lunedì 22 aprile 2019

Nel giorno di Pasqua! La Resurrezione! Ringrazio la Madonna

Pasqua 2011 a Medjugorie

Luis a Medjugorie per la dodicesima volta!


PREMESSA (introduzione)

Il periodo terribile della mia vita è iniziato nella seconda metà del 1999 con i problemi con la mia ex fidanzata a cui è seguito il disastro con la mia salute fisica mentale e spirituale. Questo periodo si è concluso alla fine del 2003, l’11 novembre 2003, con la morte terrena  e nascita in Cielo di mio padre. Quella sera sopra di me si è “aperto il Cielo” e sono stato investito da numerose e notevoli grazie: mi si è manifestata l’esistenza e la presenza di Dio.
Qualche mese dopo è entrata in azione, nella mia vita, la Madonna. E’ stata introdotta da una giovane logopedista tirocinante conosciuta in ospedale a Treviso, che mi ha parlato delle apparizioni della Madonna a Medjugorie, e assieme a lei ci ero stato per la prima volta per il Capodanno 2005.
Quel primo pellegrinaggio era stato brutto e difficile per me: io ero andato per tre motivi: il primo era la guarigione miracolosa che ritenevo quasi scontata e dovuta; il secondo era stare in compagnia di questa nuova amica; il terzo era farmi un viaggio all’estero perché era da oltre tre anni che non viaggiavo più.
La guarigione non era arrivata e durante il pellegrinaggio la delusione aumentava sempre più, durante il viaggio di ritorno la delusione era molto forte, ma anche il sentimento di non voler essere arrabbiato con la Madonna, di non volerle dire “traditrice”. Sentivo che il Nemico si stava scatenando approfittando del momento difficile, ma io VOLEVO stare con Lei e per questo, ritirato nel mio seggiolino in pullman, avevo pregato un Rosario chiedendo aiuto.
Finito il Rosario, la mia amica mi comunicava che: “adesso iniziano il Rosario, lo dicono per te!”.
“Per me? Come mai?”
“Lo hanno chiesto quelle due bambine lì!”
A quel punto mi è passata tutta la tristezza e la delusione, ho sentito l’amore di Maria e avrei voluto andare dall’autista a dirgli di girare il pullman e tornare indietro immediatamente perché volevo rifare il pellegrinaggio come si deve!
In seguito sono tornato a Medjugorie due volte l’anno: l’appuntamento fisso era il Capodanno e poi il pellegrinaggio estivo: 2005 Festival dei Giovani, 2006 venticinquesimo anniversario delle apparizioni; 2007 in bicicletta con un gruppo di trenta pazzi partendo da uno sperduto paesino in provincia di Venezia; 2008 il primo pellegrinaggio con la mia grande amica Claudia; 2009 Festival dei Giovani assieme a Claudia – bellissimo!.
In mezzo, sono stato quattro volte a Lourdes, mai per averlo desiderato io, ma sempre su invito o proposta di altri.
Alcuni pellegrinaggi sono stati molto belli ed emozionanti, altri un po’ meno, altri disastrosi. Ma sempre, al ritorno, ho avuto benefici. Da ricordare alcuni episodi nei vari pellegrinaggi: l’abbraccio con i due baci della veggente Vicka; la benedizione con Padre Jozo in persona che mi aveva segnato la fronte con un dito; lo sconosciuto che sulla collina delle apparizioni mi ha regalato un rosario; la compagna di pellegrinaggio, allora sconosciuta, che si è data da fare per permettermi di salire sul Krizevac quando ormai mi ero rassegnato perché non c’era nessuno disponibile ad aiutarmi. (“Ho sentito nel cuore che la Madonna voleva vederti lassù” questa la sua spiegazione al suo gesto).
I miei pellegrinaggi bi-annuali si sono interrotti tristemente alla fine del 2009 quando è iniziato un altro periodo terribile della mia vita: il 20 ottobre 2009 sono stato sottoposto a un terzo intervento chirurgico alla testa. In seguito, dopo qualche mese, è peggiorata molto la vista. Questo e altri problemi conseguenti all’intervento mi hanno tenuto tutto l’inverno in casa, uscivo solo per andare dall’oculista, e in palestra dove mi ero iscritto “d’urgenza” perché mi stavo indebolendo molto e ormai non camminavo più.
Ero molto triste a Capodanno per non essere andato a Medjugorie come negli anni precedenti. A Natale non ero andato neanche alla S. Messa. Neppure a Pasqua ci ero andato e mi era dispiaciuto molto, avrei voluto almeno fare La S. Comunione. E’ stato un periodo tremendo anche perché non ne vedevo la fine, credevo che sarei rimasto per sempre così, impossibilitato a fare tutto e a viaggiare e a tornare a Medjugorie, che era sempre nei miei pensieri.
Il giorno dopo Pasqua, lunedì dell’Angelo, siamo andati a trovare un zia di mia mamma in un convento (è una suora in pensione). Lì io speravo di trovare un sacerdote per fare la Comunione. Invece è successo che, senza che io chiedessi nulla, la zia suora mi aveva chiesto se volessi fare la Comunione.
Certo che si!!
Me l’aveva data lei stessa, poi mi aveva fatto ripetere queste parole: “Caro Gesù, grazie per essere venuto nel mio cuore, ti voglio tanto bene e ti offro le mie sofferenze per quelli che non ti vogliono bene”.
Circa come l’angelo di Fatima, questo avevo pensato in quel momento, questo è quello che Dio chiede a  me. Sull’esempio di Maria ho risposto “eccomi …”.
In seguito la mia situazione ha iniziato a migliorare un po’ fisicamente,  moltissimo interiormente e nella vita nelle relazioni sociali. Riprendevo poco a poco a vivere. Ho iniziato a uscire, ad andare al mare con la famiglia e in luoghi di preghiera e al mare con Claudia.
A fine novembre sono tornato a Medjugorie, anche se non ero pronto fisicamente: vedevo molto male e mi aspettavo che ci sarei rimasto malissimo nel non riuscire a vedere quei luoghi, la chiesa, la statua della Madonna. In più avevamo già deciso che non sarei salito sulla collina delle apparizioni e tanto meno sul Krizevac: erano troppo fuori dalla mia portata, avrebbero dovuto portarmi in braccio o con l’elicottero (meglio con l’elicottero).
Ma io volevo andare per dare un segnale alla Madonna, per dirle: “E’ dura ma VOGLIO stare con Te, solo con Te posso farcela”.
Sono andato, come previsto è stato molto brutto e anche peggio per problemi non previsti, ma sono stato contento di esserci andato, di averle dato quel segnale e dentro di me avevo preso un impegno che era anche una promessa: la prossima volta salirò almeno sulla Collina delle Apparizioni. DEVO farcela!
Il pellegrinaggio è andato male ma al ritorno a casa ho avuto i soliti benefici: più forte nello spirito, ottimista, sereno, fiducioso, consapevole di avere Gesù e Maria sempre al mio fianco che fanno il tifo per me.
Durante l’inverno mi sono allenato molto per migliorare la forza e la stabilità, l’equilibrio. La vista è un po’ migliorata con la terapia che sto facendo.
Sono stato tre mesi in soggiorno in una comunità alloggio per disabili, lì il mio passatempo preferito era fare ginnastica, due volte al giorno.
Un giorno l’amica Claudia mi aveva fatto vedere il programma di un pellegrinaggio a Medjugorie per fine aprile, e avevamo deciso di andare. In contemporanea io, in comunità, avevo chiesto la collaborazione della bella fisioterapista per migliorare il mio equilibrio. Questa decisione non era collegata al previsto viaggio a Medjugorie: già prima di entrare in comunità avevo chiesto se c’era un fisioterapista, perché avevo pensato di avvalermi della sua collaborazione per i miei esercizi.
Poi avevo rinunciato perché la vedevo sempre di corsa e molto impegnata e non volevo caricarla con altro lavoro, mi sarei accontentato di qualche “dritta” durante i brevissimi incontri casuali in corridoio.
Poi però è successo che lei è molto bella e io volevo fare conoscenza e amicizia, ma era sempre di corsa non c’era modo di fermarla neanche per avere semplici consigli per gli esercizi. Quindi avevo deciso di chiedere ufficialmente la sua collaborazione per i miei esercizi, con le due motivazioni a pari merito di migliorare e di conoscerla un po’ e parlaci assieme.
L’amicizia non so come continuerà anzi non so se continuerà. Per quanto riguarda il mio miglioramento, invece, ho fatto tombola!! Al punto che sospetto che ci sia lo zampino della Madonna.
Non ci siamo visti molto, ma mi ha dato pochi, determinanti consigli e indicazioni che ho applicato con notevoli benefici.
Sono tornato a casa due settimane prima di partire per Medjugorie, qui ho potuto lavorare meglio con più attrezzatura, e in pochi giorni ho avuto miglioramenti che mi hanno stupito davvero, l’avevo detto anche a Claudia: “sono migliorato tanto! Sulla Collina, se mi aiuteranno (come sempre) ce la farò di sicuro e anche forse sul Krizevac.”.


 

PASQUA 2011 A MEDJUGORIE


In origine avevamo deciso di andare con un nuovo gruppo, ma al momento dell’iscrizione ci avevano comunicato che non c’era più posto, allora ci eravamo dirottati sulla solita organizzazione. Le date cambiavano di poco, l’altro gruppo partiva il lunedì dopo Pasqua e tornava il venerdì; noi siamo partiti sabato prima di Pasqua (23 Aprile) e rientrati martedì 26 aprile.

Partenza ore 5.00 da Arcade con pullman GT, io e mio fratello ci troviamo con Claudia a Montebelluna alle 4.20, e da lì andiamo assieme ad Arcade.
Ho molti pensieri e qualche preoccupazione, la determinazione nel voler salire almeno sulla Collina delle apparizioni e la consapevolezza di potercela fare; il ricordo dell’ultimo disastroso pellegrinaggio e il timore che possa andare male anche questo (ma sono pronto: so che ci vedo male, però l’altra volta vedevo peggio, quindi spero di riuscire a vedere qualcosa: la chiesa, la statua, riuscire a orientarmi).
Ricorre frequente nei miei pensieri il paragone fra la Pasqua precedente – neanche a messa – e questa che stava per arrivare – a Medjugorie! Ringraziavo già la Madonna.
Mi preoccupava anche la breve durata di questo pellegrinaggio: di solito il primo giorno non va mai bene per la stanchezza del viaggio. Di solito entro nel clima del pellegrinaggio solo il secondo giorno. Allora stavolta mi sono preso avanti, e già in pullman ho pregato molto: rosario, coroncina alla Divina Misericordia, preghiera del giorno della Novena alla Divina Misericordia; e ho parlato molto con la Madonna raccontandole le mie preoccupazioni e i miei desideri, primo fra tutti salire da Lei sulla Collina delle Apparizioni.
Durante il viaggio Claudia mi ha dato una notizia - scoop delle sue ….: “C’è una ragazza che va bene per tuo fratello Claudio”.
-“è carina?”
-“non lo so non l’ho ancora valutata”
-“beh, se è carina e Claudio non la vuole, me la prederò io …”
-“parla piano che ti sente, è seduta qui davanti” (davanti a Claudio che era seduto davanti a noi).
Allora, sapendo come vanno a volte le cose con la Madonna, e ipotizzando che non fosse casuale che ci trovassimo vicini di posto in pullman, ho risposto: “sta a vedere che sarà lei la tua compagna di stanza”.
Arriviamo a Medjugorie e ci restiamo un po’ male: non saremo nel solito albergo di fronte alla chiesa, ma un po’ fuori. Ci sarà da camminare un po’ per arrivare al santuario, dall’albergo. Questo mi rovinava un po’ i piani, ma ho voluto avere fiducia nella Madonna.
Scaricarti i bagagli e sistemati nelle camere, ci siamo poi ritrovati fuori, e Claudia mi dice: “Ti presento Nada”
Vedo la giovane ragazza e dico a Claudia “è la tua compagna di stanza?”
-“si”
-“allora, era lei la ragazza seduta davanti a noi?”
-“si”
Me l’aspettavo, mi era già accaduto un episodio vagamente simile in un precedente pellegrinaggio a Medjugorie. Poi noi quattro siamo sempre stati assieme: durante le varie funzioni del pellegrinaggio, a tavola, in pullman, nelle camminate di andata e ritorno albergo – santuario. Da un lato mi tenevo a Claudio e dall’altro a Claudia o Nada che si alternavano, una all’andata e l’altra al ritorno. Così l’albergo lontano è stato occasione per camminare un po’ e fare conoscenza reciproca. Abbiamo fatto un bel gruppo ben affiatato ed è stato un elemento fondamentale per l’ottima riuscita di questo pellegrinaggio.

Con Claudia e Nada di fronte alla chiesa di Medjugorie

La mia vista: andava un po’ meglio dell’altra volta! Vedevo la chiesa, non perdevo l’orientamento, e arrivati alla statua di fronte alla chiesa, mi ero sganciato dalla persona che mi stava aiutando e guidando, ed ero andato da solo a inginocchiarmi di fronte alla statua, come avevo desiderato fare nelle settimane precedenti, quando pensavo a come sarebbe andato questo pellegrinaggio. Ho ringraziato per tutto, perché stavo bene dentro, per essere lì, per vederci un po’ meglio, per gli ottimi tre compagni

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SUL PODBRDO

La Collina delle apparizioni


L’inizio della Collina delle Apparizioni, il Podbrdo

E arriva il momento più atteso e desiderato e temuto: si va sul Podbrdo, la collina delle apparizioni.
Mi sono vestito da battaglia, scarpe adatte, jeans leggeri, maglietta della Madonna che avevo comprato a Medjugorie durante uno dei miei primi pellegrinaggi, fascetta in testa per il sudore, occhiali di protezione per gli occhi. E soprattutto, l’arma più potente, il segnale per la  Madonna: ho tirato fuori il rosario che tengo sempre al collo. L’ho messo in vista per la Madonna così mi vede e mi aiuta.
La volta precedente mi ero fermato all’inizio, alla Croce Blu. Non ero in grado di salire fino in cima. Stavolta VOLEVO salire, mi ero allenato per tre mesi pensando a questo.
Qualche settimana prima della partenza, Claudia mi aveva fatto sapere che sarebbe venuto (casualmente, non si erano messi d’accordo) anche suo fratello con moglie e figli. Avevo allora pensato di farmi aiutare da lui e da mio fratello. Servono, infatti, uomini robusti che mi tengano su quella pietraia impraticabile. Invece poi mio fratello ha trovato un altro, Armido, e mi hanno aiutato loro due.Il fratello di Claudia è sempre stato dietro di me pronto a intervenire: ogni tanto lo sentivo che mi spingeva o raddrizzava quando perdevo l’equilibrio lateralmente (nonostante i due che mi tenevano) o quando lo perdevo all’indietro o c’era da salire su una pietra alta (pendenza più pietra).
Già prima di iniziare la salita ho ringraziato la Madonna, perché come speravo il clima era ideale, non faceva caldo e neanche freddo; anche la luce era ideale, non c’era sole abbagliante, era un po’ nuvoloso con luce perfette: potevo usare gli occhiali chiari e non mettere il cappellino per proteggere gli occhi dal sole. La sorpresa che non mi aspettavo proprio è stata che vedevo i sassi a sufficienza per mettere i piedi nei posti giusti, per alzare il passo per salire sulle pietre alte. Mi aveva molto preoccupato il pensiero di non riuscire a vedere tutto questo, mi aspettavo di vedere “niente” del suolo.
Durante la salita ho ripensato all’ultimo periodo terribile della mia vita (da ottobre 2009 in poi), alle fatiche, alle paure, alle conquiste. Ho pensato alla Pasqua precedente quando non ero neanche riuscito ad andare a Messa, ai due Capodanno precedenti quando non ero potuto andare a Medjugorie come da tradizione da un po’ di anni. All’allenamento invernale, alla fisioterapista e ai suoi consigli vincenti, all’istruttore della palestra che lo scorso anno mi ha tanto aiutato nel recupero fisico. E alla Madonna che sapevo che è sempre stata al mio fianco e ha mandato i suoi angeli della terra ad aiutarmi (l’istruttore, la fisioterapista, altre persone che non nomino altrimenti non finisco più di scrivere), e sapevo che mi stava aspettando lassù sul luogo della Sua prima apparizione a Medjugorie.
Mi sentivo molta forza sulle gambe, il cuore batteva potente (per lo sforzo), e sentivo la stabilità e quando sentivo il flusso di informazioni arrivare dai piedi e la risposta corretta, la forza giusta, inevitabilmente il pensiero mi andava agli esercizi di fisioterapia fatti durante l’inverno, e alla fisioterapista: lei quando la ringraziavo perché sentivo i miglioramenti, sosteneva che non ha fatto nulla e che sono io una Forza della Natura. Ma non è vero: da quando mi ha dato i consigli su come lavorare, lavoro in modo completamente diverso da prima, e i risultati sono arrivati velocemente.
Più volte pensavo: lo scorso anno non ero neanche in grado di andare a Messa ed ero dispiaciuto per non esserci andato a Natale e a Pasqua. E guarda adesso dove sono e cosa sto facendo!! E soprattutto: nel giorno di Pasqua! La Resurrezione! Ringraziavo la Madonna tanto, ma tanto! Perché alle volte sembra che sia qui al mio fianco che mi ascolta e provvede subito a mettere a posto le cose.
Avevo chiesto a Claudio: “Quando vedi la statua in lontananza, fermati e falle una foto, grazie”. L’ha fatta.

Arrivati su, Claudio mi ha riferito: “hanno detto che abbiamo venti minuti per stare qui e pregare. Dove ti vuoi mettere?”.
La mia risposta è stata istintiva e immediata: “Dalla Madonna!”.
Mi hanno accompagnato sotto la statua. Inciampavo continuamente sui sassi, anche se il tratto non era particolarmente difficile. Era pieno di gente seduta o inginocchiata sulle pietre.
Io non riuscivo a vederla e non vedevo la ringhiera, l’ho cercata a tastoni, l’ho trovata, mi sono aggrappato alla ringhiera e inginocchiato di fronte alla statua della Madonna (come faccio sempre) e mentre mi inginocchiavo ho detto alla Madonna: “Hai visto? Ce l’abbiamo fatta! Sono qui. Grazie.”.
E ho iniziato a piangere senza poter smettere, non mi era mai successo questo! In quel momento forse piangevo per la conquista ottenuta con tanto desiderio ed analoga fatica e impegno. Pensavo al gran lavoro svolto per ottenere questo obiettivo.
Ma non è sufficiente a spiegare il motivo di quel pianto: allora avrei dovuto piangere anche quando ero arrivato a Medjugorie in bicicletta con un gruppo di trenta ciclisti pazzi partiti da uno sperduto paese in provincia di Venezia. Quella volta appena vista la chiesa di Medjugorie, dopo sette giorni e quasi 900 Km di bicicletta, avevo solo esultato alzando un braccio mentre pedalavo, nessun accenno al pianto.
C’era molto altro nei miei pensieri, che ancora adesso non riesco a esprimere. Penso che si possa riassumere nelle parole della Regina della Pace di Medjugorie: “Cari figli, se sapeste quanto vi amo, piangereste di gioia”.
Dopo qualche minuto ho smesso di piangere e ho sperimentato una gran pace e calma, stavo proprio bene. Pensavo anche all’amica Olimpia, unica donna ciclista di quella folle spedizione: prima di partire per questo pellegrinaggio avevo riletto la sua testimonianza del ciclo pellegrinaggio. A un certo punto scrive tante belle cose su di me, e descrive quel che le era accaduto sul Podbrdo, le sue lacrime, le mie parole. Rileggere quel racconto mi aveva dato una gran forza interiore in più per riuscire a salire e arrivare ai piedi della Madonna. Poi il mio pianto mi ha fatto ricordare il suo, e ci ho pensato anche mentre piangevo.

Sul luogo della prima apparizione, poco dopo l’episodio del pianto. Con la Madonna.

Durante la salita, ogni tanto estraevo dal marsupio un piccolo panno per asciugare il sudore. Una volta, mentre l’estraevo, ne è uscito un secondo panno. Ho pensato: “Che sbadato, ne avevo presi due quando ne bastava uno” (a casa, prima della partenza). E ho aggiunto: “Ah, ho capito! Il secondo panno lo userò domani sul Krizevac!”.



LA VIA CRUCIS SUL KRIZEVAC



Fermo e meditabondo durante la Via Crucis sul Krizevac

Mi hanno aiutato le tre persone del giorno precedente. Il Krizevac è più difficile del Podbrdo, però stranamente io fatico meno sul Krizevac, nonostante sia più ripido, lungo e accidentato. Fin dalla prima volta l’ho sempre ritenuto un monte “magico”, con la Madonna presente e attiva, e ho imputato il mio faticare meno alla sua presenza e al suo aiuto.
Per me la via Crucis sul Krizevac ha un sapore speciale, perché è molto faticosa e sperimento su di me la Passione di Cristo, ci sono analogie fra la sua Via Dolorosa, le stazioni della Via Crucis, e le mie vicende. Con la differenza sostanziale che nessuno mi vuol fare del male, anzi al contrario, e che arrivato in cima al Krizevac, nessuno mi vorrà crocifiggere!
A volte sono capitati alcuni episodi che mi hanno fatto vivere un po’ in prima persona la via Crucis, altre cose invece sono una costante di ogni volta che salgo.
Prima stazione: Gesù è condannato a morte. Questo mi fa’ andare il pensiero a quando avevo circa 17 anni e mi era stata diagnosticata la malattia. Una notizia devastante che mi aveva fatto crollare tutto addosso. Quella era stata la mia condanna a morte.
Seconda stazione: Gesù è caricato della Croce. Questo mi fa’ andare il pensiero a quando avevo 27 anni e la malattia si è manifestata colpendo molto duro e rovesciando la mia vita. Lì sono stato caricato della mia croce.
Terza stazione: Gesù cade per la prima volta. Si, anch’io sono caduto subito dopo che mi è arrivata la croce. E anche sul Krizevac, una volta, sono caduto pochi passi dopo la partenza: a causa di un sasso sul quale sono inciampato, e di un mio aiutante che invece di guardare me stava a guardare quella che poi è diventata sua moglie.
Quarta stazione: Gesù incontra sua madre. Questa si! Qua ci siamo proprio: dopo la prima grande caduta ho trovato la Madonna ed è stato l’incontro della mia vita!
Quinta stazione: Il Cireneo aiuta Gesù a portare la croce. Anche qui ci siamo ma con una differenza importante: Simone era stato costretto dai soldati ad aiutare Gesù, io ho tanti aiutanti che lo fanno spontaneamente. Pochi, molto pochi, lo fanno per dovere (per lavoro). E spesso anche quelli che lo fanno per lavoro, ci mettono il cuore (in questo caso penso all’istruttore della palestra, Andrea,  alla fisioterapista, Alice, all’oculista di Conegliano dott. Romano).
Sesta stazione: Veronica asciuga il volto di Gesù: una volta mi è successo! Stavo salendo sul Krizevac e faceva caldo. Mi si è avvicinata una donna, ha preso un fazzoletto, e mi ha asciugato il sudore del viso. “Come la Veronica!” avevo pensato quella volta.
Settima stazione: Gesù cade per la seconda volta. Non serve commentare. Dico solo che non mi devo vergognare se qualche volta cado sotto il peso della mia croce. Se è caduto Gesù, cosa vuoi che pretendo di non cadere mai io?
Ottava stazione: Gesù parla alle donne che lo seguono. Qui mi viene in mente una battuta, lasciamo perdere va’! Poi, dopo la terza caduta della successiva stazione, la “mia” via crucis si separa dalla Via Crucis: nessuno mi spoglia, pianta chiodi eccetera.
Ecco, durante la Via Crucis sul Krizevac io medito tutte queste cose. Stavolta pensavo anche ad altro, fra cui l’incarico che ho ricevuto di offrire le mie sofferenze per quelli che non vogliono bene a Gesù (e aggiungo “per quelli che ancora non hanno conosciuto l’amore di Dio”). Incarico ricevuto un anno prima esattamente nello stesso giorno del lunedì dopo Pasqua!
Così arrivato in cima, ho “depositato” ai piedi della croce le mie croci, offrendole secondo l’incarico che ho ricevuto. Avevo anche altre cose importanti da “fare” lassù, non le posso raccontare, dico solo che sono importanti e hanno dato un significato ancora più speciale a questa Via Crucis sul Krizevac e a questo mio pellegrinaggio.

Sotto alla grande croce del Krizevac

 Non ho avuto nessun desiderio di piangere, stavo bene e basta. Eppure il Krizevac è più difficile della Collina delle Apparizioni, era un mio obiettivo “facoltativo e qualificante” ma comunque molo, molto importante se l’avessi raggiunto! In pratica sono riuscito a fare tutto e anche di più, con l’aiuto di Maria e dei suoi angeli della terra.
Ero preoccupato per la discesa: è più difficile e faticosa della salita anche perché non vedo dove metto i piedi, se c’è una buca ci finisco dentro; non ci sono le pause delle stazioni, ma si scende tutto d’un fiato, (fiatone). Di solito si assiste a un cambio di aiutanti: lungo la discesa si danno più volte il cambio fra loro, e io penso ogni volta: “che bravi, peccato solo che nessuno dia il cambio a me che sono stremato pieno di botte e con le caviglie dolenti per le quasi distorsioni provocate dai piedi appoggiati male e violentemente, assetato e con le braccia dolenti”. Ero preoccupato perché c’erano solo loro tre ad aiutarmi, e l’avevo confidato anche alla Madonna.
Ad un certo punto, verso metà discesa, uno sconosciuto che stava salendo assieme a un suo amico, ci ha visti e si è offerto di dare il cambio a uno dei due che mi stavano aiutando, ed è tornato giù assieme a noi! Poi è ripartito assieme al suo amico che ci aveva seguiti.
Un angelo! E’ la seconda volta che mi succede una cosa vagamente simile sul Krizevac. E’ magico! Magico al punto che a pochi passi dalla fine mi si è incastrato un piede fra due pietre, e per qualche secondo ero rimasto incastrato. Gli avevo detto (al Krizevac) “si ho capito che mi vuoi bene, ma lasciami andare. Tornerò dai!” E mi ha lasciato.
Dimenticavo di dire che anche in questo caso il clima e la luce erano perfetti per me e per i miei occhi, in più lungo la via c’erano buoni profumi di piante e fiori che ho notato bene e ogni volta che li sentivo li associavo alla primavera ma avevo anche commentato fra me e me: “ma quanto si sono profumate le donne, oggi?”.
Comunque è stato bello ed è la prima volta che faccio la via Crucis sul Krizevac con i profumi della primavera. Bello.
Il pellegrinaggio è andato benissimo, solo una cosa mi dispiaceva: che una persona a cui tengo non mi dava segnali di vita. Invece la sera dell’ultimo giorno mi è arrivato un suo messaggio molto bello, come si dice, la ciliegina sulla torta!
Il racconto finisce qui anche se non è tutto qui. Alcune cose non le posso raccontare, sono però importanti e hanno contribuito alla perfetta riuscita del mio pellegrinaggio e tutto l’insieme mi rende evidente che tutto è stato orchestrato dalla Madonna e che tutto si è sviluppato senza intoppi secondo il suo Piano (non sempre, in precedenza, è andato tutto liscio).
Concludo con il messaggio del 25 aprile 2011 (secondo giorno di permanenza a Medjugorie):
Cari figli, come la natura dà i colori più belli dell'anno, così anch'io vi invito a testimoniare con la vostra vita e ad aiutare gli altri ad avvicinarsi al mio Cuore Immacolato perché la fiamma dell'amore verso l'Altissimo germogli nei loro cuori. Io sono con voi e prego incessantemente per voi perché la vostra vita sia il riflesso del paradiso qui sulla terra. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Fonte:https://digilander.libero.it/luis.montano/start/Medjugorie/Pasqua_2011_Medjugorie.htm

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