domenica 27 ottobre 2019

LA CONFESSIONE: PERCHÉ? COME? - di P. SLAVKO BARBARIC

DAMMI IL TUO CUORE FERITO



CHIEDI ED ASCOLTA
In cerca di una prima risposta alle domande sulla Confessione e continuando a fare le confessioni, ho avuto la possibilità di incontrarmi con il più grande teologo del nostro secolo: Hans Urs von Balthasar. Gli ho detto: "Da quando sono a Medjugorje, ed anche prima, ho incontrato persone che vengono a confessarsi solo per attenersi ai messaggi che invitano a farlo mensilmente, però spesso mi hanno detto: “Non ho niente, ma sono ugualmente venuto a confessarmi”. Ho chiesto dunque al teologo: "Come bisogna comportarsi con questo tipo di pentimenti? Che cosa bisogna dire?" Egli mi ha sorriso ed ha risposto: "Non deve aver paura, padre. Quando dicono che non hanno nulla da confessare, ringraziate insieme ad essi il Signore perché non hanno peccati. E poi fate questa domanda: “Avete in ogni caso amato Dio più di tutte le altre cose? Ed il vostro prossimo come voi stessi?”.
Domanda ed ascolta! Perché, chi può dire di aver amato perfettamente? Finché non può affermare ciò, deve ammettere qualcosa e per questo deve chiedere perdono.
In quel momento ho capito le parole della Sacra Scrittura in cui si dice che anche l'uomo giusto compie il peccato sette volte: "State attenti a voi stessi! Se un tuo fratello pecca, rimproverarlo; ma se si pente, perdonargli. E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: mi pento, tu gli perdonerai" (Lc 17,3-4).
Perché succede facilmente anche quando si dice che non si odia nessuno e che si amano gli altri come se stessi. Si scopre che in verità ancora non si ama Dio più di ogni altra cosa. Penso che non esprimiamo una condanna quando diciamo che nessuno può dire mai: "Il mio amore è perfetto. Il mio sentimento di pace e la volontà di riconciliazione sono così perfetti che posso rispondere sempre più affermativamente alla domanda: “Hai sempre amato Dio più di ogni altra cosa ed il tuo prossimo come te stesso?”
Intanto, si badi bene, questo interrogativo non viene posto per scovare in ogni occasione il peccato, ma viene rivolto per trovare, sempre, il modo di operare un maggior bene. Mi sembra, infatti, che non si sottolinei mai abbastanza che il Cristianesimo non è una ricerca del peccato per poi spaventare l'uomo.
Il Cristianesimo non si è manifestato per giudicare gli uomini, ma è una realtà presente per la sua salvezza. Il Cristianesimo è, inoltre, la Luce che segue le tracce dell'uomo al buio. E' l'amore che si manifesta e salva l'uomo dall'odio, è la pace che si offre all'uomo agitato, è il tutto che si offre all'uomo agitato e torturato. La Carità che si dona a coloro che sono torturati con crudeltà. E' il perdono che si concede all'uomo distrutto dalla sua implacabilità.
Dunque, come il medico non è importante in quanto scopre la malattia, ma in quanto ne conosce la cura, così avviene per la cristianità nei confronti della Confessione. Il medico non è colpevole perché scopre la malattia, è invece degno di lode proprio perché scopre o riesce ad individuare il medicinale appropriato.
Può capitare che talvolta nella mente del malato si presenti il dubbio che la sua malattia sia stata causata dal medico. Ciò non è giusto e non aiuta a guarire dal male. Qualcosa del genere si può dire del Cristianesimo. Non per difenderlo, ma per comprenderlo con maggiore semplicità.
Quando il Cristianesimo parla di peccato o quando invita alla Confessione, non è per svelare il peccato, ma perché desidera offrire salvezza.
Donando salvezza, più facilmente si trova il peccato. Più facilmente si trova l'uomo distrutto. Il Cristianesimo non ha avuto origine da un malato e peccatore, ma da un sano e santo. Al Cristianesimo non serve l'uomo peccatore, ma per manifestarsi gli è assolutamente necessario l'uomo capace di crescere nell'amore ed in tutte le buone virtù.
In altre parole, la mia domanda e la domanda di molti credenti sulla Confessione è molto fondata, se consideriamo la Confessione solo dal punto di vista di un errore o di una trasgressione compiuti. Ma ciò non è la Confessione e neppure la missione universale del Cristianesimo. La Confessione serve ed è motivata come Sacramento della Riconciliazione. Poiché così l'uomo può crescere sino a giungere alla sua immagine di perfezione che è annunciata e realizzata in Gesù Cristo.
"Cari figli! Per questa solennità desidero dirvi di aprire il cuore al Signore di tutti i cuori. Datemi tutti i vostri problemi. Io voglio consolarvi nelle vostre prove. Desidero colmarvi di pace, di gioia e di amore di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!" (20.6.1985). "Cari figli! Vi esorto verso il prossimo, e soprattutto all'amore verso chi vi procura del male. Così, con l'amore, potrete apprezzare le intenzioni del cuore. Pregate ed amate, cari figli: con l'amore potrete fare anche ciò che vi sembrava impossibile. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! " (7.11.1985).

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