sabato 10 luglio 2021

Cos'è la "Geènna" di cui parla Gesù nel Vangelo di oggi? - SPIEGAZIONE


  Nel Vangelo di oggi c'è scitto:"E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo".

Geenna

La valle di Ennom a sud-ovest di Gerusalemme, maledetta dal re Giosia (perché sede del culto di Moloch, cui venivano offerti sacrifici umani) e destinata a immondezzaio della città; poiché vi ardeva continuamente il fuoco, nel Vangelo è presa a simbolo dell'Inferno.
 
 
 Il fuoco freddo della Geénna 
La Geènna,in ebraicoghe-Hinnom,è la valle scavata dal torrente Hinnom situata a sud di Gerusalemme. La Sacra Scrittura narra che essa è il luogo ove i re di Giuda Acaz e Manasse praticavano il culto di Moloch, offrendo in olocausto i figli del popolo (cfr.2Re 23, 10 e Ger 7,31). 
Il re Giosia nel tentativo di estirpare in modo definitivo l’idolatria maledice questa valle e la trasforma nella discarica della città; i rifiuti bruciano giorno e notte e il denso fumo, che da essi promana, avvolge ogni cosa, rendendo l’aria irrespirabile. Così la valle dell’idolatria, dove l’uomo in nome degli idoli sparge sangue innocente, a motivo del fuoco che ardeperennemente diventa luogo del giudizioe della pena. Nelle pagine della Bibbia però il fuoco è anche immagine di Dio e del suo amore. Gesù stesso afferma di sé: «Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e vorrei davvero che fosse già acceso!»(cfr. Lc 12,49). Giustamente Georges Bernanos nel romanzo Monsieur Ouine scrive: «si parla sempre del fuoco dell’inferno, mentre l’inferno è freddo» perché è assenza del fuoco benefico dell’amore. In questo senso Victor Hugo in La fine di Satana sostiene che «l’inferno sta tutto intero in questa parola: solitudine». Gesù sprona continuamente i discepoli esortandoli a non temere. È lo stesso invito che il giorno di Pasqua l’angelo rivolge alle donne impaurite davanti al sepolcro: «Non abbiate paura» (cfr. Mt 28,5). Si potrebbe dire che il Vangelo altro non è che la possibilità di vivere senza paura, anzi è l’autentica liberazione dall’angoscia che alberga nel cuore dell’uomo. Pare che nelle pagine della Bibbia questa esortazione, nelle sue varie formulazioni, ricorra ben 365 volte;come se ogni giorno dell’anno il Signore ci donasse, con la sua Parola, la grazia di non avere paura. Eppure  Gesù non nasconde ai suoi discepoli che c’è qualcosa di cui bisognaaver paura: «colui che ha il potere di far perire nella Geènna el’anima e il corpo». L’unico vero timore del discepolo deve essere, pertanto, quello di perire nell’anima e nel corpo, di finire come i rifiuti di Gerusalemme, consumati dal fuoco della Geènna. Le minacce, le macchinazioni e il potere degli uomini viene il giorno in cui si riveleranno inconsistenti ed inutili, tanto che il profeta Geremia dichiara con decisione: «maledetto l’uomo che confida nell’uomo» (Ger 17,5). Di una sola cosa è saggio avere paura: l’amore impedito, vale a dire la lontananza da Dio e dal suo amore che arde come un caldo fuoco. Scrive, infatti, Sant’Agostino nei suoi discorsi: «Tu piangi un morto: piangi piuttosto un peccatore, un empio, un infedele».
 
 Don Flaminio Fonte

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