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martedì 11 febbraio 2014

È la prima Apparizione di Nostra Signora - 11 febbraio 1858 - Madonna di Lourdes

 L'11 febbraio 1858, Bernardetta, sua sorella Antonietta e la loro amica Giovanna Abadie, vanno in cerca di legna. Si dirigono verso "il luogo dove il torrente si getta nel Gave". Arrivano dinanzi alla  Grotta di Massabielle. Antonietta e Giovanna attraversano l'acqua ghiacciata del torrente. Bernardetta, per il problema della sua asma cronica, esita a fare altrettanto. E’ in quel momento che “sente un rumore come un colpo di vento", ma "nessun albero si muove". "Alzando la testa, vede, nella cavità della roccia, una piccola ragazza, avvolta di luce, che la osserva e le sorride". È la prima Apparizione di Nostra Signora.

Al tempo di Bernardetta, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Si chiamava questa Grotta " Grotta dei maiali", perché era il luogo dove si conducevano i maiali. È in questo luogo che Maria, tutto biancore, tutta purezza, segno dell'amore di Dio, cioè segno di ciò che Dio vuole fare in ciascuno di noi, ha voluto apparire. C'è un contrasto immenso tra questa Grotta oscura, umida, e la presenza di Maria Vergine, "l'Immacolata Concezione". Questo ci richiama il Vangelo: l’incontro tra la ricchezza di Dio e la povertà dell'uomo. Il Cristo è venuto a cercare ciò che era perduto.
A Lourdes, Maria è apparsa in una Grotta sporca ed oscura, in questo luogo che si chiama Massabielle, la vecchia roccia, per dirci che Dio viene a raggiungerci dovunque siamo, nel pieno delle nostre miserie, di tutte le nostre cause perse. La Grotta non è soltanto il luogo dell'evento, un luogo geografico, è anche un luogo dove Dio ci da un segno per svelarci il suo cuore ed il nostro cuore. È un posto dove Dio ci lascia un messaggio che non è diverso che quello del Vangelo. Dio viene a dirci che ci ama - ecco tutto il contenuto del "Messaggio di Lourdes" -, e che ci ama così come siamo, con tutti i nostri successi, ma anche con tutte le nostre ferite, le nostre fragilità, i nostri limiti.
La prima apparizione
Bernardetta scrisse più volte di sua mano una relazione sulle apparizione. La prima relazione da lei scritta, è quella rilasciata a P. Gondrand il 28 maggio 1861, la seconda venne scritta all'inizio del 1864, ed è il racconto più completo. Il 22 agosto del 1864 ne scrisse una per il Rev. Bonin; il 20 novembre 1865 ne scrisse una per un'amica della signora Ida Ribettes: nel retro dello stesso foglio Bernardetta, a pochi giorni di distanza, tracciò una nuova relazione. Il 12 maggio 1866 nel suo diario colmò le lacune dell'ultima narrazione.

Un giorno (giovedì grasso, 11 febbraio 1858), recatami sulla riva del fiume Gave per raccogliere legna insieme con due fanciulle, sentii un rumore. Mi volsi verso il prato ma vidi che gli alberi non si muovevano affatto, per cui levai la testa e guardai la grotta. (1)
Vidi in una delle aperture della roccia soltanto un cespuglio agitarsi come se ci fosse un forte vento. Quasi al medesimo tempo uscì dall'interno della grotta un chiarore d'oro(2); poco dopo, una Signora giovane e bella, soprattutto bella, come non ne avevo mai visto, venne a collocarsi all'ingresso dell'ogiva, sopra il cespuglio.
Indossava un abito bianco ed era cinta da una fascia azzurra. Su ognuno dei piedi aveva una rosa d'oro, che era dello stesso colore della corona del rosario. (3)
La stoffa del velo e del vestito non si può paragonare con nulla che si vede sulla terra. (4)
Era circondata da una luce simile al sole, ma dolce alla vista. (5)
Subito mi guardò, mi sorrise, e mi fece segno di avanzare, come se fosse stata la mia mamma. La paura mi era passata, ma mi sembrava di non saper più dove fossi. Mi stropicciai gli occhi, li chiusi, li apersi; ma la Signora era sempre là, che continuava a sorridermi e a farmi capire che non mi ingannavo. Senza rendermi conto di ciò che facevo, presi il rosario dalla tasca e mi misi in ginocchio. La Signora approvò con un cenno del capo e prese fra le dita la corona del rosario che teneva sul braccio destro. Quando volli iniziare la recita del Rosario e portare la mano sulla fronte, il mio braccio restò come paralizzato e solamente dopo che la Signora si fu segnata potei fare anch'io come lei. La Signora mi lasciò pregare da sola; faceva sì passare fra le dita i grani del rosario, ma non parlava; soltanto alla fine di ogni decina s'accompagnava con me nel dire: Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. (6) Quando il Rosario fu recitato, la Signora rientrò all'interno della roccia e il chiarore d'oro scomparve con lei”. (7)
“Questa luce veniva prima e rimaneva un po' dopo”. (8)
Jean Baptiste Estrade, che abitò a Lourdes in qualità di esattore delle imposte, riporta anche queste parole udite più volte da Bernardetta:
“Ha l'aspetto di una giovane di sedici o diciassette anni. E' vestita di bianco, con una fascia azzurra che scende lungo l'abito. Porta sulla testa un velo ugualmente bianco, che lascia scorgere appena i suoi capelli e ricade all'indietro fino al disotto della fascia. I piedi sono nudi, ma coperti dalle ultime pieghe dell'abito, eccetto all'estremità dove brilla su ciascuno di essi una rosa d'oro. Porta sul braccio un rosario dai grani bianchi, legati da una catenella d'oro lucente, come le due rose dei piedi”. (9) La Signora aveva gli occhi azzurri. (10)
Importanti sono le informazioni che mons. Bourret, vescovo di Rodex, ottenne da Bernardetta, il primo giorno di settembre del 1877, che secondo il Vescovo sorpassavano tutti i racconti che aveva letto:
“Vedevo una luce sfolgorante...Ma una luce come non ce ne sono sulla terra, nemmeno quella del sole. Vedevo un volto meraviglioso, ma non come ce ne sono su questa terra. Era corporale e non lo era. Udivo una voce melodiosa e guardavo senza rendermi conto di tutto ciò. Mi trovavo bene là e quando finiva la mia vista restava oscurata, come quando si entra in una stanza dopo aver fissato il sole”. (11)
La durata dell'apparizione fu di poco più del tempo per recitare il Rosario.
La contemplazione dei misteri venne infusa a Bernardetta dallo Spirito Santo. Niente sappiamo di questa azione interiore. Bernardetta non ne parlò, ma non è da porre in incertezza.
 
1)Lettera scritta da Bernardetta a P. Gontrand, 28 maggio 1861. E' la prima relazione scritta.
2)Estrade dice “una nube color oro”: “Le apparizioni di Lourdes” di Jean Baptiste Estrade, con note critiche di Giulio Giacometti. ed. Paoline, 1978,  pag 82.
3)Lettera scritta da Bernardetta a P. Gontrand, 28 maggio 1861.
4)Interrogatorio con padre Cros 30 gennaio 1979. Riportato in René Laurentin, “Bernardetta vi parla”, ed. Paoline, 1979, pag 457.
5) Dal colloquio di Marie De Cornulier Luciniére del 10 maggio 1859. In René Laurentin, op. citata, pag 151.
6) Questa preghiera in latino è riportata da Estrade (pag 79-81). L'autore afferma formalmente che tutta la narrazione l'ha udita più volte da Bernardetta. Questa testimonianza è molto preziosa perché dice che Bernardetta alla grotta recitava il rosario in latino, secondo quanto avveniva alla sera in famiglia, e la Vergine diceva conseguentemente il gloria in latino. A questa testimonianza della recita a Lourdes delle preghiere in latino si aggiunge quella personale di Estrade (op. citata pag 225). Egli disse al curato che un giorno la processione e la cappella si sarebbero fatte: “Ci dirigeremo verso la cappella di Massabielle, cantando: Sancta Maria e sarò felice di rispondervi: Ora pro nobis”.
7) Estrade dice “la nube d'oro”, op. citata, pag. 82.
8) Interrogatorio di mons. Laurence del 7 dicembre 1960, citato in “Bernardetta vi parla” , pag 192.
9) Estrade, op. citata, pag. 83.
10)Dal lavoro integrativo delle sei relazioni di Bernardetta di René Laurentin, riportato da Giulio Giacometti, in “Le apparizioni di Lourdes” di Jean Baptiste Estrade,  pag  27-36; in specifico pag 33.
11)René Laurentin, op. citata, pag. 414.
 
Note
Il roseto selvatico: Il cespuglio era un roseto selvatico, con tutta probabilità una rosa canina che si radicava nel livello base della grotta, raggiungendo il livello inferiore dell'ogiva o nicchia, e i suoi lunghi sarmenti cadevano in basso. Nel poco terreno accumulatosi alla base dell'ogiva non poteva radicarsi un roseto selvatico che ha profonde radici. Essendo inverno le foglie non potevano che essere cadute. La rosa canina è molto spinosa. Il roseto venne ben presto tagliato in pezzetti da pellegrini desiderosi di reliquie.
Il muschio: A Bernardetta, nell'interrogatorio di padre Dominique Mariote del 12 agosto 1859, fu rivolta questa domanda: “Dove aveva i piedi la santa Vergine? Nell'aria, o sulla terra?” Risp: “Sul muschio, signor abbé”. “E dove la vedevate?”. Risp:  “Nel luogo dove ci sono un rosaio e dei rovi”. Il terreno accumulato dal vento alla base dell'ogiva era ricoperto di muschio. Nel (1959/60) il muschio e la terra dell'ogiva vennero asportati dai pellegrini e non rimase che la nuda roccia. Nel 1863 venne collocata nell'ogiva una piccola immagine della Madonna con fioriera; a questo scopo venne riportata nell'ogiva della terra per stabilire il piano d'appoggio.
 

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