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domenica 22 marzo 2020

IV domenica di Quaresima - SVEGLIATI, TU CHE DORMI, E CRISTO TI ILLUMINERÀ

La “luce” è uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non è senza motivo che la luce è stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos (Gen 1,3-5). Ecco la professione di fede dell’autore dei Salmi: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?” (Sal 28,1). E il profeta dice: “Alzati, Gerusalemme, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60,1). Non bisogna quindi stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,4-5). La luce è ciò che rischiara l’oscurità, ciò che libera dalla paura che ispirano le tenebre, ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non c’è vita.

22 MARZO 2020

Oggi andiamo incontro al Signore perché ci doni la sua luce .Questo dono, che abbiamo già ricevuto nel Battesimo, lo chiediamo ogni giorno per essere riconosciuti nel mondo come figli della luce

 


«Svégliati, tu  «L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore» (I Lettura). Questa affermazione, stando al testo ebraico, può essere anche intesa: «Dio vede con il cuore». Si tratta cioè di un diverso modo di vedere, che assume altri criteri di discernimento e di giudizio. Anche chi ci vede bene, ha bisogno, come il cieco nato, di essere guarito da Gesù, per giungere ad avere uno sguardo luminoso. È la nostra pretesa di vedere, illudendoci di non aver bisogno di guarigione, a renderci ciechi.


PER ME VIVERE È CRISTO

Dio ama accendere luci circoscritte, per rischiarare poi a largo raggio. La Verità, come l’Amore, che ne sono il contenuto, si accendono là dove la luce viene accolta, diffondendosi poi a cerchi concentrici, quasi per contatto, nei cuori e nelle menti di quanti, aprendosi liberamente al suo splendore, diventano a loro volta sorgenti di luce– Benedetto XVI

LETTURA
Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38 In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano 
visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. 

Preghiera dei fedeli

C - Fratelli e sorelle, anche noi come il cieco nato abbiamo bisogno di essere sanati da Gesù, luce del mondo. Preghiamo che tocchi i nostri occhi e li apra alla sua verità.

Lettore - Diciamo insieme: Donaci, Signore, la luce della fede.

1. Perché la Chiesa in ogni sua parola, in ogni sua scelta e in ogni sua azione sia sempre guidata dalla luce del Vangelo, preghiamo

2. Per gli uomini di scienza, perché nello studio della natura e delle sue leggi si lascino illuminare dallo Spirito per cogliervi i segni della presenza di Dio, preghiamo

3. Per chi soffre o non ha speranza, perché in noi cristiani trovi la forza di alzare lo sguardo per incontrare la luce di Dio che risplende sul volto di Cristo, preghiamo

4. Per la nostra comunità, perché illuminata dallo splendore della verità di Cristo, sappia apprezzare ciò che è piccolo e umile, riconoscendo che “tutto è grazia”, preghiamo

Intenzioni della comunità locale.

C - Signore, benedici la tua Chiesa, accogli in essa i fratelli che chiedono il Battesimo, dona a tutti la tua luce, che è via, verità e vita per ogni uomo. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

A - Amen.

Voglio venire da Te, Gesù, per essere come tu sei. 
Tu sei l'Uomo che ha dato la precedenza assoluta alla preghiera.
Si legge nei Vangeli che Gesù passava le sue notti in preghiera. E non solo! L'immagine di Gesù orante ed in colloquio col Padre suo risalta continuamente nei testi sacri. Egli non faceva mai nulla senza innalzare il suo sguardo al cielo e chiedere l'assenso del Padre suo. Dobbiamo essere uomini che danno alla preghiera la precedenza assoluta. Dobbiamo imparare ad attendere alla preghiera durante tutta la vita. Non si potrà mai giungere alla "conformità" con Gesù se non si entra nel suo clima di vita. 
Accogli, Signore, la mia supplica di figlio che osa chiamarti Padre. 
Donami un autentico cuore di figlio. 

Rendimi, o Signore Dio mio,
obbediente senza ribellione
povero senza avvilimenti,
casto senza decadimento,
paziente senza mormorazione,
umile senza finzione,
allegro senza ilarità,
maturo senza pesantezza,
agile senza leggerezza,
timoroso di Te senza disperazione,
veritiero senza doppiezza,
operatore di bene senza presunzione,
capace di correggere il prossimo senza asprezza
e di edificarlo con la parola e con l’esempio,
senza ipocrisia.

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