mercoledì 24 giugno 2020

Ecco perchè la Madonna ha scelto di apparire a Medjugorje proprio il giorno di S. Giovanni (24 giugno 1981)


San Giovanni Battista, la “voce nel deserto” che annunciò la venuta dell'Agnello di DIO
È uno dei Santi più venerati nel mondo.

 La Chiesa lo festeggia, come la Vergine Maria, anche nel giorno della sua nascita. 

Non si può parlare di Gesù senza menzionare Giovanni Battista.

Sono personalità affini e complementari: fu il Battista a riconoscere
per primo in Cristo il Messia atteso e profetizzato dall'Antico
Testamento, così come fu sempre questi a predicare la venuta
dell'Agnello di Dio che ci avrebbe liberati dal male e dal peccato.
San Giovanni Battista è quindi un santo "veterotestamentario" che ci aiuta a comprendere la personalità di Gesù:
 la sua predicazione ha annunciato l'imminente nascita del Figlio di Dio
 e la necessità di purificarsi per prepararci alla Salvezza. Ritiratosi
nel deserto, vivendo da indigente e in preghiera, predicò alle genti e somministrò nelle acque del
 fiume Giordano il battesimo.



Giovanni, che in ebraico significa “Dio è propizio”,iniziò la sua missione lungo il fiume Giordano, annunciando l’avvento del regno messianico ormai vicino, esortando alla conversione e predicando la penitenza.


 È  il patrono dei monaci, battezzò Gesù nelle acque del fiume Giordano, morì martirizzato ed è chiamato il “Precursore” perché annunciò la venuta di Cristo. Celebre l’episodio in cui sussultò di gioia nel grembo della madre, Elisabetta, quando ricevette la visita di Maria.

È l’ultimo profeta dell’Antico Testamento e il primo Apostolo di Gesù.

PERCHÉ SI FESTEGGIA IL 24 GIUGNO?

Essendo la nascita di Gesù fissata al 25 dicembre, quella di Giovanni doveva essere celebrata sei mesi prima, secondo quanto annunciò l’arcangelo Gabriele a Maria.


 ALCUNE SUE FRASI:
«Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!»  «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».  «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno, contentatevi

  «Nessuno può prendersi qualcosa che non gli è stato dato dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io diminuire.

«Razza di vipere! Chi vi ha suggerito di sottrarvi all'ira imminente? Fate dunque frutti degni di conversione, e non crediate di potere dire tra voi: Abbiamo Abramo per padre. Vi dico che Dio può far sorgere figli di Abramo da queste pietre. Già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco.


 Venne un uomo mandato da Dio:

e il suo nome era Giovanni.

Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

 l'Agnello che si sacrificherà per salvarci dal peccato.

Vedendo Gesù venire verso di lui, disse: «Ecco l’agnello di Dio,

colui che toglie il peccato del mondo!

Questa è la testimonianza di Giovanni Battista che indica con precisione – presente in mezzo alla gente – quello che nessuno conosceva. Ecco il compito del testimone:

Giovanni lo indica, lo individua e lo presenta. Quella forma con «Ecco» è la traduzione di un imperativo del verbo greco «o `ra,w» (horáo) che indica il vedere proprio nel senso di una visione illuminata dall’intelligenza: “guarda”, “osserva con molta attenzione”

(idoú). È una espressione che ha proprio il tono della presentazione ufficiale.

Immaginate in un grande palcoscenico un presentatore ufficiale che attira l’attenzione e

dice: “Ecco a voi … l’agnello di Dio!”.

Questo è un linguaggio a cui siamo abituati, ma vorrei attirare la vostra attenzione

sulla stranezza della formula: «agnello di Dio» è una espressione originale, nuova. Si

adopera il nome di un animale mettendolo in collegamento con Dio, come se Dio avesse

un agnello.

L’agnello è un animale molto presente nella liturgia d’Israele.

L’agnello è l’animale del sacrificio, è il simbolo stesso della Pasqua, è l’animale

sacrificato nella notte di Pasqua il cui sangue sulle porte degli Israeliti permise la loro

salvezza e la cena pasquale con l’agnello è il memoriale, anno dopo anno,

dell’intervento salvifico di Dio. Mettendo insieme questo riferimento all’agnello

pasquale e all’opera salvifica di Dio viene fuori la strana espressione «l’agnello di Dio»

in persona.

Lui è il liberatore, colui che, in qualità di Dio, vi libera prendendo il posto

dell’agnello. È lui la vittima sacrificale, è lui Dio in persona che interviene a liberarvi

dalla vostra schiavitù, perché non toglie la schiavitù dell’Egitto, ma toglie il peccato del

mondo. Dove per “peccato” dobbiamo intendere la mancanza, il vuoto, l’incapacità. «Togliere il peccato del mondo» non significa quindi cancellare qualche macchia, ma

superare il fallimento dell’umanità e Gesù è colui che permette la realizzazione del

mondo superando l’impotenza, la crisi, il fallimento. Qui il “mondo” è inteso come

l’umanità, l’insieme delle persone. Notate il singolare. Noi, nella formula liturgica,

abbiamo inserito il plurale: “i peccati”; qui invece viene adoperato il singolare

collettivo. Il peccato che qui intende Giovanni non è un tipo di peccato, ma è la

condizione generale del mondo peccatore in quanto fallimentare, è il segno

dell’imperfezione, del limite, della debolezza e della corruzione dell’umanità.

Ecco l’Agnello di Dio che elimina lo stato fallimentare dell’umanità, è una

presentazione interessante, originale, non chiarissima, provocatoria, profetica. La voce

che presenta Gesù non gli dà titoli particolari, non gli dà titoli già utilizzati, non dice:

“Ecco il Messia”

 La personalità del Battista si riassume in questi due verbi,
“crescere” e “diminuire”: a Giovanni è stato affidato da Dio il compito
di preparare l'imminente arrivo del Messia

 ha convertito i cuori e ha predicato.

 Come sapete la Madonna è apparsa qui, la prima volta, il 24 giugno
1981. La Madonna è apparsa con Gesù Bambino in braccio. Quel giorno, 24
giugno, era la festa di S.Giovanni Battista: è una data molto
significativa, perché voi sapete che S. Giovanni Battista è il
precursore, colui che ha preparato la strada a Gesù.

 Così la Madonna viene qui a preparare i nostri cuori alla venuta di
Gesù. La Madonna non appare per spaventarci o per costringerci a fare
qualcosa, ma appare con Gesù Bambino in braccio. Questo primo giorno è
molto significativo perché la Madonna, come Madre di Dio, ci porta Gesù e
 ci guida a Gesù. In un messaggio, ha detto: “Cari figli, se dovete
scegliere tra la mia Apparizione e la S. Messa, andate alla Messa. Al
centro, qui a Medjugorje, sono la S. Messa e la confessione: è sempre
Gesù. Non sono le Apparizioni al centro, non dobbiamo correre dietro
alle Apparizioni, ma dobbiamo correre dietro a tutto quello che la
Madonna ci dice.

 C‘è uno stretto legame fra le due figure: Maria come
 Giovanni non porta a se stessa, ma a Gesù. L’unico scopo della sua
lunga presenza in mezzo a noi, è invitarci alla conversione del cuore,
condurci a suo Figlio e quindi alla Salvezza. #Maria è la Regina dei Profeti,
 e come Giovanni ha preannunciato la venuta del Signor così Lei oggi
preannuncia il Suo ritorno; Maria come  Giovanni è umile, anzi Lei è la
più umile di tutte le creature, per questo Dio l’ha innalzata, l’ha
fatta corredentrice dell’umanità. E’ proprio il suo farsi piccola
piccola, che l’ha resa immensa. Tutti e due aprono la strada all’arrivo
di Gesù. Ma lo sappiamo che la storia si ripete, e come è accaduto
duemila anni fa, anche oggi, moltissimi non credono alle parole della Madre
 di Gesù, rimangono sordi e ciechi di cuore; e altrettanti preferiscono
 cercare segni esteriori, fenomenali, piuttosto che mettersi in
discussione, rimboccarsi le maniche e iniziare un lavoro su se stessi.
C’è un’altra peculiarità che li lega: solo di loro due la liturgia
ricorda la nascita terrena e la nascita in Cielo.

 La Madonna come Giovanni il Battista vuole aiutare le persone a fare
l’esperienza dell’amore di Dio, preparare le anime alla vita eterna, che
 non è fantasia, immaginazione, ma una promessa che il Signore ci ha
fatto, Lui il Risorto, il figlio del Dio vivente. E l'eternità ce la giochiamo qui sulla Terra, vale per cui la pena scommetterci tutto. 

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