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venerdì 29 gennaio 2021

Dal 14 febbraio: uno sguardo al posto della stretta di mano

 


Segno di pace, uno sguardo al posto della stretta di mano

La Conferenza episcopale italiana ha deciso che, dal prossimo 14 febbraio, i fedeli potranno scambiarsi il dono della pace guardandosi negli occhi ed chinando semplicemente il capo. Edward McNamara, docente di Liturgia e Teologia: “Non cambia il senso ed il significato profondo. In molti altri Paesi esistono segni diversi in base alle differenti culture, come prevede il Messale”

Nelle celebrazioni, torna lo scambio del segno di pace ma, per ora, completamente rinnovato. Lo hanno deciso i vescovi italiani stabilendo che, da domenica 14 febbraio, ai fedeli basterà guardarsi negli occhi accompagnando il gesto con un semplice inchino del capo. La Conferenza episcopale italiana, con una nota, ha ribadito la temporaneità del provvedimento, legata all’emergenza sanitaria, e ha ricordato come non appare opportuno “nel contesto liturgico sostituire la stretta di mano o l’abbraccio con il toccarsi con i gomiti” mentre il prendere un contatto visivo con il proprio fratello “può essere un modo sobrio ed efficace per recuperare un gesto rituale”.Gesto diverso secondo le culture
“In fondo, questa possibilità è già prevista dalla Chiesa perché nel Messale c’è scritto che si deve fare il gesto di pace secondo il costume locale”, spiega padre Edward McNamara, docente di Liturgia e Teologia all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e direttore dell’Istituto Sacerdos. La stretta di mano, in uso in Italia, non è l’unico ‘segno’ : in molti Paesi, di diverse culture, ce ne sono altri, differenti. “Ad esempio - dice il teologo - in quasi tutta l’Asia c’è l’usanza di fare un inchino, inclinando in avanti la testa, e poi guardarsi negli occhi. Una ritualità comune anche ad alcune nazioni dell’est Europa”.
 
 Federico Piana- Città del Vaticano
Vatican News

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