venerdì 4 novembre 2022

Tutto ciò che qui si sperimenta è un dono inestimabile che Maria Santissima, continua ad offrire al popolo di Dio- TESTIMONIANZA

 



MONSIGNOR EDMUNDO VALENZUELA RACCONTA COME HA VISSUTO IL SUO PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE

Sotto il titolo "Medjugorje, luogo di missionarietà e di preghiera mariana", l'Arcivescovo emerito dell'Arcidiocesi di Asunción, Monsignor Edmundo Valenzuela, racconta ciò che ha vissuto durante un pellegrinaggio nella cittadina di Medjugorje,  dove è venerata la Vergine "Regina della Pace".

Questo luogo è diventato popolare a livello internazionale decenni fa, a causa delle presunte apparizioni della Beata Vergine Maria, non ancora riconosciuta dalla Chiesa cattolica, che però lo riconosce come punto di pellegrinaggio in tutto il mondo.
Ringrazio Dio per aver conosciuto e sperimentato tutto questo. Ero in pellegrinaggio a Medjugorje, desideroso di conoscere l'ambiente e le proposte pastorali del luogo.

«Ho accompagnato un gruppo di pellegrini italiani dal 20 al 23 ottobre. Ho avuto un eccellente gruppo di pellegrini provenienti da diverse parrocchie di Udine (Italia) e dintorni. Ho condiviso con loro la gioia del Vangelo, la ricchezza della Parola e dell'Eucaristia, la fraternità nella semplicità dell'incontro e i bei momenti dello stare e del camminare insieme”

 
 Riflessione l'arcivescovo emerito.



A proposito delle apparizioni, il religioso salesiano spiega che normalmente la Chiesa cattolica fa un discernimento per poter affermare la veridicità delle apparizioni, «proprio per salvaguardare la fede cristiana -che non è diffusa da credenze o non da apparizioni-, ma solo per evangelizzazione, dalla persona di Gesù Cristo, vero Uomo e vero Dio, morto e risorto per salvarci dal peccato e dalla morte eterna”, sottolinea il consacrato, che ha servito come sesto arcivescovo metropolita.

 
Medjurgorje "un luogo privilegiato di evangelizzazione".

“In questo luogo, la persona di Maria Santissima è venerata e amata dalle migliaia di pellegrini, che si sentono 'chiamati' all'incontro. È stata la prima missionaria a portare alla cugina Elisabetta la presenza del suo Gesù”, spiega monsignore, aggiungendo che in questo incontro di due donne, come Maria ed Elisabetta, e quello dei due bambini, come Gesù e Giovanni Battista, “Maria è colei che promuove e crea il clima dell'incontro”, ha affermato.


“È Lei (la Vergine) che, come eterna missionaria, continua ad offrirci suo figlio Gesù. Qui tutto è grazia, tutto è amore, tutto è umanamente divino”, rimarca Valenzuela.

L'arcivescovo emerito afferma che quanto avviene in questo luogo di pellegrinaggio “è esattamente lo stesso atto dell'incontro tra la Beata Vergine Maria e sua cugina Elisabetta. C'è un legame così saldo che non è più di sangue o di carne. È il vincolo dei pellegrini, della Chiesa che, come sacramento di salvezza per l'umanità, si esprime come popolo di Dio in cammino, in pellegrinaggio verso la meta ultima della storia”, spiega nel suo scritto.

Esperienze
Il religioso afferma che a Medjurgorje si vive la vita che viene alla ricerca della pace, con il desiderio di abbandonare il peso del male, dello scoraggiamento, dell'indifferenza, “per ricevere gratuitamente la grazia della gioiosa conversione”.

“In questo luogo puoi sperimentare come Maria santissima, la 'Regina della pace', chiami i suoi figli a vivere diversamente; non come prima, lontano dalla vita cristiana, dalla preghiera personale e familiare, dai sacramenti e nell'individualismo più doloroso”.


“La via crucis (o via crucis) che sale la collina è impressionante, in mezzo a rocce e sassi sparsi e taglienti, con lo sguardo sempre attento a non scivolare, mentre il cuore prega e ascolta la meditazione in ciascuno le 15 stazioni. Un'opera d'arte, realizzata in metallo e a bassorilievo, presenta la scena di ogni stagione che accompagna il pellegrino”.

L'arcivescovo emerito ha spiegato che il “sacrificio” che si fa per raggiungere la vetta dove si trova l'immagine della “Regina della pace” diventa una parabola della stessa “vita cristiana”.

«La stanchezza, i muscoli tesi della gamba, lo sguardo fisso su ogni spazio per non cadere, la voglia di raggiungere la meta; il bel panorama, visto dalla collina ricca di piante, con le foglie di tutti i colori, dell'autunno europeo, invita a vincere, a cercare un cuore nuovo, ad impegnarsi a seguire Gesù Cristo in una vita nuova, attraverso la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione.


Monsignor Valenzuela, infine, commenta che “è impressionante” la moltitudine di fedeli che partecipano al sacramento della Riconciliazione, in luoghi aperti e spaziosi a Medjurgorje, dove molti sacerdoti offrono il loro ministero per ore e ore.

“Ancora più si muove il popolo di Dio, che nel silenzio e nell'adorazione celebra l'Eucaristia e riceve la Santa Comunione. Una Chiesa pellegrina, radunata dalla 'Regina della pace', sente che la sua vita è trasformata dall'amore di Cristo e dall'azione missionaria di sua Madre, Maria Santissima di Medjugorje. Tutto ciò che qui si sperimenta è un dono inestimabile che Maria Santissima, da buona missionaria, continua ad offrire al popolo di Dio, che viene da ogni parte”, conclude la sua lettera l'Arcivescovo emerito.

 

https://centromedjugorje.org/destacados/arzobispo-emerito-participa-de-peregrinacion-a-medjugorje/ 

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