lunedì 11 marzo 2019

Da "mondano" va a Medjugorje e diventa "apostolo"


Prima di un anno fa la mia vita era discoteche, donne - ne cambiavo una ogni sera - giocano a carte e bere senza pagare perché vincevo sempre,e andare a casa ubriaco. Mai pensare a Dio, mai pregare. Sempre no a tutti gli inviti che mi venivano gli zii, molto addentrati a Medjugorje, perché, ci andassi anch'io o partecipassi ai loro gruppi. No, a tutte le occasioni che mi si offrivano di sentirne parlare.
Ma un giorno di ferie partii per la Jugoslavia, dove mi spingeva la voglia di divertirmi sulla spiaggia, non certo il desiderio di Medjugorje. Dopo una serie di contrattempi che ritardavano la mia tabella di marcia e mi facevano sorgere strani presentimenti, mi ha preso una gran voglia di correre. E più andavo avanti più correvo, pur nei pericoli delle strada per il traffico intenso: ho visto auto rovesciate, io stesso ho sfiorato diversi incidenti. Il passeggio offerto a una persona mi ha fatto ritardare due ore. Ero stanco e si faceva scuro. Dopo Makarska l’incidente che determinava la mia Conversione, come la folgore che ha fatto cadere Saulo da cavallo sulla via di Damasco. A un tratto mi trovai davanti sulla sinistra una macchina ferma, mentre una BMW tedesca , superandola, invadeva la mia corsia; e alla mia destra due bambine correvano sull’asfalto. Che fare? O gettarmi contro una delle macchine o contro le bambine per finire in mare ( non c’era parapetto). Non ho avuto tempo di frenare e, a tutta velocità, ho investito le bambine. Dopo 100 metri di zig-zag la mia macchina si fermò: ero illeso e voltandomi col cuore in gola vidi le bambine correre ancora, allegre, sul ciglio della strada. Mi tremavano le gambe. In quel momento è caduta la mia sicurezza. Non c’era più tempo per divertirsi. Lì ho cominciato a pregare. Da anni non riuscivo a dire un’Ave Maria. Ho cominciato a invocare Maria e a dirigermi verso Medjugorje.
Ancora incidenti: due macchine nel burrone, un’altra appena tirata su, un camion mi accecava coi fari puntati. Era sfinito. Ora c’era solo un gran desiderio: arrivare a Medjugorje chiedevo ma nessuno... sapeva dov’era Medjugorje, o mi facevano sbagliare strada. Mi rivolsi alla polizia e chiesi Ljubuski” per non insospettirli. Di lì a Medjugorje il tratto è breve. Arrivai davanti alla Chiesa che era notte, ma con una grande gioia nel cuore e dissi: “grazie”. Nessuno seppe indicarmi la casa di Jelena dove erano ospiti gli zii. Dormii in macchina. Il giorno dopo,  la Messa in italiano alle 11 e una forza mi spinse a fare la comunione. Se avessi pensato al male fatto alle ragazze, a quelli che credevano, ai genitori, non sarebbe stato possibile fare la comunione senza confessione. Dopo la Messa ho cercato a lungo per la Chiesa un sacerdote disposto ad ascoltarmi; finalmente uno mi ha accolto in sacrestia. Dopo d’allora mi confessavo due volte al giorno, tanta era la gioia che provavo, e sempre mi seguiva un profumo di ciclamino. Pregavo davanti alla statua e sentivo il profumo. Durante la strada di ritorno ne avvertii di tre qualità diverse.
Tornato da Medjugorje ho dovuto tagliare con tutto e con tutti e così ho cominciato ad ascoltare quei sacerdoti che prima deridevo. Un padre spirituale mi ha aiutato, mi ha fatto un lungo discorso sul peccato, ho imparato come dovevano essere i veri rapporti cristiani con le ragazze. Dopo l’11 agosto non ho più frequentato discoteche, non ho più guardato giornali pornografici, ne films. Il mio cuore cantava. Quando guardavo l’ostia alla elevazione pensavo: Tu Gesù mi hai guarito il cuore. Avrei spaccato i muri dalla gioia.



Io non sono mai stato felice come in questo periodo. Gesù ci ama. Io frequento un gruppo di preghiera fuori caserma. Affrontare dodici mesi di servizio militare senza pregare è impossibile. Nel mese di maggio sono caduto in una crisi depressiva: “Perché Gesù?” dicevo. Nessuno se ne è accorto. Con la fede ne sono venuto fuori da solo, accostandomi alla Messa quotidiana e alla confessione. Poi... Maria mi ha aiutato! Grazie a Gesù sono stato strumento di conversione per alcuni ragazzi, ma troppo pochi. Cerco di parlare di Gesù e di aiutare tutti. Se uno mi dice: “Come devo fare per essere contento come te” “Vatti a confessare”-rispondo io-. Ma tutti mi fanno esempi di preti che non fanno bene. Sì, non tutti i preti sono bravi, ma io dico loro: “Se cade una particola consacrata, tu la calpesti? Non dobbiamo sparlare di loro,ma pregare per loro”. Però bisogna stare attenti a scegliere un prete che vada bene. Sì, in tutti i giovani c’è qualcosa di buono. Devi aspettare e chiedere l Signore che ti dia le parole giuste per toccarli nel cuore. Oggi sono andato a pregare con i genitori, a far la Via Crucis con loro. Sono felice, scoppio di gioia. E’ un anno che sto facendo questo cammino di fede. Lo auguro a tutti.- Da mondano diventa apostolo - Tratto dall'Eco di Medjugorje
Priabona, 11 agosto 1987

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