mercoledì 12 febbraio 2020

"Non è la malattia a rendere infelice l'uomo, è la mancanza di Dio a renderlo triste"- Da leggere..

Prima le malattie erano associate al castigo di Dio, e la peggiore di queste era la lebbra (simbolo del peccato). Il malato di lebbra era proprio un peccatore, infatti venivano colpiti dalla lebbra, secondo gli antichi: i ladri, gli omicidi, i falsi, coloro che giuravano il falso, gli incesti, i peggiori. Il lebbroso doveva indossare vestiti strappati per essere riconosciuti da tutti , la lebbra era considerata la sorella della morte ( sfigura una personae e la fa diventare irriconoscibile ).
Una persona colpito dalla lebbra diventa insensibile…. Può anche subire delle bruciature e non se ne rende conto, non sente nulla. 
E' così  quando ti riempi di peccati:  uno perde la sensibilità dei valori, e non  si rende più conto di ciò che ti fa male, per cui cominci ad essere disumanizzato, brutto, irriconoscibile. Perdi il senso della vita  (la persona che sta nel peccato si abitua con il male).
Cosa fa Gesù? Ridona la sensibilità, la dignità persa con il peccato. Gesù guarisce (10) lebbrosi, non è a caso che sono dieci,abbiamo 10 dite nella mano, ed è il numero per essere “comunità” anche per pregare, rappresenta la totalità, Questi 10 si fidano dalla Parola di Gesù.
Ma sono stati purificati 10, uno solo torna a ringraziare, gli altri 9 dove sono? Questo è il punto centrale di tutto il brano evangelico , Gesù non si arrabbia, la sorpresa di Gesù che al tornare per rendere gloria a Dio sia proprio un samaritano, che era meno preparato degli altri ebrei.
La Salvezza viene da Lui,Lui può toccare l'intoccabile ( il lebbroso ) è può guarire l'inguaribile.
"Non è la malattia a rendere infelice l'uomo, è la mancanza di Dio a renderlo triste". Sante e verissime parole del Vescovo
Mons. GIOVANNI D' ERCOLE

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