Presentazione del libro intitolato “La baracca che ha sfamato un milione di bambini”
data: 14.04.2016.
 Mercoledì 13 aprile, presso il Salone “San Giovanni Paolo II”, è stato 
presentato a Medjugorje il libro intitolato “La baracca che ha sfamato 
un milione di bambini”, scritto da Magnus  MacFarlane-Barrow, fondatore 
dell’Organizzazione “Mary’s Meals” (“I pasti di Maria”), che è un frutto
 di Medjugorje. All’inizio della serata fra Marinko Šakota, parroco di 
Medjugorje, ha rivolto il suo saluto a tutti i presenti. Oltre 
all’autore del volume, alla presentazione hanno partecipato anche la 
Dottoressa Željka Markić, fondatrice della filiale croata della “Mary’s 
Meals”, e Petar Balta, caporedattore della casa editrice “Verbum”. Il 
libro riporta la storia dello sviluppo dell’organizzazione umanitaria 
“Mary’s Meals”, che ad oggi sfama nelle loro scuole 1 101 206 bambini 
affamati. Un suo pellegrinaggio a Medjugorje nel lontano 1983 ha 
cambiato la vita di Magnus e quella della sua famiglia, come pure quelle
 di più di un milione di bambini del mondo intero che, grazie alla 
“Mary’s Meals”, sono stati salvati dalla fame ed hanno potuto ricevere 
un’istruzione. La presentazione del libro è stata resa ancor più 
piacevole dalla partecipazione del gruppo musicale “Signum” di Čapljina.
Magnus MacFarlane Barrow: «I “Pasti di Maria” sono un frutto di Medjugorje e della grazia che qui si riversa»
data: 15.04.2016.
 Lo scozzese Magnus MacFarlane Barrow è il fondatore dell’Organizzazione
 “Mary’s Meals” (“I Pasti di Maria”). In occasione della presentazione 
del libro intitolato: “La baracca che ha nutrito un milione di bambini”,
 nel corso di una trasmissione di Radio “Mir” Medjugorje, Magnus ha 
parlato del suo legame con questa località erzegovinese: “Sono venuto 
per la prima volta in pellegrinaggio a Medjugorje nel 1983, con mio 
fratello e mia sorella. La settimana trascorsa qui ha cambiato veramente
 le nostre vite ed ha rinnovato la nostra fede. Io avevo solo quindici 
anni, mentre mia sorella maggiore ne aveva diciannove. Al ritorno a 
casa, i nostri genitori hanno visto che qualcosa in noi era davvero 
cambiato. Abbiamo cominciato a invitarli a pregare ogni sera il Rosario 
con noi; per loro è stata una sorpresa, perché prima erano loro a 
invitarci a pregare insieme come famiglia. In seguito, sono venuti anche
 loro a Medjugorje ed hanno avuto un’esperienza simile alla nostra, che 
li ha spinti a trasformare il piccolo hotel che allora possedevamo in un
 luogo di preghiera e di seminari a carattere spirituale. E quello è a 
tutt’oggi un luogo in cui le persone vengono a fare un’esperienza 
spirituale. Già questo vi dice in modo adeguato quanto la nostra visita a
 Medjugorje abbia cambiato la mia vita e quella di tutta la mia 
famiglia”. Magnus ha poi proseguito parlando degli inizi della sua opera
 umanitaria: “Dieci anni più tardi sono venuto a sapere che qui c’era la
 guerra: una sera ho visto una trasmissione televisiva che parlava della
 grande sofferenza dei profughi in queste terre. Allora ho cominciato a 
parlare con mio fratello e a dire che aiutare quelle persone sarebbe 
stata una cosa buona. Abbiamo iniziato a chiamare alcuni amici per 
raccogliere aiuti e poi, presa una settimana di ferie dal lavoro, li 
abbiamo portati personalmente. Al ritorno a casa, pensavo che sarei 
tornato al mio lavoro di sempre, ma Dio aveva un progetto differente. 
Una volta tornati, infatti, hanno cominciato ad arrivare a casa aiuti 
mandati da alcune persone. Dopo aver pregato sulla cosa, ho interrotto 
quella che fino ad allora era stata la mia attività, ho venduto la casa 
ed ho comprato un piccolo camion, con cui per anni ho portato aiuti in 
queste regioni. Questo è stato l’inizio ed è stato qualcosa che io non 
avevo assolutamente programmato”. Magnus ha poi continuato narrando come
 si sia giunti ai “Pasti di Maria”: “Nel 2002 avevo iniziato a 
realizzare un piccolo progetto in Malawi, dove regnava una fame 
terribile. Portavamo quindi il cibo nei villaggi ed un giorno, un 
sacerdote del luogo, mi ha portato da una famiglia che abitava in uno di
 quei villaggi. Il padre era morto e la madre era anche lei sul letto di
 morte. C’erano i suoi sei figli intorno a lei. Allora mi sono rivolto 
al maggiore, che aveva circa quattordici anni, e gli ho chiesto cosa 
sperasse dalla vita. Mi ha risposto che voleva avere cibo sufficiente e 
poter andare a scuola. Ecco, possiamo dire che i “Pasti di Maria” sono 
stati una risposta alle sue attese. In seguito abbiamo infatti 
realizzato che, se fossimo riusciti a garantire a ciascun bambino un 
pasto a scuola, avremmo potuto soddisfare i loro bisogni. E in più, cosa
 ancora più importante, avremmo potuto assicurare loro un’istruzione 
che, in definitiva, li avrebbe liberati dalla loro penosa situazione. 
Fin dai suoi inizi noi crediamo che questa sia un’opera della Madonna”. 
Per quanto concerne, invece, il significato che Medjugorje ha 
attualmente nella sua vita, Magnus ha affermato: “Medjugorje significa 
molto per me. Attualmente mi trovo qui con moglie e figli. Veniamo qui 
il più spesso possibile. Quando dico che “I Pasti di Maria” sono un 
frutto della preghiera, intendo dire che essi sono un frutto di 
Medjugorje e della grazia che qui si riversa. So che i frutti di 
Medjugorje sono molti, ed io credo che quest’opera sia uno di essi”.
 
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