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giovedì 14 settembre 2023

Cosa significa quel "serpente sulla croce " di cui il vangelo di oggi parla nella FESTA DELL' ESALTAZIONE DELLA SANTA CROCE? - SPIEGAZIONE

 



VANGELO DEL GIORNO
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 3,13-17

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

«Innalzare il Figlio dell’uomo! Come il serpente...».

SPIEGAZIONE:

Se vogliamo capire la «storia della nostra redenzione» dobbiamo guardare il crocifisso (portatrice di un «messaggio»)

Lo stesso concetto era stato ribadito da Gesù in un passo riportato «due capitoli prima», quando egli «dice ai dottori della legge lo stesso: “Come Mosè ha innalzato il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, perché chiunque crede in lui sia salvato».


Il serpente cioè, è «simbolo del peccato; il serpente che uccide; ma un serpente che salva. E questo è il mistero del Cristo».

Anche san Paolo, «parlando di questo mistero, dice che Gesù svuotò se stesso, umiliò se stesso, si annientò per salvarci». L’apostolo, anzi, suggerisce un’espressione ancora più forte: «Si è fatto peccato». Allora, volendo usare il simbolo biblico, potremmo dire: «Si è fatto serpente». Ed è questo, «il messaggio profetico di queste letture di oggi. Il Figlio dell’uomo, che come un serpente, “fatto peccato”, viene innalzato per salvarci».

Dobbiamo quindi «guardare il Crocifisso e guardare proprio questo mistero: un Dio “svuotato” della sua divinità — totalmente! — per salvarci». Ma, «chi è questo serpente che Gesù prende su di sé per vincerlo?»: la risposta si legge nell’Apocalisse di Giovanni, dove si ritrova il nome — tra l’altro, che il serpente nella Bibbia «è il primo nominato degli animali e forse credo che sia l’ultimo» — e si legge che «è stato vinto il serpente antico: satana». Il peccato quindi, «è l’opera di satana e Gesù vince satana “facendosi peccato”». Così dalla croce egli «innalza tutti noi». Perciò «il Crocifisso non è un ornamento, non è un’opera d’arte, con tante pietre preziose, come se ne vedono: il Crocifisso è il mistero dell’“annientamento” di Dio, per amore».

Il serpente, ha spiegato il Pontefice, «profetizza nel deserto la salvezza»: viene infatti «innalzato e chiunque lo guarda viene guarito». Ma questa salvezza, ha sottolineato, non è stata fatta «con la bacchetta magica da un dio che fa le cose»; piuttosto è stata fatta «con la sofferenza del Figlio dell’uomo, con la sofferenza di Gesù Cristo». Una sofferenza tale da portare Gesù a chiedere al Padre: «Padre, per favore, se è possibile io non vorrei bere questo calice». Si vede qui «l’angoscia», accompagnata, però dall’espressione: «Ma sia fatta la tua volontà».

È questa, ha concluso il Papa, «la storia della nostra redenzione», è questa «la storia dell’amore di Dio». Perciò, «se noi vogliamo conoscere l’amore di Dio, guardiamo il Crocifisso». Lì incontriamo «un uomo torturato, morto, che è Dio, “svuotato della divinità”, sporcato, “fatto peccato”». Di qui la preghiera finale: «Che il Signore ci dia la grazia di capire un po’ di più questo mistero».



Perché Noè, con tutti gli animali a disposizione deve salvare anche il serpente? Questo rettile non ha una storia simpatica. Ricordate che cosa è accaduto ad Adamo ed Eva quando vivevano in paradiso? Proprio un serpente, ingannandoli, ha fatto sì che disobbedissero a Dio e fossero scacciati dal giardino. Se Noè li avesse lasciati perire nel diluvio oggi staremmo più tranquilli! E invece no: anche il serpente, come il coccodrillo, non è soltanto simbolo della malvagità o del demonio, il serpente racchiude altri significati importanti. L’immagine che vedete è un serpente sulla croce. Di immagini simili ne possiamo trovare molte nelle chiese, addirittura anche statue raffiguranti la croce con appeso un serpente. Perché? È presto detto. Gesù una notte, mentre era in giardino, ricevette una strana visita. Venne da lui, Nicodemo, persona influente e capo tra gli ebrei. Gesù piaceva molto a Nicodemo perciò volle domandargli se fosse proprio lui il Messia e quando si sarebbe rivelato. Gesù dette una risposta difficile da capire. Disse così:«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così quando io sarò elevato da terra attirerò tutti a me». Al tempo di Mosè, il popolo ebraico, mentre fuggiva dall’Egitto dirigendosi verso la terra promessa, fu morso da serpenti volanti e infuocati. Molte persone morivano ed era difficile proteggersi, proprio come oggi avviene con il COVID. Dio allora disse a Mosè: «Fatti un serpente di rame (rame perché rosso come il fuoco dei serpenti velenosi) mettilo su un asta, chi guarderà il serpente sarà salvato dal veleno». La scena è un rimando a ciò che accadde con Gesù: il peccato con i suoi morsi non ci permette di giungere alla terra promessa del Paradiso, ma ecco che Gesù, innalzato sulla croce, morendo per noi, sconfigge la morte e, con la sua risurrezione, ci apre il Paradiso chiuso a causa di Adamo ed Eva. Insomma c’è serpente e serpente! Un conto è il Maligno, dipinto spesso come una serpe, e un conto è Gesù che, simile a un serpente innalzato sulla croce, ci salva. Ecco spiegato il disegno che ora vedete. Ma non è tutto, sopra la croce vediamo anche un’ostia. Un’antica usanza raccomandava, per essere guariti dal morso di questo rettile, di cibarsi della teriaca, ossia la carne dei serpenti triturata col veleno. Così, anche in questo caso, il serpente è simbolo di Gesù che ci dà la sua carne, l’Eucaristia, per guarire dai morsi del maligno e portaci con sé in Cielo.
Ora fate un esercizio: guardate le insegne delle farmacie. A volte si trovano due serpenti su asta, a volte uno solo. Per alcuni sono simboli mitologici, ma quando trovate un serpente solo, potete star certi: si tratta del serpente di Mosè per mezzo del quale tutto il popolo si salva.

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