giovedì 27 gennaio 2022

Abbiamo dimenticato cosa significa avere il "pane quotidiano", perché abbiamo troppe cose e avendo.....- di P. Slavko Barbaric

 


Il digiuno con la preghiera serve alla fede, all'amore. Come? 
Digiunando passo per passo ci distacchiamo un po' dal mondo materiale e se ci distacchiamo ci viene data una grazia interiore, una libertà interiore. Vivendo in questo modo non siamo più attaccati a nessuna cosa di questo mondo e se non siamo attaccati possiamo sentire più facilmente cosa dice il Signore, cosa vuole da noi.
E anche nell'amore, se si è più aperti al Signore, il Signore ci guiderà subito agli altri, a quelli che noi possiamo aiutare.
Per questa ragione la Madonna domanda anche l'amore per il prossimo, ma non dice le cose concrete, perché ognuno di noi se vuole vivere l'amore per il prossimo troverà le opere della carità secondo le sue possibilità, secondo la sua situazione.
Io dico che un ricco deve digiunare, ma anche un povero deve digiunare. Forse il primo passo che dovrà fare un ricco è quello di dare di più agli altri. Da un povero non si aspetta che dia l'elemosina agli altri, ma si aspetta che accetti la sua povertà e che dalla sua povertà, nella sua povertà, faccia il bene quanto può.
Questo digiuno è anche molto importante per l'Eucaristia, per la Messa. Noi abbiamo dimenticato cosa significa avere il pane quotidiano, perché abbiamo troppe cose e avendo sempre di più diventiamo ancora più scontenti, ma se viviamo due giorni con il pane possiamo vedere che abbiamo già molte cose.
Ho avuto alcune esperienze negli ultimi giorni, una ragazza mi ha raccontato: « Io ho avuto molti vestiti e avevo bisogno di molti vestiti. Una volta non so come, dopo aver cominciato a digiunare, ho aperto il mio armadio e ho visto, ma col mio cuore, che ho troppe cose: tanti vestiti stanno tutto l'anno nell'armadio, forse li prendo una volta. In quel momento ho capito che dovevo darli agli altri e ho trovato anche la possibilità. Dopo aver visto che avevo troppe cose - prima pensavo di averne bisogno, che dovevo averle - ha capito un'altra cosa: che non avevo bisogno di tutte quelle cose che mettevo sulla mia faccia. Il Signore mi ha dato una bella faccia perché allora perdere tanti soldi e tanto tempo? E da quel momento non ho più preso niente ».
E la terza esperienza: « Dopo aver rinunciato a queste cose esteriori, andare a Messa per me diventa una cosa meravigliosa, io sento qualche volta che Gesù non è una piccola Ostia, ma Gesù entra nel mio cuore, mi sento tante volte tanto piccola e mi domando come Dio immenso può entrare nel mio cuore ». E vive, io credo, proprio la fede e dice: « Adesso sento, adesso vedo, adesso capisco cosa significa avere abbastanza, cosa significa avere il superfluo esosa significa essere cieco delle cose che abbiamo ». Guardate, questa ragazza io la conosco bene, ha cominciato radicalmente a pregare, radicalmente a digiunare; conosce le sue difficoltà e le sue crisi, ma conosce anche un proprio cammino meraviglioso in avanti.
Questo è quello che vuole il Signore da noi: non che noi restiamo senza pane, senza vestiti, non che noi non dobbiamo più lavorare, ma vuole aiutarci a vedere che abbiamo abbastanza.
Così, dico di nuovo, si impara l'abbandono, perché un segno che non siamo abbandonati al Signore è che abbiamo bisogno sempre di assicurarci questa vita, avere di più.
Forse qualcuno di voi ha sentito di un libro che è uscito in Germania: « Avere o essere. Questa è l'alternativa ». Molta gente vuole solo avere, senza voler essere, nel senso di diventare uomo, diventare cristiano. Qui tramite il digiuno, tramite la preghiera, il Signore ci dà una vista giusta sulla nostra vita, su questo mondo materiale, sugli altri. Questa è anche la via per la pace: se noi diventiamo più giusti, se viviamo di più la verità, se viviamo di più l'amore per il prossimo, la pace verrà.
La pace non significa solo l'assenza della guerra, ma la pienezza dei beni fisici, psichici e spirituali. Ma questa è tutta teoria se io parlo così. Questo è un cammino che la Madonna ci ha proposto per avere la pace: si deve vivere, si deve cominciare a vivere, passo per passo. Il Signore e la Madonna sono cauti con noi, ci lasciano tempo, ci lasciano nel nostro ritmo, ma vogliono guidarci.
La Madonna anche nell'ultimo messaggio di quest'anno dice « Abbandonate i vostri cuori a me ». Come tenore di questo abbandono la Madonna ha detto di meditare ogni giovedì il brano del Vangelo di Matteo 6,24-34 dove il Signore dice: «Decidetevi, non si può servire a due padroni, si amerà l'uno o si odierà l'altro ». E dopo dice: « Guardate gli uccelli, perché le preoccupazioni angosciose? Cercate prima il Regno dei Cieli, tutto il resto vi sarà dato ».
Se noi capiamo questa promessa del Signore, molte angosce, molte paure, molte aggressioni andranno via e potremo vivere proprio in pace con noi stessi, con Dio e anche con gli altri.
Quando si fa questa via con la Madonna, si impara anche a ringraziare. In un messaggio ha detto che dobbiamo ringraziare cominciando dalle piccole cose per poter ringraziare anche per le grandi.
Ringraziare è un'altra parola per la pace. Pensate come è nelle famiglie se il marito non dice mai grazie a sua moglie anche per le più piccole cose. Come si sentirà la moglie? Male. Non avrà mai la gioia di fare le cose per la famiglia, ma se gli altri vedono che cosa fa, proprio soprattutto queste piccole cose, avrà sempre di più la forza, la gioia di continuare.
Se i bambini non vedono mai che cosa fanno già i loro genitori per loro, domanderanno di più e se domanderanno di più verranno i conflitti. Ma per poter ringraziare si devono imparare molte altre cose che si imparano nella preghiera e nel digiuno.
Una di queste cose è l'umiltà. L'umiltà significa lasciare vivere l'altro, vedere l'altro, conoscerlo e non usarlo come un mezzo, ma prenderlo come una persona. Io dico di nuovo che tutte queste cose si imparano andando passo per passo.
Voi sapete anche che la Madonna ha domandato la confessione. Qualcuno mi ha detto di dire qualche cosa su come dobbiamo confessarci. Molta gente quando si confessa dice: « Non ho rubato, non ho fatto del male agli altri, ho pregato un po', ho frequentato la Messa, sono un cristiano ». Tutto a posto.
Non è bene rubare, non è bene fare del male agli altri, questo è vero e se l'abbiamo fatto dobbiamo confessarlo. Ma questo è un punto zero della vita cristiana; noi non siamo cristiani per non rubare, per non fare del male. Noi siamo cristiani per fare il positivo, per amare, per portare la pace. Vi dico un esempio: noi non abbiamo le gambe per non cadere, noi abbiamo le gambe per poter andare. Naturalmente può succedere che cadiamo, ma abbiamo le gambe per andare avanti. Così noi siamo cristiani non per non fare del male agli altri, ma per fare positivamente, per amare, per portare la pace. E allora non basta dire che non ho rubato, non ho bestemmiato; positivamente dobbiamo domandarci e riconoscere se abbiamo fatto quello che dovevamo fare, se abbiamo amato gli altri, se abbiamo portato la pace, la consolazione, se abbiamo condiviso.
Io vi dico che se cominciate una vita spirituale più profonda, sentirete sempre di più anche le piccole cose che si devono confessare. Non dico che dovete diventare scrupolosi, pieni di scrupoli, no, ma quando si vive una vita più profonda si sentono meglio le cose, si sentono meglio le ingiustizie, si sentono meglio anche le possibilità dove potevamo fare il bene. Così confessatevi sempre su tutto quello che sentite che non era giusto, guardate anche positivamente che cosa qualcuno aspettava da voi.
Se si va avanti si vedono nuove cose. Io ho avuto proprio oggi un caso molto interessante, una ragazza che era qui da quasi tre mesi, viveva una vita proprio intensa di preghiera, ma si sentiva bloccata e ha detto: «Io ho pregato Gesù: dimmi che cosa mi impedisce ancora di essere totalmente aperta? ». La risposta era « La tua relazione con tua madre ». Non capiva. Ha detto: « Come mai? Io ho perdonato a mia madre ». Ma quando ha cominciato a domandarsi di nuovo ha scoperto un blocco in sé, proprio un blocco e io sono sicuro, perché la conosco bene, che questa è l'ultima cosa che deve uscire dal suo cuore per potersi abbandonare totalmente.
Ma guardate, quando si va avanti, si scoprono le cose e, vi ho già detto, il Signore è cauto con noi. Io so che se questa ragazza avesse sentito questa cosa forse tre mesi fa, non avrebbe capito tutto, ma nel momento giusto scopre e può andare avanti.
Molti che hanno cominciato a vivere una vita più profonda, sentono spesso queste cose. Un ragazzo che si è convertito qui mi ha detto: « Adesso la mia vita è un po' più difficile di prima. Io prima ero contento di me stesso, adesso non sono contento, adesso vedo le mie possibilità, anche i miei doveri: non mi fanno paura, ma vedo che devo fare di più ».
Io ho detto: « Guarda, quando si dà al Signore la mano, il Signore guida avanti ». Noi siamo tante volte inerti e ci accontentiamo se diciamo: « Non ho fatto del male ». Questo è un punto zero, lo ripeto. Pensate a S. Francesco, l'ultimo giorno prima di morire ha detto: « Fratelli miei cominciamo di nuovo, non abbiamo fatto ancora niente ». Non era vero che non aveva fatto niente, aveva fatto molto e la Chiesa e tutto il mondo lo riconosce come un grande santo, ma lui diceva: « Non abbiamo fatto niente » : questo è il sentimento di un santo.
Io dico ai nostri sacerdoti che quando confessano qui dovrebbero confessare e vedere altre cose. Per esempio, non basta dire: « Io vado alla Messa la domenica ». Qui non basta: se la Madonna domanda la preparazione alla Messa, ogni sacerdote dovrebbe anche un po' parlare con questi che si confessano e chiedere se si preparano alla Messa. Se la Madonna domanda anche di ringraziare, si dovrebbe domandare anche: « Hai ringraziato dopo la Messa? ». Solo un esempio, guardate da molte parti, forse da per tutto, che cosa succede? Si viene alla Chiesa quando cominciano a suonare le campane e subito dopo aver ricevuto la benedizione si esce. Se siete arrivati in chiesa un po' stanchi o nervosi perché avete cercato un posto per la macchina, in una Messa di quaranta, quarantacinque minuti che cosa potete ricevere? In una cucina dove si fanno i più bei pranzi per mangiare, se non si mangia si muore di fame. Così perché molti non vanno più alla Messa? Perché non si preparavano per la Messa, non ricevevano niente, dopo si domandavano: « Perché andare? Perché andare se non ricevo niente? ». Allora prepararsi e ringraziare. Cosa significa prepararsi? Per esempio, venire una ventina di minuti prima e pregare un po', un Rosario per esempio, qualche cosa e riposare vicino al Signore. Ringraziare: per esempio noi diciamo la preghiera per i. malati, ma questa preghiera è sempre per tutti noi e nell'introduzione ripetiamo a Gesù vivente che abbiamo ricevuto nell'Ostia: «Tu Signore hai la parola per me, Tu puoi guarirmi ». Ma come può guarirci se non lasciamo che Gesù ci guarisca, se usciamo subito, se corriamo via subito? Così allora prendere un po' più di tempo prima e dopo la Messa e così si può andare avanti.
Fonte: medjugorje.altervista.org
(P. Slavko Barbaric - 30 dicembre 1985)

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