maria la Madre del Signore, che noi veneriamo, in questo luogo sacro, come Regina della Pace.
            Per questo, l’Eucaristia che stiamo celebrando ci chiama ad una sosta spirituale, per meditare, pregare e assumerci le nostre responsabilità personali e collettive di fronte al valore della “pace”, ancor oggi una sfida per l’umanità intera.

            In questo cammino di riflessione, e soprattutto di conversione di noi stessi in “artigiani della pace”, siamo guidati e presi per mano da Papa Francesco, il quale anche quest’anno ha voluto affidare alla Chiesa universale il suo Messaggio speciale in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale della Pace, per il primo gennaio di quest’anno, 2019.

  1. Il Santo Padre, direi molto coraggiosamente, si addentra in un tema non facile, ma, al medesimo tempo, decisivo nei suoi contenuti e nelle sue strategie, per l’edificazione di una società armonica ed equa.

            Si tratta del tema della “politica”, che Papa Francesco auspica che sia “buona”. Per questo, egli crea lo “slogan”: la “buona politica è al servizio della pace”.

            Ma il punto è: che cos’è e in che cosa consiste la “buona politica”?

            La risposta a questa domanda non è facile. Nel corso dei secoli, sono state date risposte non sempre coerenti con una sana antropologia personale e sociale, sia sul piano filosofico, sia sul piano della prassi. Secondo queste teorie e strategie, la “buona politica è la ricerca del potere ad ogni costo.”

            Voi ed io sappiamo che questa non è “buona politica”, perché “la ricerca del potere ad ogni costo porta ad abusi e ingiustizie”. La storia ce lo insegna.

            Qual’è, allora, il concetto di “buona politica”, secondo il buon senso comune, illuminato, per altro, dalla fede e dall’esperienza cristiana?

            Rispondo con le parole stesse di Papa Francesco: “la politica è un veicolo fondamentale per costruire la cittadinanza e le opere del uomo (…), ma essa deve essere “vissuta come servizio alla collettività umana”.

            In questo senso, prosegue il Papa, “la funzione e la responsabilità politica costituiscono una sfida per tutti coloro che ricevono il mandato di servire il proprio Paese”. E ancora: “ Se attuata nel rispetto fondamentale della vita, della libertà e della dignità delle persone, la politica può diventare veramente una forma eminente di carità”.

  1. Secondo Papa Francesco, inoltre, e noi lo condividiamo pienamente, “la buona politica”, in quanto “forma eminente di carità”, coinvolge tutte le fasce sociali in un duplice senso: primo, tutti i cittadini, sono i destinatari di una buona azione politica; secondo, la “buona politica” è il risultato del riconoscimento dei carismi e delle capacità di ogni persona, che è tenuta ad offrire il proprio contributo originale in vista della programmazione e realizzazione di essa”.

            Tra le varie fasce sociali, va privilegiata quella giovanile, specialmente nella nostra regione bosniaco-erzegovinese; ma – direi – in tutti i Paesi che costituiscono la regione balcanica e nel mondo intero.

            Il grande problema della gioventù di oggi – problema che sta alla radice di tutti i mali – è la “tentazione di cadere nella sfiducia”. “Quando – dice il Papa – il potere politico mira unicamente a salvaguardare gli interessi di taluni individui privilegiati, l’avvenire è compromesso e i giovani possono essere tentati dalla sfiducia”.
            Assistiamo, di fatto, a non poche situazioni di discriminazione, nelle quali sono messe al margine e vengono escluse alcune categorie di persone, tra le quali, principalmente, la fascia giovanile dell’umanità. Marginalizzare, discriminare vuol dire due cose: da una parte, negare “la possibilità di partecipazione a un progetto” per costruire il futuro; dall’altra, eliminazione della pace dalle coscienze, per assenza concreta di prospettive per il futuro, che conduce alla disperazione, oppure alla ricerca ansiosa di prospettive, talvolta utopistiche, al di fuori dal proprio Paese d’origine. Questo è il fenomeno nefasto dell’esodo giovanile, la cui conseguenza è l’impoverimento di forze intellettuali, lavorative, artistiche, ecc., in seno a popolazioni già fragili e problematiche sul piano quantitativo  e qualitativo.

             È necessario, allora, che i giovani siano coinvolti nell’opera di costruzione del futuro di ogni Nazione, dando loro fiducia ed assicurando loro il necessario spazio d’azione affinché essi stessi possano essere i protagonisti della crescita e del progresso del loro Paese. Ai giovani, però, sono richiesti impegno e  disponibilità ad essere protagonisti e non solo passivi consumatori del benessere del loro Paese.

            3. C’è un altro tema nel messaggio Papale, che non possiamo tralasciare. Si tratta della questione relativa alle migrazioni e ai migranti.

            Papa Francesco identifica la causa profonda dei fenomeni migratori di oggi con il terrore esercitato sulle persone più vulnerabili, “che costringe all’esilio di intere popolazioni, nella ricerca di una nuova terra di pace”.

            Il terrore spiazza le persone, rendendole fragili nello spirito e nel corpo, spingendole talvolta a compiere scelte estreme, in contrasto con la dignità e la giustizia umana.
            Da qui il severo monito di Papa Francesco al mondo della politica: “Non sono sostenibili – dice Francesco – i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza”. Invece, nell’approccio del fenomeno migratorio, si deve tener presente il rispetto di ogni persona, il rispetto del diritto e del bene comune, nonché il rispetto del Creato, sulla base dell’etica e della coscienza morale.

            Carissimi fratelli e sorelle
            Penso che non ci sia modo migliore di concludere queste parole, se non usando le parole stesse di Papa Francesco: “la politica della Pace” (…) può sempre attingere dallo spirito del Magnificat, che Maria, Madre di Cristo Salvatore e Regina della Pace, canta a nome di tutti gli uomini: «Di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore: ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili, (…) ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza per sempre» (Lc 1, 50-55). Amen. (foto)

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