sabato 16 novembre 2019

Il sì dei medici: «È stato un miracolo». Ora la beatificazione è più vicina.

Assisi. Il sì dei medici: «È stato un miracolo». Carlo Acutis, passo verso gli altari





giovedì 14 novembre 2019


Il 15enne morto per leucemia nel 2006: la Consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha espresso parere positivo su un presunto miracolo attribuito alla sua intercessione 
 In virtù della sua buona frequentazione della Rete è stato proposto come patrono di Internet. Ora per Carlo Acutis, morto nel 2006, a soli quindici anni, di leucemia, la beatificazione è più vicina.
La Consulta medica della Congregazione delle cause dei santi ha infatti espresso parere positivo su un presunto miracolo attribuito alla sua intercessione.
A renderlo noto è stato il postulatore della causa, Nicola Gori, facendo riferimento alla seduta di oggi. «Continuiamo a pregare perché il Signore voglia presto glorificare il suo servo, a incoraggiamento del cammino di santità di tutta la Chiesa, specie dei giovani» ha commentato l’arcivescovo Domenico Sorrentino, pastore di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, diocesi titolare della causa. Ora si attende il parere della Commissione teologica. Acutis è stato dichiarato venerabile nel 2018.
 Il 12 ottobre moriva a Monza Carlo Acutis, a soli 15 anni, per una leucemia fulminante. Una tragedia, umanamente parlando. Una fine assurda per la repentinità e per la parabola che si veniva ad interrompere, così in ascesa, così ricca di prospettive. Rampollo di una famiglia di primo piano del mondo finanziario italiano, adolescente prestante, dal carattere vivace e particolarmente socievole, Acutis era un ragazzo che, come si suol dire, avrebbe potuto fare di tutto nella vita. Ma Dio aveva su di lui un piano diverso.  Stamattina viene celebrata una Messa in suo suffragio presso la tomba di san Francesco, nella Basilica inferiore del santo, ad Assisi, città dov’è sepolto e a cui si sentiva profondamente legato. Contemporaneamente è data per imminente la chiusura della fase diocesana della sua causa di beatificazione, come conferma monsignor Ennio Apeciti, responsabile dell’Ufficio delle cause dei santi dell’arcidiocesi di Milano. «La sua fama di santità è esplosa a livello mondiale, in modo misterioso – spiega il sacerdote ambrosiano – come se Qualcuno, con la “Q” maiuscola, volesse farlo conoscere. Attorno alla sua vita è successo qualcosa di grande, di fronte a cui mi inchino».  Carlo, nato a Londra nel 1991, dove i genitori si trovavano per motivi di lavoro, fu segnato da una pietà profonda quanto precoce. Fece la Prima Comunione, con un permesso speciale, a sette anni. Fu un adolescente da Messa e Rosario quotidiani. Maturò un amore vivo per i santi, per l’Eucaristia, fino ad allestire una mostra sui miracoli eucaristici che oggi è rimasta online e ha avuto un successo inaspettato, anche all’estero. Sportivo e appassionato di computer, come tanti coetanei, brillava per la virtù della purezza. Padre Roberto Gazzaniga, gesuita, incaricato della pastorale dell’Istituto Leone XIII, storica scuola della Compagnia di Gesù a Milano, ha ricordato così l’eccezionale normalità di Acutis, arrivato lì, a liceo classico, nell’anno scolastico 2005-2006: «L’essere presente e far sentire l’altro presente è stata una nota che mi ha presto colpito di lui». Allo stesso tempo era «così bravo, così dotato da essere riconosciuto tale da tutti, ma senza suscitare invidie, gelosie, risentimenti. La bontà e l’autenticità della persona di Carlo hanno vinto rispetto ai giochi di rivalsa tendenti ad abbassare il profilo di coloro che sono dotati di spiccate qualità». Carlo inoltre «non ha mai celato la sua scelta di fede e anche in colloqui e incontri-scontri verbali con i compagni di classe si è posto rispettoso delle posizioni altrui, ma senza rinunciare alla chiarezza di dire e testimoniare i principi ispiratori della sua vita cristiana». Il suo era «il flusso di un’interiorità cristallina e festante che univa l’amore a Dio e alle persone in una scorrevolezza gioiosa e vera. Lo si poteva additare e dire: ecco un giovane e un cristiano felice e autentico». Grazie al suo esempio e al suo carisma anche il domestico di casa Acutis, un induista di casta sacerdotale bramina, decise di chiedere il battesimo. In ospedale, posto di fronte alla morte, nella tenerezza dei suoi 15 anni, Carlo disse: «Offro tutte le sofferenze che dovrò patire al Signore, per il Papa e per la Chiesa, per non fare il purgatorio e andare dritto in paradiso». Scrisse un giorno questa frase: «Tutti nasciamo come degli originali, ma molti muoiono come fotocopie». Non fu il suo caso. 
Fonte: Avvenire 

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