giovedì 14 ottobre 2021

Ognuno di noi in questo luogo ha ritrovato se stesso - Testimonianza su Medjugorje

 


Benvenuti nella nostra comunità dei Figli del Divino Amore.
Io sono suor Bernarda. Vengo da Carpi in provincia di Modena. Suor Elena viene da Rimini. Sandy viene dalla provincia di Venezia.
La nostra è una realtà che è nata grazie a Medjugorje, grazie alla preghiera e quindi grazie all’esperienza di conversione che attraverso la preghierà ognuno di noi ha vissuto.
Siamo una comunità di consacrati. Siamo una nuova realtà che è composta da due rami: uno maschile e uno femminile. Siamo frati e suore in cammino che desiderano ogni giorno accogliere la chiamata della conversione e nel cammino di conversione portare frutto nell’amore, come dice il nostro nome: Figli del Divino Amore.
L’esperienza che ha cambiato la nostra vita non sono state manifestazioni particolari o visioni, ma è stata l’esperienza dell’Amore di Dio che ognuno di noi ha vissuto in modo diverso, ma che abbiamo vissuto nel nostro cuore. Attraverso l’intercessione della Vergine Santissima ognuno di noi in questo luogo ha ritrovato se stesso, ha ritrovato la grazia di essere cristiano e quindi figlio di Dio. Questo riscoprirsi figlio di Dio amato ha cambiato la nostra vita.

Siamo nati da un gruppo di preghiera. Dopo un’esperienza forte che si vive a Medjugorje - l’esperienza della preghiera e di Dio - c’è il rischio che nel tornare a casa nella quotidianità prima o poi svanisca. Invece il ritrovarsi insieme, il mantenere vivo attraverso la preghiera l’esperienza di Dio e collaborare in questo cammino di conversione attraverso la preghiera, attraverso i Sacramenti, ci ha aiutato a comprendere il progetto che il Signore aveva per ciascuno di noi.
La nostra realtà, sia quella dei consacrati, ma anche quella del gruppo di preghiera nato prima dei consacrati, è nata grazie all’esperienza della nostra madre fondatrice che si chiama Madre Rosaria della Carità. Attraverso la sua esperienza e il suo cammino di conversione il Signore ha attirato altre anime in questo camminare insieme - prima nel gruppo di preghiera e poi nella comunità - abbiamo cercato dicomprendere e di scoprire il progetto di Dio.
La nostra madre era una stilista e creatrice di moda di Modena che è venuta a Medjugorje la prima volta nell’83 come pellegrina.
Era già una brava cristiana. Andava a Messa. Già da qualche anno aveva cominciato un cammino più profondo di conversione attraverso un gruppo del Rinnovamento. Venendo qui a Medjugorje il Signore le ha donato di fare un’esperienza più forte dell’Amore di Dio.
Negli ultimi anni della sua vita prima di venire a Medjugorje risuonava spesso nel suo cuore una parola: Dio è Amore. Qui a Medjugorje Dio le ha fatto vivere questa parola “Dio è Amore”. Nel confessionale ha sperimentato questo Amore paterno e materno di Dio che ci ama così come siamo. Non ha bisogno di quello che facciamo, ma ha bisogno di noi stessi, del nostro cuore e del nostro amore. Questa è stata un’esperienza forte. che ha suscitato in lei il desiderio di Dio, ha accresciuto in lei la fede, ma ha suscitato anche in lei una risposta a quest’amore che sentiva. Il suo primo pellegrinaggio è stato molto breve. E’ durato un giorno e mezzo, ma ha suscitato, tornata a casa, una decisione: quella di mettere Dio al primo posto nella sua vita. Si era accorta che la sua vita - anche se cercava di spenderla nel bene, sia con il lavoro, ma anche con la vita privata - non era sempre corrispondente all’Amore di Dio. Quando ha sperimentato questo Amore forte di Dio si è resa conto che la sua risposta quotidiana all’Amore di Dio non era sempre così forte come l’Amore che sentiva per lei. Quindi questo desiderio di mettere Dio al primo posto era un desiderio di crescere e amare alla maniera di Dio.

Nel giro di un anno ha lasciato il suo lavoro, perchè dopo l’esperienza di Medjugorje la sua vita non era più la stessa. Prima di venire a Medjugorje stava organizzando una rete di produzione che le avrebbe permesso di guadagnare circa 300 milioni al mese. Aveva due aziende. Lavorava bene. Fin da piccola era abituata dalla sua famiglia a lavorare bene. Viene da una famiglia povera, ma onesta. L’onestà l’ha sempre accompagnata nel suo lavoro e questa rettitudine che aveva nel lavoro e nelle relazioni con gli altri ha portato frutto con il lavoro che stava facendo.
Però dopo l’esperienza di Medjugorje tutto era diverso, perchè aveva compreso che la sicurezza, la pace che il Signore da non sono la stessa cosa di un buon lavoro e un buon reddito, anche onesti che siano. Quindi nel giro di un anno ha maturato la scelta di lasciare il suo lavoro e di dedicarsi ad una chiamata che sentiva forte dentro di sè: portare agli altri quell’amore che lei aveva ricevuto. Soprattutto la preghiera e questo cammino di conversione che stava facendo le permettevano di vedere gli altri con occhi diversi. Se prima anche le persone che le erano accanto passavano inosservate, dopo l’esperienza di Medjugorje il Signore le ha fatto vedere con il cuore le persone e soprattutto le ha fatto vedere gli altri con quello sguardo amorevole e misericordioso che il Signore ha per ciascuno di noi.

Quindi le difficoltà, le sofferenze che ci sono nelle famiglie e che soprattutto i giovani vivono, non sono una punizione, non sono perchè le persone sono cattive, ma sono perchè le persone hanno bisogno di amore e questa ricerca di amore, non sempre indirizzata nella via giusta, porta soprattutto i giovani a fare scelte sbagliate. Queste scelte sbagliate alla fine sono solamente una ricerca dell’amore. E lei che aveva sperimentato così forte qui a Medjugorje e nel suo cammino di conversione che l’amore, quello grande, quello vero, veniva da Dio, sentiva questa chiamata a portare aiuto alle persone in difficoltà portando a loro l’amore che lei stessa aveva ricevuto. Nell’incontrare gli altri, nel portare quest’amore, nel cercare di far comprendere che siamo amati così come siamo, che siamo importanti per Dio, invitava anche le persone a pregare. Se siamo amati e il Signore ci ama così come siamo, abbiamo però anche il bisogno di dimostrare il nostro amore a Dio. Questo lo dimostriamo nella preghiera, in questo cercare un rapporto più intimo con il Signore. La preghiera e i Sacramenti ci aiutano a stare in questa relazione di amore con il nostro Padre.
L’apertura dei gruppi di preghiera aiutava le persone che incontrava a mantenere viva o a fare questa esperienza di Dio.
Come dice il nostro nome Figli del Divino Amore”, la conversione non è venuta perchè ci siamo svegliati una mattina e il Signore ha convertito i nostri cuori, ma è venuta dopo un’esperienza: quella dell’Amore di Dio. Era importante per la madre e per tutti i fratelli e sorelle che hanno incontrato questo cammino aiutare anche gli altri a fare questa esperienza di Dio. Altrimenti possiamo essere anche bravi cristiani, perchè andiamo a Messa la domenica, ma diventa solo una forma esteriore e il nostro cuore è da un’altra parte. Non è in questo rapporto con -Dio. Invece l’accogliere l’Amore di Dio ci aiuta ad unificare quello che noi mostriamo di fuori con quello che noi abbiamo dentro. L’Amore costruisce dentro di noi e ci aiuta ad andare in un’unica direzione.

Nel gruppo di preghiera, grazie a Dio, c’erano anche tanti giovani. La preghiera e l’esempio loro attirava anche tanti altri giovani. La preghiera e quei 5 sassi che ci affida la Mamma Celeste - la preghiera del cuore, la preghiera del santo Rosario, l’Eucaristia, il digiuno, la confessione, la lettura della Sacra Scrittura - ci hanno aiutato a crescere in una maniera diversa, a mettere ordine dentro di noi, e in questo riportare la nostra vita a Dio e indirizzarla nella via giusta ci ha anche permesso di comprendere il progetto che il Signore aveva su ciascuno di noi.
Se prima cercavamo di realizzare i nostri desideri, quello che ci portavamo dentro, piano piano la preghiera ci ha aiutato a mettere da parte i nostri desideri, perchè comprendevamo che essi non erano per il nostro vero bene, e a ricercare quello che il Signore aveva preparato per noi. In questo pregare abbiamo scoperto la chiamata che il Signore stava facendo a ciascuno di noi. Tanti hanno riconosciuto la chiamata nella vita del matrimonio, ma tanti altri hanno anche compreso una chiamata diversa: una vita di consacrazione. Seguire il Signore da più vicino, in una maniera più forte e più radicale.Lasciare tutto quello che avevamo e a metterci a disposizione di Dio, perchè il Suo Regno e il Suo Amore potessero raggiungere tante persone. La Mamma Celeste ci invita ad essere le Sue Mani tese e ad essere portatori di quest’amore che Dio ci stava donando.

All’inizio tanti giovani sono stati indirizzati dalla nostra madre fondatrice in altre realtà. Poi alla fine due ragazze sono tornate indietro e le hanno chiesto di rimanere con lei. In questo rimanere con lei,  attraverso la preghiera e l’aiuto di alcuni sacerdoti, abbiamo riconosciuto la chiamata a questa nuova realtà che si stava formando. Una realtà che voleva essere una risposta d’amore all’Amore di Dio. Si doveva formare piano piano attraverso la preghiera e ricercando quello che il Signore voleva.
Tra il ’93 e il ’94 è nata la comunità femminile e nel ’96 quella maschile. La nostra realtà nasce per rispondere a questa chiamata alla conversione e ad essere strumenti dell’Amore di Dio. Il Signore ci ha fatto comprendere che l’amore che ci stava donando non era per noi. Era per noi, ma non era solo per noi. Questo amore così grande che il Signore ha per ciascuno di noi per essere più grande deve essere condiviso. Quindi ci invitava a condividere questo amore.

Ci ha fatto comprendere che se anche l’aiutare gli altri in maniera materiale è una cosa molto importante, c’è un amore spirituale che di solito viene sottovalutato, che è quello della preghiera e quello del preoccuparsi per gli altri per la loro salvezza eterna. Perchè non ci rendiamo conto, ma le scelte che noi facciamo hanno poi delle conseguenze. Come dice la Madonna a Fatima: “Tante anime vanno all’inferno, perchè non c’è chi si offra e sacrifichi per loro”.
Abbiamo riconosciuto questa chiamata alla preghiera, a spendere la nostra vita attraverso la preghiera, affinchè tante anime possano ritornare a Dio e possano aprire il loro cuore. Non ci può essere ritorno a Dio se non c’è l’esperienza di essere amati da Lui così come siamo.
La nostra comunità nasce come comunità di preghiera. Preghiamo insieme circa 6 o 7 ore al giorno per implorare da Dio innanzi tutto quelle grazie spirituali di cui abbiamo bisogno, perchè come il Signore ci dice “cercate il Regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato in sovrapiù”, cerchiamo con la preghiera di affrettare questo regno di Dio, di amore, di pace nella nostra vita e nella vita di tante persone, perchè poi sappiamo che tutto il resto ci viene dato di conseguenza.

Siamo qui a Medjugorje dal ’95. Il Signore ci ha dato la grazia di vivere in questo luogo fin dall’inizio della nostra comunità. Offriamo la nostra preghiera in comunione con la parrocchia. Offriamo il servizio dell’animazione della Messa, nei momenti serali di preghiera del Rosario e della preghiera di guarigione. Attraverso il canto e la musica offriamo la nostra preghiera. Il canto e la musica diventano gli strumenti della preghiera per far sì che tutti insieme, pellegrini di tutte le lingue e nazionalità, possano sentirsi fratelli e sorelle e nell’unità essere più forti e quindi avere il cuore più aperto per accogliere le grazie che il Signore ha preparato per noi, perchè la fine del nostro pellegrinaggio sia l’inizio di una nuova esperienza di fede che matura nelle nostre attività quotidiane.

Questo è il cammino che il Signore ci sta facendo fare. Un cammino di conversione, un cammino di preghiera un cammino spirituale. Visto che non siamo solo spirito, quando cambia il nostro cuore cambia anche tutto il resto.

Fonte: ML Informazioni da Medjugorje

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