sabato 17 settembre 2022

17 SETTEMBRE IMPRESSIONE DELLE STIMMATE A S FRANCESCO D'ASSISI (con VIDEO)


 

PREGHIERA

O Dio che, per infiammare il nostro spirito
con il fuoco del tuo amore,
hai impresso nel corpo del serafico Padre san Francesco
i segni della passione del tuo Figlio,
concedi a noi, per sua intercessione,
di conformarci alla morte del Cristo
per essere partecipi della sua risurrezione.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

Amen

17 SETTEMBRE IMPRESSIONE DELLE STIMMATE A S FRANCESCO D'ASSISI
“Sul monte della Verna, in Toscana, la commemorazione dell'Impressione delle sacre Stimmate, che, per meravigliosa grazia di Dio, furono impresse nelle mani, nei piedi e nel costato di san Francesco, Fondatore dell'Ordine dei Minori”.
Correva l’anno 1224. S. Francesco d’Assisi, due anni prima di morire, voleva trascorrere nel silenzio e nella solitudine quaranta giorni di digiuno in onore dell'arcangelo S. Michele. Era, del resto, abitudine del Santo d’Assisi ritirarsi, come Gesù, in luoghi solitari e romitori per attendere alla meditazione ed all’unione intima con il Signore nella preghiera. Sapeva, infatti, che ogni apostolato era sterile se non sostenuto da una crescita spirituale della propria vita interiore 
 

 
La Verna era uno di questi e certamente era quello che il Santo prediligeva che s’innalza verso il cielo nella valle del Casentino. La sommità del monte è tagliata per buona parte da una roccia a strapiombo, tanto da farla assomigliare ad una fortezza inaccessibile. La leggenda vuole che la fenditura profonda visibile, con enormi blocchi sospesi, si sia generata a seguito del terremoto che succedette alla morte di Gesù sul Golgota.
Esso era proprietà del conte Orlando da Chiusi di Casentino, il quale, nutrendo una grande venerazione per Francesco, volle donarglielo. Qui i frati del Poverello vi costruirono una piccola capanna.
In quello luogo Francesco pregava così: “O SIGNORE MIO GESU’ CRISTO, DUE GRAZIE TI PREGO CHE TU MI FACCIA, INNANZI CHE IO MUOIA: LA PRIMA , CHE IN VITA MIA IO SENTA NELL’ANIMA E NEL CORPO MIO, QUANTO E’ POSSIBILE, QUEL DOLORE CHE TU , DOLCE GESU’, SOSTENESTI NELL’ORA DELLA TUA PASSIONE, LA SECONDA SI CHE IO SENTA NEL CUORE MIO, QUANTO E’ POSSIBILE, QUELLO ECCESSIVO AMORE DEL QUALE TU, FIGLIUOLO DI DIO, ERI ACCESO A SOSTENERE VOLENTIERI TANTA PASSIONE PER NOI PECCATORI “.
La sua preghiera non rimase inascoltata. Fu fatto degno, infatti, di ricevere sul proprio corpo i segni visibili della Passione di Cristo. Il prodigio avvenne in maniera così mirabile che i pastori e gli abitanti dei dintorni riferirono ai frati di aver visto per circa un’ora il monte della Verna incendiato di un vivo fulgore, tanto da temere un incendio o che si fosse levato il sole prima del solito.
La Chiesa riconobbe la straordinarietà del fenomeno verificatosi nel 1224, inteso quale segno privilegiato concesso da Cristo al suo umile servo di Assisi, anche da un punto di vista liturgico, inserendo la ricorrenza nel calendario. Papa Benedetto XI Boccasini da Treviso, infatti, concesse all’Ordine Francescano ed all’intero Orbe cattolico di celebrarne annualmente il ricordo il 17 settembre.

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