mercoledì 30 ottobre 2019

Ci sono molti modi di pregare. I migliori sono quelli più semplici, ma alcune volte sono distratto....- CONSIGLI



Ci sono molti  modi di pregare. I migliori sono quelli più semplici. Ma talvolta sono troppo distratto per pregare. Nella mia mente ci sono preoccupazioni che si affollano sulla mia preghiera, che mi riempiono il cuore, che mi distraggono dal darmi totalmente al Signore nella preghiera.
GESU' È SIGNORE DELLA MIA PREGHIERA E DELLA MIA VITA
La frase «Gesù è Signore» è una delle più antiche della tradizione cristiana. Gesù è Signore nel senso che si realizza pienamente nel mondo intero, è presente in ogni luogo e dovunque con l'influenza del suo amore risorto e universale. Ed è Signore nel senso che governa ogni cosa nel mondo ed ha la sovranità su tutta la creazione. Gesù è Signore perché riunisce tutto in sé per «riconciliare a sé tutte le cose» (1, 20).
Gesù: Signore della mia vita
Questo Signore di tutta la creazione, che governa, sostiene e riempie ogni cosa, è anche il mio Signore personale, il Signore della mia vita, che mi chiama per nome a vivere in stretta relazione interpersonale con lui. Riempie tutta la creazione del suo amore, e riempie me del suo amore. Governa il mondo, e vuole dirigere la mia vita verso una più grande pienezza in lui. Così come il mondo, anch'io dipendo da lui persino per la mia esistenza. Gesù dà significato al mondo e alla sua storia; e dà significato a me e alla mia vita. Alla destra del Padre, egli intercede per il mondo; e prega per me, innalzandomi fino al Padre.
Gesù è il mio Signore così come è Signore dell'universo. Il Padre vuole, cioè, riconciliare tutto in Gesù Cristo, tutte le cose sulla terra o nei cieli. Questo è il disegno di Dio sul mondo. E il disegno di Dio per me è che io sia sempre più unito interiormente; che tutto quello che è in me sia riconciliato, unificato, integrato, in Gesù Cristo; e che, in Gesù, io sia sempre più riconciliato col Padre nello Spirito Santo.
Gesù vuole darmi unità personale in lui, per integrare tutte le parti di me stesso in un tutto unificato in lui, per ricucire tutti i brandelli di me stesso in una nuova unità sotto la sua autorità. Questo è il progetto per me. E lo attua principalmente nella mia preghiera personale e attraverso di essa. Ed è nei miei momenti di silenzio con lui che io coopero al suo progetto nei miei confronti.

Gesù: Signore della mia preghiera

Gesù mi invita a riporre saldamente nelle sue mani, quando prego, tutti i miei interessi, le mie preoccupazioni, i miei problemi. Qualunque cosa che mi distragga nella preghiera o che possa farlo, posso innalzarla al Signore, rimettendola nelle sue mani.
In effetti, quando prego posso riporre nelle mani del Signore ogni cosa della mia vita: le mie paure, le mie angosce, i miei fallimenti; i miei progetti, le mie speranze, i miei successi; le mie scelte, le mie decisioni, le mie risoluzioni. Gesù si interessa ad ogni cosa della mia vita. Egli è - e vuole esserlo ancora di più - Signore della mia vita. Io coopero col suo disegno di agire in armonia con me e di concentrarmi su di lui quando porto a lui nella preghiera qualunque cosa io abbia in mente.
Quando, nella preghiera, rimetto qualcosa nelle mani del Signore, sotto la sua autorità, alla sua cura amorosa, allora quella cosa entra a far parte maggiormente della mia relazione personale con lui. Più lo faccio, e più la mia vita - attraverso la preghiera - diverrà unificata, integrata, incentrata su Gesù.
Per esempio, se mi preoccupo di un problema di soldi, nella mia preghiera personale posso dare quel problema al Signore, rimettendolo nelle sue mani e avendo fiducia in lui per il futuro. Non metto quel problema semplicemente fuori dalla mia mente. E come se lo mettessi nella sua; e poi posso smettere di preoccuparmene - o perlomeno, posso preoccuparmene di meno, per la fede che mi dona.
E ancora, se un rapporto personale è divenuto un problema serio - se, per esempio, non riesco ad andare d'accordo con qualcuno sul lavoro - mentre avrei bisogno di andarci d'accordo - posso pregare per quella persona, rimettendola nelle mani del Signore, mettendo quel rapporto interamente sotto la sua autorità, avendo fiducia che lui  è capace di appianarlo.

Distrazioni
Le distrazioni che ho quando prego possono aiutarmi. Mi indicano le parti della mia vita che non sono ancora completamente integrate nella mia relazione col Signore.
Per esempio, se una persona a cui voglio bene si inserisce nella mia preghiera come una distrazione, questo significa che il mio rapporto con quella persona non è stato ancora completamente integrato nella mia relazione con Gesù. Piuttosto che scacciare semplicemente quella distrazione, posso mettere il mio rapporto con quella persona devotamente nelle mani di Gesù, sotto la sua autorità.
Il motivo per cui quella persona è una distrazione è questo: Qualcosa nella mia relazione con quella persona non è completamente sotto l'autorità di Gesù, non è completamente integrato nella mia relazione con Gesù . Se così fosse, allora quella persona non sarebbe una distrazione; lui o lei sarebbero, fin dall'inizio, un oggetto della preghiera. Vale a dire che, poiché qualcosa nel rapporto con la persona a cui voglio bene mi allontana da Gesù nella vita, questo mi allontana da Gesù nella preghiera. E' perché qualcosa nel rapporto con quella persona non è pienamente orientato verso il Signore, che questa diventa una distrazione per la mia preghiera.
Che cosa, in quel rapporto, mi allontana dal Signore nella vita e nella preghiera? La possessività. Posso pensare che voglio troppo bene a quella persona, ma non è mai così. Non vogliamo mai troppo bene alle persone; dovremmo sempre amarle di più. Il problema è che tendo a voler bene in modo possessivo, trattando l'altro più come un oggetto che come un soggetto. Forse uso l'altro per gratificare i miei bisogni. Tendo a possedere la persona a cui voglio bene piuttosto che a lasciarla libera.
Il Signore vuole insegnarmi ad amare così come mi ama lui, a mani aperte, lasciando l'altro libero. Vuole insegnarmi ad amare altruisticamente, per amare, non di meno, ma di più.
Quando, nella preghiera, prego per la persona a cui voglio bene, innalzandola al Signore e ponendo esplicitamente il nostro rapporto sotto l'autorità di Gesù, allora coopero col disegno di Gesù di integrare la mia vita, di integrare questo rapporto di amore nella mia relazione personale con lui. Coopero con l'azione del Signore nella mia vita portando al Signore quella persona e il mio amore per lei. Posso farlo e farei meglio a farlo ogni volta che quella persona diviene una distrazione. Alla fine, quella persona non sarà più una distrazione, ma oggetto di una preghiera di intercessione. In qualunque momento penserò a lei, sarò immediatamente portato al Signore per pregare per quella persona.
Questa stessa procedura è utile per qualunque distrazione: converto l'oggetto della distrazione in preghiera; prego per la persona o per la cosa che mi distrae. Supponiamo che qualcuno abbia ferito me o i miei sentimenti, o entrambe le cose. Turbato mi è difficile pregare. La ferita è nella mia mente come un ostacolo ad entrare facilmente in relazione col Signore, come una distrazione. Posso convertire la distrazione in una preghiera, in un modo di essere in relazione col Signore.
Nel mio cuore perdono quella persona. Prego per quella persona, innalzandola fino a Gesù. E chiedo al Signore di guarire la ferita, di consolarmi. Posso offrire le mie sofferenze al Padre unendole alle sofferenze di Gesù per me sulla croce. Posso chiedere il dono della compassione e della comprensione verso questa persona che mi ha ferito.
Il Signore risponderà alla mia preghiera. Guarirà gradualmente le ferite del mio cuore. Userà quello che è successo per portarmi più vicino a sé.
Oltre ai rapporti positivi di amore e di ammirazione e a quelli negativi di ferimento, di risentimento o di odio, altre cose possono apparire come distrazioni nella preghiera. Posso usarle nello stesso modo.
Se il mio lavoro mi distrae, posso offrirlo al Signore, mettendolo sotto la sua autorità. Se un discorso che devo fare o qualcosa che devo dire in futuro mi distrae, allora, piuttosto che organizzare quello che dirò, affido la mia preoccupazione al Signore, invoco il suo aiuto e la sua guida, lascian do che mi ispiri riguardo a quanto dirò. Egli può ispirarmi subito, nella preghiera, o più tardi, quando vorrà lui.
Se mi distraggono problemi familiari, o progetti per il futuro, o fallimenti reali o possibili, o contrattempi, li rimetto al Signore. Voglio che sia il Signore di tutta la mia vita e di ogni cosa in essa.

Libertà e contemplazione
Cooperando col disegno di Gesù su di me - di fare di lui il centro della mia vita - si accresce la mia libertà. A poco a poco mi libero da qualunque cosa che possa allontanarmi dal Signore: il peccato, la paura, lo scoraggiamento, l'ansia, i sentimenti irreali di colpevolezza, e tutti gli altri legami negativi che mi trattengono da un'unione più stretta col Signore.
Quando guardo a Gesù con amore nella mia preghiera, rimettendo con fede tutto nelle sue mani, egli mi porta ad una libertà maggiore: libertà di amarlo e di amare gli altri in modo maturo, senza possessività, libertà di corrispondere al suo amore e all'amore degli altri per me. Mi aiuta a crescere in santità.
La santità è la capacità infinita di amare e di ricevere amore. Ecco perché solo Dio è veramente santo: solo Dio può amare e ricevere amore infinitamente,
Ma posso crescere in santità. Il modo principale di crescere in santità è quello di tenere con amore il mio sguardo fisso su Gesù, di guardare a lui con amore. Questa si chiama «contemplazione ». 



Robert Faricy 



Fonte:http://medjugorje.altervista.org/doc/altri_doc_preghiera//01-preghiera_nel_cuore.php

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