giovedì 15 febbraio 2024

Chi ama veramente può tornare a casa "veggente": Lei parla ad ognuno che giunge qui- Medjugorje fra Jozo, Catechesi

 



La Madonna vi ha chiamato, ti ha chiamato a Medjugorje e desidera che tu pensi nel tuo intimo: io non sono qui per caso, la mia presenza qui ha un grande scopo.


Allora è importante che vi chiediate: cosa vuole la Madonna da me? Dovete sapere che lei vi chiama, lei vi parla.

Ecco, io vi dico che la Madonna a Medjugorje parla, lei è presente e abita a Medjugorje e qui, ora, tu puoi credere da prete, da uomo, da donna, da giovane.

Credere significa seguire e vivere la chiamata senza paure, come hanno fatto i 72 frati che il 7 febbraio 1945 presso un santuario qui vicino in un'ora sono stati uccisi e hanno testimoniato la loro scelta e la loro fede.

La Madonna a Medjugorje ha avvicinato il mondo: coloro che vengono qui si sentono una sola famiglia. Ognuno dice: la mia mamma è qui, dinanzi a me sono i frutti della sua presenza.

Lei, in questo posto povero e umile, è riuscita a riunire il mondo intero e tutti ci sentiamo bene, ci sentiamo a casa.

Bene, non è possibile scrivere in un solo libro e neanche in tanti tanti libri ciò che la Madonna ha fatto e ha detto a Medjugorje in sette anni, così come diceva san Giovanni di Gesù.

Lei parla ad ognuno che giunge qui, e ognuno può diventare messaggio, veggente, testimone. Chi ama veramente può tornare a casa veggente.

Ma cosa vuole la Madonna da te? Lei vuole distruggere la tua maschera, liberarti dalla tua vita superficiale per darti un cuore nuovo che ama, che è cristiano.

Per questo ci invita a fare il digiuno.

Digiunare non ci porta via qualcosa, ma libera la tua persona, libera il tuo amore, libera in te la pace, ti libera dalla paura.

Ricordo ancora la sorpresa dei primi giorni quando la Madonna diceva: «Digiunate perché satana è in voi e nelle vostre famiglie» ". Lo scopo della Madonna è quello di distruggere il nostro egoismo.

Il Vangelo non è una cosa privata, ma un dono per te e per tutta la chiesa. Un santo non vive per sé, non è santo per se stesso soltanto. Anche una mela è un frutto e il suo fine è di essere mangiata, consumata.

La chiesa c'è per la resurrezione e la Madonna desidera realizzare ciò; per questo ha detto: «Digiuna e satana sarà allontanato da Medjugorje». Molti dicono con varie scuse: «Non me la sento di fare il digiuno».

In realtà la pubblicità invita al consumismo anche le famiglie cristiane e così il digiuno passa in second'ordine.

Il primo mercoledì di luglio, dopo le apparizioni, tutta la gente di Medjgorje convocata in chiesa ha detto di sì con la gioia alla richiesta della Madonna di digiunare per quattro giorni a pane e acqua. Il digiuno non distrugge ma edifica la gioia, edifica ciò che è divino in noi.

Una famiglia veramente cristiana non si lascia condizionare dalla pubblicità e dal consumismo: sa quale macchina serve, qual è il vestito giusto, il pranzo giusto. La Madonna ha detto: «Leggi la Bibbia e tu sai tutto».

Allora ecco che si fa digiuno con i pensieri, si fa il digiuno della propria volontà e dei propri progetti, perché si è attenti a scoprire la volontà e il progetto di Dio, giungendo a negare la mia volontà per affermare la volontà di Dio.

Fare digiuno significa dire di no alla propria torre di Babele.

Dio e la Madonna non possono aiutarti a costruire la tua torre di Babele, quella dei tuoi progetti. Ti aiutano se chiedi di fare la volontà del Padre. Pietro che consiglia Gesù di non andare a morire non ama Gesù. Digiuno significa rinnegare se stessi ogni giorno, vedere nel volto degli altri il volto di Gesù, guardare il mondo col cuore, da veri cristiani.

Si digiuna cambiando le lenti dei propri occhi; si digiuna con le parole tenute a freno, non con la critica, perché noi cristiani siamo chiamati ad edificare; si digiuna con il vestito; a tavola con il cibo; con il comportamento; in tutti i campi di attività della vita. Digiuno non è distruggere la mia vita, ma liberare la mia persona nella dimensione della pace e dell'amore, liberarmi dall'odio e dalla paura.

Sbaglia chi ritiene che digiunare significhi solo non mangiare; il vero digiuno è mettersi nella disposizione di servire gli altri.

La Madonna nei messaggi ci chiede di abbracciare e di portare la croce. Ognuno di noi ha la sua croce. L'evoluzione della società ci porta ad occultare e a dimenticare la croce, eppure non esiste vita cristiana senza la croce; non c'è, non esiste la storia della salvezza senza la croce. Essa è il centro, la radice della fede e della chiesa.

Quando Gesù ha abbracciato la sua croce, questa non è più stata condanna, ma è diventata la salvezza, la pace, la luce, la forza che attira a sé l'uomo. Gesù dice nel vangelo di Giovanni: «Ed io, quando sarò innalzato da terra, trarrò a me tutti gli uomini». Così noi dobbiamo innalzare la nostra sofferenza: la tua debolezza, la tua sofferenza, il tuo dissidio familiare non vanno scartati, ma innalzati.

Anche la Madonna ci dice: abbraccia la croce.

Eppure sempre più spesso non sappiamo portare la croce. Ecco, noi tutti siamo venuti a Medjugorje per riabbracciare la croce, perché venire a Medjugorje significa mettere Gesù al primo posto nel nostro cuore, seguire e amare Gesù.

Non possiamo seguire due padroni ma uno solo, dice il Vangelo. Allora buttate tutto, le mentalità e le pratiche che non servono, che non sono giuste. Lasciate tutti i vostri idoli qui e seguite la strada di Gesù. Lasciate tutto e come la Madonna pronunciate il vostro "fiat".

Gesù non può agire in noi senza la chiesa che ci ha lasciato: lui ha sposato la chiesa e non desidera divorziare da lei.

Noi siamo importanti per lui e ci ha detto cosa dobbiamo fare; ce lo ripete da sette anni attraverso la Madonna a Medjugorje: pregare con il cuore, digiunare, leggere la Bibbia, confessarsi ogni mese, vivere la Messa.

Agire così vuol dire abbracciare la chiesa, in modo da portare i frutti della pace, della gioia, dell'amore, della santità e della vita cristiana. Noi siamo grandi se siamo obbedienti a Gesù, davanti al quale ora ci mettiamo in silenzio, per ascoltarlo con il cuore.
Fonte: Medjugorje Una testimonianza Catechesi di padre Jozo Zovko dal 1983 al 1989 Edizioni Villadiseriane

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