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giovedì 29 agosto 2019

Quando si perde la speranza - Padre Ljubo Kurtovic

   Padre Ljubo Kurtovic 


 La Madonna ci invita a pregare per la pace e dice: “Pregate con il cuore e non perdete la speranza”. Succede che l’uomo perde la speranza, si sente come se Dio non lo ascoltasse, come se fosse ritirato da questo mondo e dalle sue creature. Dio non può dimenticare quello che ha creato, la sua creatura; l’uomo che ha formato e creato a sua immagine. Nella Bibbia risuonano le parole del profeta Isaia: “… non ti dimenticherò mai. Ecco, ti ho disegnato sulle palme delle mie mani, le tue mura sono sempre davanti a me” (Is. 49, 15-16). Anche la Madonna ci dice che: “Dio ama le sue creature”. In questo messaggio vediamo una speranza indistruttibile della Madonna che vuole trasmetterci nonostante tutte le prognosi nere, le minacce della guerra; i giornali sono pieni di queste notizie nere.  Maria ci dice che anche noi siamo responsabili per la pace.

La pace non viene da sola senza il nostro impegno, senza quello che noi possiamo fare. E’ sicuro che l’uomo si ricorda più facilmente di Dio quando si trova nelle situazioni pericolose, quando la sua vita è minacciata. Le minacce della guerra lo svegliano dal sonno spirituale e allora l’uomo si ricorda che Qualcuno esiste, Qualcuno che è assoluto, Onnipotente, Colui che non è minacciato come lo siamo noi. Perciò abbiamo bisogno di cercare e trovare le fondamenta della nostra vita, la pietra sulla quale possiamo edificare e appoggiare la vita e il mondo. Nella lettera del nostro Papa Giovanni Paolo II, “Novo millennio ineunte”, sentiamo pure questo invito alla speranza, nonostante che tutto intorno a noi non aiuta a tenere sveglia la speranza nei cuori umani. Ognuno di noi vive la propria vita con i suoi problemi personali, familiari e mondiali. Siamo anche noi nella tentazione di pensare che sarebbe meglio se ci fossero altre persone, un altro tempo, altre situazioni; ma non abbiamo altre persone, tempo e situazioni di quelle che viviamo oggi. E’ necessario iniziare da quello che abbiamo e che viviamo per poter contribuire per la pace, come ci dice la Madonna. Anche nostro Dio in Gesù, come anche Maria, sono vissuti sulla terra e vivevano le sofferenze, le gioie e i dolori come ognuno di noi. Anche loro non si sono liberati da tutto ciò che noi viviamo. Anche noi possiamo abbandonarci alla disperazione o alla fede; appoggiarci su Dio, sulla sua parola senza altri appoggi, come San Pietro quando è uscito con la barca, appoggiato solo sulla parola di Gesù. Qualcuno ha messo queste parole nella bocca di Dio: “Non mi meraviglio - dice Dio - perché credono in me: basta che vedano le mie creature e crederanno. L’amore non mi ammira perché per loro è un dono se si amano gli uni gli altri. Ma la speranza sì, la speranza mi ammira”. Anche i grandi santi non sono stati tentati nella fede o nell’amore, ma nella speranza. Anche Gesù nel Getsemani è stato tentato nella speranza. Esiste un mezzo che ci aiuta ad imparare a sperare; un mezzo che anche Gesù ha usato trovandosi nel Getsemani: ha passato la notte vegliando in preghiera. La fonte della speranza è la preghiera e la preghiera esige vigilanza. Per allenarsi nella speranza, bisogna accogliere quella permanente disposizione di Maria che ha detto “Sì” alla volontà di Dio e, attraverso il suo “Sì”, Dio ha fatto grandi cose. Un “sì” del cuore umano apre la porta a Dio e così Egli può venire e salvare questo mondo giorno per giorno, “uno per uno”, come dice la Madonna in questo messaggio. Noi per Dio non siamo anonimi, ognuno ha il proprio nome davanti a Lui. Maria anche oggi pronuncia il suo “Sì” attraverso le sue apparizioni, invitandoci sulla strada della santità. Anche Il nostro Papa ci invita sulla strada della santità dicendoci nella sua lettera: “Sarebbe un controsenso accontentarsi di una vita mediocre, vissuta all’insegna di un’etica minimalistica e di una religiosità superficiale (Novo millennio ineunte n. 31)”. Anche Gesù nel discorso della montagna ci dice: “Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt. 5,48). Come se volesse dirci: “Siate felici come è felice il Padre vostro celeste”. Sentiamo nelle parole della nostra Madre celeste l’eco delle parole di Gesù e permettiamo a Lei di guidarci sulla strada della santità verso Gesù.

Padre Ljubo

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