giovedì 24 dicembre 2020

Messaggio di Natale di P. Miljenko Šteko - Medjugorje

 


Messaggio di Natale del Provinciale della Provincia Francescana dell'Erzegovina e del Presidente dell'Unione dei Provinciali Francescani d'Europa (UFME) 2020

Vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito
dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.

(Gv 15:15)

 

Il Signore vi dia la pace!

Stiamo terminando un anno difficile e drammatico, l'anno 2020.

L' anno che ci ha paralizzato e ferito in molti modi. Una malattia improvvisa e imprevedibile è stata causa di numerose e dolorose partenze premature nell'eternità, senza addio dai propri cari.

Siamo stati testimoni e lo siamo tuttora, della paura del contagio, della paura dell'incontro.  La liturgia e la vita della Chiesa non ricordano momenti di limitazione come questi.

Le  messe senza il popolo o solo con  poche persone. Ebbene tutto poi con distanza, con una maschera, senza alcun tocco, neanche quello vero come scambiare il segno di pace  durante la Celebrazione Eucaristica. 

Noi umani, che abbiamo imparato che potevamo prevedere tutto, soprattutto oggi, grazie a tutte le invenzioni, non sappiamo per quanto ancora vivremo nella paura dei numeri quotidiani.

Nonostante tutto, dobbiamo ricordarci chi siamo e dove stiamo andando ?!

In un'occasione, il Santo Padre Giovanni Paolo II  ha detto che, nelle parole di Gesù, "Siete miei amici, se farete tutto quello che vi ho detto", è contenuto tutto il mistero dell'amore (misterium caritatis) della nostra vocazione.

Da queste parole sgorga il succo che nutre ogni vocazione. Il Signore Gesù vuole essere amico di ogni uomo, perché ha dato la vita per tutti. Nelle parole di Gesù  menzionate, incontriamo la cosa più importante, più preziosa, più sacra: l'amore di Dio Padre, l'amore del Figlio di Dio e l'amore dello Spirito Santo. In queste parole troviamo sia l'obiettivo che il significato della nostra vocazione e missione. 

Siamo chiamati e mandati per andare a portare frutto e ché il nostro frutto rimanga e ché il Padre ci dia tutto quello che lo chiediamo nel nome di Gesù.(cfr Gv 15,16)

Ecco perché è fondamentale per noi essere e rimanere amici di Gesù - nei tempi favorevoli e sfavorevoli, nella gioia e nella tristezza, nella salute e nella malattia, nella sofferenza e nella pienezza della salute - sempre!

L' amore non conosce tiepidezza, compromesso, dilazione, esitazione, paura… Nella sofferenza non si spezza l'amore, ma si rafforza.

Nella gioia, non inorgoglisce, ma  gioisce umilmente. Resiste alla tentazione, non si arrende, non cade.

Quest'anno, come  ho già detto, siamo visitati dalla pandemia Covid-19. Una malattia completamente sconosciuta, imprevedibile, pericolosa. Possiamo intenderla come una tentazione o come la chiamata del Signore a qualcosa. Paolo scrive ai Colossesi: "Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi  e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo  corpo, che è la Chiesa."(Col 1:24) 

Nessuna sofferenza è solo sofferenza. Ogni sofferenza è allo stesso tempo una promessa di salvezza e gioia. Questa malattia ancora impedisce di incontrarci, viaggiare, lavorare.

Però leggiamo questo come una promessa di una gioia più grande nel  futuro e di un'attività futura più ricca. Mentre siamo in "isolamento", sforziamo di vivere una vita interiore più intensa, perché anche questo tempo strano ci viene presentato come la nostra "pienezza del tempo". Invochiamo l'intercessione e l'aiuto di Maria nella preghiera, perché la Madre Santa è essa stessa donna di dolore e allo stesso tempo donna di attesa di un mistero che  sta per avverarsi. (Gaudete, esortazione apostolica).  

Quando questa pandemia sarà finita e quando ritorneremo alla normalità  della nostra  vita quotidiana, ricordiamo la cosa più semplice che abbiamo desiderato di più - l'incontro.

Buon Natale! Felice e benedetto Anno Nuovo 2021 in amicizia con Gesù!

 

P. Miljenko Šteko OFM

 

Fonte: medjugorje hr

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