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giovedì 15 ottobre 2015

“A volte la sofferenza è gioia, io ho ringraziato la mia malattia.

Alfonso Signorini professionalmente era all'apice del successo, dirigeva due giornali ed era in tv con ben tre programmi. Ma il 2011 Alfonso Signorini non lo dimenticherà mai per un altro motivo. Il direttore di "Chi" quell'anno ha infatti scoperto di essere malato di leucemia e nel frattempo ha perso l'adorata mammma.  
"Sono molto cambiato e per fortuna sono fuori pericolo".
“Padre Pio è una presenza familiare, perché mamma era molto devota e per noi era una presenza quotidiana. Natuzza ho avuto la fortuna di conoscerla in un momento molto delicato della mia vita. Questa donna era una contadina che parlava dialetto stretto ma con occhi neri e profondi da annegarci dentro. Quando sono andato da lei, mi ha detto di sedermi e senza che io parlassi, mi ha detto esattamente quale era la mia preoccupazione. Una cosa che non avevo rivelato nemmeno a mia madre”.
La sua intervista continua toccando un momento particolare della sua vita cioè quando si è ammalato di leucemia:
“A volte la sofferenza è gioia, io ho ringraziato la mia malattia. Mi sono ammalato ed è stato come un incidente frontale contro un tir. Ricordo che era l’ultima puntata di Kalispera, c’era ospite Sabrina Ferilli…parlava e parlava e io mi sentivo male. Subito dopo la puntata mi sono fatto portare in ospedale e mi hanno detto che avevo una malattia grave. Dovevo fare i conti con la morte. Avevo mia madre che stava morendo e non volevo parlarle della mia sofferenza, avevo mia sorella ma avrebbe parlato con mia madre. Avevo accanto il mio compagno e un’amica. Mi sono chiesto: cosa faccio della mia vita? La fede è un dono di Dio, o ce l’hai o non ce l’hai. Io ce l’avevo prima della malattia. Se in quel momento non avessi sentito la carezzza di Dio non so dove sarei adesso”
“Avevo due scelte, o il trapianto di midollo e non potevo farlo o la chemioterapia. Ho sentito fisicamente un abbraccio mentre ero solo nel mio lettino. Quell’abbraccio mi ha trasmesso un’energia che non avevo. Dopo 2 settimane di terapie i parametri si sono riassestati. Sono passati anche i 3 anni della recidiva ma faccio ancora i controlli. Prima sprecavo tempo con persone di cui non mi importava niente. Dopo la malattia, ho tagliato i rami secchi e ora sto benissimo”.
La sua voce si fa tremolante quando racconta della sua mamma che non c’è più:
“Vado a trovare la mamma e le dico ‘mamma ti trovo bene oggi’. Torno al giornale e sento una voce che mi dice ‘torna subito da lei’. Era strano, perché l’avevo appena vista e stava bene, ecco perché credo nell’angelo custode. Arrivo in ospedale, mia madre mi ha salutato e se n’è andata”.

Ha svelato di avvertire la presenza del suo angelo custode e che a volte, gli dà dei messaggi da dare ad altre persone.

“L’angelo custode esiste, lo sento tutti i giorni, fa parte della grazia di Dio, io ci parlo. Io sento le sue indicazioni, mi illumina e a volte ho anche sconvolto qualcuno. Delle volte mi sono trovato a dover dare dei messaggi a delle persone”.

Infine, ha parlato della sua omosessualità:
“Da cattolico praticante ho vissuto la mia omosessualità come una colpa. Reprimevo e nascondevo il desiderio verso l’altro sesso e quando lo soddisfacevo mi disperavo e chiedevo a Dio di liberarmi da tutto ciò. Feci amicizia con il cardinal Martini e con una lettera ho sentito la sua accoglienza. Dio non giudica”
Questo non significa che possiamo fare ciò che ci pare e non rispettare le regole che la chiesa cattolica ci propone.

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