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domenica 27 gennaio 2019

Maria, senza volerlo né cercarlo è diventata la donna "influencer"

Non basta stare sempre connessi per essere amati. Maria è l’influencer di Dio. Papa Francesco parla con il linguaggio dei social - usando concetti come cloud, app e tutorial - ai giovani radunati al Campo San Juan Pablo II per la Veglia della Giornata Mondiale della Gioventù Gmg di Panama.


L'incontro con Dio è una «storia d'amore» e non ha nulla a che fare con i cloud, le app, i tutorial, dice Bergoglio. La vita «che Gesù ci dona è una storia d'amore - sottolinea Francesco - una storia di vita che desidera mescolarsi con la nostra e mettere radici nella terra di ognuno. Quella vita non è una salvezza appesa “nella nuvola” in attesa di venire scaricata, né una nuova “applicazione" da scoprire o un esercizio mentale frutto di tecniche di crescita personale». 
Neanche un «tutorial con cui apprendere l'ultima novità. La salvezza che il Signore ci dona è un invito a partecipare a una storia d'amore che si intreccia con le nostre storie; che vive e vuole nascere tra noi perché possiamo dare frutto lì dove siamo, come siamo e con chi siamo».
Papa Francesco non ha dubbi: la Madonna, Maria, è la donna che ha avuto il peso più importante nella storia. «La giovane di Nazaret - afferma - non compariva nelle “reti sociali” dell'epoca, non era una influencer, però senza volerlo né cercarlo è diventata la donna che ha avuto la maggiore influenza nella storia». Ecco, Maria, «la “influencer” di Dio. Con poche parole ha saputo dire “sì” e confidare nell'amore e nelle promesse di Dio, unica forza capace di fare nuove tutte le cose».
Poi Francesco esclama: «Il mondo non è soltanto per i forti!». Il motivo di questa affermazione: Jorge Mario Bergoglio si complimenta con una coppia che ha testimoniato la difficile scelta di accettare l'arrivo di una figlia disabile. Prima dell'arrivo della bambina, «di fronte a tutte le notizie e le difficoltà che si presentavano, avete preso una decisione e avete detto come Maria “avvenga per noi”, avete deciso di amarla. Davanti alla vita di vostra figlia fragile, indifesa e bisognosa la risposta è stata un “sì”».
Dire «sì al Signore significa avere il coraggio di abbracciare la vita come viene, con tutta la sua fragilità e piccolezza e molte volte persino con tutte le sue contraddizioni e mancanze di senso».
Vuole dire «abbracciare la nostra patria, le nostre famiglie, i nostri amici così come sono, anche con le loro fragilità e piccolezze. Abbracciare la vita si manifesta anche quando diamo il benvenuto a tutto ciò che non è perfetto, puro o distillato, ma non per questo è meno degno di amore». Si domanda il Papa: «Forse che qualcuno per il fatto di essere disabile o fragile non è degno d'amore? Qualcuno per il fatto di essere straniero, di avere sbagliato, di essere malato o in una prigione non è degno d’amore?». Così fa Gesù: «Abbracciò il lebbroso, il cieco e il paralitico, abbracciò il fariseo e il peccatore. Abbracciò il ladro sulla croce e abbracciò e perdonò persino quelli che lo stavano mettendo in croce. Perché? Perché solo quello che si ama può essere salvato».
Papa Francesco evidenzia che «l'amore del Signore è più grande di tutte le nostre contraddizioni, fragilità e meschinità, però è precisamente attraverso le nostre contraddizioni, fragilità e meschinità che Lui vuole scrivere questa storia d’amore».
Il Papa dedica un passaggio anche per difendere i ragazzi di oggi: «Com’è facile criticare i giovani e passare il tempo mormorando, se li priviamo di opportunità lavorative, educative e comunitarie a cui aggrapparsi e sognare il futuro!», denuncia. Francesco parla dei «quattro “senza” per cui la nostra vita resta senza radici e si secca: senza lavoro, senza istruzione, senza comunità, senza famiglia». Questi quattro “senza” uccidono», avverte con durezza. 
C’è anche il tema dell’amore nella calda serata panamense. «Non basta - ammonisce - stare tutto il giorno connessi per sentirsi riconosciuti e amati. Sentirsi considerato e invitato a qualcosa è più grande che stare “nella rete”». Perchè «significa trovare spazi in cui con le vostre mani, con il vostro cuore e con la vostra testa potete sentirvi parte di una comunità più grande che ha bisogno di voi e di cui anche voi avete bisogno».
Un altro avvertimento del Papa ai ragazzi del terzo millennio: «Essere un “influencer” nel secolo XXI significa essere custodi delle radici, custodi di tutto ciò che impedisce alla nostra vita di diventare “gassosa” ed evaporare nel nulla. Siate custodi - li esorta - di tutto ciò che ci permette di sentirci parte gli uni degli altri, di appartenerci reciprocamente».
La veglia della Gmg è un momento di preghiera ma anche di festa e spettacolo. E a esibirsi davanti al Pontefice c'è anche il trio italiano Il Volo.

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